Anime & Manga > L'uomo tigre
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Autore: telesette    21/10/2011    5 recensioni
Le cose che Naoto non ebbe mai il coraggio di dire alle persone che più lo avevano amato, coloro che nella sua vita gli sono stati cari più di ogni altra cosa. Due lettere scritte, col cuore e con la mente, perché il suo ricordo resti vivo in loro e non solo...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultime Lettere di Naoto Date

Cara Ruriko

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che tu e tuo fratello avete già ricevuto le mie volontà testamentarie… E questo significa dunque che non potremo più rivederci, purtroppo. Non è facile per me dirti adesso quello che non ho avuto il coraggio di dire allora. Tu e i ragazzi forse siete riusciti a perdonarmi per ciò che ho fatto, ma la verità è che sono io a non essere ancora riuscito a perdonare me stesso. Quando ero bambino, desideravo più di ogni altra cosa diventare forte: volevo diventare forte per non subire mai più ingiustizie e prepotenze; volevo diventare forte perché nessuno mi calpestasse più sotto i suoi piedi; volevo diventare forte per emergere da quella situazione ingiusta e meschina, dove la società ci aveva messo per il semplice fatto che eravamo degli orfani; volevo diventare forte per dimostrare che un orfano è uguale a tutti gli altri; volevo diventare forte per riscattare la tristezza e il dolore con la dignità che spetta a qualunque essere umano; volevo diventare forte per non dipendere da altri che da me stesso e volevo diventare più forte perché le cose che ho visto non ricadessero su altri bambini innocenti… Volevo diventare davvero una tigre, forte e spietata contro i nemici ma dolce e sensibile con i propri cuccioli. Come Uomo Tigre, tu stessa hai visto quello che ero e quello che sono diventato. Ho indossato per molto tempo una maschera da diavolo e, senza che me ne rendessi conto, quella maschera è finita col diventare il mio vero volto. Ero partito con l’idea di essere forte ad ogni costo, anche slealmente così come la vita è sleale con tutti, ma sei stata tu ad aprirmi gli occhi. Il giorno in cui tu mi supplicasti di dimostrare a Kenta che non è la violenza a fare di una persona un essere umano, per la prima volta mi sono profondamente vergognato di me stesso. Avevi ragione naturalmente e, per quanto ho potuto, da allora ho sempre cercato di riscattare il profondo valore degli ideali e anche me stesso. Ho combattuto molti incontri, contro avversari crudeli e senza scrupoli, ma ho sempre cercato di comportarmi lealmente, per dimostrare ai bambini che le parole hanno valore solo se si mettono in pratica. Tu hai sempre insegnato loro che essere buoni non vuol dire essere “vittime”, ma impegnarsi perché i sentimenti abbiano solide basi su cui crescere; io invece cercavo di dare loro l’esempio, perché non si arrendessero mai davanti a nulla e perché la loro volontà fosse più forte di qualunque altra cosa. Ho fatto una promessa, a te e a Kenta, e ancora oggi non so darmi pace per averla infranta. Ho promesso che sarei sempre stato leale e che, anche di fronte alle avversità, avrei comunque saputo vivere e lottare correttamente. Purtroppo non sono stato abbastanza forte da mantenere questa promessa, col risultato che avete visto anche voi. Ho combattuto il mio ultimo incontro come solo una belva poteva fare, sono diventato un mostro allo stesso modo del mio avversario, e non c’è nulla in grado di giustificarmi. Il “Demone Giallo”, come ero solito venire chiamato una volta, ha preso il sopravvento su tutto ciò in cui credevo: tutta la rabbia e il dolore, accumulati negli anni, hanno risvegliato in me la voglia incontenibile di vendicarmi; Grande Tigre ha pagato, per tutto e per tutti, ma la sua morte non mi ha dato alcunché in cambio; ucciderlo è servito solo a macchiarmi di altro sangue e a fare di me uno spergiuro e un assassino. Da allora non ho trascorso un solo giorno senza provare rimorso, ma soprattutto temendo che il mio esempio possa condizionare altri a ripetere ciò che ho fatto. Se messi davanti a situazioni critiche, dove l’innocenza e la virtù possono perdersi in un attimo, anche i ragazzi domani potrebbero pensare che uccidere chi vuole farci del male sia giusto… Ma non è questa la soluzione! Se fossi morto allora, sconfitto ma fedele fino in fondo alle mie convinzioni, che cosa avrebbero pensato ? Come si comporteranno loro al mio posto e che valore daranno alla vita altrui, se la loro vita si troverà in pericolo ? Queste e altre domande non hanno fatto altro che tormentarmi, mia dolce Ruriko. Tu forse sapresti rispondermi, sapresti darmi un motivo per essere tranquillo, e probabilmente mi diresti anche che “il buono di ognuno di noi è ciò che ci riscatta davanti agli occhi di tutti”. Ricordo ancora quando me lo hai detto la prima volta, quando eravamo bambini e tu mi consolavi perché ne avevo combinata qualcuna delle mie. Ora ho capito il vero significato delle tue parole e, se i bambini riusciranno a tirare fuori il meglio di loro, né io né tu dovremo temere per il loro futuro. Mi mancate, tu e i ragazzi: Kenta, Gaboten, Tappy, Yoshibo… Darei qualunque cosa per poter tornare indietro e “fingere” che non sia accaduto nulla, ma non posso. Dentro di me c’è come una ferita che non si è ancora rimarginata. Stare lontano da voi è l’unico modo in cui posso espiare le mie colpe; solo così ho potuto infatti riflettere e convincermi che questo sarà il mio ultimo insegnamento utile per quei bambini. Affinché non ripetano i miei errori e diventino persone migliori, ricorderanno che non esiste alcuna gioia nel comportarsi slealmente e faranno di tutto per non vivere mai col mio stesso rimorso. Ci sono molte altre cose che vorrei dirti, ma non riuscirei mai a dirtele tutte in questa semplice lettera… Solo una però vorrei che tu sapessi e serbassi nel tuo cuore, assieme al mio ricordo. Anche se non ci vedremo mai più, e se dirtelo così mi costa un dolore immenso, la verità è che ho amato solo una persona più di tutti coloro che mi sono cari. Quella persona sei tu, Ruriko, e non smetterò mai di volerti bene anche quando il mio cuore cesserà di battere!

Naoto

 

***

 

Carissimo Kenta

Ormai sarai diventato un ometto e gli ometti non piangono, lo sai. Tra tutti voi bambini, che tanto affetto avete saputo donarmi anche se non lo sapevate, tu eri quello più scanzonato… Ma anche più coraggioso e determinato degli altri. Quando ti conobbi la prima volta, mi ricordavi quasi come ero io alla tua età: indisciplinato e attaccabrighe, che non dava mai retta a nessuno e si ficcava nei guai, proprio per questo mi faceva sorridere guardarti e immaginare com’ero allora. Tuttavia c’è anche qualcos’altro che ti devo proprio dire, sperando che tu sia abbastanza grande da comprendere adesso. Ogni volta che salivo su quel ring, tu sei stato accanto a me in ogni incontro. Con le tue grida di incitamento e il tuo sostegno, ho trovato sempre la forza di reagire anche davanti ai nemici più duri. Se sono arrivato a vincere così tanti avversari, lo devo soprattutto al fatto che hai creduto in me fino alla fine. Mi dispiace se ti ho deluso, se in qualche modo ti ho tradito, vorrei che tu potessi capire quanto mi dispiace. Se solo potessi parlarti, spiegarti, ti chiederei di non giustificare in alcun modo ciò che ho fatto… Perché è sbagliato! Tutto il sangue che ho versato come Uomo Tigre non era inutile, Kenta; non esiste una via facile o una difficile, esiste solo ciò che è giusto e sbagliato in ogni situazione; se l’uomo sbaglia non vuol dire che l’ idea di giustizia è sbagliata, possiamo commettere errori ma dobbiamo poi avere l’umiltà di riconoscerli perché l’idea di correttezza abbia dunque un senso. Io ho sbagliato, ho sbagliato nel cedere al mio istinto violento e alla rabbia che mi bruciava dentro, ma dentro di me è ugualmente vivo il rimorso. Ed è proprio quel rimorso che deve servirti da monito, mio piccolo Kenta! Affinché tu non debba mai provare quello che ho provato io, affinché tu possa diventare migliore di quello che non sono stato io e affinché tu possa andare fiero e orgoglioso delle tue azioni, senza mai doverti vergognare di te stesso. Insieme a questa lettera, ho voluto che tu ricevessi anche questo mio ultimo regalo: la maschera di Tigre voglio che sia per te qualcosa di più che un semplice pezzo di pelle conciata, con la quale nascondere il tuo volto al resto del mondo; quando guarderai questa maschera, ricordati quanto coraggio e fatica occorrono per realizzare i propri sogni; impegnati affinché i tuoi si realizzino e aiuta i tuoi amici a realizzare i loro; fai in modo che i deboli non debbano mai soffrire e schierati sempre dalla parte dei giusti, qualunque cosa accada; impara a vedere la gioia sul volto dei più piccoli e accontentati di questo, senza mai chiedere o pretendere alcun tipo di ringraziamento; affronta ogni difficoltà con la tua grinta e il carattere, che ho sempre visto brillare nei tuoi occhi di bambino, e sforzati di essere leale e corretto anche col tuo peggiore nemico… Solo così saprò che sei diventato un vero uomo e che, qualunque strada sceglierai di intraprendere, sarai tu il vero e unico Uomo Tigre! Con Affetto

Naoto

FINE

   
 
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