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Autore: ummagumma    18/10/2011    3 recensioni
Cammino tra le strade di Glasgow con il vento freddo che spacca
la pelle e le dita delle mani ormai viola...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino tra le strade di Glasgow con il vento freddo che spacca
la pelle e le dita delle mani ormai viola.
Passo davanti una vetrina,un vecchio negozio d'antiquariato del centro,
all'interno mobili e lampade antiche padroneggiano e due donne
dall'aspetto nobile parlano e,contrattano.
Mi colpisce una cosa fra le tante, uno scrittoio in legno,
lo guardo attraverso il vetro e mi catturano i suoi particolari,
uno stile barocco, con foglia d'oro e intarsi certosini.
Giro il viso da una parte e poi dall'altra ed entro a curiosare,
le due donne sono sorelle e vogliono acquistare proprio quello scrittoio,
a malincuore esco dal negozio e vado nella periferia della città.
Girovagando e osservando il mondo che mi circonda sento battere
una nuova musica, la sento battere nell'anima come se la stesse
calpestando con violenza,alzo gli occhi al cielo e vedo che si è fatto
scuro e delle piccolissime e sottili gocce di pioggia iniziano a scendere
con dolcezza per poi farsi più grandi e scendere giù con più violenza.
Decido dunque di affrettare il passo perchè il mio cappotto inizia ad
appesantirsi dell'acqua piovana e le gocce di pioggia sul mio viso scendono giù.
Davanti al portone mi soffermo un attimo, penso di aver atteso fin troppo
ma che importa, apro con decisione e salgo quelle vecchie scale scricchiolanti dell'edificio,
un vecchio e lugubre edificio abbandonato adibito a sala prove.
Dalle scale vedo una debole luce che filtra da sotto la porta,
sembra la luce fioca della stufetta che abbiamo preso l'altro giorno
in un negozio di elettrodomestici.
Apro la porta e vedo l'ombra del mio amico che è lì seduto su uno sgabello
in legno di faggio, con la sua chitarra tra le mani e fischietta una melodia.
Sembra tranquillo e le note che suona sembrano dolci, mi avvicino e gli poso
una mano sulla spalla, si volta e i suoi occhi cerulei si scontrano con i
miei"ciao Alex"dice con la sua bella voce"sei tutto bagnato, dai asciugati!".
Io dal mio canto gli do ascolto, tolgo il cappotto bagnato, l'appoggio
su una sedia e imbraccio una chitarra e poi mi avvicino a lui.
Suoniamo e le note riempiono questa stanza, echeggiano dolci e letali
come i nostri sguardi persi l'uno nell'altro. Mi lascio andare a delle risate e poi gli
dico”sai,ho visto uno scrittoio in stile barocco giù in centro”, il mio amico si volta
a fissarmi e poi sbuffa”beh,arricchirebbe Alexandra Paradise”,i miei occhi lo scrutano
e poi rido anch’io di gusto. Ci lasciamo alle spalle le risate e cominciamo a lavorare.
La pioggia batte con violenza sui vetri sottili del palazzo e il suo ticchettio ci da il ritmo
e le dita scorrono sulle corde della chitarra e i miei capelli biondi scendono sul viso,
con un gesto del capo li sposto e vedo arrivare Bob e Paul anche loro bagnati fradici.
Passiamo il pomeriggio a suonare, comporre e ridere. Il nuovo lavoro ci riempie le giornate
e io mi sento irrequieto, sento dentro di me qualcosa di diverso ma lascio che questa
agitazione si plachi per poi riprendere a scrivere le mie canzoni poi verso sera decidiamo
di andare a casa e ognuno di noi va per la sua strada.
Passo dal nuovo ristorante italiano e mi lascio conquistare dal menù appeso fuori.
Orecchiette alla pugliese e carne alla brace con verdurine dell’orto “ sembra buono così com’è descritto” ,
entro all’interno del locale e ceno.
Ritorno a casa con la solita pioggia martellante e gli abiti fradici d’acqua piovana,
entro in casa e vado diritto in camera per togliere quegli abiti bagnati per poi fare un bagno caldo.
L’acqua calda mi riscalda e mi rilassa, subito dopo mi vengono in mente delle parole che potrei
inserire nel testo che stavo scrivendo ed esco dalla vasca e penso”sarebbe proprio bello scrivere
qualcosa su quello scrittoio”, metto l’accappatoio e vado in salotto, scrivo quelle due frasi
che mi sono venute in mente e vado a letto. Il giorno seguente ripasso dal negozio d’antiquariato,
il mio adorato mobile barocco non c’è più. Continuo a camminare e nuovamente la pioggia
inizia ad accompagnarmi, sembra quasi che questa nuvola carica d’acqua voglia venire con me.
Tante volte mi sono fermato a guardare questo vecchio edificio e tante volte ho pensato “dal nulla
ho creato qualcosa”poi lascio i pensieri ed entro dentro, salgo le solite scale, la solita luce che filtra
dalla porta e quella inquietudine che mi accompagna, che mi passa nell’anima e che mi contorce lo stomaco.
Apro la porta e come sempre c’è il mio amico che suona ma questa mattina è diverso, lo sento
e percepisco che qualcosa è cambiato ma alla fine credo che sia solo frutto della mia immaginazione,
entro e mi siedo accanto a lui, suoniamo e aspettiamo i nostri amici.
Non proferiamo parola, suoniamo e ci scrutiamo, non so perché ma sento che nell’aria è cambiato qualcosa,
vedo nei suoi occhi azzurri la mia stessa agitazione come se anche lui avesse capito che c’è qualcosa
che sta cambiando ma, cosa?
Mi lascio con la mia domanda e la porta si apre, Bob e Paul sono arrivati, ricominciamo a provare
le nuove canzoni e la sera giunge presto.
Come sempre usciamo insieme dall’edificio per poi tornare tutti e quattro nelle nostre rispettive case
ma questa sera Nick vuole accompagnarmi, “scusa Alex ma vorrei accompagnarti,
piove e fa freddo se prendi un malanno la voce poi ne risente” , gli do un’occhiata e mi chiedo come mai
questa premura per me.
Si sfrega le mani di continuo e va avanti e indietro poi sembra calmarsi ma non riesce a farlo e vorrebbe dire qualcosa.
Entriamo in macchina e mi porta a casa, nella macchina c’è il silenzio, un silenzio che da lui
non ti aspetti perché parla sempre senza fermarsi mai e vederlo taciturno m’incuriosiva e
mi riempiva lo stomaco di tensione, mi piaceva vederlo così ombroso, mi piaceva e lo guardavo con intensità,
“era forse questa la mia inquietudine?”, averlo vicino e non dire nulla, lasciare che tutto parli per noi,
lasciare che il cuore batta più forte e sentirlo pulsare nelle vene, una sensazione che mi creava un certo
imbarazzo ma lui non poteva capirlo io invece cominciavo a farlo.
Davanti casa mia Nick sembra riprendere vita “ho sete” mi dice con voce tremolante,
scendo dalla macchina e lui cammina dietro di me come se avesse paura di andare avanti, non so, forse mi sbaglio.
Apro il portone di casa e vedo il mio scrittoio con un fiocco rosso sopra, mi volto e guardo il mio amico
che tiene il viso calato e noto anche un certo rossore.
Si sfrega le mani, cerca di farfugliare qualcosa poi dice “sarebbe bello vederti scrivere lì” poi si volta ed esce di casa.
Ora ho capito, anche lui prova il mio stesso sentimento, anche lui sente qualcosa dentro,
lo vedo andar via e io chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo lì, vicino al mio amato scrittoio,
lo tocco con le mani, sento gli intarsi sotto le mie dita e una lacrima mi riga il viso,
sento che il mio cuore si apre e si lascia andare, capisco tutto, capisco quello che sento e
l’agitazione che s’impossessava del nostro corpo era un sentimento che iniziava a nascere…






Nota:non sempre lo slash deve essere " baci e sesso " ma può essere qualcosa
di non detto o d'immaginazione, i personaggi non mi appartengono e
non fanno quello che io ho scritto,sono persone normali e vivono la loro
vota in santa pace, sanno delle storie slash scritte su di loro e sono felici
di lasciar libera la fantasia delle loro fans.

  
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