[write for 10
minutes * mystery * dreams of
destruction] HO SCRITTO PER MEZZ’ORA, PORCOFUCK.
Questa
nasce perché sto facendo finta che la settima stagione non
abbia mai cominciato
a uscire, e anche perché alla mia ragazza non piace
Supernatural. Lunga storia,
ma io l’amo lo stesso <3
Fra
le altre cose: NOEMICULO! Chiamami,
stronza.
(edit: ho corretto quei tre/quattro errori di battitura che avevo perso =__=)
Buona
lettura~
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“Row, row,
row
that boat gently down the stream,”
Dean
studia la
bambina, la sua posa composta, le code rosse spettinate e una poco
più alta
dell’altra; non pensa a nulla, mentre la piccola osserva
affascinata il
cane-pupazzo lungo un braccio e lo fa oscillare su e giù a
ritmo con la
filastrocca.
Il cacciatore non sa che farsene, di quei minuti di muta
contemplazione, però
non si trova in condizione di interrogare una creatura che,
più che
probabilmente, potrebbe porre fine alla sua esistenza con un colpo di
tosse.
“Pensavo
che, giunti
a questo punto, avrei avuto una migliore comprensione del genere
umano;”
l’autoproclamata divinità interrompe il gioco per
guardare negli occhi Dean: la
calma che dimostra non è nulla di fuori
dall’ordinario, però è assai
più
terrificante delle ultime parole che sono uscite dalla sua bocca
durante il
loro precedente incontro.
‘Ah
sì, Pinocchio?’
La
bambina solleva
le sopracciglia, divertita, però non sorride con la bocca.
“Trovo strane ancora molte cose, e questo mi
indispettisce.”
Dean
resta in
silenzio: se non fosse perfettamente sicuro di trovarsi in un sogno, e
quindi
di non avere pieno controllo del proprio corpo, avrebbe alzato i tacchi
e se ne
sarebbe andato da tempo, più
veloce della
luce. Invece, un momento prima le pareti sudavano sangue e
grida, e adesso
è immerso nel silenzio, seduto su un letto intatto, a
guardare una ragazzina di
otto anni ora abitata da Castiel.
La
prima cosa che avrebbe
voluto chiedere quando ha riconosciuto chi aveva di fronte era
‘Che fine ha
fatto Jimmy?’, al di là di tutto quello che era
accaduto. Era un uomo buono,
quel Jimmy, ed è terribile pensare che sia semplicemente
scomparso nel nulla
con quel che di buono c’era in Cas.
Non
l’ha detto. Non
gli ha neppure chiesto perché adesso abiti una bambina,
oppure qual è il
significato del loro incontro, e neppure per quale ragione non
assomiglia a un maledetto Morgan
Freeman; sinceramente,
non vuole essere il primo a scoprire l’ira del nuovo Sceriffo.
Però
adesso Castiel
è in silenzio, accarezza con gli occhi il peluche che tiene
in grembo e sembra
aspettare che Dean apra bocca. Ciò non accade, e dopo
qualche secondo di attesa
sospira lievemente, riprende a parlare con garbo.
“Non capisco la vostra ostinazione.”
‘Prego?’
“Perché
vi ostinate a
morire dopo aver fatto tanto. Il
motivo per cui con un colpo di tosse io potrei porre fine alla vostra
esistenza,” e Dean non si dà mentalmente
dell’idiota perché adesso sa che l’angelo
potrebbe sentirlo.
“Il motivo per cui lottate, in primo luogo.”
“Lottare
contro
chi?” Sarebbe terribilmente strano condurre una conversazione
per metà nella
propria testa e per metà a voce, quindi il cacciatore decide
di parlare.
“Contro
tutto.
Contro la morte. Contro di me.”
La divinità alza il volto, e il semplice esserci
emana un potere tanto forte che l’uomo non sa quanto a lungo
potrà ancora
sostenere la conversazione. “Perché mi combatti,
Dean?”
‘È
il mio lavoro,’
pensa prima di potersi fermare. La rabbia di Castiel si manifesta come
poderosi
tuoni fuori dalla stanza che fanno tremare l’orribile
arredamento. “Non prendermi troppo sul serio, sai che sono un bastardo
senza dio. E così
sono molti altri – non è davvero colpa del tuo
paparino.»
Nel
momento in cui
il cacciatore ne è sicuro, sta scavando la propria fossa con
il legnetto di un
ghiacciolo, sul viso tempestato di lentiggini si disegna un sorriso
intenerito:
“Forse hai ragione,” risponde lei.
Alza
il cane e
ricomincia a farlo ondeggiare, questa volta meno convinta.
“Mi dai da pensare. Lo hai sempre fatto, Dean.”
“Nato
per questo,
signore.”
“Immagino
che sia
così.”
È
una conversazione
surreale e molto pericolosa, non ha bisogno che nessuno lo informi di
ciò, però
capisce che è conclusa nel momento in cui Godzilla comincia
a lottare con Kurt
Cobain sulle note di Highway to hell,
e Chuck siede con espressione concentrata sullo sfondo della scena,
prendendo
appunti su un blocco note che tiene sulle ginocchia e complimentandosi
per
questa o quella mossa.
“Row, row, row
that boat gently down the stream,
Charon, Charon, Charon,
Charon, death is but a dream.”