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Autore: Chanel7_94    18/10/2011    1 recensioni
Un piccolo episodio omesso dell’infanzia di Harry, che caratterizzerà la vita futura del nostro giovane eroe. Una vecchia conoscenza giungerà dal passato e qualcosa di meraviglioso caratterizzerà le vite di tutti. Buona lettura. Spero sia di vostro gradimento.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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                                                             Prologo

 

Il sole era calato a Little Whinging, una cittadina del Surrey, ma nonostante ciò tutti i cittadini erano ancora fuori dalle proprie abitazioni. Appostati nei loro giardini, organizzavano dei picnic, poiché quella che non sarebbe stata una notte qualsiasi. Era il dieci agosto ed era proprio il giorno in cui cadevano le stelle dal cielo ed erano visibili sulla terra. Queste stelle, se viste, avrebbero potuto esaudire un desiderio, solo se richiesto, ma molti ritenevano che fosse una stupida sciocchezza. Tra di questi, naturalmente, erano presenti i Dursley.
Vernon Dursley aveva affermato che quella era una credenza da babbei, e la moglie era assolutamente d’accordo con lui. Infatti, avrebbero passato l’intera serata chiusi in casa, con le finestre sbarrate, cosicché Dudley non credesse a quelle sciocchezze. I Dursley preferivano prevenire che curare, stroncando le cose sul nascere.
Harry Potter, il nipote odiato e maltrattato dei Dursley, non credeva a quella storia, ma era curioso di vedere le stelle. I Dursley glielo avevano sempre impedito, ma lui quest’anno si era messo intesta che sarebbe riuscito a vederle. E quando il giovane Harry s’intestardiva su una cosa, era molto difficile, quasi impossibile, fargli cambiare idea.
Alle dieci in punto, la famiglia Dursley era già a letto. Il giovane Harry uscì cautamente dallo sgabuzzino del sottoscala. Si mosse agilmente, nonostante fosse tutto buio, e raggiunse il mobiletto, dove zio Vernon lasciava sempre le chiavi di casa. Cercando di non fare rumore, aprì la porta di casa, e la richiuse lentamente. Una volta uscito, sospirò di sollievo, pensando a cosa sarebbe successo, se zio Vernon lo avesse scoperto, lo avrebbe rinchiuso nello sgabuzzino del sottoscala per due settimane, senza viveri.
Corse verso il parco lì accanto, e si distese sull’erba, pronto a vedere quelle stelle di cui tutti tanto parlavano. Non stava più nella pelle e per l’emozione si stava stritolando le mani. In tutti i suoi nove anni di vita, non aveva mai avuto il coraggio di scappare da casa, per una cosa che a lui piaceva. Stranamente, non si sentiva in colpa, e nemmeno provava terrore nonostante potesse essere scoperto dai Dursley.
Sorrise felice e si portò le mani dietro la testa, ma qualcuno inciampò su di lui e Harry rotolò sull’erba, sentendo cadere su di se un grande peso. << Ehi, ma che c’è qui? >>, Harry sentì una voce femminile lamentarsi. Subito iniziò a sudare freddo e a scalpitare per cercare di fuggire, capendo che il coraggio gli fosse passato dando spazio alla paura di essere stato beccato.
Improvvisamente si accese una luce. Harry provando fastidio, chiuse gli occhi, sentendosi accecato da quella luce. << Io ti conosco >>, ripeté quella voce, << tu sei il bambino con gli occhiali >>.
A Harry si gelò il sangue nelle vene. L’avevano scoperto. Adesso i Dursley si sarebbero infuriati con lui e chissà cosa gli avrebbero fatto. << La prego >>, supplicò, dimenandosi, << mi lasci andare, non voglio tornare a casa >>.
<< Perché non vuoi tornare a casa? >>, chiese ingenuamente la voce.
<< Perché i miei zii mi piccheranno >>, confessò Harry, continuando a scuotersi, ma non riusciva a togliersi il peso di dosso.
<< Oh >> mormorò la voce, in tono dispiaciuto. << Ti prometto che non lo farò >>.
Harry subito si calmò e sussurrò esterrefatto: << davvero? >>.
<< Sì, sì >>.
<< Davvero? Davvero? >>, richiese.
<< Allora sei sordo! Ti ho detto di sì >>, ripeté la voce.
<< Per favore ti alzi? >>, chiese Harry, che non poteva più di quel peso, << e metti via quella lampadina, che mi stai accecando >>, si lamentò.
<< Oh sì, scusa >>, disse frettolosamente e si alzò da lui in un baleno e spegnendo la luce.
Harry si rialzò di scatto e si massaggiò la schiena dolorante.
<< Va meglio? >>.
<< Sì >>. Harry guardò la figura dinanzi a se e gli chiese: << chi sei? >>.
La luce fu accesa di nuovo, però stavolta illuminò la figura non lui. Harry si accorse che quella voce apparteneva a una bambina. Era alta quanto lui, però più rotonda. I suoi capelli erano lunghissimi e di color marrone, e gli occhi dello stesso colore. << Io sono Chanel >>, si presentò sorridendo, << Chanel Black >>.
Il nome di quella bambina subito fece scattare Harry. << Io sono Harry Potter. Lo sai che hai lo stesso nome del profumo di mia zia? >>.
Chanel annuì, sospirando. << E’ per questo motivo che mia madre mi ha chiamato così, perché le piaceva il profumo Coco Chanel >>, gli spiegò. << Comunque… >>, cambiò discorso, << che ci fai qui? >>.
<< Sono venuto a vedere le stelle >>.
<< Che bello, anch’io! >>, esclamò Chanel.
Harry provò gioia nel sentire, che anche Chanel fosse venuta lì per questo. << Allora perché non le guardiamo insieme? >>, propose Harry, entusiasta di stare in compagnia.
<< Ci sto >>, acconsentì Chanel, << tanto sono sola >>.
<< Anch’io >>.
Entrambi si distesero sul prato e iniziarono a parlare delle loro vite. Harry le raccontò di essere orfano e della sua convivenza forzata con i Dursley. Chanel lo rincuorò, dicendogli che anche lei era orfana di padre e che a causa del lavoro non vedeva mai la madre. Harry da un lato era contento di non essere l’unico a provare questi sentimenti, ma dall’altro si sentiva triste per Chanel.
<< Quindi tua madre non sa che sei qui? >>.
Chanel scosse la testa e all’improvviso urlò: << guarda >>, indicando un punto con il dito.
Harry subito si girò e vide una scia luminosa solcare il cielo.
<< Esprimi un desiderio >>, gli disse Chanel.
Vorrei essere suo amico”, pensò Harry. Non ebbe il tempo di rigirarsi e ne vide un’altra, “vorrei essere felice”.
A Harry non bastò molto per capire che il primo desiderio si fosse avverato, e quando ricevette la lettera di Hogwarts comprese che anche il secondo era diventato realtà.
Da quella notte lui e Chanel diventarono migliori amici, finché Chanel, l’anno seguente, si trasferì in un’altra città, lasciando Harry in lacrime.
Chanel gli diede il suo nuovo indirizzo, rassicurandolo che potesse scriverle anche tre volte al giorno, ma Chanel non seppe che quel biglietto gli fu strappato da Dudley, e pensò che Harry si fosse dimenticato di lei, poiché non le aveva mandato nemmeno una lettera. Né Harry fu a conoscenza del fatto che, per Natale, Chanel si recò a Privet Drive per andare a trovarlo, ma gli zii le dissero che era a San Bruto, un collegio. Così Chanel si arrese e lasciò perdere, ma non ci fu giorno in cui non pensò a Harry, che, a differenza sua, la dimenticò, poiché pensava che si fosse scordata di lui, cancellando quegli occhi marroni dal suo cuore.

 

  
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