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Autore: Fenrir_23    20/10/2011    5 recensioni
Mikoto era sempre stata una donna solare, amorevole e dolce. Tuttavia anche le persone in apparenza più sorridenti nascondono lati tutt’altro che angelici del loro carattere.
Per questo Fugaku, Itachi e Sasuke non avevano osato protestare più di tanto – pur non essendo amanti di quel tipo di iniziative – quando Mikoto aveva gentilmente proposto di andare tutti insieme a fare una scampagnata in mezzo ai boschi per … raccogliere castagne.
(ItaSasu)
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mikoto era sempre stata una donna solare, amorevole e dolce. Tuttavia anche le persone in apparenza più sorridenti nascondono lati tutt’altro che angelici del loro carattere.
Per questo Fugaku, Itachi e Sasuke non avevano osato protestare più di tanto – pur non essendo amanti di quel tipo di iniziative – quando Mikoto aveva gentilmente proposto di andare tutti insieme a fare una scampagnata in mezzo ai boschi per … raccogliere castagne.
A dire la verità, quelli a cui proprio non era andata giù quell’idea  – insulsa secondo loro – erano stati Fugaku e Sasuke, caratterialmente meno propensi a quel tipo di gite in allegria. Itachi invece aveva accettato abbastanza volentieri la proposta, anche perché avrebbe potuto approfittare di quella giornata per prendersi una pausa dallo studio, che in quel periodo non gli dava tregua.
In ogni caso, tutta la famigliola aveva dovuto accettare, più o meno volentieri, la proposta, dato che Mikoto li aveva minacciati più o meno implicitamente.
Così si erano ritrovati in macchina tutti e quattro, più il sempre presente Shisui, cugino di Itachi e Sasuke.
Quest’ultimo tra l’altro non riusciva a sopportare il cugino, a causa della sua parlantina un po’ troppo marcata e dei suoi ideali particolarmente strambi, contorti ed estremisti, cosa a cui Sasuke preferiva non pensare, per evitare di farsi venire la voglia di prenderlo a pugni.
Nonostante i presupposti della gita, tutto sembrava relativamente tranquillo: Mikoto era seduta sul sedile anteriore accanto al marito e si occupava di indicargli la strada seguendo le indicazioni del navigatore,  mentre Fugaku dal canto suo si limitava a guidare con aria rassegnata, tipica dei mariti che non hanno più le forze per cercare di contraddire la moglie, maledicendo di tanto in tanto qualche automobilista spericolato o un po’ troppo imbranato.
La situazione dei sedili posteriori invece era piuttosto tesa: Shisui sul lato sinistro aveva dato il via a uno dei suoi soliti accesi e – alla lunga davvero pesanti  – dibattiti  sull’egoismo delle persone, che non pensavano “al bene superiore”, Itachi se ne stava seduto in mezzo – cercando di mascherare la sua ansia per il nervosismo che aveva notato in Sasuke – a giudicare dall’espressione sul punto di esplodere, mentre quest’ultimo se ne stava rintanato sul lato destro, col la schiena girata verso il finestrino e un muso lungo davvero degno di nota.
“Non trovate che la mia idea sia sta fantastica, ragazzi?”Chiese sorridente Mikoto, guardando il marito in attesa di un’ ovvia conferma . Fugaku si limitò ad assentire in modo rassegnato con un lieve borbottio.
“ Oh, certo … davvero una splendida idea mamma, pagherei per trascorrere una giornata così.” Rispose Sasuke, cercando di racchiudere tutta la sua frustrazione in quella semplice frase.
In generale non era così mal disposto verso le uscite con i suoi, anche perché Itachi lo accompagnava sempre, ma l’idea di andare a fare castagne era per lui abbastanza inconcepibile. Sua madre non poteva inventarsi  qualcosa di un po’ più entusiasmante? Già si immaginava le facce di Naruto e Sakura quando gli avrebbero chiesto cosa aveva fatto quel fine settimana. L’avrebbero preso in giro a vita. Lui, Uchiha Sasuke, che andava a raccogliere castagne.
“Uffa, quando fai così sei identico a tuo padre sai?”Protestò sua madre. “Che razza di adorabili musoni.”
“Mikoto, io non sono adorabile!”Si affrettò a chiarire Fugaku, con aria indignata e stizzita.
“Si, si, lo so caro.”
“Ha avuto proprio una splendida idea, Mikoto San!” Aggiunse Shisui, sorridente.
Sasuke lo  guardò schifato.
Itachi, che si ritrovava in mezzo a tutto quel delirio cercò di  cambiare argomento, maledicendosi mentalmente dopo aver realizzato che forse quella non era la domanda migliore: “Quanto ci vuole per arrivare?
“Abbiamo ancora un’ora e mezza, caro.” Rispose Mikoto.
Itachi si passò una mano sulla fronte: “quanto mai gliel’ho chiesto.”
Successe quello che aveva temuto: vide Sasuke sbuffare ancora più nervosamente, assumere un’espressione ancora più stizzita di quella che già aveva  e  tirarsi su il cappuccio della felpa, girandosi completamente verso il finestrino. “grazie di avermelo fatto sapere, niisan, sai sempre come sdrammatizzare la situazione.”
“Oh Sasuke … scusa e dai, non pensavo che …” Itachi rinunciò a tentare di fare qualcosa, ben consapevole che Sasuke non gli avrebbe parlato per il resto del viaggio. Avrebbe dovuto arrabbiarsi per quel comportamento infantile di suo fratello, ma lo conosceva anche troppo bene ed aveva imparato a capire anche quei lati del suo carattere, forse insopportabili agli occhi di un estraneo, ma praticamente adorabili per lui. E poi sapeva bene che Sasuke non era realmente arrabbiato con lui quando faceva così: doveva solo sfogare la sua frustrazione.
 
 
 
 
 
 
Arrivarono alla meta dopo due ore, mezz’ora in più del tempo previsto da Mikoto e persero un’altra mezz’ora buona per cercare parcheggio, fra le imprecazioni di Fugaku.
Scesero dalla macchina, stiracchiandosi per sgranchirsi dopo il lungo viaggio. Shisui non aveva smesso una attimo di parlare.
 Intorno a Sasuke alleggiava un’aura puramente negativa.
Si incamminarono lungo un piccolo sentiero che conduceva nel cuore del bosco: effettivamente l’idea di Mikoto non era poi stata così male, quel posto valeva la sua reputazione, era davvero bello.
Il sentiero che percorsero si faceva largo fra alberi delle più svariate tipologie: querce, castagni, tutti alberi che dovevano avere una certa età, data la loro imponenza. “Sarebbe il posto perfetto per gli studi di un botanico.” Osservò Shisui.
Continuarono a camminare, fino ad arrivare ad un piccolo spiazzo, dove Mikoto si arrestò. “Osservate bene intorno, ci ritroveremo qui.”Disse, dando ad ognuno i cestini per la raccolta delle castagne che Fugaku si era pazientemente portato appresso.
“Avete due ore per raccogliere più castagne che potete, mi raccomando. Fate felice la vostra mamma!”
“Non si preoccupi Mikoto San, le porterò così tante castagne che avrà le scorte fino al prossimo anno!” esordì euforico Shisui, cominciando ad avviarsi.”A dopo allora: Itachi, Sasuke muovetevi.”
“E chi ti ha detto che veniamo con te?” Rispose Sasuke con un ringhio a mezza voce che Itachi preferì ignorare.
“A dopo.”Li salutò Itachi, trascinandosi dietro il fratello.
 
 
 
Sasuke raccolse di malavoglia l’ennesima castagna, mettendola nel cesto che aveva lasciato a terra. “Che giornata divertente.”
“E dai otouto, perché devi sempre vedere il lato negativo delle cose?”Chiese Itachi, cercando di far capire a Sasuke che quella giornata non era poi così brutta.
“Non è che colgo il lato più negativo delle cose, niisan. Semplicemente questa giornata è negativa. Tutto qui.”Constatò lui.
“Sarebbe ancora negativa se queste due ore decidessi di passarle da solo col tuo fratellone?”Gli disse Itachi piano, sorridendo appena, con una nota di malizia nella voce.
“Itachi, lo sai anche tu che in  luoghi pubblici non-“
“Che avete da borbottare voi due?”Chiese Shisui, infilandosi fra i due fratelli.
“Niente che ti riguardi.” Fu il commento di Sasuke, sempre più intollerante nei confronti del cugino.
Itachi provò un certo dispiacere all’idea di lasciare da solo suo cugino Shisui, anche se sapeva che di certo non avrebbe avuto problemi, ma l’idea di trascorrere quelle due ore solo con Sasuke lo attirava troppo.
Il loro rapporto era particolare, non erano semplici fratelli; Erano ormai passati due anni dal giorno in cui avevano scoperto entrambi di provare qualcosa che andava oltre al semplice amore fraterno. A quel tempo avevano rispettivamente quattordici e diciannove anni.
Quella era una delle poche occasioni in cui potevano passare del tempo da soli, fuori di casa, in un luogo poco affollato. E Itachi non voleva farsela scappare, anche perché sapeva che sarebbe servito a migliorare l’umore del fratellino.
“Shisui, guarda su quell’albero, c’è una tana di scoiattoli.”Disse.
“Oh, hai ragione Itachi!!”Rispose l’altro arrampicandosi sul tronco. “Vediamo un po’…”
“Senti io e Sasuke andiamo avanti, ci raggiungi dopo?”
“si si.” Rispose lui, senza degnare di troppa attenzione Itachi, che colse subito l’occasione per allontanarsi col fratello.
Sasuke lo seguì di buon grado, non riuscendo a nascondere una certa soddisfazione per essersi finalmente liberato del cugino.
 
 
 
 
 
                                                                                ***
 
 
 
 
 
“Dove stiamo andando?”Chiese il più piccolo degli Uchiha, seguendo il fratello maggiore.
“Cerchiamo un posto in cui non ci possano trovare.”Gli disse Itachi, continuando a camminare a passo sostenuto fra gli alberi e i rovi, che si facevano sempre più fitti.
“Ma lo sai anche tu che non possiamo fare .. certe cose …”
“Voglio solamente trascorre un po’ di tempo da solo con te otouto, tutto qua.”
Si fermarono vicino ad un piccolo dirupo, alla fine del quale si trovava un groviglio di rovi: di certo non sarebbe stata una bella esperienza finirci in mezzo. Itachi si allontanò di qualche metro da Sasuke, in cerca di un posticino un po’ appartato. “Otouto sta attento.”
“Si, niisan dovresti smetterla di trattarmi come un bambin -“ Sasuke non fece in tempo a finire la frase. Senza accorgersene, aveva messo il piede su  di un grosso masso poco stabile, ai piedi del dirupo, che non era poi molto ripido o profondo, ma abbastanza in pendenza da permettere di finirci in fondo senza troppi problemi, perdendo l’equilibrio.
“Sasuke!!!” Lo chiamò Itachi allarmato, correndo verso il punto in cui era caduto.
“Niisan!!” Sasuke rotolò giù per una decina di metri, cercando disperatamente di arrestare la caduta,  ottenendo come risultato solo quello di graffiarsi le mani, e finì in mezzo ai rovi pieni di spine che gli rimasero conficcate nella pelle e sui vestiti, graffiandolo.
Itachi intanto non aveva perso un attimo, si era affrettato a scendere dal dirupo a sua volta, stando attento a non inciampare e si era infilato fra gli arbusti cercando Sasuke, chiamandolo spaventato.”Otouto … otouto?!”
“Niisan … son qui …”Rispose lui dolorante.
Itachi si fece largo fra i rami, affrettandosi a raggiungerlo.”Va tutto bene otouto .. ci sono qui io, ti tiro fuori.”Gli disse, afferrandolo piano per spostarlo da li.
”Attento … sono pieno di spine.”
Uscirono da quella specie di labirinto di spine, ed Itachi mise delicatamente Sasuke seduto sulle sue gambe, attento a non fargli male. “aia …”Mugugnò lui.
Suo fratello minore era pieno di graffi, in particolare sulle braccia che aveva evidentemente usato per proteggersi e i suoi vestiti erano strappati in più punti. Aveva un’espressione abbastanza sofferente e mortificata ed Itachi non riuscì a nascondergli uno sguardo intenerito e allo stesso tempo preoccupato.
“Senti dolore da qualche parte?”Gli chiese con tono gentile.
“No …” borbottò Sasuke a mezza voce. Sentì Itachi che gli afferrava un braccio, sospirando di sollievo ed iniziava a togliergli delicatamente le spine.
“Non ti avevo detto di fare attenzione?”
“Scusa …”Rispose Sasuke sinceramente dispiaciuto,  rannicchiandosi contro il suo petto . “Sono un imbranato.”
Itachi riuscì a capire dal modo in cui Sasuke si era stretto a lui quanto fosse abbattuto ed anche un po’ spaventato per quello che era successo e gli rispose teneramente, dandogli un leggero bacio sulla fronte: “Non dire certe cose otouto, può capitare a chiunque.”
Riprese a togliergli le spine con delicatezza, facendo attenzione a non fargli male.
“Ai!”Protestò Sasuke con tono lamentoso, facendo pensare ad Itachi che stesse approfittando di quella situazione per essere trattato con particolare cura.
L’Uchiha più grande impiegò parecchio per finire di togliere le spine che si erano conficcate nella pelle di sasuke: alcune erano persino rimaste all’interno dei vestiti.
Una volta finito, si fermò un attimo, guardandolo.”sei tutto pieno di graffi, otouto.” Osservò, leccandogli delicatamente la guancia.
Sasuke arrossì violentemente, tentando di spostarsi, ma senza troppa convinzione. “Niisan … ci potrebbe vedere qualcuno.”
Lui lo zittì mettendogli l’indice davanti alle labbra e continuò a leccargli le ferite, passando poi a quelle sulle braccia.
Sasuke si strinse ancora di più al fratello, per nascondergli la sua espressione imbarazzata. “Niisan … è … una cosa inutile.”
“Non è vero otouto, così si disinfettano.”
Sasuke a quel punto sentì una sensazione, calda,strana, confortante: la solita che provava quando stava con Itachi . Posò un bacio leggero sulle sue labbra, che lui ricambiò con un certo trasporto, alzandosi in piedi con Sasuke  in braccio.
“Niisan!! Ti ho detto che non  sono un bambino piccolo, lasciami!!” protestò il minore.
Itachi scorse un varco fra i rovi piuttosto spazioso, come una specie di rifugiò e si incamminò verso di esso.
“Ma che … niisan?”Sasuke lo guardò confuso.
“Li non ci vedrà nessuno. Ho solo voglia di stare un pochino con te otouto.” Gli disse, sedendosi per terra sulle foglie, con Sasuke sulle sue gambe.
Itachi gli diede un bacio casto sulle labbra e a quel punto lui avvolse delicatamente le braccia intorno al collo del fratello, sussurrando imbarazzato e a bassa voce:”Anche io voglio stare con te.”
Dopotutto, quella giornata si stava rivelando inaspettatamente piacevole.
 
 
Ciao a tutti :3
Innanzitutto premetto una cosa: vorrei dedicare questa breve shot a “New Moon”, il forum ItaSasu che frequento da ormai qualche mese.
Non so da quale strano e contorto ragionamento della mia mente sia venuto  fuori di mandare la famiglia Uchiha a far castagne, ma adesso che comincia a far freddo non ho potuto fare a meno di pensarci.
Spero vi sia piaciuta! 


 
   
 
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