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Autore: _CodA_    18/10/2011    4 recensioni
Ancora una one-shot brittana, stavolta però ambientata in un futuro prossimo. Santana e Brittany, ad un anno dal diploma. Speriamo vi piaccia :)
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa fai?” le chiese sconvolta Brittany, vedendola mettere caoticamente la sua roba in un borsone.
“Vado via…”
Santana non la guardava nemmeno negli occhi, era troppo concentrata a trasferire i suoi vestiti, il suo spazzolino, la sua spazzola, nella borsa verde che giaceva sul letto, gettandoli lì come se fossero stati spazzatura invece che i loro ricordi.
La bionda fu scossa da un lieve ed improvviso tremore, che la indussero ad avvolgersi con le sue stesse braccia, su di sé, come in un abbraccio fittizio.
Fissò per qualche secondo il borsone, che si riempiva così rapidamente da far sembrare il tempo un’inezia, e poi guardò la sua amata, guardò il suo viso, la sua guancia, i capelli che le si agitavano sul volto e su tutto il corpo, guardò quello che le era concesso di guardare, per cercare la donna che amava in quella figura irruenta e fredda.
“P-p-perché?” balbettò nervosamente, stringendo gli occhi, non volendo mostrarsi così debole come stava facendo. Maledisse il suo corpo per essere così vergognosamente schietto.
Santana continuò a non degnarla di uno sguardo, ma affrettò i suoi movimenti, i suoi pensieri sembravano sfrecciare più veloci dei suoi occhi, da un oggetto all’altro, da una parte della stanza al punto opposto.
“Non sono fatta per vivere qui”
Quelle parole non avevano alcun significato, lo sapevano bene entrambe. E Brittany era più che determinata a scoprire cosa nascondevano.
“C-c-cosa significa? Santana…”
Non avrebbe mai resistito a quella piccola voce che la chiamava con tale amore, nonostante la situazione, nonostante tutto sembrava che si stesse frantumando.
“Non sono…adatta, per questo posto, per te…”
Brittany non credeva alle sue orecchie. Quello che l’altra le stava dicendo era fuori da ogni comprensione, fuori da ogni aspettativa.
Avevano passato gli ultimi sei mesi in cerca di una casa, di un posto dove vivere felici, insieme.
Ed ora che le cose sembravano sistemarsi, Santana si comportava così.
Senza alcun spiegazione.
Stava fuggendo. Scappava. Di nuovo.
“Sciocchezze! Come ti viene in mente?” chiese arrabbiata la bionda, lasciando libero sfogo alle braccia, libere di esprimere il loro sbigottimento, la loro frustrazione.
Brittany continuava a fissare un corpo immobile, una schiena; parlava a quei capelli nerissimi potendo solo immaginare come fosse il suo viso in quel momento, magari contrito, impassibile.
Ma Santana piangeva, stringeva gli occhi per smettere ma non faceva che aumentare le lacrime, non faceva che dar sfogo agli spasmi di rabbia e disperazione che stava provando, che sentiva al solo pronunciare quelle parole tanto dolenti.
“Ti prego, Santana…”
Lentamente l’ispanica si voltò, ruotò su se stessa dando il tempo alle lacrime di ritirarsi, agli occhi di asciugarsi e alla maschera di ricomparire.
“…dimmi cosa sta succedendo.” La pregò la bionda, volendo disperatamente capire.
La bruna si lasciò andare ad una risata isterica, con gli occhi all’insù e le mani nelle tasche, come se non le fosse fregato niente di quello che stava per accadere.
“Sto solo facendo quello che avrei dovuto fare tempo fa, quando ho capito che non ero giusta per te, quando ho capito… no, non ce la faccio…”
Santana abbassò repentinamente la testa, nascose le lacrime e issò il borsone su una spalla, dando la schiena all’altra che non riusciva a farsi bastare quella spiegazione così insulsa.
“Se è di questo che si tratta, se credi che tu non sia giusta per me… beh allora non hai capito proprio niente di noi due!” le urlò la bionda mentre lei era sul ciglio della porta ancora chiusa.
La bruna si fermò e voltò leggermente il capo verso destra, per ascoltare, per capire, per godere di quella voce meravigliosa per l’ultima volta.
Brittany sapeva così di aver ottenuto la sua attenzione e respirò a fondo prima di continuare, consapevole che le prossime parole sarebbero valse la loro relazione, il loro futuro.
Iniziò tremante, ondeggiando da un piede all’altro, senza riuscire a frenare le lacrime o la voce spezzata. Il groppo alla gola era troppo grande, l’aria pungente. Sentiva che se avesse perso Santana avrebbe perso se stessa. Era in gioco il suo cuore.
“Tu… tu sei meravigliosa, sei… sei il mio sole, sei… diamine, sei la mia San!! E non ti lascerò scappare di nuovo! No! Non farò lo stesso dannato errore due volte! ” si affrettò a concludere frustrata, non riuscendo ad esprimersi.
Santana allungò una mano sul pomello della porta e l’occhio di Britt cadde spaventato proprio su quella mano, la mano complice del destino che avrebbe scritto per loro.
“Ti prego non andare!” venne fuori tutto d’un fiato, come una supplica, con una mano protratta verso di lei, le dita in cerca di qualcosa a cui appigliarsi affannosamente.
La bruna si fermò e parlò.
“Tu… non hai idea di quanto abbia desiderato tutto questo, per quanto tempo… ho sperato di vivere questo con te…”
Brittany fissava la sua schiena impotente e incredula, ma non osò interromperla.
“…e ora che si è avverato, sembra troppo bello per essere vero… troppo bello… e lo è!”
ruotò e incatenò gli occhi ai suoi.
“Passeggiavo per il parco, lo attraversavo per caso di ritorno dallo studio, e cosa vi vedo? Coppie! Coppie di innamorati, coppie normali, che si abbracciavano, si baciavano, e io non facevo che pensare: io e Brittany questo non l’abbiamo mai fatto, e mai potremo farlo! Perché noi non siamo come tutte le altre coppie normali, no! Ed è lì che ho capito! Io, Santana Lopez, per quanto mi sarei sforzata, non sarei mai stata in grado di darti ciò di cui avevi bisogno, ciò che meritavi, ciò che qualsiasi altro, anche Artie, avrebbe potuto darti! E’ stato allora che ho realizzato che avevo sbagliato tutto, che ti avevo trascinato in un sogno irrealizzabile, troppo bello, troppo.”
Concluse abbassando il capo, nascondendo il viso e gli occhi all’altra che la guardava piena di lacrime, di compassione e amore.
“Per cui ho deciso: me ne vado. Non c’è bisogno che tu ti sacrifichi più per me. Ti lascio la casa, ti lascio i mobili, è tutto tuo! Spero solo che tu sia felice…”
Fece per andarsene, di nuovo, ma qualcosa la costrinse a fermarsi ancora una volta.
“Santana Penelope Lopez!”  mai Brittany l’aveva chiamata così, mai in vita sua. Per un istante alla bruna parve di sentire sua madre chiamarla, con quel tono di rimprovero di quando sapeva di aver fatto qualcosa che non doveva.
Senza che se ne accorgesse Brittany le si era avvicinata e le aveva poggiato una mano sulla spalla per incoraggiarla a voltarsi e guardarla negli occhi, finalmente.
“Santana Penelope Lopez… io sono totalmente innamorata di te, e non ho bisogno di altro. Se vuoi rendermi felice…” la bionda le prese il viso tra le mani, parlandole con dolcezza, con tutto l’amore e la delicatezza che conosceva “…resta qui con me. Sposami.”
Santana la guardava incredula, sconvolta. Stavolta non ci fu lacrima che potesse tenere.
Le sue labbra si incresparono e il naso si arricciò, in una smorfia di dolore, mentre piangeva ancora con la borsa sulla spalla, e il viso tra le mani della sua amata.
Abbassò la testa e tirò su col naso, per nascondersi, per vergognarsi di se stessa ancora una volta che veniva salvata da quell’angelo biondo, senza alcuna esitazione.
“Non… non ho saputo proteggerti, non ho avuto abbastanza coraggio, non ho saputo offrirti niente..”
“Hai saputo amarmi, è questo che conta”
Santana si lasciò scappare un mezzo sorriso, ancora tra il fiume di lacrime che le bagnavano il viso, mentre annuiva faticosamente, ancora con le guance strette tra le mani di Brittany.
“Smettila di preoccuparti, smettila di avere paura, smettila di temere che io ti possa lasciare, perché non lo farò mai, hai capito? No, devi guardarmi” la costrinse a rialzare il viso e lo sguardo su di lei, per chiarire quelle parole una volta per tutte. “Io non ti lascerò mai. Mai. Capito?”
Santana annuì, lasciandosi finalmente scappare un sospiro e una risata liberatoria, illuminando finalmente quello splendido viso di cui la sua bionda si era innamorata tanto.
Brittany la strinse a sé in un abbraccio, avvolgendole la schiena con le sue mani, e poi si avvicinò lentamente all’orecchio con le labbra.
“Sposami” sussurrò, sensuale e amorevole, passionale, sincera, convinta.
Santana non avrebbe mai detto di no a quella voce, a quelle braccia, quegli occhi e quella bocca, quel corpo che le urlavano di amarsi, fino alla notte seguente.
La bruna lasciò che i loro corpi si staccassero e dopo averla guardata negli occhi le cinse il viso e la baciò, come se non l’avesse fatto per anni.
“Ti sposo, solo se tu sposi me”
Brittany sorrise tra i baci, sulle sue labbra, e poi la strinse.
La borsa cadde dalla spalla della bruna la quale venne trascinata dall’altra verso la camera da letto, senza mai staccarsi, senza mai più separarsi. 
  
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