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Autore: Grafobrancio    19/10/2011    1 recensioni
questa è un altra delle mie storie brevi, spero che vi piaccia e che siete molti a rencensire.
- ci -
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[UN GIORNO CADREMO E VERSEREMO LACRIME
E LI CAPIREMO TUTTO. Anonimo ] 



Sono alla finestra,c'è un pò di neve sparsa qua e la. La finestra è chiusa e io sono seduto con le mani che sorreggono le tende. Cerco di intravedere il tuo viso, ma mi risulta assai complicato. Sicuramente sei in macchina con la testa appoggiata al finestrino, non mi ti gireresti sapendo che dietro ci sono io. La tua macchina è strana, non l'ho mai notata cosi. Dietro c'è un camion rosso sangue di traslochi. Le traccie della tua macchina si perdono dopo aver passato la curva. Non abbiamo vissuto insieme, però a me sembra cosi, come se la mattina nel aprire gli occhi ci fossi tu e non un poster attaccato con un precario nastro adesivo sulla parete. Sei una persona speciale,Marina, sei una di quelle bombe a mano che esplodono dentro e non lasciano lividi. Ci siamo conosciuti tramite una parete con una carta da parati comprata e messa all'ultimo momento. Ti ho sentito respirare dall'altro lato della stanza e avvolte ho sperato che abitassi a casa mia. Che preparassimo la cena insieme e ci divertivamo a disprezzare il cibo che abbiamo fatto. Sono ancora alla finestra, molto provabilmente starai su una strada strana circordata da alberi bianchi. Io ti ho vissuta, ho cercato di farlo con tutto me stesso, ma poi, te ne sei andata con uno scatolone grigio sorretto con le tue braccia. Ho sentito i tuoi pensieri attraverso il gesso che divide i nostri destini, sei stata la mia vicina di casa per quattro anni, abbiamo cenato insieme ai tuoi genitori cercando di mandare dei messaggi con i miei occhi che guardavano in basso. Poi un giorno sei venuta a casa mia, ti serviva un pò di farina per fare un dolce, era il compleanno di tua madre. Mentre stavi per chiudere la porta mi hai chiesto se potevo darti una mano. Ti ho risposto di si sapendo che dentro di me c'era un "no " che voleva uscire.

<< Credo che dovresti mescolarlo in modo diverso.>> hai detto guardando il mio composto.

<< Dici ? >> ti ho chiesto quasi ridendo.

<< Si. >> Sei venuta dietro di me e hai passato le mani sotto le mie braccia e hai preso gli utenzili per cucinare.

<< Si deve fare cosi >> hai detto << Se no lascia solo dei grumi >> hai continuato.

Era la prima volta che ti toccai. Non avevi una pelle speciale, era solo qualche ammasso di cellula qua e la.

Hai cominciato a girare il cucchiaglio di legno in senso orario e poi hai versato tutto in una teglia e l'hai messa nel forno. Nel tempo in cui il nostro dolce si preparava abbiamo parlato un pò di noi. Abbiamo parlato di cose normali, la scuola, la vita e l'amore. Io poi me ne sono andato via, entrando i casa sono corso in camera e ho appoggiato l'orecchio alla parete e ho sentito il tuo respiro.

E mi sono calmato.

Ci sono volte in cui qualunque cosa ci ricorda qualcuno. Se continua a succedere vuoldire che siete innamorati. Andate da un dottore e cercate di fare la cura giusta. La neve scendeva candita quel giorno, l'inverno bussava alla porta come un bambino che ha perso il propio pallone nel cortile della vicina. Ho cercato di conoscerti tra stradi di gesso e cemento, non ho mai condiviso niente con te apparte il tuo respiro.

Hai bussato alla mia porta con un pugno chiuso e il respiro trasadato, mi hai detto se ero bravo in chimica. Ti ho risposto che io non ho mai studiato chimica. Hai detto che non fa niente, hai messo un piede attraverso la fessura della porta e sei entrata dentro casa mia. Hai visto le foto di quando ero bambino, un pò mi sono vergognato, ti sei diressa in camera mia saltellando. Ti seguivo attraverso le stanze. Appena arrivata in camera mia ti sei girata e mi hai guardato e poi hai detto:

<< Grazie mille per ieri >> ti sei avvicinata facendo forza sulla gambe destra e mi hai baciato. E poi sei tornata a curiosare tra la mia vita come se fosse solo un semplice scatolone.

Ti sei straiata sul mio letto,avevi i capelli che ti toccavano il visto e le braccia intorno al tuo corpo. Non so come è sucesso. Tu ti sei di nuovo avvicinata. << Chiudi gli occhi >> hai detto. Obbedii all'istante.

Hai preso il mio collo e lo hai tirato verso di te. Mi hai dato un bacio come se fosse una carezza,hai fatto scivolare le tue mani sui miei fianchi e mi hai tolto la maglia. Ti sei piegata e mi hai baciato il cuore.

Poi mi hai levato i pantaloni e li hai buttati a terra, sentito tutto tramite la mia pelle. Poi hai messo una mano nelle miei mutante e mi hai toccato il sesso. Riuscivo a percepire il tuo sorriso eccitato anche con gli occhi chiusi. Hai mosso la tua mano intorno a lui e ho lanciato un respiro di solievo. Poi ho sentito che ti slacciavi i tuoi vestiti e mi hai chiesto se potevo aprire gli occhi. Eri nuda davanti a me. Il tuo seno era cosi tondo e sodo. Si vedevano le costole sotto la tua pelle. Prima che riuscivi a vedere il tuo sesso mi sei salta addosso, hai cominciato a baciarmi ha toccarmi. Mi hai buttato sul mio letto. Abbiamo riso mentre facevamo l'amore perchè non sapevamo da dove cominciare e come comportarci, ci siamo lasciati andare per un attimo. Tu continuavi a cantare sotto voce mentre lo facevamo, come in uno di quei film strani e in bianco e in nero. Ti sei sentita libera di dominare ogni mia cellula, hai respirato il mio cuore e la mia anima. Ci siamo addormentati nudi. Al mio risveglio, ho cercato di trovare le mie mutande e me le sono infilate, sono andato in sala ma te non c'era più. Poco dopo ho ricevuto il tuo biglietto " trasferire " ho letto e anche " trasloco " te ne stavi andato. Mi hai prima fatto innamorare e poi te ne sei andata. Il giorno prima di andartene lo abbiamo fatto di nuovo. Siamo ragazzi di sedicianni, che vojo una vita adulta, ma in fin dei conti non l'avranno mai. Quella volta lo abbiamo fatto in modo diverso, come se sapevamo che non lo avremmo fatto più e quindi ci abbiamo messo tutto di noi. Ora so che te ne sei andata, vado sul letto e mi straiao.

Verremo dimenticati noi, non saremo una di quelle coppi storiche o monumentali che vengono ricordate sempre, non cercheremo mai di rincotrarci noi, saremo destinati a vagare per sentirsi liberi e trovare qualcosa di ciascuno in ogniuno che avremo. Non saremo uno di quelle coppie anziane, mano per la mano con le loro rughe che sembrano toccarsi nell'istante più perduto della loro giovinezza. Saremo una di quelle coppie assurde o speciali, una di quelle che hanno sputato in faccia all'amore, una di quelle che sanno darsi per vinte al momento del loro sbaglio. Metto il mio orecchio sulla parete e per un istante, solo per uno, sento il tuo respiro affannato di quando facevi l'amore con me.

È un ricordo morto e sepolto nella mia mente che fà un parte un pò di te. Caderemo

  
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