E così... happy birthday to me. Inghilterra stappò la bottiglia di whisky e bevve un sorso. Proprio in quel momento il cellulare squillò.
"Ciao, mon Angleterre."
Inghilterra strinse i pugni e contò fino a dieci. No, non era una buona idea riattaccargli il telefono in faccia. Probabilmente sarebbe venuto a casa a cercarlo, meglio evitare.
"Cosa vuoi, rana?"
"Cosa stai facendo?"
"A parte odiarti? Sto... ehm... leggendo."
"Niente di così importante, quindi."
"No, ma se ti sbrighi è meglio. Cosa vuoi?"
"Quanta fretta... c'è America a casa?"
Francia non ebbe bisogno di guardarlo per sapere che era arrossito.
"No! No, sono solo. E preferisco rimanere così."
"Che ne dici di venire da me?"
Gli andò il whisky di traverso e dovette tossire una decina di volte prima di poter rispondere.
"Ma sei pazzo o cosa?! Non ci verrei neanche morto!"
"Dai, s'il vous plaît! Quanto ti costa?"
"Non ti rispondo neanche."
"Non ci vuole tanto, no? Siamo vicini vicini. Cosa ti trattiene?"
"Il ricordo di quelle tue maledette mani troppo lunghe."
Francia trattenne a stento una risatina.
"Se non vieni tu, ti verrò a prendere io."
"Non salirei su quella tua auto neanche per mille sterline."
"Ti converrà venire qui di tua volontà, se non vuoi essere costretto da me."
Inghilterra rabbrividì. Sapeva fin troppo bene il modo che Francis usava per costringere.
"Okay, sto arrivando. Ma non pensare che mi faccia piacere." Riattaccò velocemente.
Tzk... proprio oggi. Sbattè la portiera e mise la quinta.
Quando arrivò davanti a casa di Francia erano già le otto di sera.
Aprì la porta - non era neanche chiusa a chiave - e si guardò intorno. La casa era buia... a parte una stanza. Quasi meccanicamente avanzò e si trovò davanti Francia, seduto sul divano, a torso nudo.
"Bonjour, mon amie" sorrise alzandosi e andandogli incontro.
Inghilterra si girò nervoso. "Adesso dimmi cosa vuoi. E rivestiti, che fa schifo."
"Va bene..."
Francia si rimise la giacca e fece cenno ad Arthur di sedersi.
Seppur di malavoglia, il ragazzo si sedette sul divano. Solo allora notò che sul tavolino c'era del vino... e due bicchieri.
"Chi c'era prima?" chiese. Non per gelosia, naturalmente. Solo per curiosità.
"Nessuno. Il bicchiere è per te."
"IO dovrei bere il TUO vino? Ma fammi il piacere!"
Ma quando il ragazzo dagli occhi azzurri riempì il bicchiere, non potè fare altro che prenderlo e bere.
"Fa schifo" esclamò poggiandolo sul tavolo.
Francia preferì non fargli notare che l'aveva finito tutto.
"Guarda dentro quello scatolo lì" disse invece.
Inghilterra aprì lo scatolo, e ci trovò una giacca... della sua misura.
"Cos... cosa significa questa?"
"è il tuo regalo. Aspetta, ti aiuto a provarla."
Francia si alzò, ma invece di aiutarlo buttò la giacca nuova sul divano e cominciò a togliergli la camicia, lentamente.
"Ehi!"
Francia lo spinse sul divano, poi gli sussurrò con voce suadente:
"Puoi fermarmi, se vuoi..."
Inghilterra si promise di fermarlo.
Ma Francia era arrivato a sbottonare i pantaloni e ancora non aveva fatto niente. Il ragazzo sorrise malizioso, circondò Inghilterra con un braccio e lo strinse a sè.
Prima di rendersene conto Inghilterra trovò la sua bocca a baciare quella di Francia. E gli piaceva. Oh, se gli piaceva.
"Buon compleanno, cherì" gli sussurrò Francia, prima di riprendere quello che aveva iniziato.