Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Bussò
tre volte alla porta, con i pugni.
“Remus?” quella della signora Tonks sembrava più
una domanda. D’altra parte aveva ragione a chiedersi cosa diavolo ci
facesse lì
a quell’ora.
“Sì. Scusi il disturbo, cercavo…”
“Remus“, questa volta chi aveva pronunciato il suo nome lo aveva fatto
più
come un sospiro. Lupin spostò lo sguardo dalla signora con la camicia
da notte
chiusa sul petto, alla ragazza che scendeva le scale.
“Vado a dormire, cara”, le disse Andromeda toccandole la spalla quando
le
fu vicina. “Remus”, si congedò.
“Buonanotte”, le rispose.
Tonks si avvicinò alla porta, facendogli cenno di accomodarsi, ma
l’uomo
scosse il capo. Sembrava tremendamente concentrato su qualcosa. Alzò
una mano
come per bloccare ogni movimento o frase.
“Avevo pensato a tante parole, tanti discorsi, invece adesso non mi
viene
in mente più niente. E forse è un segno”, Cominciò Remus tutto agitato.
“E’
qualche forza superiore che mi dice di rinunciare a questa follia.
Perché si
tratta davvero di una pazzia. Io sono un lupo mannaro!” disse con foga
come se
quello spiegasse tutto.
“Lo so cosa sei”, rispose incerta Tonks che non si era mossa dalla
soglia.
“Io…” Lupin si guardò intorno cercando un aiuto, poi posò lo sguardo su
quello della ragazza di fronte a lui, col viso a forma di cuore e una
maglia
troppo grande per lei.
Era bellissima.
Agì d’impulso e la baciò.
Fu uno di quei baci carichi di significato, che riempiva il silenzio
con
mille parole.
“Vedi che quando vuoi sai farti capire?” sussurrò Tonks, sulle sue
labbra.
Remus sospirò e appoggiò la fronte sulla sua spalla, come sconfitto.
“Non posso. Non posso farti questo. Sono un lupo mannaro, un reietto e
non
voglio che tu faccia la stessa fine. Il mio amore è una condanna”.
La ragazza gli prese il volto fra le mani. “Le tue parole ormai non
servono
più. Non ho intenzione di rinunciare a te.”
E lì, nel cuore della notte, fra le
sue braccia, Remus decise di crederci.