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Autore: Klaineek    19/10/2011    1 recensioni
Raccolta di poesie senza pretese di eccellenza... siate buoni!
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roma,07-II-2011


 

I


 

Ci vuole coraggio a confessare noi stessi,

ci vuole coraggio a confessarci anche solo con un foglio di carta.

Ci vuole coraggio ad ammettere le proprie sconfitte, i nostri timori,

ci vuole coraggio a guardare i nostri difetti.

Ci vuole coraggio per confidare a noi stessi i nostri più oscuri segreti.

Di cosa abbiamo così paura?

E' il timore che confessando i nostri lati oscuri essi diventeranno reali?

Già lo sono, forse sono la parte più reale di noi.

Forse abbiamo paura che confessandoci a noi stessi alla fine potremmo non assolverci?

Chi può ragionevolmente sperare di essere perdonato se non è neanche disposto a perdonarsi?

 

Da sempre l'uomo teme il giudizio di Dio,

più del giudizio di Dio temiamo però il giudizio degli uomini.

Ma che senso ha temere il nostro giudizio più di quello degli altri?

Che forse la figura del Dio-giudice impietoso sia solo la proiezione delle nostre paure?

Ci è stato insegnato a credere che Dio è nostro Padre,

ma allora perchè abbiamo paura di confessarci anche col Lui?

Se è davvero perfetto, non dovrebbe avere una comprensione perfetta di noi?

Almeno lui non dovrebbe amarci per quelli che siamo?

Davvero non abbiamo diritto ad un po' di amore nemmeno da parte sua?

Il problema è che con il tempo siamo passati dal credere che Dio sia infallibile,

al credere che l'immagine che ci siamo costruiti di Lui sia perfetta.

Abbiamo divinizzato la nostra immagine di Dio, e ci siamo auto-divinizzati.

Che non sia vero che Dio è morto come dice Nietzsche?

Forse non lo abbiamo davvero ucciso..

La verità è che questo non ci assolve.

Anche se non abbiamo ucciso Dio, lo abbiamo messo dietro un paravento,

cercando di guardare l'infinito con gli occhi degli uomini.
 

L.
 

NdA:
E' la prima cosa che posto su Efp. E' un pezzo che ho scritto quasi un anno fa, in un momento un po' triste. Fatemi sapere che ne pensate!
Il titolo (I) è in realtà il numero romano 1, che fa riferimento al numero che questo pezzo ha sul quaderno dove scrivo... niente di che.

  
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