PROLOGO
Londra, 31 Maggio 2009.
Pioveva.
Oh sì.
Me ne stavo sul mio letto, sotto le coperte, a contare le goccioline che scorrevano veloci dall'alto verso il basso, su quella stupida finestra.
Il rumore battente della pioggia sul soffitto, colmava la stanza, silenziosa.
Era piacevole, e allo stesso tempo torturante.
Il mio respiro accellerava sempre di più, ogni volta che la mia mente ripensava a quegli occhi. Così verdi, e così smeraldi.
E ai suoi ricci, soffici e candidi ricci marroni.
Harry, aveva detto che si chiamava. Peccato, che era solo un passante. Un semplice ragazzo, che stava lì per caso.
La sua mancanza mi torturava, anche se ci avevo parlato solo per due ore.
Le due ore più piacevoli della mia vita, posso affermare.
Non lo conoscevo nemmeno, ma era un'ossessione continua.
Il pensiero che non l'avrei visto mai più in tutta la mia vita, mi faceva esplodere il cuore nel petto. Mi graffiava la gola, ogni volta che sputavo parola.
Harry, Harry, Harry, Harry.
Ecco cosa avevo in testa. Solo il suo nome, solo il suono della sua voce melodiosa. Solo i suoi occhi.
Questi erano gli ultimi ricoridi.
La cosa buffa è, che a lui, sembrava non importare.
Questo è stato come dire, un fottuto epilogo, una parte molto asdfggerwgt del capitolo.(?)
No, cioè io spero che vi piaccia e che questa parte vi abbia incuriosito molto da far in modo di continuare a leggere la storia. :)
-M.