The cold iron.

[- Una persona dal cuore di metallo.
Ecco uno dei tanti modi che la gente usa per definire qualcuno una persona insensibile.
Ma il metallo è da sempre un buon conduttore di calore. -]
 
 
 

-Oggi a che ora si stacca?- chiede Ronald al suo capo.
-Come al solito. Quel demone sembra non averci dato problemi, almeno per oggi.- risponde William, con il suo solito fare freddo e controllato.
-Dai, alla fine non è sempre colpa sua… Piuttosto, dov’è Grell?- gli dice il più giovane, guardandolo incuriosito.
-Sutcliff… Quando torna qui avrà una punizione esemplare. Non si lamenterà mai più delle sue forbici.- conclude, con un sorrisetto appena accennato che mette i brividi.
-Beh, il mio turno è finito. Devo andare, ho un appuntamento con una segretaria del reparto Death Scythe… A domani!- lo saluta Ronald, trionfante per il semplice fatto che adesso è libero di andare a zonzo a fare quello che gli va.
William lo guarda andarsene, con il solito sguardo impenetrabile.
Poi si volta e si dirige verso il suo ufficio. Se non lo conoscessero qualcuno gli farebbe notare che potrebbe anche smettere di lavorare, ma ormai hanno capito che è inutile.
Tutti nel Reparto Spedizioni sanno che il lavoro per William T. Spears è infinito.
 
Dopo circa due ore, la concentrazione dello shinigami esemplare, ancora seduto dietro la sua scrivania, viene interrotta dal rumore della porta della stanza in cui si trova che è stata brutalmente spalancata da un suo collega dal sesso relativamente incerto (o meglio, è assicurato che sia un uomo, ma è meglio non farglielo notare).
-Wiruuuuuuuu! Ah, non sai quanto mi sono divertito oggi… Ho incontrato il mio Sebas-chan! Oh, i suoi occhi, così ardenti di passione! Dovevi vedere come mi osservava… e poi io…- cominciò a declamare Grell, finché non fu interrotto dal sopracitato shinigami esemplare.
-Grell Sutcliff! Taci.- lo rimproverò, senza però scomporsi troppo, William. –Ti stavo aspettando, comunque.-
Non lo avesse mai detto.
In circa un millesimo di secondo il malcapitato si ritrovò il collega dalle tonalità rossicce aggrappato alla sua vita, che nemmeno un koala arrampicandosi su un albero avrebbe potuto fargli concorrenza.
-Allora ti sono mancato!- esultò il rosso shinigami, ancora strettamente avvinghiato a lui.
-No, la tua assenza non mi ha minimamente turbato. Piuttosto, credo che delle forbici per un Dio della morte come te non sia adeguate…- comincia a dire.
-Oh! Davvero? Grazie, Wiruuu! Che bello, riavrò la mia falce!- dice Grell, staccandosi finalmente dal collega, ma solo per tentare subito dopo di saltargli addosso.
-Consegnami le tue forbici, Sutcliff.- gli ordina con tono gelido William.
-Grazie, grazie, grazie! Tieni, non le voglio vedere mai più!- gli dice, porgendogli con sorprendente velocità le forbici rosse che, da qualche giorno, costituiscono la sua arma.
-Bene- dice Spears, afferrandole. –Tieni, questi sono tuoi.- esclama poi, lanciandogli praticamente addosso due coltelli da cucina, con tanto di manici rossi.
-Ma… Io credevo che tu… Perché sei sempre così cattivo con me, Wiruuuuu!!!- urla disperato Grell, aggrappandosi alle caviglie del collega che con un calcio lo spedisce dall’altra parte della stanza.
-La prossima volta sii più ligio al dovere, Sutcliff.- lo congeda William, prima chiudersi la porta dell’ufficio alle spalle.
 
Poggia la schiena sul legno scuro e china leggermente la testa.
-Uno shinigami non ha sentimenti. Ricordalo, William.- mormora a bassissima voce, scolpendo quelle parole nel suo cuore.
E’ solo un attimo.
Rialza la testa e riacquista la sua normale postura, indossando la solita maschera di indifferenza.
Ma William lo sa, che non resisterà ancora a lungo.