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Autore: Lola_    19/10/2011    5 recensioni
“Avevo pensato a tante parole, tanti discorsi, invece adesso non mi viene in mente più niente."
Sulle note di: "Ho perso le parole", un innamorato che sa farsi capire.
Terza classificata al Segui il suo ritmo Contest [Ligabue] di _madduz_
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





Credi

Bussò tre volte alla porta, con i pugni.
“Remus?” quella della signora Tonks sembrava più una domanda. D’altra parte aveva ragione a chiedersi cosa diavolo ci facesse lì a quell’ora.
“Sì. Scusi il disturbo, cercavo…”
“Remus“, questa volta chi aveva pronunciato il suo nome lo aveva fatto più come un sospiro. Lupin spostò lo sguardo dalla signora con la camicia da notte chiusa sul petto, alla ragazza che scendeva le scale.
“Vado a dormire, cara”, le disse Andromeda toccandole la spalla quando le fu vicina. “Remus”, si congedò.
“Buonanotte”, le rispose.
Tonks si avvicinò alla porta, facendogli cenno di accomodarsi, ma l’uomo scosse il capo. Sembrava tremendamente concentrato su qualcosa. Alzò una mano come per bloccare ogni movimento o frase.
“Avevo pensato a tante parole, tanti discorsi, invece adesso non mi viene in mente più niente. E forse è un segno”, Cominciò Remus tutto agitato. “E’ qualche forza superiore che mi dice di rinunciare a questa follia. Perché si tratta davvero di una pazzia. Io sono un lupo mannaro!” disse con foga come se quello spiegasse tutto.
“Lo so cosa sei”, rispose incerta Tonks che non si era mossa dalla soglia.
“Io…” Lupin si guardò intorno cercando un aiuto, poi posò lo sguardo su quello della ragazza di fronte a lui, col viso a forma di cuore e una maglia troppo grande per lei.
Era bellissima.
Agì d’impulso e la baciò.
Fu uno di quei baci carichi di significato, che riempiva il silenzio con mille parole.
“Vedi che quando vuoi sai farti capire?” sussurrò Tonks, sulle sue labbra.
Remus sospirò e appoggiò la fronte sulla sua spalla, come sconfitto.
“Non posso. Non posso farti questo. Sono un lupo mannaro, un reietto e non voglio che tu faccia la stessa fine. Il mio amore è una condanna”.
La ragazza gli prese il volto fra le mani. “Le tue parole ormai non servono più. Non ho intenzione di rinunciare a te.”
E lì, nel cuore della notte, fra le sue braccia, Remus decise di crederci.

   
 
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