Suonano al campanello, apro la porta, ed eccoti lì. Sapevo ancora prima di aprire che eri tu: ti stavo aspettando.
Entri impetuoso come al solito, con quell’espressione imperscrutabile che conosco così bene… e che ho imparato ad amare. Ti dirigi deciso verso la mia stanza, e io ti seguo. Quando entro tu sei già seduto sul letto, intento a spogliarti. Mi siedo anch’io, mi sfilo la felpa, poi mi giro verso la tua schiena e ti guardo, ma tu ovviamente non te ne accorgi. Anche se non è la prima volta, sono sempre nervoso: sento il cuore che accelera i battiti, le guance che s'imporporano… vorrei che fosse lo stesso anche per te, ma so che non è così. Perché lo faccio, allora? Che cos’hai tu di speciale, di diverso rispetto agli altri? Me lo chiedo di continuo… ma non trovo mai una risposta. E non riesco a fermare tutto questo.
Tu intanto ti sei spogliato. Ti sdrai sul letto e aspetti: aspetti che mi spogli anch’io. Sei bellissimo… vorrei spargere dei fiori sul tuo corpo divino e restare sempre accanto a te, anche solo per guardarti. Adesso sono nudo anch’io, salgo sul letto e mi avvicino a te; ma prima che io possa fare qualunque movimento, mi afferri e mi fai sdraiare sulla pancia. Un tuo dito entra in me, sul momento sento un gran male, ma passa subito; è troppo grande l’eccitazione, troppo grande l’aspettativa per quello che sta per accadere. Tu intanto continui a muovere il dito, preparandomi, perché tutto vada per il verso giusto. Ecco… adesso lo ritiri, e subito mi penetri col tuo membro in un colpo solo. Grido: grido di dolore e di piacere. E tu inizi a spingere. Le tue mani stringono i miei fianchi; sento il tuo respiro affannoso. Il mio cuore va a mille. Non riesco più a pensare. È troppo bello, troppo bello…
Come spesso accade, vengo prima di te; stringo forte le lenzuola fino a farmi sbiancare le nocche e mi lascio andare a questa sensazione sconvolgente. Tu continui il tuo movimento ancora per qualche istante, e finalmente ti riversi in me: sento il tuo seme che si muove dentro il mio corpo, e se mi concentro mi sembra quasi di sentirne il sapore sulla lingua… è così che abbiamo cominciato, ti ricordi? Eri venuto a trovarmi e ti eri messo a parlare come al solito di quel ragazzo, quello che ti aveva lasciato senza una sola parola di spiegazione. Ma quella sera eri diverso, eri disperato: hai pianto davanti a me. Io non riuscivo a crederci, non ti avevo mai visto così. E allora mi sono offerto di consolarti, perché mi ero innamorato di te, ma non riuscivo ancora a dirtelo. E tu inaspettatamente hai accettato: ti ho accolto nella mia bocca, ed è stato meraviglioso… è così che è cominciata questa strana storia tra me e te. È fatta di silenzi, di sospiri, di segreti; è una storia di sesso, in fin dei conti. Per quanto ancora riuscirò a sopportarlo? Vorrei semplicemente stare con te, andare a mangiare fuori, o al cinema, come una coppia qualsiasi; se potessi svegliarmi la mattina e vedere il tuo viso addormentato vicino a me, sarei così felice che potrei anche morire senza rimpianti… perché non può andare così tra noi?
Ora hai finito e ti ritiri lentamente dal mio corpo. Ti sdrai accanto a me per riprendere fiato. Non ci baciamo mai. Non parliamo mai di quello che facciamo in questa stanza. Dopo un po’, ti alzi e ti metti a trafficare col tuo cellulare.
“Che cosa fai?” ti chiedo.
“Cancello tutti i contatti della mia rubrica” rispondi.
“E… perché?”
“Non voglio avere più niente a che fare con questa gente.”
Ho un tuffo al cuore. So di non essere l’unico trastullo per te. Ma, adesso… questo significa forse che…?
“Takafumi, dobbiamo parlare” mi dici, voltandoti verso di me. “Quello che abbiamo fatto adesso… deve finire. E deve finire perché… perché io ti voglio bene. Sei il mio migliore amico. So che se continueremo così finirò per farti del male, e questa è una cosa che voglio evitare a tutti i costi.”
Ti guardo. Non riesco a dire nulla.
“Tu sei l’unico che mi capisce, e vorrei che restassimo amici. Ma se per te non va bene, allora dimmelo adesso. Così cancellerò anche il tuo numero, uscirò dalla tua vita e non ti darò più problemi.”
Mi guardi negli occhi, stai aspettando una risposta. Cosa dovrei dire? Il ragazzo che amo mi ha appena detto che vuole solo essermi amico… come posso accettarlo?
“Ok… va bene. Sarò tuo amico… Masamune.”
Non riesco a credere di averlo detto… tu mi sorridi. È raro vedere il tuo sorriso, ed è un peccato, perché quando sorridi sei ancora più bello.
Forse non sarà un errore. Forse col tempo anche tu mi vedrai in maniera diversa… lo spero con tutto il cuore, e non importa quanto ci vorrà: io ti aspetterò.