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Autore: Brokenhearted    17/10/2011    3 recensioni
"Odiava più o meno tutto di quella stupida nazione. I suo fast food, con cibo decisamente orribile, il suo caos, la sua eccessiva grandezza.
O, soprattutto, il suo eccessivo “Io sono l’eroe”. [cit. Prologo]"
Strani pensieri, nella mente di Inghilterra. Strani ricordi, che risveglieranno qualcuno da cui è stato lontano per troppo tempo. Tutto questo, guarnito da un pizzico di risate, con le nazioni più idiote, egocentriche e simpatiche che possiate mai avere incontrato.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so com'è uscita sta cosa. Semplicemente, ho scritto quello che una stupida canzone dei vocaloid mi ha ispirato. Sul personaggio che in questo momento è la mia droga.
è la mia prima storia in questo fandom, sebbene abbia già letto molto e sia fan di alcune delle scrittrici di questa sezione. Soprattutto, vorrei dedicare questo schifo a Akai_Omoki, che forse non lo leggerà mai perché temo diventerà un UsUk, però ci tengo, perché con la sua risposta alla mia recensione, mi ha fatto venire voglia di scrivere qui.
Non so se questa "cosa" continuerà, in realtà sarebbe un principio di long-fic. Non mi rimane che augurarvi buona lettura, e spero di ricevere almeno una recensione, per sapere se continuare questa "cosa". Ecco la fic, dunque. BaciBaci. Ironic.



Non aveva senso. A dir la verità, non ne aveva mai avuto.
Tutti quegli stupidi pensieri sul fratellino perduto… ma chissene. Non sapeva neanche lui perché ci pensava così tanto.
Lui l’aveva abbandonato, abbandonato!
E, da nazione importante e sensata qual era, Inghilterra avrebbe dovuto fregarsene altamente, nonostante tutto. Senza contare che “fregarsene” non era esattamente un vocabolo da Kirkland, lui comunque non riusciva a dimenticarsi del suo fratellino.
Beh, non era certo da biasimare. Da quando l’aveva incontrato, aveva sacrificato e fatto di tutto per lui. Gli era stato sempre accanto, più o meno. Era stato il miglior fratellone che si potesse desiderare, no?
Evidentemente non era stato bravo come credeva, glielo aveva fatto chiaramente capire, America.
Quel dannato America. Non c’era da chiedersi perché adesso Mr. Kirkland odiasse detto stato.
Beh, non odiava soltanto la sua personificazione. Odiava più o meno tutto di quella stupida nazione. I suo fast food, con cibo decisamente orribile, il suo caos, la sua eccessiva grandezza.
O, soprattutto, il suo eccessivo “Io sono l’eroe”.
Mhm, e non era solo la sua personificazione così, no.
Tutti quei maledetti americani erano convinti di essere la salvezza del mondo.
Lui, inglese puro, nonché Inghilterra, era decisamente dotato di un cervello più sensato.
Odiava il mondo, non pretendeva certo di esserne il salvatore.
Odiava gli altri stati, non doveva per forza ritenere di esserne superiore. Anche se nel suo ego, nonostante fosse stato scalfito ripetutamente da quello sciocco ragazzino, sapeva di esserlo. Insomma, lui era Inghilterra. Il grande. Il mito.
Ecco forse, da chi aveva preso tutta quella vanità la sua piccola colonia.
  
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