Una piccola one-shot scritta in un momento di tristezza,
mentre tante cose si mischiavano insieme nella mia mente.

Enjoy.

 

 

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«Credo sia meglio finirla qua Amy, non abbiamo un futuro insieme noi due. L'ho capito già da un pezzo». Furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca. La verità, forse? o solo una bugia? 

A testa bassa fissavo le punte delle mie scarpe, mentre le mie mani rimanevano incollate nelle tasche di quel giubbotto di pelle nero, il mio preferito. La ragazza di diciotto anni dai capelli castano scuro rimase immobile di fronte a me. La sua bocca non emise alcun suono, sembrava quasi avesse smesso di respirare. I suoi occhi vagavano su di me, li sentivo, come se volessero perforarmi all'interno. 

Alzai lo sguardo su di lei. Avevo sempre temuto i suoi occhi, per paura di cedere, o solo per semplice paura. La paura, quella vera, quella che senti attraversarti tutti gli arti, all'interno, fino in fondo al cuore. Ed io in quel momento avevo paura, tanta paura di aver commesso forse l'errore più grande di tutta la mia vita. 

«Come fai a dire che non abbiamo un futuro insieme se non abbiamo l'abbiamo neanche realmente iniziata una storia? Sesso e qualche scatto rubato mano nella mano... tutto ciò può essere definito una "storia d'amore"? Io non credo Joe». Quelle parole mi colpirono diritto in faccia, come una folata di vento gelido, come una lama affilata e tagliente a tal punto da attraversarmi e lasciare un segno profondo dentro di me. «Tutto quello che abbiamo vissuto in questi otto mesi non è significato nulla per te? Amanda è stata solo uno stupido passatempo per te? Tu per me non lo sei mai stato». Come uno schiaffo, un altro ancora. Uno dopo l'altro, sempre più forte. 

«Non sei stata un passatempo Amy, solo che...»

«Cosa Joe? Cosa?», gridò più forte lei. Mi stava facendo male solo con le sue parole.

«Sono confuso, molto»

«Tu non sei confuso, ti sei solo stancato di me, ammettilo e basta. Stai solo facendo del male a te stesso e al mio cuore».

Mi ripassarono in un attimo tutti quei momenti passati insieme in quegli otto mesi, dal primo all'ultimo, non avevo dimenticato nulla di me e di lei. Incancellabile è per me.

«No matter what people say. My heart, my life, I love you like the first day I met your eyes...», canzonò lei. La nostra canzone, mia e sua, che avevamo scritto e cantanto insieme. Una canzone venuta dal profondo, una canzone che avevamo cantato insieme ai fan durante i tanti concerti in giro per il mondo. La stessa canzone che avevano mandato in onda alla radio dopo che avevamo rilasciato un'intervista confermando la nostra storia. 

Tutto riaffiorò nella mia mente, immagini più vivide che mai.

«Non importa cosa dice la gente Joe. Ma ovviamente non credi a ciò che abbiamo scritto e cantanto. Non credi in quello che abbiamo trasmesso a milioni di persone. Di non ascoltare altro o altri, se non il tuo cuore. Ascolta il tuo cuore Joseph, solo lui saprà dare una risposta alle tue domande», si alzò dal mio divano e raccattò le sue cose. Afferrai il suo polso e la fermai. Non volevo che andasse via. Non volevo.

«Io ti amo Amy», sussurrai fissandola finalmente nei suoi occhi nocciola. Per la prima volta nella mia via avevo pronunciato quelle parole tanto temute.

«Troppo tardi Joe». Una lacrima, l'unica, scivolò giù per la sua guancia rosea. Si voltò ed uscì da quella casa, la mia, la nostra, che avevamo condiviso e consumato con il nostro amore fino allo svenimento. 

Quella fu l'ultima volta che vidi Amanda.
 

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Novalee