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Autore: AllysonW    17/10/2011    0 recensioni
La storia di una giovane strega, raccontata dalle parole della protagonista, Evelyn, e delle persone che le hanno, in un modo o nell'altro, riempito la turbolenta l'esistenza.
- E' la mia prima storia. Spero sia di vostro gradimento. Buona lettura a chi la leggerà ;) -
..Ci terrei a spiegare il titolo della storia:
La rosa simboleggia la bellezza.
In questo caso, per Evelyn, la sua rosa è George.
Il "giardino d'inverno" simboleggia la sua vita (quella di Evelyn, appunto) che nel suo caso non è sempre esattamene felice. Basti pensare a tutte le situazioni difficili che ha vissuto nel corso di essa.. ecco perchè il giardino d'inverno, perchè simboleggia la vita fredda e senza colori (come spesso è stata) della nostra protagonista... l'unica cosa che le ha dato colore è proprio quella rosa.
__
«Wow! Ti sono cresciuti in fretta i capelli!» Gli dissi con un gran sorriso.
Erano stupendi. Lucenti e morbidi gli arrivavano quasi sulle spalle. Improvvisamente mi accorsi di adorarlo ancora di più con i suoi lunghi capelli color rame.
Anche se lo amavo comunque.. in qualunque modo li portasse.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 8“..Ma per me tu sei tutt’altro che un idiota.”

L’attesa finì e finalmente la vigilia di Natale arrivò. E con essa anche il Ballo del Ceppo.
Quella mattina camminavo tranquillamente per il corridoio con aria spensierata dirigendomi alla Sala Grande. Dopo tanto tempo, finalmente facevo sogni tranquilli in quegli ultimi giorni.
Mentre camminavo avvolta nei miei pensieri, improvvisamente mi trovai di fronte a George, con cui non parlavo da quella conversazione nel cortile.
I nostri occhi si fissarono in attesa che uno dei due facesse il primo passo.
Nel suo sguardo però, lessi nervosismo e forse rabbia. Secondo me, mancò poco a che diventasse uno scontro con le bacchette.
Quante volte avrei voluto schiantarlo nei momenti di rabbia. Anche se poi nelle mie fantasie lo facevo riprendere sempre con un bacio.
«Oh.Tu.. » cercai di dire qualcosa, introdurre una conversazione decente, ma con scarso risultato.
«Oh.. io. Wow! Sei rimasta ad Hogwarts!» disse sarcastico.
«Ma che… Stasera forse c’è il ballo!» risposi quasi furiosamente.
«Bè, pensavo che alla fine te la saresti svignata da una serata noiosa col sottoscritto!»
«Che diavolo vai blaterando, George?!»
«Oh, dopo tutto per te sono solo un’idiota, un fannullone, buono a nulla senza cervello, che sa solo perdere tempo inventando scherzi altrettanto idioti!»
Non riuscivo a capire cosa gli fosse successo, non sembrava scherzasse. Sembrò arrabbiato sul serio.
Io non riuscii a far uscire parola, e continuai a guardarlo sbigottita.
«Oh si! Lo so!» Concluse con altrettanta rabbia, e si allontanò entrando nella sala grande.
Poi mi tornò in mente: una volta le dissi davvero quelle cose su lui. A Fred. Ma fu in un momento di collera, non pensavo realmente ciò. Non l’ho mai pensato sul serio. Tutt’altro.
Certo, ogni tanto.. anzi.. forse spesso, lo trovavo irritante con le sue battutacce e i suoi scherzi stupidi, che secondo lui dovevano essere divertenti, ma poi pensandoci bene, mi piaceva riceve attenzioni da lui, anche se non sempre gentili. Almeno sapevo di essere nei suoi pensieri. Poi farlo arrabbiare mi piaceva molto, suscitare in lui, anche se minima, una vena di gelosia. E sono sicura: se una persona si infuria cosi tanto con te, vuol dire che a te ci tiene.

Confusa entrai nella sala grande, ma rimanendo alla porta. Cercai con gli occhi Fred, volevo assolutamente una spiegazione. Vidi che, ovviamente, era seduto accanto al fratello.
Cosi gli andai vicino, ma non mi sedetti; di certo era meglio parlare lontano da George.
«Dobbiamo parlare! Subito!»
«O-ok» Fred sembrò incerto.
Lo trascinai lontano, quasi all’entrata, sotto gli occhi di George che ci guardava irritato.
«Che cavolo gli hai detto??» sbottai.
«A chi?»
«Come a chi?! A tuo fratello! Sembrava davvero furioso! Prima è venuto da me, dicendo che lo sapeva! Io di lui penso che è un idiota senza cervello, che perde tempo inventato stupidi scherzi..» presi fiato cercando di calmarmi e continuai. «Cosa gli hai detto Fred?»
«Oh, beh.. ecco.. magari mi sarà sfuggito un tuo sfogo..» disse massaggiandosi la nuca.
«Cosa?!?»
«Ma senza volerlo eh! Non era mia intenzione! Io stavo solo cercando di tranquillizzarlo e involontariamente… scusa» sembrò dispiaciuto.
«Fantastico! Ora mi odia sicuramente.» mi portai le mani sulla fronte.
Per una volta che sembrava che finalmente avremmo passato una serata diversa dal solito insieme, ecco la fregatura. Ora potevo anche prepararmi anche all’idea di essere da sola come un’idiota, al ballo, e di vedere George arrabbiato con me per chissà quanto tempo.
«Ma dai, non credo proprio che ti odi. Non essere esagerata..»
«E tu cosa ne sai?!» gli chiesi incuriosita.
«Nulla. Lo so e basta. Parlaci e chiaritevi.» mi fece l’occhiolino e tornò a sedersi al suo posto.

Qualche ora dopo ero di nuovo lì, davanti a quella sala, acconciata e vestita nel mio bell' abito da sera di raso blu. Era semplice ma bello. Non volevo essere troppo appariscente, ma nemmeno passare inosservata. Quanto piaceva quel vestito! Aveva un corpetto morbido che mi avvolgeva la vita, e scendeva altrettanto morbido fino alle caviglie.
Mi sentivo un bel po’ nervosa.. Cosa gli avrei detto non appena l’avrei incontrato?
Rimasi un po’ appoggiata al muro accanto alla porta della Sala Grande a pensare a qualcosa di efficace da dire.
«Evie! Ciao!»
«Hermione, Ciao! S-sei.. bellissima!» non mi accorsi affatto che Hermione si fosse avvicinata a me.
«Grazie. Tu sei davvero stupenda! Stai aspettando qualcuno?» mi rivolse un sorriso d’intesa.
«Oh.. bè.. no! Non aspetto nessuno. In effetti non so nemmeno cosa ci faccio qui!» sorrisi cercando di nascondere il mio imbarazzo.
«E’ tutto ok?» chiese guardandomi come se sospettasse che fossi vicina allo scoppiare in lacrime, ma non sono una persona che piange cosi facilmente.. e non per così poco.
«Si, si! Tranquilla! Credo che me ne tornerò nei dormitori.. sono stanca..» dissi scostandomi dalla porta, rivolgendo le spalle verso il corridoio. «Divertiti anche per me!» cercai di sorridere. E lei fece altrettanto.
Ma mentre mi voltavo per avviarmi verso la sala comune, non mi accorsi che dietro di me c’era proprio colui che stavo cercando di evitare. Quasi gli andai addosso.
«S-sei tu..» rimasi quasi incantata a guardarlo. Era meraviglioso nel suo smoking nero. Poi cercai di riprendermi e sembrare indifferente.
«Eh già.. sono solo io.. peccato» la sua espressione sembrò triste.
«Ascolta, io devo parlarti! Voglio dirti che non penso sul serio ciò che ti ha detto Fred.. » lui rivolse lo sguardo altrove, come per non voler ascoltare le mie parole, ma io continuai il mio discorso. «Fu in un momento di rabbia.. E poi è stato molto tempo fa. George ti prego, ascoltami!»
«Perché? E poi anche se fosse stato molto tempo fa, cosa è cambiato da allora?»
«Bè.. intanto potremmo passare questa serata insieme e amichevolmente.. cosa ne dici?» abbozzai un sorriso.
«Uhm.. non sembra una cattiva idea..» disse provando a sorridere, facendo sparire quell’espressione triste dal suo volto.
Mi porse il suo braccio ma io esitai inizialmente. Poi gli sorrisi a mia volta, poggiai la mano intorno al suo braccio, ed entrammo insieme nella Sala Grande.
Mi sentii abbastanza strana nell’essere al suo fianco, ma altrettanto felice.
   
 
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