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Autore: Ginny_Lally    26/06/2006    14 recensioni
Dalla collaborazione di Ginny (Your sweet 666) e Lally (The song of hearts) ecco a voi una nuova fic sugli HIM, che sicuramente vi sorprenderà..perchè Ville non fa il cantante bensì il...eh no se ve lo dico non c'è gusto!(leggetelo)..E poi ancora, un viaggio in treno e una ragazza come compagna di viaggio...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Enjoy The Silence
 
 
 
Chapter one: HowAre You?
 
 
 
Inverno.
 
Erano le sei e mezza di sera.
 
Con una Marlboro (quasi finita) fra le labbra , fissavo l'enorme edificio bianco
che avevo davanti ed osservavo la gente che entrava e che usciva da lì, chi per
affari, chi per ritirare soldi,o chi, magari, che come me cercava una buona
strategia per entrare e...
 
Ormai non potevo ritirarmi.
 
Avevo un morboso bisogno di soldi, ed ecco il lampo di genio: la banca al centro
di Helsinki.
 
Così eccomi lì, a cercare di capire quale fosse il momento migliore.
 
Ormai era semi vuota,mi guardai un attimo attorno… Era il momento “O adesso o mai più”
 
Mi avvicinai alla magnificenza delle porte scorrevoli, mentre abbassavo il
passamontagna nero ed estraevo lentamente la pistola...
 
- Fuori i soldi! - urlai, puntando la mia fedele "amica" contro una delle
cassiere. 
 
Lei mi guardò terrorizzata, poi  cominciò a contare i soldi con mani
tremolanti, mentre mi fissava con due occhioni da cucciolo ferito.
 
"Nessuna pietà, Ville" mi ritornarono alla mente le parole di Linde "nemmeno se
è tua madre"
 
Scossi il capo, non dovevo lasciarmi intimidire solamente da uno sguardo.
 
- Mettili qui dentro - E le tirai il classico sacco malandato, cercando di non
guardarla negli occhi.
 
Cosa mi stava succedendo? Perché il suo sguardo mi intimoriva così?
 
Io, Ville Valo, non avevo mai avuto esperienze di questo tipo... avevo sempre
fatto come mi diceva Linde, non avevo mai avuto pietà per nessuno... nessuno.
 
E allora perché...?
 
Sbarrai gli occhi sentendo quel fastidioso rumore delle sirene della polizia e
mi voltai verso il resto delle persone che c'erano dentro.
 
- Chi li ha chiamati...? - Ruggii, puntando la pistola contro una dozzina di
idioti ricconi - Non avete il coraggio di rispondere, eh? – Dissi ma senza ottenere 
la risposta della prima domanda - Bene, vedo che avete avuto il culo di
chiamarli ma che non avete le palle per dirmi chi è stato!-
 
Cosa cazzo te ne frega di chi è stato? Prendi i soldi e vattene!
 
Riflettei un attimo : la polizia era ormai vicina... sì... la soluzione migliore era quella
di prendere un fottutissimo ostaggio e di uscire minacciando che l'avrei ucciso.
 
Tanto lo avrei rilasciato due isolati più in là...
 
- Tu - afferrai il braccio della ragazza con gli occhioni spaventati - Vieni con
me – A quell’affermazione assunse uno sguardo di puro terrore.
 
La tenni per un polso e me la strinsi addosso, puntandole contro la tempia la
vecchia e fidata Beretta - Restate con le mani alzate finché non ci vedete più,
altrimenti …- Caricai la pistola e sorrisi malevolmente, raccogliendo la borsa
con i soldi.
 
Uscii da quel buco di posto e cominciai a correre, trascinandomi dietro la
ragazza. Dovevo costantemente tenerla per il polso altrimenti sarebbe potuta
fuggire. La sentivo tremare, doveva essere molto spaventata.
 
Ti credo, l'avevo appena minacciata di morte!
 
Buttai il passamontagna in un cestino dell' immondizia nascosto in un vicolo
cieco, e strinsi il sacco pieno di soldi sulla mano destra voltandomi, sentendo
lo sguardo di lei contro il mio volto.
 
- Che hai da guardare?
 
Abbassò immediatamente lo sguardo a terra, e la sentii trattenere un gemito di
pianto.
 
Le puntai la pistola sulla schiena, ma fui costretto ad appoggiare una mano sul
suo braccio, per nascondere l'arma e per fare finta di essere una coppietta
felice.
 
- In questo momento io e te siamo assieme - le sussurrai gentilmente
all'orecchio - ..Quindi sorridi un po' di più... sei o no, insieme alla persona
che ami di più al mondo?-
 
La sentii annuire piano, mentre ci dirigevamo a piedi verso la stazione: 
c'era un treno che ci avrebbe portato a Kuopio solo che, non avendo predetto
l'ostaggio... avevo il biglietto solo per me... Sinceramente la storia del
biglietto mi faceva un po' ridere: un dannato e viscido ladro qual ero, ero
andato a preoccuparmi di prendere il biglietto?
 
Beh, casomai avrei pagato... tanto avevo appena derubato una banca!
 
Arrivammo alla stazione e ci sedemmo, ad aspettare, su una panchina di ferro
 
Fui costretto a nascondere la pistola dentro al sacco, che all'occorrenza poteva
sembrare una borsa da viaggio, e a circondare le spalle della mia "amata", per
non farla andare via.
 
Onestamente mi faceva un po' pena: se io fossi stato nei suoi panni, mi sarei
già cagato addosso.
 
Non so come facesse lei a starsene buona, buona e con le mani appoggiate al
grembo. E poi sorrideva costantemente, come se fosse davvero insieme all'uomo
che amava di più al mondo.
 
E poi, eccolo, il treno. Ci alzammo e lei mi fissò stranita.
 
- Non fare quella faccia - Dissi - se ci chiedono il biglietto diremo che l'hai
lasciato a casa, e io sarò costretto a pagare... non dovrei avere nessun
problema, no?-
 
Mentre salii pensai ad una cosa: me la stavo trascinando fino a Kuopio, quando
solitamente rilasciavo gli ostaggio poco più in là da dove lo avevo "preso".
 
In quel momento non mi fidavo molto di quella ragazza... era così spaventata che
non parlava neanche, però(secondo me) avrebbe sputato tutto in faccia ad un
poliziotto, se ne avesse avuto l'occasione... Ci sedemmo in uno scompartimento
più che vuoto, e la lasciai accasciare vicino al finestrino, mentre io mi sedevo
davanti a lei guardando quella sottospecie di stanza per le scope dove eravamo
seduti.
 
Aveva questi grandi sedili verde scuro, con dell' ovatta che usciva dalle
cuciture. I finestrini erano più o meno puliti, anche se erano così strisciati
che se avessi dovuto distinguere un uomo da un albero... Beh, avrei faticato molto.
 
Il pavimento aveva una moquette rosso scuro, che mi dava semplicemente il
voltastomaco, come le pareti, marroncine con delle decorazioni davvero schifose
di colore bianco.
 
Sbuffai, appoggiando stancamente la testa sul finestrino.
 
Lei aveva la testa abbassata.
 
Piangeva…
 
Perché qusto mi dava in un certo fastidio? Non potevo mica aspettarmi che fosse contenta di essere presa come ostaggio, no? 
 
- Come ti chiami?- Le chiesi…”Ma che diavolo facevo?...Il rapitore che cerca di fare conversazione…bella questa!
 
Lei rispose con un filo sottile di voce tremolante
- Allie- Riuscì a dire
 
…Passarono altri 5 minuti di silenzio, interrotti solo dai suoi singhiozzi (trattenuti male) e dal rumore del treno.
 
Avevo di nuovo appoggiato la testa sul vetro del finestrino quando “Alliesussurrò qualcosa che non riuscii a capire
- Cosa?- Le chiesi
- Q…Quando…?-
- Quando cosa?- Risposi irritato
- Quando..m-mi la-lasci libera- Completò la frase con grande sforzo
- Questo dipenderà da te- Cosa che era parzialmente vera
 
Allora alzò lo sguardo e mi fissò un istante con quei suoi occhi nocciola pieni di lacrime eppure lì in fondo si intravedeva anche coraggio…Poi riabbassò la testa
 
Il viaggio si rivelò senza imprevisti (nessuno ci controllò il biglietto) e per il tempo che ci volle per giungere a destinazione la ragazza  se ne stava completamente immobile e silenziosa
Forse quello che le avevo detto aveva avuto qualche effetto
 
***
 
Come ero finita in una situazione del genere? Perché io! Non poteva prendere qualcun altro?!
 
Qualcun altro… 
 
Prima mentre aspettavamo il treno…avevo dovuto dare fondo a tutto il mio controllo cercando di sembrare felice, sorridente…quando invece non riuscivo a calmarmi, presa come ero dalla paura di quella maledetta pistola 
 
“…dipenderà da te”
 
Da me? Cosa intendeva…?
 
Però, forse…c’era un modo per uscire da quella situazione…
 
Dovevo aspettare il momento buono, anche se probabilmente era una follia…
 
 
***
 
Il treno si fermò. Era la nostra stazione 
Fu in quel momento che la vidi scattare verso la porta dello scompartimento…Ma prima che potesse arrivarci riuscii ad afferrarla per un braccio e a bloccarla tra la porta chiusa e me mentre con la mano le tenevo la bocca chiusa per impedirle di urlare
 
- Ascoltami bene…ti conviene non provarci mai più se non vuoi finire veramente male- Sibilai  a pochi centimetri da lei e mentre la sentivo tremare sotto la mia presa
 
Il tempo stringeva…dovevamo scendere
 
- Hai capito?- Le ripetei minaccioso
 
Annuì
 
-Bene- Dissi piano mentre levavo la mia mano dalla sua bocca
 
Ora sembrava , se possibile, ancora più spaventata di prima e le mani le tremavano visibilmente…ma almeno ero sicuro che non avrebbe più osato una cosa del genere anche se quello scatto mi aveva sorpreso…non me lo aspettavo proprio….e per questo era meglio che la tenessi d’occhio più di prima.
 
Mentre Allie se ne stava lì immobile, e mi guardava supplicante, io recuperai la borsa e il resto e scendemmo da quel dannato treno
 
Era sorprendete come in pochi secondi avesse  ricominciato la sua finzione perfetta “Sono con l’amore della mia vita”…incredibile che il cambiamento da ragazza impaurita a una sicura e sorridente fosse avvenuto in pochi secondi. Tutto merito delle minacce e della pistola?
 
Beh, veramente non me ne doveva  fregare niente…Quello che contava era che eravamo arrivati a Kuopio
 
 
 
_________________________________________________________________________

Ehi Ehi…fateci sapere come l’avete trovato!—Ovvero COMMENTATEEE!se nessuno ci dice cosa ne pensa, poi noi pvere autrici si rimaniamo male no? non fate i cattivoni eh?!^_-

  
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