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Autore: pralinedetective    20/10/2011    1 recensioni
È una conversazione surreale e molto pericolosa, non ha bisogno che nessuno lo informi di ciò, però capisce che è conclusa nel momento in cui Godzilla comincia a lottare con Kurt Cobain sulle note di Highway to hell.
[write for 10 minutes * mystery * dreams of destruction] e-chinnn, foyyah!
Genere: Angst, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
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[write for 10 minutes * mystery * dreams of destruction] HO SCRITTO PER MEZZ’ORA, PORCOFUCK.

Questa nasce perché sto facendo finta che la settima stagione non abbia mai cominciato a uscire, e anche perché alla mia ragazza non piace Supernatural. Lunga storia, ma io l’amo lo stesso <3          Fra le altre cose: NOEMICULO! Chiamami, stronza.
(edit: ho corretto quei tre/quattro errori di battitura che avevo perso =__=)

Buona lettura~

 

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Row, row, row
that boat gently down the stream,


Dean studia la bambina, la sua posa composta, le code rosse spettinate e una poco più alta dell’altra; non pensa a nulla, mentre la piccola osserva affascinata il cane-pupazzo lungo un braccio e lo fa oscillare su e giù a ritmo con la filastrocca.
Il cacciatore non sa che farsene, di quei minuti di muta contemplazione, però non si trova in condizione di interrogare una creatura che, più che probabilmente, potrebbe porre fine alla sua esistenza con un colpo di tosse.

“Pensavo che, giunti a questo punto, avrei avuto una migliore comprensione del genere umano;” l’autoproclamata divinità interrompe il gioco per guardare negli occhi Dean: la calma che dimostra non è nulla di fuori dall’ordinario, però è assai più terrificante delle ultime parole che sono uscite dalla sua bocca durante il loro precedente incontro.

‘Ah sì, Pinocchio?’

La bambina solleva le sopracciglia, divertita, però non sorride con la bocca.
“Trovo strane ancora molte cose, e questo mi indispettisce.”

Dean resta in silenzio: se non fosse perfettamente sicuro di trovarsi in un sogno, e quindi di non avere pieno controllo del proprio corpo, avrebbe alzato i tacchi e se ne sarebbe andato da tempo, più veloce della luce. Invece, un momento prima le pareti sudavano sangue e grida, e adesso è immerso nel silenzio, seduto su un letto intatto, a guardare una ragazzina di otto anni ora abitata da Castiel.

La prima cosa che avrebbe voluto chiedere quando ha riconosciuto chi aveva di fronte era ‘Che fine ha fatto Jimmy?’, al di là di tutto quello che era accaduto. Era un uomo buono, quel Jimmy, ed è terribile pensare che sia semplicemente scomparso nel nulla con quel che di buono c’era in Cas.

Non l’ha detto. Non gli ha neppure chiesto perché adesso abiti una bambina, oppure qual è il significato del loro incontro, e neppure per quale ragione non assomiglia a un maledetto Morgan Freeman; sinceramente, non vuole essere il primo a scoprire l’ira del nuovo Sceriffo.

Però adesso Castiel è in silenzio, accarezza con gli occhi il peluche che tiene in grembo e sembra aspettare che Dean apra bocca. Ciò non accade, e dopo qualche secondo di attesa sospira lievemente, riprende a parlare con garbo.
“Non capisco la vostra ostinazione.”

Prego?

“Perché vi ostinate a morire dopo aver fatto tanto. Il motivo per cui con un colpo di tosse io potrei porre fine alla vostra esistenza,” e Dean non si dà mentalmente dell’idiota perché adesso sa che l’angelo potrebbe sentirlo.
“Il motivo per cui lottate, in primo luogo.”

“Lottare contro chi?” Sarebbe terribilmente strano condurre una conversazione per metà nella propria testa e per metà a voce, quindi il cacciatore decide di parlare.

“Contro tutto. Contro la morte. Contro di me.”
La divinità alza il volto, e il semplice esserci emana un potere tanto forte che l’uomo non sa quanto a lungo potrà ancora sostenere la conversazione. “Perché mi combatti, Dean?”

‘È il mio lavoro,’ pensa prima di potersi fermare. La rabbia di Castiel si manifesta come poderosi tuoni fuori dalla stanza che fanno tremare l’orribile arredamento. “Non prendermi troppo sul serio, sai che sono un bastardo senza dio. E così sono molti altri – non è davvero colpa del tuo paparino.»

Nel momento in cui il cacciatore ne è sicuro, sta scavando la propria fossa con il legnetto di un ghiacciolo, sul viso tempestato di lentiggini si disegna un sorriso intenerito: “Forse hai ragione,” risponde lei.

Alza il cane e ricomincia a farlo ondeggiare, questa volta meno convinta.
“Mi dai da pensare. Lo hai sempre fatto, Dean.”

“Nato per questo, signore.”

“Immagino che sia così.”

È una conversazione surreale e molto pericolosa, non ha bisogno che nessuno lo informi di ciò, però capisce che è conclusa nel momento in cui Godzilla comincia a lottare con Kurt Cobain sulle note di Highway to hell, e Chuck siede con espressione concentrata sullo sfondo della scena, prendendo appunti su un blocco note che tiene sulle ginocchia e complimentandosi per questa o quella mossa.


Row, row, row
that boat gently down the stream,
Charon, Charon, Charon,
Charon, death is but a dream.

 

  
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