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Autore: Evian_Alpherats    25/06/2006    5 recensioni
L'aveva trasformata in qualcun altro. Traduzione di una fanfiction di Londra.
Genere: Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Artificial identity

Artificial Identity di Londra

 Note dell'autrice:

Author's Note: Please, read it carefully until the very end. I promise there is a good reason to everything that I have written.

 

Lei era sua.

I suoi capelli crespi arrotolati intorno alle sue dita,  le sue morbide labbra premute sulle sue, i  suoi profondi occhi scuri nei suoi, mentre le sue lunghe dita stringevano le spalle di lei.

Lei era solo sua.

Sarebbe potuta essere pura felicità se solo lei non avesse pianto continuamente.

Lui interruppe il bacio e le diede uno schiaffo:

“Quante volte ti ho detto di non piangere?”gridò” Quante cazzo di volte?”

Lei emise un silenzioso singhiozzo e non rispose.

Piegò il collo e lo ascoltò urlarle era il contro e poi scusarsi e cospargerle il viso di baci.

L’unica cosa che Draco Malfoy non poteva sopportare era vedere sua moglie piangere.

Non voleva che la gente pensasse che erano una coppia infelice.

Certo che erano felici!

Non avevano alcun problema.

Lui non poteva immaginare perché lei non potesse essere felice. Aveva lui!

Draco Malfoy era il più ricco mago della Gran Bretagna. Aveva ereditato l’intera fortuna dei Malfoy e dei Black dai suoi genitori.

Possedeva terre dappertutto .

Possedeva parte di tutto ciò che si potesse vedere, tutto ciò che si potesse toccare e desiderare.

Oltretutto era anche uno dei più potenti maghi inglesi.

Dopo la salita al potere dell’oscuro signore e la caduta del bene egli era stato ricompensato con molte cariche e poteri.

Aveva anche nominato lui il ministro della magia, che non era altro che Blaise Zabini, quindi era anche in grado di cambiare le leggi secondo la propria necessità.

Anche se a dire il vero ormai non c’erano più vere leggi…

Infine Draco Malfoy era decisamente attraente.

Aveva tutto ciò che una donna avrebbe potuto desiderare. Non c’era alcuna ragione per cui sua moglie non sarebbe dovuta essere felice con lui.

Lui le aveva dato tutto ciò che avrebbe potuto volere: diamanti,vestiti bellissimi,amici dell’alta società,fama…e lei aveva preso tutto e li aveva adorati.

E soprattutto lui l’amava e lei aveva detto a sua volta di amarlo, ed era maledettamente sicuro che fosse vero, ma nonostante ciò lei continuava  a piangere.

 

Lei in realtà era piuttosto graziosa,ma lui le dava una pozione che la rendeva ancora  più attraente.

Non riusciva a capire cosa avesse lei da lamentarsi.

Continuava a dirgli che quello che stava facendo era sbagliato,ma lui non la pensava così.

Lui non faceva nulla di male.

Lui cercava solo di…migliorare il suo aspetto.

Lei avrebbe dovuto apprezzarlo.

Ma no,tutte le volte che bevevo quella pozione,iniziava a piangere.

Aveva cercato di smettere di berla,m.

Aveva rotto le tazze che contenevano la pozione, o a rovesciarla nello scarico,ma non era servito a nulla.

Se lei non la prendeva,lui si rifiutava di vederla.

Così lei continuava a piangere.

Voleva che lui l’accettasse per com’era realmente;ma questo era ridicolo.

La cosa che irritava di più Draco, era il fatto che lei cominciasse a piangere ogni volta che lui pronunciava il suo nome.

Questo lui non lo capiva.

Perche diavolo piangeva quando sentiva il suo nome?

Il nome di lei e il suo suonavano molto bene insieme:

Hermione”e “Draco

Hermione”e “Draco

Hermione”e “Draco

Avrebbe dovuto sentirlo anche lei.

Ma lei continuava a dirgli di smettere quello che stava facendo.

Continuava a pregarlo di smetterla.

Lei gli aveva chiesto di non chiamarla più ”Hermione .

Ma perché avrebbe dovuto?

Era suo diritto chiamare sua moglie con il suo nome.

Certamente non aveva intenzione di chiamarla”Granger”o in qualunque altro modo.

Era felice di averla.

Per anni aveva voluto che lei fosse sua.

Gli era piaciuta da sempre.

A lui piaceva realmente che lei fosse una prepotente “signorina so tutto”, il fatto che lei pensasse di essere migliore di lui.

Lui veramente trovava divertente il suo credersi superiore, ma gli piaceva.

Nessuno prima aveva mai avuto il coraggio di mettersi contro di lui, di schiaffeggiarlo.

L’aveva voluta senza nemmeno rendersene conto.

Lui aveva realizzato che la voleva tre anni prima, subito dopo la battaglia finale.

Stava girando per il campo di battaglia, il suo viso aveva uno strano ghigno,ancora incredulo che loro avessero vinto la guerra.

Guardava un corpo dopo l’altro, ridendo diabolicamente della gente morta e coperta di sangue.

Il sole era appena tramontato dietro le montagne,come a dare l’addio ai rappresentanti della luce,e nere nubi si addensavano.

La notte stava lentamente estendendosi dappertutto,coprendo l’orrenda visione dei cadaveri sparsi per tutta la terra umida.

Fu allora che la vide.

Lei giaceva a terra, il suo viso mortalmente pallido, le sue palpebre chiuse e i suoi capelli incrostato di sangue e fango.

Le sue labbra erano quasi blu.

Si chinò e la guardò.

Non respirava.

Lui semplicemente prese una ciocca dei suoi capelli e la mise nel portafogli, in modo da ricordarsi di lei più tardi.

Qualche tempo dopo, la vide ancora.

Questa volta era riversa su una roccia, sangue su tutto il suo corpo, ma era ancora viva.

I suoi capelli non erano altrettanto crespi,i suoi occhi non più così castani,e la stessa pelle non altrettanto liscia,ma una volta pulitala e fattala bere un po’ della pozione che avrebbe preparato,sarebbe stata come doveva essere.

Lentamente la sollevò e la portò con lui.

Quando arrivarono a casa, la affidò agli elfi domestici per pulirla e per fare gli aggiustamenti necessari.

Dopo era diventata sua moglie.

Non quella di Potter.

Non quella di Weasley.

La sua.

Lei era diventata sua, solo sua, e lui  aveva giurato che lei sarebbe rimasta sua fino alla fine della sua esistenza.

 

 

 

Si alzò ancora, e vide che era sdraiata vicino a lui. Non voleva guardarla. In qualche modo di mattina, e solo di mattina, non era bella come al solito. I suoi capelli erano di una strana tonalità di biondo e la sua pelle diventava più pallida, persino le sue labbra non erano morbide e sensuali come sempre. Naturalmente era sicuro che si trattasse di un gioco di luce, ma non gli piaceva lo stesso guardarla quando era in quello stato.

Scese velocemente dal letto, prese dall’armadio il primo vestito che gli capitò e scese per far colazione. Presto, sapeva, sarebbe scesa anche lei, e sarebbe stata carina come lo era la notte prima.

Dieci minuti dopo, come aveva previsto, lei arrivò per la colazione. Indossava un elegante vestito verde, i suoi capelli ricci erano sciolti sulle spalle e appariva splendida.

Lui preferì ignorare lo sguardo cupo e livido sul suo volto. Lo osservò appena; quell’espressione era parte della sua vita da così tanto tempo che aveva imparato a far finta che non ci fosse. Lei si sedette tranquillamente vicino a lui, prese un coltello d’argento, e iniziò a tagliare la sua omelette.

Hermione…”iniziò Draco, ma si fermò quando vide le lacrime scorrere sulle sue guance. Sospirò e chiese:

Perché stai piangendo ancora? Cosa c’è di sbagliato sta’ volta?”

Lei singhiozzò e il suo labbro inferiore iniziò a tremare. Lo guardò dritto negli occhi e gli chiese:

Draco, perché mi stai facendo questo? Cosa ti ho fatto io?”

Lui la guardò bruscamente. Non avrebbe risposto. Non era la prima volta che gli faceva questa domanda. Non aveva mai risposto. Ma lei doveva capire, era necessario che capisse. Quello era l’unico modo, l’unico modo…

“Tu non mi ami, non è così?”

Lui si fermò di botto, posò lentamente sul tavolo coltello e forchetta e la guardò, stupefatto dalla domanda.

Ma è ovvio che ti amo, come hai potuto pensare una cosa simile? Hermione, tu sei l’unica…”

Lei lo guardò, incredula, e scosse la testa. Si alzò bruscamente da tavola, facendo cadere la sedia sul marmo e corse su.

 

 

Odiava tutto ciò.

Odiava quello che lui le stava facendo.

Tanti anni fa, quando erano studenti a Hogwarts, l’ aveva amato.

Sebbene sapesse di non essere alla sua altezza, sebbene sapesse che lui non l’ avrebbe mai guardata in quel modo , lei l’aveva amato.

Poi, anni dopo, quando lui l’aveva presa dopo la battaglia finale, aveva pensato di aver vinto. Lui era finalmente suo.

Non c’era nessuno, nient’altro che potesse separarli, Poteva accarezzare i suoi capelli liberamente, guardare nei suoi profondi occhi grigi e sapere che era suo, che nessuno poteva dividerli.

Si sbagliava.

Anche se il suo desiderio era diventato realtà, lei era certa che non fosse quello il modo in cui voleva si avverasse.

Non capiva veramente perché le stesse facendo questo. Solo, era così sbagliato. Non avrebbe dovuto bere quella pozione. Anche se lui aveva insistito che quello era l’unico modo per migliorare il suo aspetto, lei lo trovava offensivo.

Ogni mattina si svegliava e aspettava per ore che lui si svegliasse e la guardasse.

Solo che la guardasse.

Guardarla come lei era realmente.

 Ma no, lui non la guardava mai.

Non aveva mai sprecato uno sguardo per lei.

Andava verso l’armadio, prendeva un vestito  e scendeva per la colazione.

Era depressa e stanca di questo.

Voleva essere accettata per ciò che era.

Voleva che capisse che lei non era la persona in cui lui l’aveva trasformata.

Che stava solo ingannato se stesso.

Aveva provato molte volte a non berla.

 L’aveva sfidato.

 Ma niente da fare, lui aveva sempre vinto.

Rifiutava di vederla, cancellava la sua stessa memoria, pur di essere sicuro che il suo animo non contenesse tracce del passato o di chi lei fosse realmente.

Aveva convinto se stesso che non c’era nulla di sbagliato. Stava iniziando a credere che lei fosse la ragazza in cui l’aveva trasformata.

Ma non lo era.

 Non era la ragazza che lui credeva che fosse, che lui amava, che lui voleva.

 Semplicemente, Draco rifiutava di guardare al di là di alcune cose.

Era rimasta nella stanza per quasi un’ora. L’effetto della pozione stava lentamente svanendo. Prese un altro flacone dalla tasca interna e bevve.

Si guardò nello specchio e lentamente vide se stessa cambiare in qualcuno che non era. Qualcuno che lei non intendeva essere. Qualcuno in cui era stata trasformata.

Pansy odiava Hermione Granger.

La odiava perché era l’unica che Draco avesse mai veramente amato.

E Pansy odiavala Pozione Polisucco.

La odiava perché la trasformava facilmente in Hermione Granger.

E la odiava perché nessuno poteva vedere la differenza.

Nemmeno lei.

 A/N: So, yes... I admit. I'm evil and I had great fun torturing Pansy.

Well, actually no. Unlike many of the other authors here, I actually like Pansy. She is a very intriguing character who is mercilessly being trashed by Draco-Hermione shippers and certainly deserves more attention. She definitely is not the bitch many people make her to be. She has more to her in character... So okay, I'll stop lecturing you. Most of you probably don't agree with me on the point about Pansy, but whatever...

Are you surprised? Did you like it? Did you understand it? Tell me!

 

 

 

Nota delle traduttrici: Abbiamo deciso di rispettare le scelte fatte da Londra, cercando di rmantenere il suo stile e senza introdurre abbellimenti di qualsiasi genere.Anche nei personaggi abbiamo lasciato scritto Draco/hermione,per quanto in realtà non lo sia.

E' la nostra prima traduzione,quindi perdonate eventuali errori!

Sperando che vi sia piaciuta,vi salutiamo fino alla prossima one shot!

  
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