Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Arasta    20/10/2011    3 recensioni
Quarto anno, Torneo Tremaghi.
La famiglia Weasley viene chiamata ad Hogwarts per assistere all'ennesima prova di coraggio del loro figlio più giovane.
Cosa successe veramente all'alba di quella freddissima giornata di febbraio?
Un "a bit of a twist" come dicono gli inglesi, sulla seconda prova.
Genere: Introspettivo, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Weasley, Ron Weasley
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Under the water, i'll be forgiven
Salve popolo Potterheads!
Sara è tornata con una nuova shot senza né capo né coda, come al suo solito.
Qui sconfiniamo davvero nel What if ragazzi miei...
L'idea mi é stata data da una mia amica che ha letto una fanfiction simile in inglese. Io ci ho aggiunto del mio, vediamo un pò cosa ne esce fuori...
L'ho scritta ascoltando due canzoni, Scarbourough Fair e Siuil a run, due ballate inglesi di cui esistono varie versioni ed interpretazioni. Sono canzoni d'amore in realtà, quindi non é che c'entrino molto con la situazione presentata, ma mi devano quel senso di colpa, perdita e sacrificio che mi servivano per la storia! ^_^
Bene, detto questo ci vediamo di sotto.

Under the water: Sacrifice.

E' quasi l'alba.

Ad Hogwarts i corridoi sono deserti, solo Gazza sbadiglia accarezzando la sua gatta scendendo le scale dal quinto al quarto piano.
Nei quattro dormitori alcuni si alzano dal letto, per poi ricadere addormentati non appena si accorgono che è ancora troppo presto; quelli che dormono, la notte appena passata hanno fatto le ore piccole: nelle sale comuni gruppetti di studenti sono rimasti fino a tardissimo a chiaccherare e discutere, e scommettere,
eccitatissimi.

Oggi ci sarà la seconda prova del Torneo Tremaghi.

Il gruppetto di teste rosse che si incammina verso l'ufficio del preside è perciò abbastanza anomalo, in tutto questo contesto.
Minerva McGrannit in primis sembra strana, con quella sua espressione a metà tra il contrito e il severo, mentre guida la famiglia Weasley al gargoyle di pietra.

Molly e Arthur continuano a scambiarsi occhiate che celano preoccupazione. Uno dei loro figli manca all'appello ed è logico supporre che sono stati chiamati per lui. Non sanno se arrabbiarsi (cos'avrà combinato stavolta?) o iniziare ad avere paura.

Bill cammina dietro tutti, per ultimo, e rimugina guardando i suoi piedi che, uno davanti all'altro, avanzano. La bella sensazione che ha provato tornando a scuola e ricordando tutti i momenti passati lì é svanita non appena ha visto la faccia della McGrannit.
Charlie è dovuto tornare in Romania dopo la prima prova, si sono tenuti in contatto e nell'ultima lettera ha scritto che i draghi, stressati dal viaggio, stanno dando più problemi del solito nonostante siano passati mesi; non si può muovere dalla riserva con le bestie in quello stato. Bill pensa che se fosse lì sicuramente starebbe guardando lui, confuso, in cerca di risposte, in ansia come gli altri.

Percy sta subito dietro il padre e nonostante cammini dritto e tranquillo non potrebbe sembrare più scocciato. Al Ministero c'é un caos totale per questo torneo, oggi doveva esserci comunque ad Hogwarts per accompagnare il signor Crouch, ma quante scartoffie da controllare, quanti appuntamenti da fissare, e suo fratello che come al solito decide di mettersi nei guai e complicare la vita agli altri!
L'aveva saputo dall'inizio che Fred e George non sarebbero stati una buona influenza per lui.

I gemelli sopracitati ridacchiano nel mezzo del gruppo. Senza ombra di dubbio si prodigheranno a rammentare perennemente al fratellino la strigliata che, sicuramente, sta per ricevere. Lo sanno che non è bello stare a guardare mentre viene sgridato per bene, per lui sarà una cosa umiliante dopotutto.
Il fatto è che è troppo divertente, loro sono fatti così.
Poco importa che dietro i sorrisetti da malandrini si nasconda una sincera paura per quella testa calda, rossa quanto la loro.

Ginny é la più piccola in tutto e per tutto, messa a confronto col resto. Quasi si perde in mezzo alle spalle larghe dei fratelli e le gambe lunghe del padre. Ma é anche una nota dolce vicino a Molly, e sa che tutti i presenti la guardano, ogni tanto, e tirano un sospiro di sollievo semplicemente perché almeno lei è con loro.
Sorride alla madre, vedendola tanto pensierosa, tentando di infonderle coraggio.

Salgono le scale in una strana processione i Weasley, insieme alla professoressa di Trasfigurazione.

Minerva non ha detto una parola, a parte: E' importante, il Preside vuole parlavi urgentemente.
Non ha specificato per quale motivo, ma tanto non ce n'é un grande bisogno.

L'assenza di Ron é una risposta più che sufficiente.

- Ah benvenuti, buongiorno! Mi dispiace di non avere abbastanza sedie, potremmo sdoppiarle... -
- Va bene così professore. -
- Bene bene...Arthur, Molly, ragazzi...come ben sapete oggi ci sarà la seconda prova del torneo. E la cosa, dato che siete qua, vi riguarda direttamente. -

Le parole di Silente lasciano un alone di mistero ed inquietudine nell'ufficio circolare. Fanny la fenice sta silenziosa e attenta sul suo trespolo.

- É successo qualcosa ad Harry? Sta bene? - chiede la signora Weasley preoccupata, ora, anche per il suo ottavo figlio acquisito.
- No no, Harry sta benissimo. Temo che non sia di lui che dobbiamo preoccuparci in questo momento..semmai dopo. -
- Non vorrete fargli affrontare di nuovo un drago! - salta su Ginny.
- Niente draghi, signorina Weasley. Qui si tratta di dimostrare quanto si é disposti a lottare per ciò a cui teniamo. Cosa si é disposti a fare per ciò che ci mancherebbe di più se ci venisse portato via. -

I Weasley non capiscono.
Vorrebbero chiedere ancora spiegazioni, sono frasi troppo enigmatiche quelle che escono dalla bocca del vecchio Preside.

- Si parla di sacrificio, signori miei. -

E come per confermare quella parola tanto temuta, che la famiglia ben conosce, ecco che la porta dietro di loro si apre.

Madama Chips la tiene aperta per Ron.

Il sesto Weasley entra e guarda i suoi familiari con un'espressione colpevole, ma anche affettuosa. Gli occhi stanchi viaggiano da un viso all'altro velocemente, come se avesse timore che scoprano cosa gli passa davvero per la testa.
A volte il suo sguardo diventa indecifrabile.

Questa é una di quelle volte.

- Che cosa succede Ron? In che razza di ginepraio ti sei invischiato? -
Percy non sa mai stare zitto, e quando parla dice sempre le cose sbagliate. Per fortuna c'é Bill che gli riserva uno scappellotto sulla testa, e i gemelli che lo guardano disgustati e già pianificano uno scherzo alle sue spalle.

Intanto Molly non stacca gli occhi da suo figlio. Osserva bene l'assenza della pesante veste della divisa, le maniche della camicia arrotolate e spiegazzate, la cravatta bicolore legata male e lenta attorno al collo.
I capelli spettinati e le guance pallide.
Lo vede abbattuto ma stranamente forte, non é facile spiegarlo ma sa che é una delle caratteristiche di Ron.

Rimanere in piedi, anche quando il mondo intero sembra volergli fare lo sgambetto.

- Albus, rimane poco tempo... -  dice la McGrannit posando una mano sulla scrivania, dove ha appoggiato la bacchetta.
La prende e la stringe tra le dita dalle lunghe unghie.
Madama Chips annuisce rumorosamente, e si vede che é nervosa.

Ha una fiala con della pozione blu, che brilla e fuma leggermente.

- Scusate ma..Ron..che cosa...? - comincia Arthur apprensivo, guardando prima il preside, poi il figlio, infine puntando lo sguardo sulla fiala.
- Tutto apposto papà. Andrà bene, é solo per la prova. -

La voce di Ronald non trema. Le sue mani sì.
E i Weasley sono più confusi, spaventati ed irritati che mai.

- Direi che é ora delle spiegazioni sì. - dice il Preside stranamente calmo, richiamando tutti sull'attenti - La prova che i campioni dovranno affrontare quest'oggi non metterà alla prova solo il loro coraggio e la loro forza, la lucidità davanti al pericolo, ma anche i loro cuori, i loro sentimenti più profondi. Vedete, questa notte abbiamo portato via loro le persone a cui tengono di più al mondo. Cho Chang, Gabrielle Delacour e la signorina Granger verranno tenuti in ostaggio dalle Sirene del Lago Nero finché i loro campioni non arriveranno per recuperarli. E questo é lo stesso destino che attende il vostro Ronald, quale individuo più caro ad Harry Potter. -

Silenzio.

Per quello che sembra un secolo, forse un millennio, nessuno fiata.
Poi, il caos.

- Come sarebbe a dire?! Non potete mettere Ron là sotto!! -
- Ma che razza di discorsi sono questi? E' un rapimento in piena regola santo cielo! -
- No no e poi no! Già Harry rischia la vita, adesso anche Ron?! Non se ne parla! -
- Hermione?? Pure lei?? Ma é una cospirazione contro Harry o cosa?? -
- Professore, ci deve essere un altro modo! La prego, non mandi nostro fratello... -
- Per Merlino Ron! Sei sempre il solito, possibile che non riesci a stare fermo un secon... -
- Oh, stà zitto Percy, come se fosse colpa sua! La vuoi piantare?! -
- É troppo pericoloso, Ron ha solo quattordici anni e... -

- Ehi! -

La voce del sestogenito della famiglia si alza potente a dispetto delle concitate proteste. Ron fà un profondo respiro.
- Non é finita qui. Sentite tutto prima, per favore. - dice gentilmente, guardando specialmente la madre che già piange.

- Dicevo... - riprende Silente - Purtroppo non c'é alternativa, e mi dispiace, credetemi. Ho già dovuto affrontare i Chang, i Granger e Madame Delacour, e credetemi non é stato facile. Non vorrei esporre i ragazzi a certi pericoli, ma il Torneo non ammette scappatoie. Come il Calice ha scelto Harry, ora lo scorrere degli eventi ha scelto Ronald. -

- Ma cosa succederà esattamente? - chiede Ginny, spaventata.

- Abbiamo stipulato un patto con le Sirene. Non sono creature malvagie, ve lo posso garantire, ma non sopportano gli inganni. Hanno promesso di custodire gli ostaggi, non faranno loro alcun male. Ma per questa intrusione nel loro reame vogliono in cambio che essi siano recuperati entro un'ora. In caso contrario, li terranno con loro...e non sarebbe facile a quel punto convincerli a lasciarli andare. Non dopo qualche decennio, almeno. -

Il silenzio cade di nuovo sulla stanza.
I Weasley, tutti quanti, si girano a guardare Ron.

Negli occhi azzurri del figlio e fratello vedono tutto e niente. Le iridi blu inghiottiscono ogni emozione, e alla famiglia viene restituito solo il riflesso di una calma apparente.
L'unica cosa certa é che Ron, come sempre, sa quello che sta facendo.
- Dormirò. Non sentirò nulla. Non dovete preoccuparvi. -

Le mani hanno smesso di tremare.

- Professore, lei ha detto che non ci sono alternative. Significa che nessuno può prendere il posto di Ron? Insomma, volete un prigioniero, potrebbe anche non essere proprio il più caro ad Harry? E se andassi io? - propone il signor Weasley sull'orlo della disperazione.
Molly legge nel suo pensiero il ricordo del primo anno di Ron, la mattina dopo l'ormai leggendaria partita a scacchi giganti.

Non vuole rivederlo in quello stato. Non vuole rivedere gli occhi chiusi, la pelle troppo bianca, cadaverica. Non vuole di nuovo quel grande spavento, provare di nuovo quell'enorme terrore.
Nessuno di loro lo vuole.

- Ah bhé, effettivamente questo non é specificato, magari... -

- NO! -

Ronald Weasley non ha di certo la pazienza e la comprensione di Silente.

- Non capite? Harry non ha nessuno che voglia bene a quel modo! La sua famiglia non esiste più, i suoi genitori sono stati uccisi! Rimango solo io! Non ho idea del perché tenga così tanto a me...ma se é l'unico modo di aiutarlo in quest'accidenti di torneo, allora lo farò. Devo farlo..non posso lasciarlo solo..di nuovo... -

Ma che neanche l'individuo più ignorante provi a dire che non ha coraggio, ogni tipo di coraggio, specie quello che serve per chiedere scusa quando si sbaglia.

Fred e George si scambiano un'occhiata: sanno del litigio che ha diviso Harry e Ron, e sono convinti che non ci sia bisogno di arrivare a tanto per rimediare al torto fatto.
Ma non lo dicono.
Sanno che é perfettamente inutile.

Ora negli occhi del loro fratellino ( sempre che lo possano ancora chiamare così) arde una fiamma che non può essere spenta.
Non erano lì quella fatidica notte, ma sanno che essa ha già bruciato quando la Regina Bianca ha mangiato il Cavallo Nero sacrificatosi per la causa.

Ron sta crescendo.
E la lealtà cresce con lui.

- Temo che allora non ci sia altra via...signor Weasley, quando é pronto. -

Silente, in tutto questo, é arbitro e giudice.
Eppure la vita di Ron é nelle mani di Harry, che é un ragazzo, non un grande e talentuoso mago.
In chi confidare, a questo punto?

- Ron... -
- Mamma...devo farlo. Staremo bene, sia io che Harry, vedrai. -
- C'é qualcosa che devi dirci, qualunque cosa, prima di...andare? -

Molly stringe forte le mani già fredde del suo bambino, o forse dovrebbe dire del suo giovanotto. Sta diventando così alto che tra poco la supererà, ma non sono i centimetri in più che la fanno sentire sicura, a dispetto dell'apprensione.
É più una forza interiore, qualcosa che Ron ha sempre avuto dentro di lui e che regala a tutti, quando ce n'é bisogno.

Nel suo sguardo mamma Weasley vede l'ombra di segreti che lei non può sapere, non ancora.
Le fà paura...ma si fida.

- A tempo debito mamma. Per adesso stai tranquilla. -

Ronald si scioglie dall'abbraccio della madre e sorride ai fratelli. Il signor Weasley svetta su tutti e fà un impercettibile segno d'assenso.
Anche lui si fida.
- Con tutto quello che mangi sarà difficile per Harry tirarti fuori da lì! -
- Già Ron, potevi metterti a dieta! -
Fred e George scaricano un pò della tensione che attanaglia l'ufficio intero, che toglie il fiato perfino a Silente.

Albus ha già lasciato andare tre ostaggi, ora é la volta dell'ultimo, che in qualche modo é speciale.

Sono anni che non vede un tale spirito di sacrificio, e ne va fiero.

Va fiero del sorriso divertito di Ronald Weasley mentre afferra sicuro la fiala di Morfeus Potionis.
- Ci penserò quando torneremo. Glielo devo, questo e...tutto il resto. -

Minerva guarda il suo studente con orgoglio malcelato prima di recitare l'incantesimo.

- Sei davvero degno della mia Scacchiera e della mia Casa, signor Weasley...Protego Maxima. -

Un'invisibile coperta rassicurante cade su Ron.
Il ragazzo stappa la boccetta e trangugia il contenuto in un sol sorso.

Si gira, un'ultima volta, verso la famiglia.

- Non dite niente di quello che é successo qui ad Har... -

Cade prima di finire la frase.

Bill lo afferra al volo impedendogli di sbattere sul duro pavimento.
Il maggiore dei figli Weasley stringe a sé quel fratellino che tempo addietro ha giurato di proteggere da tutto e da tutti.
Non ci é riuscito.

- La strada del fato di Ronald é qualcosa di grande, io credo... - sentenzia il Preside.

Basta per tutti, decisamente.

Bill avvolge il suo mantello attorno a Ron, la cui pelle é gelata come quella dei morti, bianca come quella dei cadaveri. Sente attraverso la stoffa che il suo respiro si é fatto debole, quasi impercettibile.
Si spaventa. Guarda Madama Chips, che lo aiuta a mettere il fratello sopra una portantina di tela.

- Il corpo si abitua da subito alle temperature basse del lago, e le funzioni vitali rallentano un pò, ma é tutto sotto controllo. - lo rassicura l'infermiera.

Ginny ha gli occhi lucidi, e quando scendono la scala a chiocciola nella stessa processione in cui sono saliti, anche se molto più seria e silenziosa, prende la mano ghiacciata del fratello e fà di tutto per trattenere le lacrime.

La signora Weasley invece piange grossi lacrimoni, stretta nell'abbraccio del marito. Continua a ripetere il nome del figlio in una litania asfissiante.

Percy ha lo sguardo basso, e sembra stia macchinando qualcosa in quel cervello da perfettino che si ritrova.
Si vede che é arrabbiato.
Perché suo fratello, il suo fratello più piccolo, deve rischiare la vita per Harry Potter? Non é la prima volta che succede, e Percy non lo sopporta.

Se la cosa si risolverà per il meglio farà una lunga chiacchera con Ron, poco ma sicuro.

I gemelli si accorgono subito dell'espressione furente di Percy. Si scambiano un'occhiata d'intesa: quando arriverà il momento, staranno dalla parte di Ron, com'é giusto che sia.

Arrivano tutti al lago in meno tempo del previsto.
Sono su una piattaforma un pò distante dalla riva, dove il fondo melmoso non si vede.

Si stringono tutti attorno al corpo apparentemente senza vita di Ronald.
I capelli rossi stridono fortemente con la pelle cinerea e il mantello nero. Sono l'unica nota di colore in quella mattinata grigia dove perfino il sole non riesce ad illuminare i tanti volti tesi dall'apprensione.

- Ogni campione ha il suo scudo. L'amicizia ha bisogno di prove tanto quanto l'eroismo. - mormora Silente guardando lontano, verso l'orizzonte.

Molly accarezza il viso esanime del figlio. Le lacrime si sono asciugate al freddo, ma esso in cambio aumenta il dolore che sente dentro.
Nessuno osa fiatare.

Ed eccole che arrivano.

Le Sirene.

Emergono silenziose dall'acqua, gli strani capelli verdi che galleggiano nell'acqua e gli occhi viscidi puntati sulla preda.
Sono in quattro e sembrano...donne? Chi può dirlo.
Le labbra da pesce sono piegate in una linea anonima, ed é impossibile dire se sono divertite dalla stupidità di quegli umani che offrono i loro stessi piccoli sull'altare o se hanno una sincera preoccupazione al pensiero di prendersi cura di quegli esseri indifesi.

Probabilmente é più la prima, ma manterranno la parola data, come ha detto il Preside.

Le mani palmate, scivolose ma forti afferrano Ron pronte a tirarlo giù.

La signora Weasley incrocia lo sguardo con una delle creature, quasi per caso.

Se anche tu sei una madre, ti prego, ti supplico, non fare del male al mio Ron...

Le dita della Sirena scostano qualche capello dalla fronte del ragazzo.

Succede tutto in pochi istanti.

Ronald Weasley viene trascinato nell'acqua ghiacciata, buia, nel fondale sconosciuto del Lago Nero.

Ginny fà appena in tempo a recuperare l'oggetto che il fratello ha tenuto stretto nella mano, prima che essa sprofondi inerte insieme al resto in quell'abisso scuro.
Ginny tiene sul cuore la pedina del cavallo nero degli scacchi.

Anche questa volta, DEVE portargli fortuna.

Non rimane che il riflesso sfocato della chioma rossa sulla superficie calma del lago.

- La prova inizierà alle nove e trenta. Vi prego di non farvi prendere dal panico. Molly, Arthur, so che é difficile. E voi ragazzi...mi aspetto che diate tutto il vostro supporto al signor Potter. Il cielo solo sa quanto ne avrà bisogno, stavolta più che mai. -

La professoressa McGrannit riporta i Weasley ancora alunni nella sala comune di Grifondoro.
Percy si allontana stizzito, annunciando frettolosamente che deve andare ad assistere gli inviati del Ministero.

I genitori dell'ultimo ostaggio sono ancora abbracciati e guardano sconsolati le acque torbide che hanno inghiottito il loro figlio più giovane.
Bill é divorato dal senso di colpa, inginocchiato come un penitente sul bordo del molo, i pantaloni che si stanno bagnando con l'umidità che trasuda dalle assi di legno.
Il professor Silente gli mette una mano su una spalla.

- So bene...che il rimorso distrugge l'anima. Ognuno si pente nella maniera che ritiene più corretta. Se Ronald ha ritenuto giusto questo per sanare le sue colpe, allora dobbiamo rispettare la sua scelta. -  dice con aria triste ma risoluta.

- L'abbiamo sempre fatto... -

La voce di Arthur é piena di timore, ma continua a parlare.

- ...fin da quando ci disse che voleva essere amico di Harry Potter...perché lui non aveva una famiglia... -

Albus annuisce, grato che sia stato Ron Weasley a tendere la mano ad Harry, quel giorno sul treno.
Grato che sia stato lui a sederglisi accanto in Sala Grande, grato che l'abbia seguito ovunque, anche rischiando la vita.

Potranno litigare anche cento volte, si dice, ma niente e nessuno riuscirà mai a dividerli.

Anche i Weasley lo sanno.
Sanno che se tutto andrà bene, anzi, quando tutto andrà bene, Harry e Ron se ne torneranno tranquilli e felici al dormitorio dei Grifoni, ognuno con il braccio buttato sulle spalle dell'altro.

Com'é sempre stato e come sempre (ormai é destino che sia così) sarà.

E il sole, finalmente, inizia ad illuminare la freddissima giornata di febbraio dove il coraggio e il loro legame verrà messo alla prova, ancora una volta.


***


Fà freddo.
Parecchio freddo.
Posso solo immaginarmi quanto freddo farà dentro il Lago, ma per ora non voglio.
E tanto, non sentirò nulla.
Me lo merito, Harry. Penso che rischiare di marcire in fondo al lago sia il minimo dopo quello che ho fatto. Una parte di me non vuole essere salvata, ed é quella parte che si é pentita amaramente, fin dal primo istante, di averti tradito, quella che non ho voluto ascoltare.
Non ho voluto ascoltare TE quando ne avevi più bisogno.
Ma che razza di amico sono?
Mi faccio letteralmente schifo da solo in questo momento, e non solo per te.
La mia famiglia mi guarda allibita supplicandomi con gli occhi di non bere la pozione, e io non posso accontentarli. Poche ore fà Hermione mi guardava confusa e semplicemente terrorizzata...e io? Invece di dirle qualche parola di conforto (come se ne fossi capace) me ne sono stato zitto con gli occhi bassi a rodermi perché lei é la persona che sta più a cuore a quel carciofo bulgaro.
Ma che mi frega di Krum adesso?! Non me ne dovrebbe proprio importare miseriaccia...
É stata una nottataccia, Harry. Prima hanno preso la piccola Delacour, una bambina di nove anni accidenti! Le hanno fatto credere che fosse una specie di gioco o qualcosa del genere, ma l'ho vista la paura nei suoi occhi appena s'é resa conto di quello che stava succedendo davvero. Per fortuna si é addormentata prima di mettersi a strillare.
Poi é toccato alla Chang, sì quella che piace a te.
Piangeva. Ha pianto tutto il tempo e ti posso giurare che ha continuato anche quando ha perso conoscenza e l'hanno portata via. Non ti preoccupare però, sicuro che Diggory la riprende, é apposto quel tipo, ci si può fidare.
In quanto a me...avrei voluto vedere la mia faccia quando mi hanno detto che sono quello che ti mancherebbe di più.
Sul serio?
Gli ho detto proprio così a Silente. E lui "perché ti stupisci tanto?"
Ah, bella domanda.
Ci sono centinaia, miglialia di motivi per cui mi sono stupito.
Ma ce n'é uno solo per cui ho accettato.
Perdonami, Harry.
Per tante cose: per essere sempre geloso di quello che sei e che fai, per averti voltato le spalle, per farti prendere un colpo tra qualche ora, perché lo so che quello spirito eroico che ti ritrovi ti farà correre a salvarmi col cuore in gola.
Non ti volevo dare anche quest'altra preoccupazione, ma é andata così. Non voglio far spaventare la famiglia, mamma é inconsolabile, Percy é incavolato nero, ma non c'é soluzione.
Ho sbagliato.
Devo pagare.
Se questo é l'unico modo, allora ben venga.
Ben venga rischiare ancora la vita per te. L'ho capito su quella scacchiera. Tu sei Harry Potter, tu devi andare avanti. E sei io devo cadere, sparire, morire perché tu trionfi, bhé che sia così!
A chi mancherebbe Ron Weasley?
Già...a te.
Per vincere questo torneo devi salvarmi Harry. Hai un'ora. Sessanta minuti per riprenderti il tuo migliore amico, che non vorrebbe neanche essere più guardato in faccia, figurarsi tirato fuori dal lago.
Ma verrai, verrai perché al tuo buon cuore manco già.
Vorrei essere ancora con te in biblioteca a cercare disperatamente un modo per farti respirare sott'acqua. Vorrei che per te e gli altri campioni ci fosse un oggetto da recuperare, e non persone. Vorrei in primis che il tuo nome non fosse uscito da quel maledetto calice.
Ma indietro non si torna. E io ho già deciso, come davanti alla Regina Bianca, come nel nido di Aragog e nella Camera dei Segreti, come nella Stamberga Strillante.
Dovranno passare sul mio cadavere prima di arrivare a te.
Chiunque voglia ucciderti mi ha preso perché vuole te, e allora lasciami andare Harry, lasciami mangiare dai pesci, lasciami affogare nel mio senso di colpa!
Ma non lo farai.
Perché mi vuoi bene tanto quanto io ne voglio a te. Non te l'ho mai detto, che sei mio fratello, tu che di fratelli non ne puoi avere.
Non saprai MAI cos'ho provato questa notte.
Non saprai mai che mi sono sacrificato ancora una volta per te.
Meglio così. Meglio non aggiungere altro peso sulle tue spalle, ne hai passate troppe.
Dentro di me sento già l'acqua che invade tutto. Le faccio inghiottire anche la paura.
La pozione non ha nessun sapore.
Un'ultima cosa, e poi, chissà.
- Non dite niente di quello che é successo qui ad Har... -
Buio.


Credits, thanks and co.

Scrittura blu in onore, ancora una volta, del protagonista della shot!
Questa é più lunga delle altre due, direi che é una one shot come si deve...
Ce l'ho fatta, uiiii...XD
La verità é che mi sono sempre chiesta quali fossero stati i pensieri di Ron prima di essere messo in fondo al Lago Nero. Il resto della famiglia poi é venuto da sé, perché non é specificato che i Weasley sapessero cosa stava succedendo durante la seconda prova...forse solo Percy...
Purtroppo non ho sotto mano né libro né film (di solito faccio riferimento un pò ad uno un pò all'altro) quindi se sbaglio correggetemi.
Comunque sia, qui si parla di una situazione alternativa del tipo " e se...?" quindi buonanotte.
L'ho vista come una nuova occasione di elevare il personaggio sul suo meritatissimo piedistallo u.u
Mi ricordo di essermi incazzata come una belva con Ron leggendo il Calice di Fuoco, per non parlare nei Doni della Morte...però poi mi sono detta: é tutta colpa di zia Row! Certo, ovvio che lei conosce bene i suoi personaggi, pure più di noi, mi sembra lecito che gli faccia fare quello che vuole, ma ad esempio nell'ultimo libro poteva risparmiarselo il litigio (assurdo, senza motivo, a mio parere) tra i due migliori migliori amici della saga..scusate la ripetizione.
Però a quel punto, effettivamente, a che serviva il Deluminatore?
Ok basta, direi che sto troppo cambiando argomento.
Rimaniamo al quarto anno per adesso.
Ron é geloso, e ci sta. Ferisce Harry e sé stesso in un modo che ha fatto soffrire perfino noi che leggevamo. Io perlomeno ricordo di essere stata malissimo in quelle pagine dove del rosso non si faceva parola.
Penso che Harry e Ron si siano davvero sentiti PERSI in quei momenti.
Ma come ben sappiamo una delle migliori qualità di Ronald Weasley é sapersi pentire. Ci vuole coraggio per abbassare la testa e cospargerla di cenere, che credete.
La lealtà é più forte di qualunque screzio a parer mio.
Prendo come miei baluardi e protettori della mia teoria le parole di Silente in questa shot.
Perciò chi mi ama (e anche chi solo é d'accordo con me) mi segua :-P
Come al solito, vi lascio completa libertà nelle recensioni.
Domande, critiche dubbi e quant'altro...pure insulti se volete *Sara nasconde i fazzolettini Tempo per asciugarsi le lacrime*

1 kiss, :33


 
 


 
  


  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Arasta