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Autore: telesette    17/10/2011    2 recensioni
[Due come noi/Kyou kara ore wa!!]
La scena che mi ha fatto quasi morire, tratta dal quarto episodio della serie "Due come Noi", ovvero il diabolico tiro di Mitsuashi per neutralizzare un professore troppo sicuro di sé...
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due come noi ( 今日から俺は!! Kyō kara ore wa!!, letteralmente «Da oggi, io!!» ) è un manga creato da Hiroyuki Nishimori e serializzato in Giappone dalla Shogakukan su Shonen Sunday.
La serie parla di due ragazzi, 
Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito, che si incontrano per la prima volta di fronte a due parrucchieri. Tutti e due hanno deciso di cambiare vita diventando due teppisti che pian piano durante la storia diventeranno famosissimi. Uno decide di cambiare tingendosi i capelli di biondo ( segno distintivo dei teppisti giapponesi ), l'altro invece cambia la sua pettinatura alzandosi i capelli tanto da essere soprannominato da molti "porcospino". Molte saranno le avventure di questi due giovani eroi, un mix tra divertimento e violenza.

 

clicca qui per guardare la sigla:
Due come noi (Bokura wa family)

Ciao ciao, professor Sasaki

- Quella grossa testa di c***o di Sasaki, professore o no, la pagherà cara per avermi preso sottogamba!

Mitsuashi stava ancora rimuginando sull'episodio avvenuto in classe quella mattina (*). L'arrogante prof di educazione fisica credeva veramente di poter mettere in riga un tipo come lui, solo facendo la voce grossa e con la patetica minaccia di escluderlo dalla gita scolastica... Povero idiota, era chiaro che non immaginava nemmeno lontanamente cosa gli sarebbe accaduto domani mattina!

- Mi senti, Sasaki ? - urlò Mitsuashi, spalancando la finestra e sporgendo la faccia nella notte. - Ti restituirò l'umiliazione di oggi moltiplicata, parola mia!

***

L'indomani tutta la scolaresca del liceo Nanyo era ferma vicino ai binari della stazione, aspettando che il treno per Kyoto annunciasse la partenza. I professori non la smettevano di congratularsi con l'orgoglioso Sasaki, per l'efficienza con la quale aveva saputo fronteggiare quei due teppisti di Mitsuashi e Ito, e quel grosso bue si godeva tranquillo gli elogi dei colleghi. Di lì a poco arrivò uno studente trafelato, gridando che lo aspettassero. Lì per lì ovviamente, né Sasaki o qualcun altro lo riconobbe ma, non appena il giovane disse di essere Ito, tutti scoppiarono a ridere a crepapelle. Vedere il "Porcospino di Chiba" con i capelli lunghi lisciati e pettinati all'indietro, anziché la sua solita cresta alta mezzo metro con le punte bene in vista, era veramente uno spettacolo esilarante. Sasaki stava appunto massaggiandogli la zucca con la mano, sfottendolo ripetutamente, quando un addetto alle pulizie sbucato dal nulla gli passò accanto per riempire un grosso sacco della nettezza di lattine e cartocci di bibite. Tutti osservarono la scena stupiti e, come l'individuo si caricò goffamente in spalla l'enorme sacco, Sasaki si accorse che il contenuto gocciolante di quella schifezza gli era colato proprio sulla patta dei pantaloni.
L'uomo diventò subito rosso per l'imbarazzo, sperando che nessuno si fosse accorto di niente, ma dovette ugualmente correre in bagno a cambiarsi. I professori provarono a ricordargli che il treno stava per partire, ma Sasaki rassicurò loro che non ci avrebbe messo molto. Una volta fiondatosi nella toilette, il professore appoggiò la borsa sulla tazza e cominciò ad armeggiare nervosamente con la cintura.
 

- Dannazione - mormorò. - Sembra che me la sia fatta addosso! Ma come diavolo è potuta succedere una cosa simile ? Io proprio non riesco a capire...

Nello stesso momento, qualcuno fece calare furtivamente una lenza e un amo da pesca alle spalle del prof e, dopo aver "agganciato" la borsa di quest'ultimo, la sollevò repentinamente senza fare rumore per farla passare oltre il divisorio del bagno. Circa un momento dopo Sasaki si tolse i pantaloni bagnati e, dopo averli appoggiati di traverso sulla porta, si accorse con stupore che la sua borsa era sparita.

- Eh ?!? Ma...

Naturalmente, così come la borsa, anche i pantaloni vennero tirati via dall'esterno. Il poveretto si ritrovò dunque in mutande e senza bagaglio, nel bel mezzo di una stazione gremita di gente, e non aveva nemmeno fatto in tempo a rendersene conto che il treno stava già fischiando la partenza.

***

Intanto i passeggeri erano già saliti a bordo quando, correndo come un dannato, un uomo in mutande cominciò a gridare di aspettarlo. Le persone lì presenti, soprattutto le donne, urlarono allo scandalo e la sicurezza intervenne per bloccare l'uomo scambiandolo per un maniaco.

- Ferma, ferma... Lasciatemi andare, sono un professore!

***

Seduta insieme a Ito e Ryo, la dolce Riko guardava tristemente attraverso il finestrino mentre il treno si lasciava ormai alle spalle la stazione. Nel vederla così giù di morale, gli amici capirono subito che le dispiaceva per Mitsuashi tuttavia provarono ugualmente a convincerla di non pensare a lui e cercare invece di godersi la gita. Lì per lì ovviamente, Riko fece un cenno di assenso forzato ma era chiaro che la sua mente era ancora persa dietro a quello scanzonato biondino. Ad un tratto però, non appena un tizio le si sedette accanto con una forte voce roca, per poco non si mise ad urlare dallo spavento.

- Certo che oggi è proprio una gran bella giornata, vero ?

Come Riko riconobbe la voce contraffatta del tizio, nonostante avesse il volto coperto da un fazzoletto gigante e una mascherina per proteggersi dagli odori, la sua smorfia esterrefatta si tramutò subito in un sorriso felice.

- Mitsuashi - esclamò.
- Ta-Dah - rispose l'altro, liberandosi del travestimento da netturbino che aveva usato per avvicinarsi a Sasaki senza dare nell'occhio.

Gli amici non credevano ai propri occhi e subito chiesero a Mitsuashi in che modo fosse riuscito ad evitare quel mastino implacabile di Sasaki, al che Mitsuashi rispose con stoica indifferenza.

- Semplice, me ne sono sbarazzato!

***

Frattanto Sasaki era ancora alle prese coi poliziotti della stazione, i quali erano chiaramente intenzionati ad arrestarlo per oscenità in luogo pubblico, e forse solo allora comprese finalmente CHI era stato a giocargli quel tiro micidiale.

- Ciao ciao, professor Sasaki - ghignò Mitsuashi, agitando la mano fuori del finestrino. - Ci vediamo a scuolaaa!

FINE

(*) vedi episodio 4 della serie - "Teste di Kyoto"

   
 
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