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Autore: Kuruccha    19/10/2011    3 recensioni
Di malattie, ricoveri e dimissioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ed, Ein, Faye Valentine, Jet Black, Spike Spiegel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Degenze


 - Dottore, mi dica, come sta?
Jet, i palmi appoggiati al bordo della scrivania, osserva dall'alto la testa chinata del medico di turno. Il povero malcapitato - giovane, capelli biondi, vessato dall'infermiera che gli siede vicino, e perciò con la stessa capacità decisionale di una pera matura - solleva timidamente gli occhi dalla cartella clinica. Non ha il coraggio di incrociare lo sguardo dell'uomo fermo in piedi davanti a lui. È in momenti come questo che il suo desiderio più grande - un mondo in cui tutti portino, comodamente appuntato al taschino della camicia, un cartellino identificativo da poter fissare nei momenti più imbarazzanti - torna a farsi vivo.
 - Uh... Uhm... Bene, credo.
 - Credo? Come sarebbe a dire credo?
Il dottore incrocia le braccia sopra alla testa nella speranza di riuscire a ripararsi da eventuali colpi. La sua mascolina assistente - o forse, a giudicare dalle apparenze, l'incontrastato capo non ufficiale di quel reparto - solleva la cartellina di metallo lucido e la sbatte con noncuranza sulla testa dell'ansioso omaccione di fronte al tavolo ingombro di scartoffie.
 - Lei è un parente?
Jet indietreggia di un passo, spiazzato dalla domanda; l'attimo di esitazione gli è fatale.
 - Ah. Quindi non lo è. Non possiamo assolutamente dare informazioni riservate sulla salute dei nostri pazienti a chi non è un parente stretto.
 - Ma io...!
 - No - ripete perentoria l'infermiera. Il legno del tavolo scricchiola a contatto con i suoi pugni chiusi. - Nessuna parentela, nessuna informazione. È chiaro?
Jet deglutisce.
 - Ma sono stato io ad accompagnarlo!
 - Non è forse così, dottore? - continua lei, imperterrita, rivolgendosi al medico al suo fianco. Il ragazzo annuisce senza nemmeno sollevare gli occhi dal foglio. Non riesce ancora a definire quale, tra i due orsi che lo attorniano, sia il meno terrificante.
 - Oh no no, oh no no!
Una bambina arriva saltellando e facendo ondeggiare le braccia avanti e indietro. Stringe tra i denti l'angolo di una busta chiusa.
 - Oh no no! Jet l'ha scordato, ma Ed è una parente! Non è vero? - grida, precipitando sulla scrivania.
I tre la osservano, perplessi.
 - Ragazzina, non lo dico per darti un dispiacere, ma... ne sei certa? - domanda l'infermiera.
 - Oh sì sì! Ed ha un documento che lo attesta! - spiega, sporgendosi con la testa verso di loro.
L'infermiera afferra con due dita la busta sbavata. Dopo essersi infilata un guanto, ne estrae il contenuto e comincia ad esaminarlo meticolosamente. Legge e rilegge quel pezzo di carta; lo volta, ne osserva il retro, poi passa le dita sulla filigrana che si intravede in trasparenza. Il medico prova a sbirciare, ma una semplice occhiata lo fa desistere.
 - Oh. Beh, sì. Questa carta bollata non mente. Scusami. È che... non vi somigliate molto, ecco. Per questo mi era venuto il dubbio.
Ed sorride mostrando tutti i denti che ha in bocca. Solleva la testa verso Jet, che subito si riscuote e formula la stessa domanda di prima.
 - Vi prego, diteci, come sta?
 - Lei non è un parente - risponde acida l'infermiera. - Ho il permesso di riferire queste informazioni solamente a chi è autorizzato. Venga, signorina, andiamo a parlare nel salottino.
Ed ride fragorosamente; incrocia le braccia dietro alla nuca e segue la donna con passi lunghi e ben distesi. Jet, prevedendo una lunga attesa, si siede sul bordo della scrivania e si accende una sigaretta. Il giovane dottore alza l'indice per apostrofarlo, ma una sola occhiata è sufficiente a farlo ritornare all'analisi delle sue cartelle cliniche.


 - Jet, ehi, Jet! Vieni!
L'uomo segue con lo sguardo la figura della ragazzina che agita la mano lungo il corridoio, poi solleva con poco entusiasmo il fondoschiena dal tavolo di legno. Ha dovuto aspettare molto meno del previsto. Il giovane dottore sospira di sollievo nel vederlo allontanarsi.
 - Jet! È l'ora delle visite, vieni!
L'uomo sospira.
 - Come sarebbe a dire "l'ora delle visite"? Tutta questa fatica per avere delle informazioni, e ora possono entrare tutti? Tanto lavoro per niente?
 - Oh no no, oh no no. Ora Ed conosce il numero della stanza!
Jet sospira ancora.
 - Ed. Io so esattamente dove si trova. Sono stato io a portarlo qui, ricordi?
La ragazzina non risponde; canticchia a bocca chiusa, sbilanciandosi a destra e a sinistra mentre continua a passeggiare per il corridoio.
 - Bah. Non mi convincerai mai più a fare una cosa del genere, sia chiaro - borbotta Jet.
 - Quale cosa? Intendi forse - domanda, sollevando l'indice verso di lui e muovendolo convulsamente - l'aver procacciato un nuovo paziente a questo ospedale, portandolo fino a qui in braccio e gridando cose come "Salvatelo, vi prego"?
 - Ehi, brutta delinquente, io non ho detto niente del genere!
Ed non sente il suo rimprovero. È già sparita all'interno di una delle camere.


Passa quasi un'ora prima che Jet riesca a trovare la stanza del povero malcapitato - apparentemente ricollocata su un altro piano, in un'altra ala, e forse anche su un differente pianeta.
Ad accoglierlo è, ovviamente, l'assordante voce di Ed.
 - Booon appétiiit!
La vede tuffarsi sul vassoio del pranzo, mentre l'infermiera di turno, uscendo dalla stanza, le lancia un'occhiataccia.
 - Ehi, vacci piano. Non è roba tua - protesta una voce fin troppo familiare.
Jet solleva lo sguardo. Spike è disteso sotto le coperte del letto numero 168.
 - Cosa ci fai tu qui? - si domandano l'un l'altro, in coro.
 - Come sarebbe a dire? Sto male, non vedi? Quella megera ha aggiunto del lassativo al mio pranzo!
 - Io non ho aggiunto proprio un bel niente al tuo cibo. Ho cosparso di polverina solo la mia scorta segreta. Proprio la scorta che è poi finita nel tuo stomaco - risponde la megera in questione.
 - Faye-Faye, anche tu qui? - interviene Ed, riemergendo dal vassoio per un momento.
La donna solleva appena una palpebra.
 - Qualcuno doveva pur portarlo in ospedale - spiega, rivolta a Jet.
 - Dovresti smetterla di centellinare il tuo cibo - si difende Spike. - È per via della tua parsimonia rivolta solamente ai dolci che la gente finisce per pensare che siano speciali.
 - Sono tutte scuse - taglia corto lei. - E voi, piuttosto. Cosa fate qui?
Jet si ammutolisce per un istante, poi volta la testa verso destra e cerca il cartellino che riporta il numero 167. Lo trova. Con ben poca grazia afferra il lembo della tenda che circonda e separa il letto in questione da tutti gli altri della stanza.
È un latrato di pura gioia ad accogliere la loro apparizione.
 - Ein! Ein, signor capitano! - grida Ed, correndo ad abbracciarlo. Il cane, comodamente disteso a pancia in su sotto alle coperte, resta immobile ma continua a guaire, colmo di felicità.
Spike e Faye sembrano essere totalmente e inequivocabilmente allibiti. È lui il primo a rivolgersi a Jet.
 - Sei riuscito a far ricoverare un cane?
L'uomo sospira. Si siede sul bordo del letto più vicino e, con perfetta noncuranza, si accende una sigaretta.
 - È una lunga storia.
 - Jet era preoccupato perchè Ein non mangiava nulla! - esclama Ed, ma ogni ulteriore tentativo di formulare una spiegazione viene ostacolato dalla bavosità della lingua del cane. La ragazzina si perde negli infiniti meandri delle lenzuola pulite.
 - Oh. Beh. Hai il cuore tenero, amico - mormora Spike, accendendosi una sigaretta.
 - Jet ha implorato e minacciato! L'infermiera non voleva, ma lui è riuscito a trovare un letto libero per Ein! - continua lei, riemergendo e ridendo, impegnata nella lotta contro il proprio nemico.
 - E così hai implorato, eh?
 - Non dire sciocchezze. E tu, piuttosto, come sei riuscito a farti ricoverare? - domanda rivolto a Spike, ben conscio di come una blanda polvere lassativa non rappresenti un pericolo tale da richiedere una notte d'osservazione.
Faye è la più veloce a formulare una risposta.
 - Ha implorato - dice semplicemente, afferrando il pacchetto di sigarette abbandonato sul lettino di Spike.


Una mascolina infermiera - la stessa incontrata da Jet all'ingresso - entra con passo militare. La stanza è immersa nella nebbia bianca del tabacco bruciato.
 - Signori! - grida, le mani sui fianchi, facendo voltare i tre adulti presenti. - Vergogna! Fumare in presenza di donne e bambini!
 - Veramente anche la donna sta fumando... - interviene Spike, indicando Faye.
 - Una donna e un bambino... Anzi, una donna e una bambina! Imperdonabile!
Spike la guarda negli occhi. Abbassa la mano, spegne la sigaretta. Afferra il pacchetto e ne accende un'altra.
L'infermiera si indigna, pronta a lanciargli la cartella clinica in testa. Tergiversa per un momento, poi ci ripensa: se si facesse male, resterebbe lì più a lungo. La soluzione definitiva è già a portata di mano. Sorride diabolicamente.
 - Entrambi i pazienti stanno benissimo. La dimissione ha effetto immediato a partire da ora - conclude, firmando un paio dei fogli pinzati alla cartellina.
 - Aspetti, non c'era quella regola relativa alle informazioni riservate per la privacy dei malati e...?
 - A partire da... - continua, sollevando le coperte dalla pancia di Ein - ....ora, ho detto.
Il cane rimane immobile a zampe all'aria; inclina verso destra la testa ancora appoggiata sul cuscino e poi, come nulla fosse, si gira su un fianco e si mette in piedi sul materasso. Guarda i suoi compagni; abbaia verso di loro una volta soltanto, poi scende dal letto ed esce dalla stanza.
Gli altri quattro osservano le sue corte zampine percorrere il corridoio; silenziosamente, si alzano e lo seguono.


 - Quell'ospedale non era malaccio, no?
 - Il personale lasciava un po' a desiderare.
 - A Ed è piaciuto molto il pranzo, però!
 - Bah.
Ein, in testa alla comitiva, non esprime pareri e continua a camminare di buona lena. Il suo pelo, però, sotto gli ultimi raggi del sole della sera, sembra decisamente più lucido. È in salute.
Non si lamenterà di quell'ospedale.



*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*



19.10.2011
Questa fanfiction ha partecipato al Doctor Marge's Hospital Contest  indetto da Marge e Juuhachi Go classificandosi PRIMAAA! \o/
E' in assoluto la primissima volta che raggiungo la cima del podio. Ne sono stata onorata, e sono tutt'ora felicissima e fiera. :)
Questa one-shot è dedicata a MaxT nel giorno della prima prima - e per tutti i discorsi sulle prime prime che ci accomunano. XD
Grazie mille a tutti per aver letto! :D
Kuruccha
   
 
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