Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: HachiXHikaru    20/10/2011    8 recensioni
One-shot "natalizia" che trova protagonista il povero Zuko...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

-Fall for You-

 

 

Mi ritrovavo da solo a camminare per le strade della città; tenevo le mani nelle tasche e il volto nascosto fino al naso dal cappotto. Era dicembre e sulle strade c'era un po' di neve caduta la notte precedente, le temperature ovviamente erano basse, eppure io sentivo appena il freddo. I negozi erano tutti aperti ed era pieno di persone: famigliole, coppiette, gruppetti di amici... Nessuno era da solo per quelle strade, eccetto me. Tutti sorridevano contenti, aspettando con ansia Natale e affrettandosi a comprare ciò che mancava: regali, dolci, ingredienti per il pranzo natalizio... Io invece non pensavo affatto a queste cose, non mi interessavano. I miei occhi scrutavano i volti nella folla in cerca di qualcosa... In cerca di qualcuno... Mi strinsi, come se un brivido di freddo mi avesse percorso lungo la schiena, quando incrociai gli occhi azzurri di una ragazza e sussurrai un nome per poi mordermi il labbro e scrollare le spalle. In questo modo ripensai a come l'avevo incontrata, a come mi innamorai immediatamente di lei, a come persi la testa per una ragazza che non mi meritava affatto...

 

24 Dicembre, festeggiavo la vigilia assieme ad alcuni dei miei compagni di liceo come tutti gli anni. Trovavo piacevole stare in loro compagnia più che starmene a casa mia, erano come una seconda famiglia, come dei compagni preziosi. La festa si teneva sempre a casa di Toph dato che i suoi genitori non volevano farla uscire per alcun motivo, era già tanto se la mandavano a scuola. Erano iperprotettivi, dato che era cieca, ma questo non le piaceva affatto. Lei amava essere indipendente, ma i genitori non si possono scegliere e questo lo sapevo bene anche io... Fui il primo ad arrivare, come tutti gli anni, e aiutai Toph nel sistemare le ultime cose, dato che i suoi non le facevano fare niente da sola. Delle volte la invidiavo... In fondo mio padre mi lasciava sempre da solo ed essere coccolato e viziato come Toph non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Dopo di me arrivò Aang, lo “spirito libero” del gruppo, altruista e gentile, lui riusciva sempre ad appianare le divergenze tra tutti noi.

-Sokka non è ancora arrivato, eh?-

Chiese quasi subito, io risi, rispondendo che lui e Suki, la sua fidanzata, avevano ben altro a cui pensare. Certo, sarebbero arrivati, ma con calma, come tutti gli altri anni. Sentii Toph ridere.

-Quest'anno gli tocca sbrigarsi... Non sono più solo loro due-

Alzai un sopracciglio; cos'è? Gli era nato un figlio? Chiederlo generò solo uno scoppio di risa da parte di tutti e tre e la conversazione morì lì, anche perchè i due, anzi, i tre arrivarono. Colei che era “di troppo” era Katara, la sorella di Sokka; capelli lunghi e castani e occhi azzurri. Fece uno strano effetto vederla, Sokka ce ne aveva tanto parlato della sua piccola sorellina: aveva due anni meno di lui ed era una rompiscatole. Ecco cosa ci avevo detto di lei, inoltre ci aveva raccontato diversi aneddoti che avevano finito per rendercela leggermente antipatica. Insomma, nessuno di noi aveva una bellissima opinione della sorella di Sokka e ognuno se la immaginava in modo diverso. Vederla, però, fece uno strano effetto, almeno a me. Rimasi stupito e in seguito capii che il diavolo non era così brutto come lo dipingeva Sokka; anzi, era gentile e premurosa. Io rimasi subito colpito da lei, credo proprio che m'innamorai dalla prima volta che i suoi occhi incrociarono i miei. Quando ci scambiammo i regali mi sentii a disagio, non avevo niente per lei, eppure volevo assolutamente darle un mio regalo. Volevo che si ricordasse di me, che avesse un oggetto mio, che lo guardasse e mi pensasse... Sussultai quando, infilandomi il cappotto e mettendo le mani in tasca, sentii un pacchetto; era una collana con una pietra azzurra che volevo regalare ad Azula, mia sorella minore. Ogni anno le prendevo un regalo, mi aveva insegnato così mia madre e poi era la mia unica sorella e le volevo bene. Tirai il pacchetto fuori dalla tasca e lo diedi a Katara, che mi guardò sorpresa alzando un sopracciglio; io abbozzai un sorriso e le augurai buon Natale, infine mi voltai e uscii. Ogni anno davo il mio regalo ad Azula, sperando di renderla felice, non m'interessava che ricambiasse o che mi ringraziasse, ma poteva almeno sorridermi... Mi strinsi nel cappotto. E invece ogni anno gettava il mio regalo nel fuoco del camino, ripetendo che erano solo scemate; tutto questo dopo che morì nostra madre, ma forse lo faceva anche prima in segreto. Quell'anno, quando mi presentai a mani vuote speravo di renderla almeno un po' contenta, ma come sempre mi sbagliai e invece di bruciare il mio regalo bruciò me...

 

Mi toccai la parte sinistra del volto e socchiusi gli occhi fissando il mio riflesso nella vetrina. Dopo quell'incidente me ne andai di casa, in fondo che motivo avere per rimanere? Le uniche persone che mi amavano davvero non c'erano più: mia madre era morta e mio zio aveva un negozio di the fuori città. Abbassai la mano e la rinfilai in tasca, poi guardai il tuo riflesso: quel cappotto che sembrava troppo grande ti rendeva ancora più adorabile, il cappellino azzurro che ti avevo regalato io ti stava divinamente e i tuoi bellissimi occhi azzurri mi guardavano. Mi rimisi a camminare assieme a te senza dire una parola e anche te non parlavi. Non hai mai preteso che qualcuno si aprisse con te, ma forse era perchè le persone lo facevano naturalmente, tu ispiravi davvero fiducia Katara e poi avevi anche un che di materno... Non chiedevi mai niente e non mi hai riempito di domande quando, scappato di casa, mi presentai alla tua porta; mi hai sempre aiutato e non hai mai chiesto niente. Forse è anche per questo motivo che non ho potuto fare a meno di innamorarmi di te, Katara...

 

Quando bussai alla porta di casa vostra mi apristi tu. In un primo momento ti vidi confusa, ma proprio mentre stavi per dire qualcosa ti vidi mettere una mano davanti alla bocca e fissarmi sconvolta. Mi feci entrare immediatamente e cominciasti a medicarmi, non rispondesti neanche alle domande che Sokka ti faceva dalla stanza accanto. Le spiegazioni arrivarono solo quando, accuratamente bendato, mi accompagnasti in salotto da tuo fratello.

-Quindi non hai intenzione di tornare a casa?-

Non dissi niente, scossi solo leggermente la testa e sentii Sokka sospirare.

-Ma almeno, Zuko, potremmo sapere cosa è successo?-

Lo guardai, per poi riabbassare gli occhi; non avevo voglia di parlarne al momento, ma sapevo quanto fosse insistente Sokka.

-Lascialo stare, se non vuole parlarne non possiamo costringerlo-

Sussultai e guardandoti arrossii contento; eri così comprensiva Katara... Mi sistemasti in soggiorno, mi desti un cuscino, una coperta e poi mi sorridesti, dicendomi che potevo chiamarti se avevo bisogno di qualcosa, di qualunque cosa. Ti ringraziai e ti vidi andare via augurandomi la buonanotte, a quel punto non resistetti più e ti chiamai per nome, sperando mi sentissi, sperando non andasti via. Ti girasti guardandomi interrogativa e io mi sedetti sul divano.

-È stato orribile...-

Non dicesti niente, ti misi semplicemente accanto a me aspettando che io continuassi a parlare e in questo modo tu fosti la prima a sapere della mia triste storia...

 

Me ne accorsi solo dopo, ma tu, quella sera, indossavi la collana che ti avevo regalato io, quella collana dalla pietra azzurra che scoprii stare benissimo con i tuoi occhi. Non te la levasti mai, Katara, e questo mi rese davvero contento; invece, scoprire che tu e Aang avevate cominciato a frequentarvi non mi piacque affatto. Mi guardi e mi sorridi teneramente, sembro un bambino geloso vero? Ma sei stata tu a rendermi così, il desiderio che mi ha percorso il corpo fin dal nostro primo incontro e che cresceva ogni volta che ti vedevo, ti parlavo. Alzo la testa, la neve sta cominciando a scendere giù pian piano, delicata, bianca e soffice; tiro fuori una mano dalla tasca per prendere uno dei tanti fiocchi. Tu mi fissi, poi sorridi.

-Questo ti ricorda quella notte?-

Ti guardo e sorrido anche io...

 

Tu volevi bene a Aang, Katara, su questo non c'era alcun dubbio, ma non come lui voleva bene a te. Lo trattavi come un fratellino nonostante fosse più grande di te, lo difendevi sempre e non lo abbandonavi mai. Però non lo amavi. Io lo capii dopo la mia buffa e goffa dichiarazione. Era la vigilia e come al solito eravamo a casa di Toph; c'eri anche tu che rendevi l'atmosfera bellissima. Ridevamo e scherzavamo, in fondo si faceva sempre così sotto Natale, la città si illuminava e tutti sorridevano, tutti.

-Guardate ragazzi, la neve!-

Esclamò Suki guardando fuori dalla finestra.

-Oh cielo! È fantastica, davvero!-

Disse sarcastica Toph. Io guardai fuori, poi guardai te; ammiravi i fiocchi estasiata. La neve ti piaceva davvero tanto, eh Katara? Mentre gli altri continuavano a parlare ti vidi uscire fuori e automaticamente ti seguii, ti fermasti in mezzo al giardino che cominciava a coprirsi di neve e guardasti in alto, tendendo le mani avanti come per raccogliere i fiocchi bianchi. Io ti guardavo da dietro.

-La neve mi trasmette tranquillità...-

Mi facesti sobbalzare e arrossire.

-Così pura e fredda... Potrei rimanere a guardarla per ore-

Mi avvicinai di più a te chiamandoti per nome, tu ti girasti guardandomi sorridente. Rimanemmo a guardarci negli occhi per un po', finchè io non ripresi a parlare.

-Quest'anno non ho un... Un regalo per te...-

E dire che per i negozi avevo girato tanto. Rispondesti che non importava, ma io continuai.

-Però posso darti una cosa...-

E mi chinai a baciarti, lasciandoti sorpresa; la neve non smetteva di cadere giù. Quando staccai le mie labbra dalle tue, cosa che mi risultò estremamente difficile, ti guardai negli occhi rosso come non mai. Faceva freddo, ma mi sentivo bruciare.

-Io ti amo Katara-

Rimasi a fissarmi e ti toccasti le labbra; il tuo mutismo inizialmente mi spaventò, ma poi ti vidi sorridere.

-Questo è il più bello tra tutti i regali, Zuko-

E ti alzasti sulle punte dei piedi riprendendo a baciarmi...

 

Risi. Il giorno dopo rimanemmo entrambi in casa, perchè avevamo beccato l'influenza, te lo ricordi? Tuo fratello fu sorpreso sapendo che ci eravamo fidanzati e per un po' di tempo Aang non mi rivolse la parola, ma era più che comprensibile. Le cose andavano benissimo tra noi, ogni giorno mi innamoravo sempre di più e io pensavo che le cose non sarebbero potute andare meglio. Ti sento sbuffare e ti guardo, poi sospiro capendo il motivo della tua arrabbiatura. Ma che colpa ne avevo io? Come potevo sapere che Mai avrebbe cercato di farti soffrire? E poi non dovresti lamentarti, Katara, non ricordando come è finito tutto...

 

Camminavo per le strade cercando il regalo giusto per te, ormai mancava poco a Natale e dovevo trovare qualcosa di adatto. Peccato che niente nelle vetrine mi ispirasse, mi ricordasse te... Ad un certo punto sbattei contro qualcuno, facendolo finire a terra; quello, anzi quella, brontolò qualcosa mentre io mi scusavo e tendevo una mano per farla rialzare. Quando i nostri occhi si incrociarono sussultai: Mai. Era un'amica di mia sorella, per così dire, e sembrava fosse perennemente arrabbiata col mondo; l'avrò vista sorridere sì e no solo due volte, credo...

-Zuko? Allora non eri scomparso per sempre?-

Mi grattai la testa e, offrendole una tazza di cioccolata calda, le raccontai com'erano andate le cose.; dopotutto lei non mi era antipatica, anzi, credo che fossi persino infatuato di lei da piccolo. Ci divertimmo quel pomeriggio, e la vidi sorridere molto più del solito, e in quel modo mi scordai di comprarti il regalo, Katara. La sera della vigilia ti passai a prendere per andare assieme te a casa di Toph; durante i giorni precedenti eri stata fredda e distaccata con me e non ne avevo compreso molto bene il motivo, credevo solo fossi in quei giorni del mese. Vedendoti sorrisi e tu mi facesti entrare dicendomi che non eri ancora del tutto pronta, mi facesti sedere e, dopo un po' che non mi rivolgevi la parola ti chiesi cosa diavolo avessi. Sbuffasti e mi guardasti in malo modo, i capelli erano ancora un po' in disordine.

-Ma sei stupido o cosa, Zuko? Tu ti permetti di fare quelle cose e io non posso essere arrabbiata con te?-

Ti guardai interrogativo e tu alzasti la voce mettendoti le mani sui fianchi.

-Che avevi da fare quando mi hai dato buca l'altra volta?-

-Dovevo comprarti il regalo di Natale, scema-

Allungasti la mano verso di me.

-Allora, forza, dammelo-

Sospirai, mettendomi una mano in tasca e successivamente impallidii; ti guardai negli occhi e mossi le labbra come per dire qualcosa, ma fui bloccato dai tuoi occhi azzurri che stavano cominciando a inumidirsi.

-Eri con quella ragazza dai capelli neri, vero? Avevi un appuntamento con lei...-

Mi alzai, mettendo le mani avanti e assicurandoti che io e Mai avevamo preso solo una cioccolata; cominciai anche a farfugliare qualcosa su quello che era accaduto quel giorno, ma tu scuotesti la testa.

-Zuko, finiscila... E io che ti amavo davvero...-

ti presi per le spalle e ti baciai con passione, ma le tue mani mi allontanarono.

-Finiscila di prendermi in giro!-

-Katara, smettila di fare la scema!-

Riuscii a zittirti e ti spiegai come erano andate le cose, mi ascoltasti, e questa volta per davvero, senza essere accecata dalla gelosia. Certo, non potevo impedirti di essere gelosa, lo ero anche io dopotutto, ma tu ascoltavi sempre, era uno dei tuoi pregi o sbaglio?

-Se ti ho ferita mi spiace... Ma non essere arrabbiata... Non ce n'è bisogno...-

Abbassasti lo sguardo, evidentemente in imbarazzo, e mi chiedesti scusa. Sorrisi, poi mi grattai la testa.

-Però ora abbiamo constatato che non ho un regalo per te...-

Sorridesti asciugandoti le lacrime.

-Non è un problema, Zuko, davvero...-

A quel punto, non so bene perchè, lanciai un'occhiata al tuo letto che stava proprio dietro di me e poi ti guardai un po' rosso in viso. Tu ti girasti, dicendo che dovevamo muoverci o avremmo fatto tardi, e io ti abbracciai da dietro facendoti sussultare. Cominciai a baciarti il collo, poi tu ti girasti e ci baciammo sulla bocca appassionatamente. In seguito facemmo l'amore e fu come toccare il cielo con un dito...

 

Ormai mancava poco per arrivare a destinazione, era la vigilia e dovevo arrivare in quel posto prima che scoccasse la mezzanotte. Te lo avevo promesso infondo, no? Ci saremmo andati insieme, ti ci avrei portata e saremmo rimasti lì fino alla mezzanotte; era un modo diverso per festeggiare il Natale e anche agli altri andava bene del resto. A un certo punto mi bloccai e tu ti fermasti con me rimanendo a fissarmi. Sapevi che era dura per me, ma non era affatto colpa tua, Katara... Passarono accanto a me delle persone, sorridevano, ridevano, scherzavano allegramente; strinsi i pugni e mi morsi il labbro. Come potevano essere allegre in un giorno come quello, eh Katara? Come potevano sorridere a quel modo, come potevano? Mi facevano venire il nervoso... Erano odiose. Festeggiavano, perchè era la vigilia, perchè tra poco sarebbe stato Natale, giorno felice per tutti quanti...

 

-Un grande albero di Natale?-

Annuisti sorridente.

-Ho sentito che a mezzanotte accenderanno tutte le sue luci spegnendo quelle della città, ci andiamo?-

Ci guardammo tutti. Eravamo sempre stati a casa di Toph, non ci permettevano di andare altrove, ma infondo quella sera potevamo sgattaiolare via, anche se...

-Non preoccupatevi per me, ragazzi... Vengo con voi-

Sorridemmo impacciati alla risposta della mora per poi avviarci verso il centro, dove era stato allestito questo grande albero.

-Se nevicasse, poi, sarebbe il massimo, non pensi Zuko?-

Ti strinsi la mano come risposta e ti sorrisi; stare con te era il massimo, Katara. Camminammo per un po' e finalmente eravamo quasi giunti a destinazione, tu sembravi una bambina impaziente di aprire il suo regalo, così innocente e carina... La strada che stavamo percorrendo cominciò ad affollarsi, evidentemente tutta la città voleva ammirare quelle luci. Attraversammo l'incrocio e a metà strada il semaforo cominciò a lampeggiare, segno che stava tornando rosso; ti strinsi la mano tirandoti velocemente verso l'altra parte della strada, ma tu mi lasciasti andare. Mi voltai e ti vidi scomparire tra la folla, ti chiamai per nome, ma non mi rispondesti. Ripetei il tuo nome ancora una volta cercandoti tra la folla che veniva contro di me; ero perso in un mare di persone e non riuscivo a vederti. Divenne rosso e finalmente la strada si liberò dalla marmaglia; fu allora che ti vidi raccogliere la roba che qualche idiota ti aveva fatto cadere di mano.

-Katara, sbrigati ad attraversare!-

Mi guardasti e sorridesti imbarazzata in segno di scusa, poi corresti verso di me, che stavo ormai sull'altro lato della strada, ma in quel momento tu, correndo, inciampasti nella tua sciarpa, che io ti ripetevo essere troppo lunga per te, e nel farlo un'auto ti prese in pieno. Io rimasi lì, a fissare inerme la strada, per poi continuare a urlare il tuo nome più e più volte...

 

A Natale mi sono innamorato di te, mi sono dichiarato, ti ho fatta mia e poi ti ho perduta per sempre... E ora dove la mettiamo la “gioia del Natale”, eh Katara? Di cosa dovrei gioire io? Di cosa dovremmo gioire tutti quanti noi? Ti guardo, hai espressione triste sul volto, come se pensassi che è colpa tua tutto questo, ma non lo è, affatto. Riprendo a camminare e finalmente arrivo sotto l'albero che dovevamo vedere insieme l'anno scorso, gli altri mi stavano aspettando. Alzo la testa per vedere questa “meraviglia” e non posso fare a meno che pensare a te, Katara. Alla fine lo abbiamo visto, perchè tu sei ancora con me, giusto? E sta anche nevicando, così come volevi tu; mi volto e ti vedo guardare l'albero ammaliata, poi incroci i miei occhi e mi sorridi dolcemente prima di scomparire davanti ai miei occhi...

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: HachiXHikaru