CAPITOLO 4

 

Alla conferma che Bella, forse proprio come pensava, non aveva paura di nulla lui partì. Il viaggio fu abbastanza breve e mentre lui si godeva la sensazione del corpo dell'umana sullasua schiena , lei si ritrovò a pensare che dopotutto le piacevano le moto.

 

Isabella si sentiva libera, leggera e potente come non mai. Dovrei comprarmi una di queste,pensò.

 

***

 

Era sdraiata nel suo letto come sempre eppure si sentiva strana, tesa, come se dovesse accadere presto qualcosa.

 

Si alzò dal letto ed andò in cucina. A Phoenix faceva davvero caldo per questo indossava soltanto una cannottiera grigia e delle culotte nere.

 

Prese un cartone di latte aperto dal frigo ed iniziò a tracannarselo sperando di riuscire a scacciare le sensazioni che non volevano abbandonarla.

 

Isabella sentiva come se ogni muscolo del suo corpo fosse teso, pronto a scattare ad ogni minima evenienza perciò non c'è da sorprendersi se, alla comparsa di una sagoma scura, lei fosse balzata agilmente sul tavolo in posizione d'attacco.

 

Una luce si accese, accecando momentaneamente Isabella che aveva iniziato ad abituarsi al buio.

 

Renée rimase per un momento immobile   nel vedere la figlia sul tavola in quella posizione ma decise  di mettere da parte l'intera situazione per parlare di qualcosa di più serio, qualcosa che la assillava ormai già da diversi mesi.

 

-Bella, siediti... Dobbiamo parlare-, iniziò seria e preoccupata delle reazioni di Isabella alla notizie che doveva darle.

 

L'umana, come in trance, si sedette pensando sbalordita a ciò che aveva appena fatto. Non sapeva che ciò che le avrebbe detto sua madre l'avrebbe scioccata ancora di più.

 

***

 

-Demetri...-, quella voce umana, rotta dal pianto, non era della sua Bella. No. Era di Reneè. Quella donna che aveva visto si e no un paio di volte.

 

Il vampiro odiava gli umani. Gli odiava tutti, erano solo una fonte di sangue. L'unica eccezzione era Bella. 

 

Lei era diversa, a volte pensava fosse addirittura migliore dei vampiri. Con Reneè, invece, non sapeva come comportarsi. Era pur sempre un umana, però era anche la madre di Bella e per questo non poteva odiarla.

Non gli stava nemmeno simpatica, però, e glielo aveva fatto capire le rare volte che avevano parlato.

 

-Che c'è?- , le domandò indeciso su come comportarsi -

 

-Bella-, balbettò Renèè con voce rotta dal pianto.