Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Joey Potter    17/10/2011    4 recensioni
Tua madre sta piangendo, ed è strano come tu riesca a vederla chiaramente, come l'unica immagine chiara in quel turbinio di corpi annebbiati della folla che acclama giustizia sia proprio il suo dolore.
"Tutti morimmo a stento, ingoiando l'ultima voce. Tirando calci al vento vedemmo sfumare la luce"
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Opera di fantasia tratta da crudeltà realmente frequenti nel nostro tempo; ispirata all’omonima canzone di Fabrizio De Andrè, a sua volta ispirata all’omonima poesia di Villon.
 
 
 

La ballata degli impiccati

 
 
 

“Prince Jhesus qui sur tous a maistrie,
Garde qu'Enfer n'ait de nous seigneurie:
A luy n'avons que faire ne que souldre.
Hommes, icy n'a point de mocquerie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre.”
 
“Principe Gesù che hai potere su tutti,
fa che l'inferno in potere non ci abbia:
non avendo nulla a che spartire con lui.
Uomini, adesso, non derideteci,
ma pregate Dio che tutti noi assolva.”


(Ballade des pendus; François Villon)

 
 
 
 
Tua madre sta piangendo, ed è strano come tu riesca a vederla chiaramente, come l’unica immagine chiara in quel turbinio di corpi annebbiati della folla che acclama giustizia sia proprio il suo dolore. Soffoca persino le urla entusiaste dei tuoi concittadini, supera l’accecante sole caldo della tua terra, e ti costringe a serrare le palpebre con violenza perché no, non vuoi morire con quel ricordo impresso negli occhi.
Accanto a te, solo qualche metro più a destra – così vicino che se potessi ancòra allungare le braccia, queste toccherebbero per l’ultima volta la consistenza della sua pelle – , anche Mohsen sta piangendo in silenzio, aspettando il suo turno di calciare il cielo; ricordi che aveva implorato i vostri carcerieri di poter essere il primo, detestando anche solo l’idea di doverti osservare impotente.
Intanto i tuoi fratelli stanno pronunciando il tuo nome con incredulità, e il grido “Asad!” si mescola a voci di perfetti sconosciuti che lo accompagnano d’insulti: la parola “sodomita” si fa largo e comincia a brillare tra tutte le altre, abbagliante più del sole.
Nel tuo paese si muore per aver amato – come se qualcuno potesse mai scegliere di non farlo, di non amare – e a quel tenue sentimento privato scaraventano addosso un’aura di insopportabile vergogna immeritata.
Nella matassa che sono i tuoi pensieri privi di controllo, auguri a quella massa ignobile e crudele la stessa identica vostra morte: un cappio pizzicante e inesorabilmente lento nel compiere il proprio lavoro, la pesantezza dell’ingiustizia sulle vostre giovani spalle e la paura bruciare dentro un'anima innocente. Sa che invece cammineranno verso le loro case, sereni e orgogliosi di aver debellato il male, mentre tu finirai preda dei vermi, con la derisione incisa sulle ossa.
Avverti come un rimbombo secco lo stridio della corda che artiglia un uomo, e in un secondo scompare anche il rancore: adesso preghi solo che per Mohsen l’inferno sia più breve che per te, e che Dio sia diverso dall’idea che hanno di lui gli uomini.
 
 

« Ti amo, Mohsen ».
« Nonostante il nostro paese, Asad? »
« Per tutte le mie vite ».

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Joey Potter