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Autore: division will unite    17/10/2011    3 recensioni
Bè, si sa, l'impulsività di Frank gli fa fare spesso cose di cui si pente sempre...o quasi.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I My Chemical Romance non mi appartengono e non li conosco (DD:), gli avvenimenti qui raccontati sono solo frutto della mia fantasia malata e perversa. Non scrivo a scopo di lucro.
E' la mia prima slash, la mia prima lemon, e la mia prima Frerard. Abbiate pietà di me :D


-Mikeeeeeeeeeeeey! Ragazzi, dove cazzo siete?-
Quei quattro ce li aveva sempre intorno nei momenti meno opportuni, quando li cercava per dirgli qualcosa di importante, invece, sparivano. Venivano inghiottiti in un buco nero.
-Frank...?- finalmente li sentì, erano tutti e quattro chiusi in una piccola stanza, la stanza di Mikey. Questa volta il buco nero aveva avuto pietà per i nervi di Gerard.
Si erano riuniti tutti a casa dei Way quel pomeriggio, c'era aria di buone nuove.
-Sono tre ore che vi cerco- disse Gerard con dipinta sul viso un'espressione tra lo scocciato e il divertito, nel vederli tutti seduti alla meno peggio su ciò che capitava. La stanza di Mikes era davvero piccola. 
-Siamo sempre stai qui, Gerard. Allora, ti hanno chiamato?- Ray lo stava fissando con degli occhi grandi quanto palle da biliardo. Tutti i ragazzi in quella stanza pendevano dalle labbra del ragazzo dai capelli corvini che era appena entrato.
Il suo sguardo da felino percorse tutti i volti che lo osservavano fino a fermarsi negli occhi di Frank, il più piccolo della combriccola. Gerard continuava a fissarlo mentre annunciò la notizia.
-Ci hanno preso, sabato sera suoniamo al The Double Side-
Lo disse in maniera così spiccia che tutti gli altri si chiesero se avessero sentito bene. Se si fossero persi qualche "non". 
Il primo a reagire fu Mikey che si buttò tra le braccia del fratello saltellando. Ray e Bob si unirono a loro. Frank era ancora seduto sulla sedia di fronte alla scrivania del più piccolo dei Way a fissare un punto imprecisato, dove prima si trovavano gli occhi di Gerard.
-Ci hanno preso...- sussurrava quasi tra sè.
-Hey Frankie, ma hai sentito?!- gli urlò Bob per farlo risvegliare. Gli andò vicino e lo prese di peso per farlo unire all'abbraccio collettivo.
Appena assimilato il concetto anche lui si mise a saltellare come un canguro, abbracciando chiunque gli capitasse sotto tiro.
"Ma che cosa sarà il The Double Side?" vi starete chiedendo voi.
"Una nuova arena, un palazzetto, una discoteca enorme?"
Niente di tutto ciò, cari lettori. Il The Double Side (TDS) era semplicemente un pub nella periferia di Belleville, New Jersey. Era tanto piccolo che se sabato fosse stato pieno, le persone sarebbero riuscite a salire senza alcun tipo di sforzo sul palco. Semplicemente con gli spintoni degli altri.
I cinque ragazzi avevano appena saputo che si sarebbero esibiti in uno dei locali più frequentati di Belleville, era una grande conquista per loro. Fino a quel momento avevano solo suonato per feste scolastiche e tra l'altro un repertorio che non gli era per niente congeniale. 
Per la prima volta avrebbero potuto suonare ciò che volevano, le loro canzoni. E sarebbero stati anche pagati! Una miseria, ma sono semplici dettagli.
-Io propongo di festeggiare!- disse Ray, con i riccioli che gli tremavano dall'euforia.
-Fermi, fermi, fermi. Ricordiamoci che dobbiamo dar mostra di una certa immagine. Non è bene andare a sbronzarci a due giorni prima dell'esibizione. A Frank vengono delle occhiaie che ci mettono una settimana a smaltirsi del tutto- disse con un'aria da sergente dei Marines Gerard
-Heeeeeeeey...!- disse Frank che si sentì ferito nell'orgoglio
-Ha ragione Frankie, sembri un panda isterico per i 5 giorni succes...-
-Micael, tu non lo reggi l'alcool. Non vogliamo sentirti delirare su My Little Pony già dopo un paio di sorsi di birra. - Ribattè il fratello
La faccia del povero Mikey non può essere descritta a parole, ve la lasciamo immaginare.
Gli altri due, che non erano stati toccati dalla sfacciataggine di Gerard, avevano cominciato a ridere a crepapelle. Ma il cantante si girò verso di loro con un'aria da state-zitti-o-potrei-dire-di-voi-cose-che-mai-orecchie-umane-hanno-sentito, e si misero a sedere buoni buoni sul divano di casa Way, dove intanto si erano spostati.
-Che cosa proponi di fare allora? Stare a casa a fare l'uncinetto?- disse Mikey. 
-Potremmo fare anche qualcos'altro- disse rivolgendosi a Frank con sguardo eloquente che nessuno notò, mentre il chitarrista stava per strozzarsi con la Sprite che stava sorseggiando -ma visto che le attuali circostanze non lo permettono, direi di andare ad affittare "Batman", che è appena uscito-
continuò Gerard con sguardo sognante.
I ragazzi, rassegnati, decisero di acconsentire alle richieste del cantante di guardare un DVD, mangiando popcorn e bevendo, rigorosamente, acqua.
 
Il giorno dell'esibizione finalmente arrivò. 
I ragazzi avevano stilato la scaletta e l'avevano provata e riprovata, per esse sicuri al cento per cento di ricordarla perfettamente a memoria, anche se erano solo cinque canzoni.
Erano le sei di pomeriggio di sabato e, con un certo anticipo, si stavano dirigendo al TDB.
-Cazzo merda cazzo merda cazzo merda cazzo merda- 
-Bob, ti prego- dissero Mikey e Frank in coro, esasperati da quella tiritera che si ripeteva da 10 minuti buoni.
Era il loro primo concerto di fronte a persone totalmente sconosciute, era lecito essere un tantino nervosi.
Quello meno ansioso sembrava essere Gerard, per qualcuno che non lo conoscesse. Se ci si prendeva la briga di guardarlo negli occhi, si notava immediatamente come fossero scuri e sfuggenti. Non limpidi come quando componeva i suoi testi o disegnava.
In effetti per lui era sempre stato un problema esibirsi in pubblico. Frank ricordava bene gli abbracci e i piccoli gesti di cui aveva bisogno nel backstage, prima dell'esibizione.
Le tre ore che li separavano dall'inizio dello spettacolo passarono velocissime tra montaggio degli strumenti, sound check e accordi con il proprietario.
-Santi numi, guardate già quanta gente!- disse Ray spiando fuori dalla porta dello stanzino 2 metri per 4 che gli avevano dato come camerino.
-Grazie Ray, così mi fai stare davvero molto meglio.- Gerard stava andando in iperventilazione.
A Mikey sudavano le mani e Frank prudeva un pò tutto.
Ed eccolo, ecco il cantante dai capelli corvini che si avvicina a Frank. Ha bisogno di quel contatto prima di salire sul palco. Ha bisogno di sentire le sue mani che lo stringono in vita e l'odore dei capelli di Frank nelle sue narci. Durò poco, per evitare di attirare troppo gli sguardi degli altri, e ancora entrambi un pò instabili, si separano.
-Bene, ricordate che questo è il primo passo per raggiungere la Wembley Arena, non fatevi intimorire dai quattro ubriacondi del TDB-
-Suona molto incoraggiante Micael, grazie mille- disse Bob con un tono non poi molto sarcastico. Dopo un batti-cinque collettivo, salirono sul piccolo rialzamento che gli faceva da palco e presero le loro usuali posizioni.
Cominciarono a suonare, sembrava che nessuno si fosse accorto di loro. La prima canzone passò così, ma poi quando cominciarono con la seconda, Prison, il ritmo catturò tutti (o comunque la maggior parte) dei presenti.
Gerard si è ormai completamente sciolto, anche se ogni tanto aveva bisogno di osservare Frank, giusto per vedere se era lì. Non gli bastava sentire il suo accompagnamento con la chitarra. 
Il pubblico partecipava entusiasta all'esibizione, fino a quando non entrarono nel pub due uomini che sembravano aver fatto un giro in altri due o tre locali prima di approdare al TDS.
I ragazzi sul palco non se ne accorsero nemmeno fino a quando uno di loro non cominciò ad urlare:
-Ma che è questa merda?-
-Tu, femminuccia, scendi un pò dal palco. Vi faccio vedere io che cose'è un bello spettacolo-
Gerard continuò a cantare, e Frank fece un enorme sforzo per evitare di scendere e pestarli. Mikey era incredibilmente rigido al basso e Ray passava lo sguardo da Frank ai teppisti.
Va bene avere le  proprie opinioni, ma qui si va sul pesante. 
-Non posso credere di aver pagato 10 fottuti dollari per ascoltare questi qui.- Così dicendo, scolò la birra che aveva in mano, lanciando la bottiglia vuota nella direzione di Gerard, che dovette scansarsi per evitare un trauma cranico.
A quel punto i bollenti spiriti di Frank non si trattennero più. Si tolse la chirarra di dosso e corse dietro ai due tipi che erano riusciti ad arrivare ai parcheggi del locale.
-HEY, VOI- gli urlò - PEZZI DI MERDA, DICO A VOI.-
I due omaccioni si voltarono e vedendolo si misero a ridere. 
-Sparisci, nanerottolo- disse uno di loro. Ah, ah, ah, questo non lo dovevi fare.
Frank si buttò letteralmente addosso al tizio, sgerrandogli un pugno su uno zigomo. Si sentì un sonoro crac, lui e la sua fottuta mira.
Rimase per un attimo impietrito di fronte al dolore lancinante che gli si propagò in tutta la mano.
Di quel momento approfittò l'altro tizio, che acchiappò Frank alle spalle  consentendo all'altro di colpirlo con tutta calma.
Gli spaccarono il labbro inferiore con un pugno, lo colpirono nello stomaco, lo presero a gomitate nelle costole.
Intanto cominciarono a radunarsi le prime persone intorno alla scena. Nessuno tentava di fermarli, qualcuno stava addirittura riprendendo con il telefonino.
I ragazzi della band non erano ancora riusciti ad uscire a causa della calca che si era formata intorno all'unica uscita disponibile. Tutti pregavano che Frank non si fosse comportato come faceva di solito e che magari quei tre fossero da qualche parte a bere tè con i pasticcini.
Ma quando riuscirono a districarsi tra la folla, la situazione che trovarono fu diversa.
Frank si dimenava nella stretta di quell'omone che non sembrava intenzionato a lasciarlo. Scalciava con tutte le forze che aveva, infatti l'altro aveva il naso sanguinante e parecchi lividi sulle braccia.
-MA CHE CAZZO FATE! LASCIATELO SUBITO O CHIAMO LA POLIZIA!- disse Bob avvicinandosi con il pugno pronto, insieme a tutti gli altri, al tipo che si preparava a sferrare l'ennesimo colpo sulla guancia di Frank. 
Il parcheggio era poco illuminato, giutsto qualche faro qua e la. Sembrava di essere in una scena di Fight Club.
Si era fatto ridurre così per lui, per Gerard. No, bè, per la band. Frank faceva sempre queste cose per difendere l'onore delle altre persone. Bob cominciò con gli spintoni, e gli altri tre riuscirono a liberare Frank dalla morsa di quella gru che gli aveva segnato, con lividi scuri, l'avambraccio.
Frank detestava fare la figura della femminuccia, e appena venne liberato, si voltò ad inseguire i due uomini che si stavano, finalmente allontanando.
Ray, scattante, lo prese alle spalle, impedendogli di fare altri danni. Dovettero tenerlo tutti e quattro per consentire che non gli andesse dietro a staccargli le orecchie a morsi.
-FIGLI DI PUTTANA, IO VI RITROVO. VENITE QUI SE AVETE IL CORAGGIO, FOTTUTI CODARDI. NON AVETE VISTO NIENTE. DUE CONTRO UNO, SI MOLTO CORAGGIOSO. CAZZO RAY, LASCIAMI!!-
-Frank, stai buono! Non ti è bastato? Vuoi il resto?-
-Devono pagarla, stavano per ammazzare Gerard, ma l'hai visto anche tu, si o no?-
Il cantante rimase folgorato. -Cazzo Frankie, ma ti fai ridurre così per questo? Chiudi quella bocca, devi andare in ospedale- Dicendo così lo prese sotto un braccio per aiutarlo a camminare. Anche se sembrava così energico, in realtà era l'adrenalina che lo teneva in piedi. Tra qualche minuto sarebbe crollato. Bob si mise dall'altra parte.
-Nono, niente ospedale, vi prego.- ecco l'uomo che si batte per le altre persone.
-Ma hai una mano rotta, guarda com'è gonfia! Devi farti vedere da qualcuno- disse Mikey con una voce troppo acuta.
-Non puoi andare a casa tua, non puoi restare da solo stanotte- si schierò anche Ray
-Allora portatemi a casa vostra- disse guardando Gerard e Mikey con occhi lucidi e dilatati dal dolore. Non gli si poteva resistere, e poi tutti sapevano come Frank odiasse profondamente gli ospedali.
Dopo un'occhiata d'intesa con il fratello, Gerard disse:
-...e va bene! Portiamo questo strumento del demonio a casa nostra-
Adagiarono Frank sul sedile posteriore della macchina, dalla parte del finestrino. Si trascinò accanto Gerard che, con un fazzolettino di carta, gli asciugava il sangue che ancora gli usciva dal labbro e da un ferita aperta sulla fronte.
 
Il viaggio sino a casa Way durò poco, nel frattempo la mano di Frank si era leggermente annerita anche se riusciva a muovere le dita, quindi non poteva essere rotta.
Gerard ispezionò mentalmente l'armadietto del bagno per cercare di ricordare se avevano delle bende, o comunque qualcosa per tenergli bella stretta quella mano.
Non poteva pensare che si era lasciato ridurre in quel modo per difendere lui. Il senso di colpa gli aveva fatto contrarre lo stomaco. Frank non si meritava di avere le labbra spaccate, le costole lussate, infiniti lividi sulle braccia e gambe per un coglione come lui, Gerard. Che non era riuscito nemmeno a fermarlo quando aveva lasciato la chitarra per andare dietro a quegli ubriaconi.
Frank, notando che Gerard gli stava ispezionando con cautela tutti i tagli sul volto e le labbra, gli sorrise incoraggiante, quasi come se avesse avuto bisogno lui di essere consolato.
Non potrei mai stancarmi di quegli occhi pensava il cantante, che adesso si era concentrato sulle iridi castano/verdi di Frank, andando ad accarezzargli distrattamente il polso con la punta dei polpastrelli...
-Eccoci- disse Ray, spegnendo la macchina di fronte alla loro destinazione e spezzando quell'incantesimo che li aveva uniti per pochi secondi, in realtà.
Scesero tutti dal mezzo, e si radunarono intorno alla portiera dalla quale sarebbe dovuto uscire Frank. Gerard se lo prese di nuovo addosso, mentre dall'altra parte si mise Mikey.
Appena varcarono la soglia di casa, Gerard disse: -Venite, portiamolo in camera mia-
Frank si sforzò di nascondere un sorrisino che gli stava nascendo all'estremità delle labbra abbassando la testa e il cantante, allo sguardo interrogativo degli altri rispose, imbarazzato: - è la camera più vicina al bagno!-
Non appena l'infortunato venne adagiato sul letto, il padrone di casa disse: -Ragazzi, grazie mille per tutto. Adesso potete anche andare, se volete. E' tardissimo e sarete stanchi...-
-Ma..- cominciò Bob
-...niente "ma". Qui ce la possiamo cavare benissimo da soli. Non preoccupatevi, se abbiamo bisogno di qualcosa vi telefoniamo- disse infine con un sorriso.
Bob e Ray, che erano effettivamente stremati, si lasciarono convincere, rifiutando addirittura il caffè offertogli da Mikey in cucina.
-Grazieeee! Alla prossima rissa!- disse Frank, che non era riuscito ad abbracciarli, non avendo più forza nelle braccia.
-Frank, solo se ti azzardi a guardare anche una partita di wrestling, io ti faccio secco e non se ne parla più- disse Gerard in tono serio.
I ragazzi se ne andarono subito dopo e Gerard e Mikey comincarono a recuperare bende, cerotti, acqua ossigenata, disinfettante...cioè tutto ciò che poteva servire in quelle situazioni.
-...ma che fate. Non c'è bisgno! Sto benissimo. Una bella dormita e sarò come nuovo- disse Frank con un sorriso che fece riprendere il labbro a sangiunare.
-Molto divertente Frankie, adesso fatti disinfettare questa ferita- intervenne Mikey, che aveva l'aria di un chirurgo esperto.
-Ahhhhh, brucia!- 
-Gee, tienilo fermo, o non riesco a concludere nulla-
Gerard tenne saldamente in mento di Frank tra le mani, per evitare che squotesse la testa, e il ragazzo rimase immobile beandosi della freschezza di quelle mani pallide a contatto con la sua pelle lesionata. Erano circa le 3 del mattino quando, tra i lamenti e le resistenze di Frank, riuscirono ad assicurargli le ferite sulle braccia e sul volto e a fasciargli la mano che stava diventando simile ad un guantone da boxe.
A quel punto Gerard spedì Mikey a letto, perchè anche se non voleva ammetterlo, stava crollando dal sonno.
-Ci penso io alle altre ferite, dormi tranquillo. Ah, e se senti qualche urlo non spaventarti, è Frankie che si ribella- disse con un sorriso malefico.
Dopo che Mikey si chiuse la porta alle spalle i due si guardarono negli occhi per qualche istante. 
Frank era sdraiato sul letto completamente vestito, con tanto di scarpe e visto che dovevano esaminare le altre ferite...
Gerard senza dire una parola cominciò a slacciargli le converse nere e sfilargli i calzini, mentre Frank lo guardava con sguardo interrogativo, ma non disse una parola.
Si sedette sul letto, a fianco a lui e gli disse -Allora, queste costole?- con sguardo malizioso.
Il più piccolo si mise a sedere, con qualche smorfia di dolore, e alzò le braccia per consentire che l'altro gli sfilasse la maglietta.
Lo spettacolo che gli si presentò davanti non era affatto promettente. Lividi scuri si estendevano per tutto il busto del ragazzo, uno abbastanza esteso proprio all'altezza dello stomaco. Per fortuna non aveva provocato emorragie o a quest'ora Frank sarebbe con la testa ficcata nel water a vomitare sangue da un pò.
Gerard si spaventò solo all'idea che potesse succedere e, facendo ri-distendere l'altro, gli si avvicinò lentamente con il volto. Fino a sfiorargli le labbra con il suo fiato.
Frank era totalmente ipnotizzato dai movimenti dell'altro e quando Gerard, poggiando delicatamente la mano su una ferita che aveva all'altezza del petto, gli chiese - Ti fa male? - l'unica cosa che riuscì a provare fu il piacere dell'avere quella mano a diretto contatto con la sua pelle.
Non gli diede neanche il tempo di rispondere, che annullò completamente la distanza fra loro baciandolo sulle labbra, senza troppa foga per evitare di fargli male.
Frank non seppe trattenersi, e con la mano disponibile, intrecciò le dita tra i capelli dell'altro portandoselo più vicino. Non gliene fregava un cazzo del dolore, voleva solo sentire Gerard vicino a lui, che lo baciava, che lo desiderava anche in quello stato.  Gerard sembrò dimenticarsi per un momento delle condizioni dell'altro e gli infilò la lingua in bocca, cercando quella dell'altro perchè era da troppo tempo che non ne sentiva il sapore. Gli strinse anche una mano intorno al fianco, facendo sobbalzare Frank per il dolore che non riusciva a nascondere.
Gerard si allontanò immediatamente, lasciando Frank scoperto, senza protezione. 
-Scusa, scusa, scusa- gli disse, dispiaciutissimo.
-Non è niente, non preoccuparti- gli disse con un sorriso spontaneo. Era vero, non gliene importava nulla. Voleva solo averlo accanto a se, su di se. Voleva Gerard dappertutto.
Tentò di riavvicinarsi, di riavvicinarlo a sè, ma l'altro si scansò. -Aspetta un attimo. Devo vedere come ti hanno conciato quei bastardi-
Si alzò e piegandosi su di lui, gli slacciò la cintura e gli aprì i bottoni dei pantaloni, togliendoglieli con un gesto fluido.
Per fortuna aveva solo un paio di lividi sulle ginocchia. Sembravano quelle di un bambino che si era fatto male giocando per strada.
Gerard rimase per un attimo a fissare lo spettacolo sublime che gli si parava davanti. Frank in boxer, con macchie viola che gli ricoprivano qua e la il busto e un viso adorabile, che chiedeva solo una cosa. 
Ritornò con un soriso sghembo alla sua posizione precedente, abbassando il viso per esaminare meglio quelle macchie di sangue. Le trovava estremamente affascinanti. Poteva quasi credere di vederci figure o oggetti ben definiti. Frank sorrise nell'osservare lo sguardo perso dell'altro e non resistendo, lo baciò di nuovo.
Questo era sicuramente un bacio più cauto, nonostante ciò tra le loro si frappose il sapore del sangue. Questo eccitò ancora di più Gerard che dovette trattenersi per non saltare letteralmente addosso a Frank, anche se l'altro l'avrebbe voluto.
Visto che le labbra erano diventate troppo delicate, allora prese a baciargli il collo, lasciandogli segni rossi che si apprestava a pulire passandoci immediatamente la lingua sopra.
Questo doppio giochetto stava facendo vedere le stelle a Frank, che cominciò a respirare più irregolarmente e pesantemente.
Gerard cambiò posizione, gli si mise a cavalcioni evitando di fargli sentire il suo peso. In quel modo era molto più comodo. Prese a baciargli la gola, il pomo d'adamo, la clavicola. Mentre con l'altra mano gli premeva leggermente i lividi, facendolo gemere dal piacere e dolore insieme.
Frank credeva di essersi bruciato in due minuti gli ultimi neuroni rimasti.
-Ah, Gee...- disse quando la mano di Gerard si sposto verso il suo basso ventre, dove il suo rigonfiamento era malamente nascosto dalla stoffa leggera.
Gerard sorrise sotto i baffi mentre notava lo stato delle cose, e cominciò a muovere su e giù la mano sull'erezione dell'altro provocando un sonoro gemito.
-Shh, non vorrai svegliare Mikey...- gli sussurrò all'orecchio con un filo di voce che fece venire la pelle d'oca sulla nuca di Frank.
Gerard aveva adesso una mano tra i suoi capelli, l'altra sul suo inguine, e con le labbra aveva ripreso le labbra dell'altro che rispondeva al bacio in maniera energica. 
Il sapore di Frank era irresistibile, qualcosa a cui Gerard non avrebbe mai potuto rinunciare. Le mani di Frank vagavano indistintamente sulla schiena dell'altro e lo imploravano silenziosamente di togliersi quella stupida t-shirt. Il contrasto tra le pelli dei due era davvero impressionante. Uno candido come il marmo, l'altro scuro come il sangue.
Adesso i loro torsi erano in contatto, come le loro eccitazioni. Questa improvvisa emzione fece gemere entrambi all'unisono. Uno nella bocca dell'altro.
Il più grande tentava di non appoggiarsi troppo, perchè sapeva che Frank non gli avrebbe detto nulla anche se fosse morto di dolore. Allora per allietare la situazione complicata che si era venuta a creare decise di dedicarsi completamente al malato della situazione.
-Forse questo ti farà sentire un pò meglio- disse sempre con un sussurro.
Gli sfilò velocemente i boxer e contemplò con un sorriso soddisfatto ciò che gli stava davanti. Leccò Frank dalla base alla punta, facendolo praticamente impazzire. Tant'è che dovette mettersi una mano davanti alla bocca per non urlare e svegliare tutto il vicinato.
Gerard ci si dedicò con passione, godeva a sentire Frank completamente in balia del suo tocco, dei suoi gesti. Alternava la bocca alla mano, mentre con l'altra continuava a stuzzicare quei lividi sulle costole che tanto lo affascinavano.
Frank, trovando la forza di  parlare disse: -Se ti piacciono tanto, allora domani te ne faccio qualcuno io...-
-Oh, Frankie. Mi piacerebbe tanto vederti provare- gli rispose, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra e facendogli provare il suo stesso sapore.
A quel gesto Frank venne improvvisamente, tant'è che Gerard sorridette nel bacio a pensare come l'altro dovesse essere imbarazzato, senza alcun motivo.
Di nuovo, senza preavviso, le parti si invertirono. Il cantante si chiese dove il piccoletto avesse trovato tutta quella forza per ribaltare la loro posizione, ma questa volta era Gerard il succube.
-Frank, non farlo...ti farai mal..ohh, cazzo- Aveva infilato la mano nei pantaloni di Gerard senza nemmeno avvertirlo, e lui adesso era lì, con la testa rivolta al soffitto, occhi sbarrati e le mani tra i capelli di Frank che, con il linguaggio del corpo, gli diceva di avvicinarsi di più, ancora di più.
La mano del chitarrista si muoveva veloce, facendo gemere Gerard direttamente nel suo orecchio e provocandogli scosse elettriche lungo la spina dorsale.
Gerard venne quando Frank, all'azione della sua mano, aggiunse anche quella della lingua sui suoi capezzoli.
Il chitarrista, stremato, dolorante e mandido di sudore si accasciò sul corpo caldo dell'altro in una condizione di beatitudine mai provata.
-Bè, dovresti farti pestare più spesso, Iero-
L'altro rispose ridacchiando e mordendolo immediatamente sotto la mandibola, lasciandogli un segno ben visibile.


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Si, lo so. E' abbastanza lunghetta, ma non mi andava di dividerla. Si sarebbe perso il filo conduttore.
Spero che qualcuno abbia avuto la forza di arrivare fino a qui. Adesso che ci siete fatemi sapere anche cosa ne pensate, se ho un futuro come scrittrice di Frerard (nfnfjnfsnsnhgsdng <3).
  
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