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Autore: ausel dawn    17/10/2011    1 recensioni
Ti amo!" glielo dissi. Cercai il suo abbraccio, ma niente. Un suo bacio, una carezza, era vuoto. Perché?! Tutti quegli abbracci da "amici" non volevano dire nulla. Voleva farmi soffrire!? Non poteva essere come gli altri! No, non può essere vero. Sprofondai nel suo petto, almeno lì ero felice"
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Corri Abbey! Corri!" la mia mente ripeteva questo, sentivo un rumore di scarpe dietro di me. "Lasciatemi stare!", dalla mia bocca uscivano queste parole. Avevo paura, una delle tante volte in cui il mio sudore non era causato dalla stanchezza, era freddo. Lo odiavo (mi odiavo).

"Svegliati!!", qualcuno mi saltò addosso. Aprii gli occhi, "Quando muori me li dai, vero?", mi chiese quella figura. Con un filo di voce risposi: "Cosa?", "Ma i tuoi occhi, che domande!" rispose la ragazza. Dopo un po' mi ricordai di avere venticinque anni e di vivere con la mia migliore amica, Ludovica. Non male, vero? Se non fosse che questa pazzoide per svegliarmi mi salta addosso tutte le mattine. La buttai giù dal mi letto, come sempre. Con la mia solita allegria (si fa per dire..) andai in cucina. "Ma come fa ad essere così frizzante di prima mattina!?" sapevo chiedermi solo questo appena sveglia. Mi dava un fastidio assurdo, perché non ero come lei alla mattina?! Presi il giornale e cominciai a leggere. 

"BEATLES: LA FINE DI UN MITO!"
 
Ci trovai scritto queste sai maledettissime parole. Era tutto finito. Mi piacevano, molto. Non ero una di quelle fan che se ne sta davanti casa loro per tutto il giorno, no, mi importava della loro musica. Non ero mai stata ad un loro concerto, forse non ero neanche una vera e propria fan. "Sei sveglia!?" mi urlò contro Ludovica (adorabile, vero?). "Sì, calma! E' che..." le porsi il giornale. "Wow", disse solo questo. Non le importavano i Beatles, lei adorava i Rolling Stones. Io ero indefferente per questo gruppo. 
La mia colazione era terminata, mangio in fretta, per questo rischio sempre di ingrassare. Andai a vestirmi mentre pensavo al motivo per il quale quella magnifica band fosse finita. Mi misi i miei soliti jeans, una maglia normalissima e le mie solita scarpe da ginnastica. Non sono una tipa che ama mettersi in ghingheri per attirare l'attenzione (di maschi). Non amo il trucco, né i vestiti troppo appariscenti. Che vita noiosa, vero?
Il mio lavoro mi aspettava. Lavoravo in un negozio di musica. Il mio paradiso. Vivere a Londra non è male, ci sono un sacco di clienti, "Almeno un po' di soldi ce li ho!" mi ripetevo spesso questo. "Ciao Luly!" le dissi, "Ciaaaao Abbey!!", è una scimmia urlatrice. Presi il mio scooter e mi diressi verso il  mio paradiso. La mia casa non era per niente male, spaziosa, accogliente. Adoravo la mia stanza, la feci come avevo sempre desiderato. Per le strade si vedevano persone con cartelli con su scritto: "I Beatles non ritorneranno mai più!" o "Rivogliamo i Fab!". Mi facevano un po' pena, era solo una band. Arrivai nel negozio, amavo arrivare prima. Era aperto dalle 8.00 alle 13.00 alla mattina e al pomeriggio dalle 14.00 alle 18.00. Io arrivavo sempre alle 7.30, volevo salutare le chitarre. Le amavo.
Ma l'essere che mi faceva vivere era la mai "Revolver".
Una magnifica chitarra acustica. La suonavo giorno e notte, mi esercitavo tantissimo, suonare... questo era il mio sogno, solo suonando mi mostravo al mondo per quello che sono.
"Buongiorno Mr. Tyler!" salutai il mio capo, era un vecchietto molto gentile e disponibile. "Buongiorno Abigail!" mi rispose, era sempre di ottimo umore. Comincia a pulire le chitarre, erano bellissime, avrei voluto comprare un'elettrica, ma costavano troppo, abbiamo prezzi esorbitanti! Le 8.00 arrivarono in fretta. Un ragazzo entrò trafelato. "Salve Abbey, buongiorno mr. Tyler!" disse, "Ciao Chase!" risposi. Lavorava insieme a me. Si occupava della cassa, mentre io aiutavo i clienti. "Come va 'sta mattina?" chiesi mentre appoggiavo una chitarra, "Bene, bene..." disse col fiatone mentre beveva una tazza di caffè. Era sempre di corsa. Non era un brutto ragazzo, anzi, capelli neri, occhi verdi, occhiali, alto, snello, simpatico... ma non era il mio tipo, anzi, io non ero il suo (non sono il tipo di nessuno).
Londra era deserta. "Hai sentito? Si sono sciolti i Beatles.." dissi a Chase, "Sì, che peccato...", a lui piacevano molto. Suonava il piano, ecco un particolare che adoravo di lui, era bravissimo, anche se non voleva ammetterlo (tipico). Passò un'ora, quando entrò un uomo. Era alto, aveva la barba e i capelli marroni e indossava degli occhiali da sole. Non sembrava un tipo raccomandabile. "Oddio, ma chi è?" chiese Chase preoccupato, "E per te io lo so!?" risposi "Vado a chiedergli se vuole una mano". "Buongiorno, ha bisogno di qualcosa?" gli chiesi gentilmente (dovevo essere genitle con tutti). Si girò bruscamente "Ehm, sì, grazie. Ehm, cercavo una chitarra elettrica" disse quasi preoccupato. "Certo, mi segua!" gli sorrisi, guardava in basso, era intrigante. "Ha già in mente un modello?" ruppi il silenzio "Ehh, no, non proprio" disse vago. "Va bene, allora noi abbiamo tutte queste chitarre elettriche" gli dissi mostrandogli la parete "quale le piace di più?", "in che senso: "mi piace di più"?" chiese. "Beh, ci dev'essere una chitarra che la ispira tra queste.. come.. l'amore a prima vista!" mi guardò un attimo e sorrise. Dio aveva un sorriso magnifico! "Beh, allora quella là in alto!" interruppe i miei pensieri. "Ah.. certo, gliela prendo, solo un attimo" annuì. "Chase!! Dov'è la scala??" gli urlai "Ehmmm, booohh!" mi rispose preoccupato, "Come BOH?!?! Mio Dio quando ci sono clienti non c'è mai, eh!!" gli dissi sempre più infuriata. "RISPONDIMI!!" odiavo quando non mi rispondeva, mi affacciai per vedere se c'era... nessuna traccia del ragazzo, molto utile insomma. "Ehhh, come ha sentito la scala è sparita... ma non si preoccupi, cercherò di prendergli la chitarra, in un modo..." dissi un po' vaga. Mi guardò... perché!? Poteva rispondere.. che gente. Cercai di arrampicarmi mentre il tizio mi fissava incredulo. La presi... mi mancò la un appiglio e caddi. "OH NO!" pensai. Ma l'uomo mi prese in tempo. Sentivo il suo odore, mamma, che buono. Mi mise a terra "Tutto bene?" mi chiese gentilmente, "Certo..." risposi incredula.. "era questa la chitarra giusto? La prego mi dica di sì!!" ci mettemmo a ridere. Si sedette e la provò. Era sublime setirlo suonare, era così fluido, sembrava un angelo. Iniziò anche a canticchiare qualcosa come


Not guilty
For getting in your way
While you’re trying to steal the day
Not guilty
And I’m not here for the rest
I’m not trying to steal your vest

 

"Wow" dissi quando ebbe finito "è bravissimo". Fece un sorrisino dolcissimo di imbarazzo. "no, non è vero, c'è un sacco di gente più brava di me!" disse sempre sorridendo "perché non provi te.. sai suonare?" chiese. "Ah, beh, sì, me la cavo.." mi diede la chitarra e mi fece sedere. Iniziai a suonargli un po' di "While My Guitar Gently Weeps". "Beh, ecco qui... contento?" chiesi sarcastica, "Sì, sei bravissima, davvero!" Complimenti, ti piace George Harrison?" chiese sorridendo. Fatelo smettere, vi prego!! "Beh, sì, molto, è il mio beatle preferito. Sa, molti pensano che non sia stato una parte importante per i Fab, ma per me è stato il migliore... era il più bravo a suonare..." mi accarezzò la guancia e disse: "Grazie!". Si tolse gli occhiali... oddio, stavo parlando con George Harrison! Perché io!? Oddio! "Prego.." feci finta di essere tranquilla quando dentro stavo esplodendo. Staccò la sua mano dalla mia faccia. Il suo sorriso tornò un semplice modo per dire di essere felice senza parole per me, era di nuovo una persona normale... ma perché? "Non lo dire a nessuno, ti prego..." mi disse guardandomi. Ero tornata vuota, come sempre.. "okkey" risposi.. Si rimise gli occhiali, andammo alla cassa. Chase era tornato... George pagò. Prima di uscire mi chiese: "Vieni a bere qualcosa fuori con me?" che dovevo dire? "No, mi spiace, non credo che il mio capo mi faccia uscire..". Dallo stanzone interno Mr. Tyler disse: "Non ti faccio uscire!? Ma che dici... non sei mica in prigione.. dai, va' pure!", "bastardo!" pensai, non potevo più dire di no. "Allora, va bene.." "Ottimo, allora lascio qui la chitarra...". Chase mi guardò con sguardo allibito...
Uscimmo. Mi portò in un bar vicino, per tutto il percorso nessuno dei due emise un suono. Mi fece accomodare gentilmente... "allora, da quant'è che suoni?" chiese per rompere il ghiaccio. "Ah, da quando avevo nove anni.." risposi vaga. "Wow, da più di me!", "Sì, lo so..." mi uscì quel farfugliamento stupido. Stette un po' in silenzio, l'avevo ferito (?). "Perché ora ti comporti così?" chiese arrabbiato. Oh, calmo ci conosciamo da neanche un'ora. "Così come?", "Dai che lo sai, prima che ti dicessi chi ero, eri molto più estroversa!" si stava arrabbiando. "E' che.. non mi sembra giusto, sei George Harrison... perché sono qui fuori con te?" buttai fuori tutto. Mi fissò allibito. "Sono George Harrisono, wow.. allora?! Non sei un essere inferiore, poi mica ti ho chiesto di sposarmi, volevo essere gentile, tutto qui.." disse arrabbiato. "Essere gentile, certo.. tutto qui.." pensai. "Scusa..." dissi a testa bassa. Finimmo in pochi minuti. Non l'avrei più rivisto, questo pensiero mi rendeva felice... non potevo far parte del suo mondo, non potevo innamorarmi, non di nuovo. "Beh, entri a prendere la chitarra?" chiesi. Mi prese il volto tra le mani molto delicatamente, mi accarezzò e disse: "Solo se domani ti rivedo... altrimenti la lascio lì, così devo per forza venire.." sorrise. Provai di nuovo quella forte emozione... BASTA! Dovevo trattarlo come amico, solo questo... "Certo... e scusami ancora, hai ragione, non so cosa mi fosse preso. Sei un uomo simpaticissimo, davvero!" mi sorrise e mi abbracciò. Era caldo, bollente.. volevo sprofondargli dentro. BASTA! Non innamorarti!
Prese il tutto e se ne andò... (era strano, non volevo provare amore..)

   
 
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