Anime & Manga > Umineko no naku Koro ni
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Autore: Seraphiel_    18/10/2011    1 recensioni
«Vorrei averti incontrato in situazioni diverse. Vorrei averti davvero incontrato, Beatrice.»
«Lo so Battler. Lo desideravo anche io.»
Questa fan fiction è dedicata all'unica coppia che amo di "Umineko no naku koro ni", ovvero Battler e Beatrice. Forse Beatrice per certi sensi è un po' OOC, ma preferisco pensare che questa fosse la sua natura nascosta.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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« E dire che ti ci vorrebbe così poco per eliminarmi.»

Sussurrò quelle parole tra il folto groviglio dei suoi capelli, sperando che si perdessero prima di raggiungere le orecchie. Non voleva né ferirlo, né ferirsi.
Lui si era più volte domandato se le bugie della giovane ragazza avrebbero mai visto l'ombra di un traguardo. Si chiese anche il perché di tutta quella situazione, ma, in tutta onestà, non voleva sentire la risposta. Lei smontò la crocchia, per liberare quei filamenti preziosi, e lasciarli liberi di cadere sul suo corpo candido. Si sentiva come una principessa diafana, quando li scioglieva le sembravano una cascata di collane dorate, pronte per adornare la sua pelle.

«Forse hai ragione tu, Beatrice. »

Ma ormai che senso aveva perseverare nella convinzione che un giorno sarebbe riuscito finalmente ad annientarla?
Lui con un gesto spontaneo, velato da un placido affetto, la cinse con le sue braccia, quasi per paura che lei potesse raffreddarsi. Si sentì ingenuo, incredibilmente ingenuo, nel esatto momento in cui serrò la presa. Lei non era capace di sentire il freddo. Probabilmente, lei era incapace di sentire.
Ma lui ignorava la fragile realtà delle cose. Il freddo forse per lei era solo un miraggio, ma le scintille che Battler faceva nascere dentro lei, quelle le percepiva davvero. Lei, però, non si sarebbe mai permessa di confessarglielo, non avrebbe mai commesso una mossa tanto azzardata, per l'incolumità di entrambi.
Lui coprì i loro corpi con le lenzuola in velluto scarlatto; l'ennesimo gesto da stupido. Il letto era ampio, avrebbero potuto stare comodi anche lontani, respirare da soli, senza dover per forza condividere l'aria fredda della stanza. Invece stavano lì, sdraiati, come un nodo che qualcuno di era scordato di disfare.

«Battler...»

Il suo nome, più che un sussurro, pareva una boccata d'ossigeno cacciata fuori a forza.
Le labbra di Beatrice cercavano impazienti quelle del giovane ragazzo con gli occhi azzurro oltremare, così profondi e schivi nello stesso attimo. Con la lingua gli accarezzava i denti, perfettamente allineati e bianchi. Quello era il momento, senza né armi né perfidia. Un uomo ed una donna allo stato primordiale, privi di rancori, cattiveria, lontani dal mondo perverso che li teneva separati.
Era lei ad aver incominciato quel gioco non solo carnale, così diverso e umano dal loro scopo principale. Soffocare l'attrazione, che provò dal primo istante in cui lui giurò di distruggerla, fu impossibile, e impensabile. Era tutto così contro natura. Lei ammutolì la voce ronzante nel suo cervello, e si aprì per far scivolare nuovamente Battler dentro di lei.
E forse era proprio vero, la bestia non si potrà mai innamorare del suo veleno. Si erano sempre visti così, l'uno la fine imminente dell'altro. E se quella non fosse stata la loro natura? Sarebbero potuti essere semplicemente un autolesionista e una lama, pronti a soddisfare il desiderio comune di farsi del male.
I gemiti di Beatrice riempirono quelle solide quattro mure, quel rifugio familiare che li accoglieva abitualmente. Lei era così dannatamente reale, sembrava così sincera. Battler provava con tutte le forze a convincersi, che quella non fosse solo l'ennesima messinscena magistralmente recitata.
Abbassò le palpebre, calò il sipario, e si abbandonò alla morbidezza del petto accogliente di Beatrice. Con le dite disegnava cerchietti invisibili sul suo seno, per combattere il sonno.

«Battler...»
« Sì, Beatrice?»
«Tu mi ami?»

Lui respirò più intensamente.

« Questo non cambierebbe le cose fra noi.»
«Lo so. Tu vuoi distruggermi, dimostrare che non esisto.»

Lo ripeteva a memoria, come una filastrocca d'altri tempi. Come spiegare quei sentimenti? Se lei davvero non fosse esistita, non avrebbe mai potuto soffrire per quel precipizio dentro al suo cuore.

Le scese una lacrima, che come una goccia di pioggia morì sul cuscino.

Se solo imparassimo ad accettarci, a far combaciare la nostra distorta e malata natura, io ti amerei, liberamente e costantemente”. Questo, però, lui si trattenne dal dirlo.

« E' meglio che ora vada.»

Lui si alzò; la luce fioca abbracciò il suo corpo scarno e nudo. Si stiracchiò, scrocchiò le ossa, si scompigliò quella matassa rossa. Le sorrise amaramente. La tristezza le invase la bocca, non riusciva ad ingoiare la sua stessa saliva. Si sentiva come se stesse annegando, senza mai averlo fatto. Gli andò vicino, cingendogli la schiena e nascose il viso rigato e imbruttito dalle lacrime.

«Forse hai ragione a fuggire da me. Nemmeno io mi fiderei di me stessa.»
I fiochi raggi del sole li legarono come degli arti invisibili, due amanti infiocchettati da un unico, sfortunato destino.
«Vorrei averti incontrato in situazioni diverse. Vorrei averti davvero incontrato, Beatrice.»
«Lo so Battler. Lo desideravo anche io.»



 

nota finale:
Il titolo della fan fiction è ispirato a "Broken Wings" dei Flyleaf. 
Spero vi sia piaciuta, è da un anno che cerco di scrivere una fic decente su di loro :3

   
 
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