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Autore: Leireel    18/10/2011    15 recensioni
James è ipocondriaco (o forse solo melodrammatico), e Rose è troppo impegnata a studiare Medimagia per dedicargli un po' di tempo. Di mezzo, poi, ci si mette anche un brutto raffreddore e una malattia atipica a chiazze verdi...
Rose sorrise, e il suo tono si addolcì. “La pelliccia sparirà presto, vedrai. E poi sei carino anche così.”
“Lo so.” James tirò su col naso. “Io sodo bello sebbre.”

Seconda classificata al "Wrong! James/Rose contest" indetto da jaybree88, e al contest "Magia in Pillole" indetto da Acardia17 e nefene.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Titolo: Lo strano caso della Dermognamosi atipica (a chiazze verdi)

Pairing: James/Rose

Genere: Commedia, Romantico, Fluff

Rating: Verde

Avvertimenti: //

NdA: Mi rendo conto di quanto questa storia sia sostanzialmente scema; mi ci sono affezionata, però. Soprattutto a James.

Arnold si riferisce alla vecchia Puffola di Ginny; non so quanta aspettativa di vita abbiano quegli esserini, ma in ogni caso mi piaceva pensare che fosse rimasta qualche foto in giro a casa Potter. Babbana per amore è una ripresa del telefilm degli anni '60 Strega per amore; le Pergamente, invece, nascono principalmente dal fatto che ogni volta che scrivo 'pergamene' aggiungo per sbaglio una t in più (non scherzo, lo faccio tutte le volte).

Un grazie enorme, una statua placcata in oro e una anello di diamanti (rigorosamente da Tiffany) per Kukiness, instancabile beta/consigliera/sopportatrice. Senza di lei questa storia… urgh. Non voglio neanche pensarci.

La storia ha partecipato al contest Wrong! James/Rose contest, classificandosi seconda (qui il giudizio di jaybree <3) e al contest Magia in Pillole indetto da Acardia17 e nefene, classificandosi seconda a parimerito (qui l'altra meraviglia di giudizio).

 

 

 

Lo strano caso della Dermognamosi atipica (a chiazze verdi)

 

Iniziò tutto con un banale raffreddore.

“Albus, sto per borire,” annunciò James in tono melodrammatico; Albus l’aveva trovato rintanato sotto le coperte, con gli occhi rossi e gonfi e la sua migliore espressione da moribondo senza speranza. Aveva persino portato una mano sulla fronte, in una posa che aveva ricordato ad Albus le eroine dei romanzi d’appendice di fine Ottocento.

Albus era rimasto appoggiato alla porta. “Okay. Vuoi che ti chiami il notaio per il testamento?”

James non sembrò accorgersi del sarcasmo che grondava dalle sue parole – o forse lo ignorò volutamente –, perché continuò afflitto:

“Dod pedso farebo in tebbo. Di’ a babba che le voglio bede.”

E poi, dopo un sospiro particolarmente teatrale: “Sai, è per voi che bi dispiace, dod per be. Io sarò felice del paradiso dei bartiri di guerra, ba voi… Oh, se pedso a babba! E a dodda Bolly! Saraddo distruuuuu- Etcì!”

Albus avrebbe potuto anche fargli notare che, a) non c’era nessuna guerra e b) l’unico martire della stanza era lui, costretto a sorbirsi le sue lagne; ma poi pensò che in effetti non c’era niente che lo forzasse realmente a stare al capezzale di suo fratello (tortura che avrebbe potuto essere considerata un crimine contro l’umanità), e girò i tacchi mentre James proseguiva nell’annoverare tutti i parenti e amici che sicuramente non avrebbero mai potuto superare il dolore della sua perdita. Più o meno.

“…e la bia scopa! Oh! Cobe farà sedza di be che la lucido ogni… Albus?”

 

***

Poi, ovviamente, toccò a Lily.

“Ciao, James. Albus mi ha detto che stai per morire e volevi salutarmi. Quindi… ciao. Volevi dirmi qualcosa in particolare o posso tornare di sotto? Devo passare la seconda mano di smalto e trasmettono le repliche di Babbana per amore, quindi, sai…”

“Oh, bia cara Lily, sangue del bio sangue!” Lo sguardo di James poteva essere classificato solo come santificante e misericordioso. “Viedi, avvicidati pure. Ricordo adcora quaddo ti ho vista cabbidare per la priba volta… E adesso guardaci, tu disperata e afflitta al bio capezzale bedtre scivolo lentabedde verso l’oblio della borte… Vedo che cerchi di trattedere le lacribe davaddi a questo straziadde spettacolo, ba sfoga pure la tua sofferedza, bia cara.”

Lily si limitò a sbattere le ciglia.

“Ehm, sì. Rimarrei davvero ad ascoltare le tue, ehm, ultime parole, davvero! Ma Nelson ha appena trovato la bacchetta di Mildred ed è proprio un momento clou… non vorrai che me lo perda, giusto?”

James le rivolse un’occhiata tradita.

“Ba certo, cos’è la borte del tuo caro, abatissibo fratello in codfroddo a uda stupida puddata di uda stupida teledovela? Vai pure, dod preoccuparti del bio cuore spezzato! Bildred e Delsod haddo più bisogno di te!”

“Sapevo che avresti capito. Ti voglio bene, Jamie,” trillò Lily, schioccandogli un bacio sulla guancia prima di fiondarsi fuori dalla camera.

James sprofondò tra i cuscini con espressione truce. “Pareddi- etciù!, serpeddi,” borbottò.

 

***

 

All’arrivo di Rose, il raffreddore di James si era trasformato in una Dermognamosi atipica a chiazze verdi, a sentire il diretto interessato. Lei aveva l’impressione che le “chiazze verdi” fossero opera di Albus e un pennarello, ma ritenne più saggio non commentare.

Bussò lievemente alla porta aperta. “James? Posso entrare?”

Al suono della sua voce James aprì di scatto gli occhi e le rivolse un sorriso a trentadue denti, quasi dimentico del suo male incurabile.

“Raggio di sole!” esclamò, lasciando emergere una mano per metà verdastra dalla coltre di coperte che lo sommergeva per farle cenno di avvicinarsi.

Rose occhieggiò con sospetto il proprio tomo di Patologia Magica, poggiato con noncuranza sul comodino.

“James… Dove hai preso quel libro? Sono abbastanza sicura che fino a ieri pomeriggio fosse nella mia libreria.”

Per tutta risposta, James le rivolse un sorriso colpevole e si lasciò scivolare un po’ più a fondo sotto le coperte.

Rose sospirò. “Non importa. Come ti senti?”

“Fidalbedde qualcudo be lo chiede! Bale. Balissibo. Sodo a ud passo dalla borte. Queste bacchie bi divoreraddo vivo. Viiiiivo.”

“Guarda che la Dermognamosi non è mica mortale. Le macchie toglieranno solo lo strato superficiale di pelle, sarai come nuovo prima di una settimana,” lo informò Rose placidamente.

James non diede segno di averla sentita. “Mi staddo rosicchiaddo le ossa. Lo seddo.” Le afferrò di scatto le mani con espressione ansiosa. “Raggio di sole, potrei dod avere più l’occasiode di rivederti, e dod voglio passare i biei ultibi bobeddi con questo ribbiaddo… Devo dirtelo. Ti abo.” La guardò intensamente negli occhi, come se non volesse perdere nessuno dei dettagli del suo viso.

Rose sospirò di nuovo. “Oh, James, lo so. Me lo dici ogni volta che pensi di stare per morire,” e alzò gli occhi al cielo, esasperata. “Ti amo anch’io,” aggiunse poi in tono più dolce, stringendogli le dita e chinandosi per dargli un bacio lieve sulle labbra.

“Raggio di sole?”

“Sì, James?”

“Potresti spostarti? Bi si sta idcridaddo qualche costola, e dod riesco a respirare.”

Rose gli rifilò uno scappellotto, senza riuscire a nascondere un sorriso.

James le rivolse uno sguardo speranzoso. “Ribadi qui tutto il poberiggio?”

“Oh, James, mi spiace!” esclamò Rose, contrita. “Ho solo mezz’ora di tempo, poi devo tornare al tirocinio. Sai com’è Winston, fa una tragedia anche per un minuto di ritardo.”

“Oh. Ok.” Gli angoli della bocca di James si erano curvati pericolosamente verso il basso. “Sai, raggio di sole, pedsaddoci… Credo di poter sopportare qualche costola rotta.”

 

***

 

Pareva che la Dermognamosi fosse davvero un virus e non opera delle incredibili doti artistiche di Albus coi pennarelli colorati: l’indomani James era ricoperto dalla testa ai piedi di uno strato di lunga peluria verde. Dermognamosi acuta di terzo grado, aveva sentenziato l’interessato con orrore.

Lily scoppiò a ridere. “Jamie, sembri una Puffola Pigmea gigante!” James la fissò orripilato.

“La tua sedsibilità davaddi all’evidedde dolore del tuo abatissibo fratello è cobbovedde,” bofonchiò. “E dod sebbro uda Puffola Pigbea!”

Rose si affacciò dalla porta socchiusa proprio in quel momento.

“In effetti una certa somiglianza c’è. Potremmo tingerti di rosa,” disse, e ammiccò nella direzione di Lily.

“Sì! Oh, saresti la copia esatta di Arnold!”

“Dod. Sodo. Uda. Puffola. Pigbea.” Lo sguardo truce di James si illuminò alla vista dell’involto che Rose teneva in mano. “Oh, bi hai portato ud regalo? Cos’è? Cos’è?”

“Effettivamente la somiglianza alle Puffole non si limita all’aspetto.” Lily emise un sospiro tragico. “Comunque, piccioncini, vi lascio la vostra privacy.” Rose arrossì, scatenando le risate di James. Lily sorrise, un sorriso che pareva più un ghigno. “Ah, e se sono caramelle lasciamene qualcuna, Jamie!” esclamò prima di uscire.

Rose accarezzò una delle zampone pelose di James. “Come stai, Puffolo?” Lui grugnì piano, scivolando un po’ tra le lenzuola mentre rilassava i muscoli delle spalle.

“È agosto. Sotto questa pelliccia fa caldo,” piagnucolò.

“Almeno sei pronto per l’inverno.” Rose sorrise, e il suo tono si addolcì. “La pelliccia sparirà presto, vedrai. E poi sei carino anche così.”

“Lo so.” James tirò su col naso. “Io sodo bello sebbre.”

Rose gli fece una linguaccia. “Dai, tirati su. Per farmi perdonare per essere scappata, ieri, ti ho portato le Pergamente. Quelle all’anice, visto che ti piacciono tanto.”

“Davvero?” James scartò le caramelle con impazienza, ficcandosene diverse in bocca. “Mmmm, shei perdodata,” biascicò mentre ancora masticava, sul volto un’espressione felice.

Rose scoppiò a ridere. “È bello vedere quanto sia difficile corromperti.”

 

***

 

E infine, tutto si era risolto con un banale raffreddore.

“Come sarebbe a dire ‘Non ha nulla’?”

“Esattamente quel che vuol dire: il signor Potter gode di ottima salute, a parte quel fastidioso raffreddore – che, a ogni modo, scomparirà tra qualche giorno da solo.” Il Medimago rivolse un ampio sorriso a Rose. “Vede, signorina Weasley, la Dermognamosi, per quanto non fosse esattamente comune fino a qualche decennio fa, è stata quasi completamente debellata negli ultimi anni. È molto raro trovarne dei casi in Inghilterra, al momento. Mi stupisce che lei non lo sappia – non studia forse Medimagia?”

“Io… non siamo ancora arrivati a trattare quella parte di programma. Avevo letto della malattia sui libri di mia madre, però, e non pensavo fosse così poco diffusa.”

Il Medimago si sistemò gli occhiali sul naso. “Probabilmente quei tomi sono, per così dire, poco aggiornati. Ma, in fin dei conti, meglio così, giusto? Tutto è bene quel che finisce bene!”

Rose rivolse un’occhiata a James, profondamente addormentato – e senza neanche più una macchiolina verde – e lasciò andare un sospiro frustrato.

“Più o meno.”

 

***

 

“Raggio di sole,” la salutò James con un sorriso assonnato. “Scusa la dobadda, ba dove siabo?”

Rose gli rivolse un’occhiata furiosa.

“Al San Mungo, dove ti ho portato dopo che sei svenuto, a casa tua, quando hai bevuto la pozione che ti avevo preparato. E dove ho scoperto,” assottigliò lo sguardo, “che non avevo motivo di rimuginare su cosa avessi potuto sbagliare nella pozione e preoccuparmi a morte, perché la diagnosi era molto più semplice: ho un ragazzo idiota.”

James ebbe la decenza di mostrarsi contrito. “Da udo a dieci quaddo sei arrabbiata?”

“Non sono arrabbiata, James. Sono delusa. Per le mutande di Merlino, che diamine avevi in mente? Pensavi che sarebbe stato divertente? ‘Facciamo uno scherzo a Rose, vediamo fino a che punto possiamo farla uscire fuori di testa!’”

“Dod l’ho fatto per questo! Dod volevo farti udo scherzo!”

“E allora perché diamine hai inscenato tutta questa pantomima? Spiegamelo, perché davvero non ci arrivo!”

“Perché da quaddo hai idiziato l’udiversità dod ti ibborta di diedde, solo di quella stupida Bedibagia!”

Rose rimase per qualche secondo senza parole, sul volto un’espressione sorpresa. James sbuffò, frustrato. “Dod ci vediabo bai. Dod sei deadche veduta a trovarbi quaddo bi è veduto questo stupido raffreddore. E così ho pedsato che, bagari, cod qualche balattia strada bi avresti dato ud po’ di attedziode.”

“Oh, James.” La rabbia di Rose pareva essersi sgonfiata d’un colpo. “Mi dispiace averti trascurato per lo studio, nell’ultimo periodo. Ma potevi dirmelo.” Il suo tono di voce si ammorbidì. “Farmi preoccupare non è il miglior modo per ottenere la mia attenzione, credimi. Non è stato per niente piacevole pensare che saresti potuto davvero morire per colpa della mia pozione.”

“Bi dispiace, Rose, davvero!” James aveva quasi le lacrime agli occhi. “Dod volevo farti preoccupare! Dod lo farò più, probesso.”

“E io ti prometto che sarò più presente. Basta che, quando ci sarà qualche problema, me ne parli.” Gli diede un bacio sulla fronte. “Il Medimago ha detto che l’intossicazione da pozione passerà da sola nel giro di qualche ora. Ti va di tornare a casa, Puffolo? Mi sa che Lily ti aspetta in soggiorno per strozzarti con comodo, non vorrai farla aspettare.”

“È taddo arrabbiata?” James pareva genuinamente terrorizzato.

“Si è preoccupata anche lei. Le passerà, vedrai.”

“Raggio di Sole?”

“Sì, James?”

“Ti abo. Davvero.”

“Lo so, Puffolo. Ti amo anch’io.”

James si sporse per baciarla.

“Bi abi così taddo da proteggerbi, anche a costo della tua stessa vita, dalla furia cieca e distruttiva di Lily?”

“Adesso non esageriamo.”

   
 
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