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Autore: FottutamenteStefy    21/10/2011    4 recensioni
«La mia felpa verde non c’è! E’ scomparsa… così come è scomparsa la mia matita, e il mio profumo, e il mio diario, e il mio bracciale e la federa del mio cuscino!»
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cleptomania
Autore: FottutamenteStefy
Rating:R
Genere: Romantico, Angst, Commedia.
Riassunto: «La mia felpa verde non c’è! E’ scomparsa… così come è scomparsa la mia matita, e il mio profumo, e il mio diario, e il mio bracciale e la federa del mio cuscino!»
 
Note iniziali: Dedico questa mini ff alla mia amica Eleonora a cui voglio davvero un mondo di bene! Sono contenta di aver conosciuto una persona così speciale =) Grazie di tutto, davvero <3 e scusami se ci ho messo così tanto a scriverla D:
 
Allora, questa è la prima volta che mi cimento in una Jongkey! Non è nulla di che, ma per essere la prima (di una lunga serie, spero) penso sia venuta abbastanza bene (per stavolta cerco di non lamentarmi XD). Ho voluto iniziare con qualcosa di leggero - e di non troppo lungo, giusto per vedere come sono messa con questo genere di fic XD
Concludo il mio noiosissimo monologo dicendovi che Cleptomania sarà composta solo da 3 capitoli.
 
A voi l’ardua sentenza XD Buona lettura <3
 
Ps. Ringrazio Carly per questo bellissimo banner *W*
 
 
Disclaimers:Non possiedo né Jonghyun né Kibum né gli Shinee, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
 
 

CLEPTOMANIA
 

 
-Capitolo 1-

 
 
 
«Key, ti vuoi muovere?» lo incitò Onew dalla soglia della porta.
Il ragazzo dai capelli biondi come l’oro sbuffò. «Un attimo, un attimo!» disse stizzito frugando nuovamente nel suo beautycase alla ricerca della matita. Bene, perfetto, ottimo! Era sparita anche quella.
«Ci stanno aspettando tutti di sotto,» lo avvisò l’altro incrociando le braccia al petto, «e siamo in ritardo. Molto in ritardo.»
«Lo so hyung, ok? Non farmi la predica.» si lagnò andando a rovistare in tutti i cassetti del mobiletto sopra il lavandino. Forse l’aveva messa lì, o forse gli era caduta per terra, o forse era finita sotto il tappeto, o forse-
Onew alzò gli occhi al cielo. «Non ti faccio la predica, dico solo che sei sempre il solito ritardatario e che un giorno di questi ti lasceremo col culo per terra. Così poi vediamo se-»
Key si voltò e lo incenerì con la sola forza dello sguardo. «Non oseresti hyung.» gli sibilò a due centimetri dalla faccia, con l’espressione più minacciosa che gli riuscì.
Il castano deglutì e indietreggiò di qualche passo alzando le mani all’altezza della testa. «Se magari fossi più veloce-» e di nuovo fu interrotto dallo sguardo omicida di Key.
«Senti hyung,» fece il biondo portandosi le mani sui fianchi e assumendo la sua solita posa da Divah incontrastata, «non è colpa mia se mi spariscono le cose! Se tutto fosse al suo dannato posto, non perderei tempo a prepararmi!» argomentò alzando le sopracciglia quasi fino all’attaccatura dei capelli.
Onew lo guardò scettico. «…e cosa ti sarebbe sparito stavolta?»
«La matita per gli occhi.» rispose indignato. «Cioè, è assurdo no? Come fanno le cose a volatilizzarsi così nel nulla?»
«E’ quello che mi chiedo sempre anch’io.» disse ironicamente dando un’occhiata al display del cellulare. «Merda è davvero tardi. Muoviti!»
Key si vide costretto ad abbandonare la ricerca della sua matita perduta. «Ok, prendo la felpa e sono pronto.» borbottò dirigendosi nella sua camera, e non appena vi entrò i suoi occhi si sbarrarono. «No, non è possibile.» fece inorridito.
«Cosa?» domandò Onew, che l’aveva seguito.
Key indicò il letto e boccheggiò. «Era lì.» gracchiò. «Ti giuro che l’avevo messa lì prima di andare in bagno!»
«Ma cosa?» chiese il castano, ora veramente curioso e per metà preoccupato.
«LA FELPA VERDE!» sbottò il biondo con gli occhi sempre più dilatati. «L’avevo lasciata lì e ora non c’è più! Non sono pazzo! L’avevo tirata fuori dall’armadio e l’avevo posata sul letto e ora non c’è più! Hyung capisci?? Capisci?» strillò sull’orlo di una crisi di nervi.
Il ragazzo gli mise le mani sulle spalle e cercò di farlo stare fermo. «Kibum, stai calmo, ok?»
«Come faccio a stare calmo se tutte le mie cose spariscono?»
Onew rilasciò un sospiro. «Sei troppo paranoico, è questo il vero problema.» disse scuotendo leggermente il capo. «Sono sicuro, anzi, sicurissimo, che pensavi di aver preso la felpa dall’armadio e di averla posata sul letto, ma invece non l’hai fatto.»
«Ti sbagli hyung, l’ho fatto eccome! Lo ricordo benissimo.» ribatté il biondino scrollandoselo di dosso.
«E invece scommettiamo che la tua amata felpa si trova ancora qui?» disse con ovvietà il castano aprendo di scatto le ante dell’armadio. Il suo sorriso incoraggiante vacillò per qualche secondo. «Sarà dietro qualche maglietta.» mormorò spostando le crucce a destra e sinistra. «Deve esserci per forza.»
Key incrociò le braccia al petto e sbatté un piede per terra. «E’ inutile che cerchi lì dentro. Ti dico che non c’è.»
«Ma no, ma no! Sarà qui da qualche parte.» ribatté con un cipiglio, rivoltando tutto il vestiario dell’amico.
Il biondo trasalì. «Hyung smettila di mettermi a soqquadro l’armadio!» gridò nervoso, fermandolo. «La mia felpa verde non c’è! E’ scomparsa… così come è scomparsa la mia matita, e il mio profumo, e il mio diario, e il mio bracciale, e la federa del mio cuscino!» elencò portando il conto con le dita. «Hyung, tutto quello che mi circonda sta svanendo nel nulla!» disse con una nota di terrore nella voce.
«Oh, andiamo, non fare l’idiota adesso.»
«Non sono affatto un idiota.» Key assottigliò gli occhi. «Nel nostro dormitorio sta accadendo qualcosa di strano, qualcosa di inspiegabile! O peggio:  di sovrannaturale!»
Il castano alzò un sopracciglio, scettico. «Sovrannaturale
Kibum deglutì e si guardò intorno con circospezione. «E se ci fossero delle presenze? E se il nostro dormitorio fosse stato costruito su delle antiche tombe e gli spiriti volessero farci capire di sgombrare dal loro territorio?»
Jinki restò a guardarlo per interminabili secondi e poi scoppiò a ridere. «Oddio, questa è la cosa più stupida che tu abbia mai detto!» rise, facendo finta di asciugarsi una lacrima invisibile.
«Onew hyung sono serio!»
Lui alzò gli occhi al cielo. «Ma per piacere, non crederai davvero a queste assurdità? Ci sarà una spiegazione plausibile e razionale alla scomparsa dei tuoi oggetti, vedrai!»
«Io non ne sarei così sicuro.» continuò, lanciando sguardi preoccupati in ogni angolo della sua camera.
«Comunque adesso dobbiamo andare, forza.» e detto questo si incamminò verso la porta, lasciando un Kibum inquieto dietro di sé.
 
 
***
 
 
Key prese posto accanto a Minho, evitando di sedersi come sempre al fianco di Jonghyun. Aveva deciso di mettere dei paletti alla loro amicizia e di allontanarsi da lui per capire cosa gli stesse succedendo, dato che la sua mente non faceva altro che accumulare pensieri abbastanza strani… Pensieri che avevano come protagonista un Jonghyun dannatamente sexy che lo baciava appassionatamente, e che poi lo faceva stendere su un letto abbellito da lenzuola di seta rosse.
No, decisamente c'era qualcosa che non andava.
Lui e Jong avevano da sempre avuto un rapporto speciale; erano affiatati e affini come pochi, tant’è che questo attaccamento viscerale, aveva portato Key ad affezionarsi a lui e a volergli sempre più bene… talmente bene, che il suo cuore aveva iniziato a reagire in modo bizzarro ogni volta che se lo trovava davanti.
Quel bene era diventato decisamente troppo per i suoi gusti.
Con un sospiro, si sistemò le grandi cuffie sulle orecchie e poi sollevò gli occhi, incrociando immediatamente lo sguardo del suo hyung che lo guardava malinconicamente. Anche lui si era forse accorto che qualcosa nel loro equilibrio si era spezzato?
Voltò prontamente la testa dall’altra parte e fece finta di ascoltare qualsiasi cosa stesse raccontando Taemin.
L’intervista radiofonica iniziò qualche minuto dopo. Il dj avvicinò il viso al microfono facendo un cenno agli altri di tenersi pronti.
«Hellooo, helloooo!» canticchiò battendo le mani a ritmo. «Qui è *Akiko Maiko- il vostro dj preferito a darvi il buongiorno! Stamattina sono in compagnia di cinque fantastici ragazzi! Mi sento molto fortunato!» disse euforico. «Ragazzi, avete voglia di salutare il nostro pubblico di RadioPlay?»
I cinque allora, iniziarono ad intonare il ritornello di Hallo fino a che Akiko non applaudì, interrompendoli.
«E sì miei cari amici, qui con me ci sono gli Shinee!» partirono delle urla registrate e poi il dj proseguì. «Allora, come state? Vi siete svegliati presto stamattina?»
«Stiamo bene, ma devo dire che abbiamo sempre troppo sonno.» rispose il leader con la sua innata simpatia.
«Ha ragione,» convenne Minho, «se fosse per me dormirei tre giorni di fila pur di recuperare un po’ di sonno. Non sapete poi che faticaccia sia stata stamattina abbandonare il letto.» mormorò, lanciando una strana occhiata a Taemin, che squittì.
«La vita degli Idol è sempre molto estenuante!» concordò il dj, annuendo. «E ditemi, come vanno le cose? Siete pronti a debuttare anche in Giappone?»
Jonghyun prese parola: «A giorni registreremo il video di Lucifer in versione giapponese, siamo molto eccitati per questo.»
«Ci stiamo preparando molto duramente,» aggiunse Taemin stringendosi nelle spalle, «io e gli altri stiamo studiando anche il giapponese, ci teniamo a fare una bella figura.» disse dolcemente, aggiustandosi sulla sedia girevole.
«Sono sicuro che sarete straordinari come sempre.» commentò Akiko. «E per quanto riguarda l’amore… c’è qualcuno che attualmente occupa un posto speciale nei vostri cuori?»
Key scosse brutalmente la testa, guadagnandosi un’occhiata perplessa dal resto del gruppo. «Nessuno, assolutamente no. Non c’è proprio nessuno!» disse apprensivo, sudando quasi freddo.
Il dj alzò un sopracciglio, stranito da quella reazione. «Ehm… O-ok, gli altri invece?»
Minho si schiarì la voce ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Taemin gli tirò una gomitata nello stomaco -poi sorrise falsamente ad Akiko, dando delle piccole pacche sulle spalle del suo hyung. 
Akiko si grattò la testa, abbastanza confuso. «Jonghyun?»
Il ragazzo si morse le labbra, indeciso su cosa rispondere. «Beh… non saprei.» balbettò facendo una smorfia con la bocca.
«Che significa?»
Jong deglutì e per un breve momento incatenò i suoi occhi a quelli felini del suo migliore amico, che lo guardavano smarriti e per metà terrorizzati. «Non c’è nessuna ragazza nel mio cuore, no.» rispose giocherellando con la manica della sua maglietta.
«Quindi sei ancora disponibile!»
«Direi di sì.» mormorò, facendo spallucce.
«Qualcuno nel mio cuore c’è!» esclamò Onew catturando l’attenzione di tutti.
«Davvero?» chiese il dj, finalmente contento di aver avuto una risposta affermativa.
«Ah, ah,» annuì con un sorriso, «sono completamente pazzo di lui.»
«Lui???» ripeté spalancando gli occhi.
«Sì.» confessò gongolando sul posto. «La maggior parte delle volte è tenero e caldo, ma io lo preferisco leggermente più duro, ha presente?»
Akiko sbiancò. «D-duro?»
«Sì, duro! Perché almeno così posso mordicchiarlo meglio.» spiegò il leader, come se nulla fosse. «A lei non piace così?»
Maiko rimase per svariati secondi con la bocca semi aperta per lo shock. «Aheeem n-non credo!» balbettò, cercando di riprendersi. «Comunque credo sia arrivato il momento della pubblicità!» sorrise a denti stretti verso la regia. «A fra poco con gli Shineeeeee!!»
Non appena la musichetta della pubblicità risuonò nelle loro cuffie, Akiko si alzò di tutta fretta dal suo posto, lasciando gli Shinee da soli.
Onew lo seguì con gli occhi fino a quando non lo vide chiudersi la porta alle spalle, poi alzò un sopracciglio e si incrociò le dita in grembo.
Gli altri ragazzi guardarono il leader con una punta di frustrazione.
«Che c’è?» sbottò sentendosi osservato. «Mica è colpa mia se non gli piace il pollo!»
 
 
Dopo l’intervista, i ragazzi si diressero verso lo studio della loro nuova stylist per provare i vestiti che avrebbero dovuto mettere per il nuovo video di Lucifer. Il viaggio in macchina per Key e Jonghyun fu abbastanza silenzioso; entrambi guardarono fuori dal proprio finestrino per tutto il tragitto, persi nei loro pensieri.
Una volta giunti a destinazione Taemin scosse la spalla di kibum. «Ehi, siamo arrivati!»
Il biondo sussultò impercettibilmente e poi annuì, scendendo dall’auto. Seguì i suoi amici e il manager all’interno del palazzo ed entrò nell’ascensore –forse un po’ troppo piccolo per trasportare più di quattro persone alla volta.
Key si ritrovò appiattito contro lo specchio con un Jonghyun che –per forza di cose-  gli era incollato a fianco. Deglutì imbarazzato e cercò di non fare caso alla loro vicinanza perché tanto il viaggio verso l’ottavo piano sarebbe stato breve. O almeno così sperava.
Ma ovviamente la fortuna non girava mai dalla sua parte. L’ascensore infatti, aveva preso a salire con una lentezza estenuante, mandando Key sull’orlo di una crisi di nervi.
Strinse i denti e provò a non pensare al corpo di Jong premuto sul suo e al calore che sprigionava la sua pelle.
Il primo e il secondo piano furono annunciati da un fastidioso Dlin, così come il terzo e il quarto.
«Questo ascensore è davvero lentissimo.» commentò il leader leggermente pallido.
Il più piccolo del gruppo scrollò le spalle, apparentemente felice di essere spalmato completamente addosso a Minho. «Ho sete!»
 
Dlin
 
«Troppo, troppo lento!» continuò Onew massaggiandosi istericamente la fronte. «Troppo piccolo!»
«Dovrei avere una bottiglietta d’acqua nella borsa…» borbottò Minho cercando di infilare la mano nella sua tracolla incastrata fra il suo corpo e quello di Key. «Fatti più là!» gli disse infatti, spingendolo leggermente verso destra e facendolo scontrare con Jonghyun.
 
Dlin
 
Kibum si ritrovò spiaccicato contro il petto del suo hyung e il respiro gli si spezzò in gola. Se voltava il capo, i loro visi sarebbero stati a due centimetri di distanza e le loro labbra così vicine da potersi baciare.
«Ve l’ho già detto che soffro di claustrofobia?»
 
Dlin
 
Il fiato caldo di Jonghyun si infranse sulla sua nuca e lui impose al suo cuore di rallentare quella sfrenata corsa, prima che uno dei due finisse per sentirsi male. Strizzò forte gli occhi. Il profumo di Jong era maschile, virile, delizioso ed entrava prepotentemente nelle sue narici, inebriandolo. Avrebbe voluto posare il naso sul collo dell’altro e annusarlo fino a che i suoi polmoni non fossero stati pieni della sua essenza e poi baciare quella pelle leggermente bronzea e risalire fino alla mascella marcata, e poi far combaciare  le loro labbra, e poi farsi strada all’interno della sua bocca, e poi assaggiare quel sapore che era sicuro essere squisito, e poi-
Kibum scosse furiosamente la testa, dandosi mentalmente dell’idiota. Che diavolo andava a pensare? Tutta quella vicinanza gli aveva dato completamente alla testa! Doveva immediatamente trovare il modo di spostarsi da lì, prima che facesse qualcosa di cui si sarebbe pentito a vita.
E proprio quando stava progettando di spingere Minho e rimettersi al suo posto, Jong fece uno strano verso con la gola. Key non riuscì ad impedire al suo viso di rimanere fermo, così si girò verso di lui e i loro occhi si collegarono con la stessa velocità di due calamite.  
 
Dlin
 
Non appena le porte si aprirono, Kibum si catapultò fuori dall’ascensore, allontanandosi il più possibile da Jonghyun. Quel ragazzo era capace di accendergli un fuoco nel petto con la sola forza dello sguardo...
Gli altri non badarono al suo folle comportamento e lo superarono, mentre lui rimase per un po’ in disparte a riprendere fiato.
Come si spegneva un fuoco del genere?
 
 
 
La nuova stilista, contro ogni previsione, era molto più giovane e carina di quello che si erano aspettati. Aveva lunghi capelli castani che le arrivavano fino ai fianchi, e due grandi occhi a mandorla messi in risalto da un finissimo strato di matita che li allungava sui lati. Era una ragazza davvero carina...
Kibum la odiò all’istante.
Yong-ja , così si chiamava, si era presentata subito al gruppo e aveva detto loro di iniziare a dare un’occhiata ai vari vestiti esposti nel suo laboratorio. Voleva che avessero quattro cambi a testa e che si focalizzassero sul bianco e sul nero, per il resto, aveva aggiunto, ci avrebbe pensato lei. Kibum la ignorò completamente e si diresse verso i pantaloni argentati che aveva adocchiato non appena aveva messo piede lì dentro. Non si fidava affatto delle stylist, infatti sceglieva sempre lui stesso cosa indossare ai concerti e alle varie esibizioni; dopotutto il suo gusto in fatto di moda non poteva essere messo in discussione da nessuno, né tantomeno da quella Yong-ja. Il tessuto del pantalone era morbido e liscio così lo prese e se lo appoggiò sulla vita, contento del fatto che fossero della sua misura. Senza aspettare oltre, si diresse nel piccolo camerino e lo indossò.
Quei pantaloni fasciavano meravigliosamente le sue gambe e mettevano in risalto il suo sedere di cui andava particolarmente fiero.
Uscì dal camerino e si posizionò di fronte al grande specchio posto sulla sinistra.
«Davvero niente male…» si disse guardandosi da ogni lato. Attraverso lo specchio poté vedere Onew provarsi un gilet bianco e Taemin e Minho spingersi giocosamente mentre guardavano delle magliette nere. Dov’era Jonghyun?
Lo trovò poco più in là intento a parlare con Chung Yong-ji. Lei gli stava mostrando un’orrida mascherina nera che avrebbe dovuto mettere sul capo per il video di Lucifer. Il biondo la vide allungare le braccia e infilargli la maschera tra i capelli spettinati, per poi sorridergli amabilmente e parlargli con un tono di voce che Kibum sapeva essere puramente provocatorio. Fissò i due ridacchiare e lanciarsi sguardi ambigui e le loro mani toccarsi fugacemente in gesti che potevano sembrare del tutto innocenti, ma Key sapeva che non era così: Yong-ja ci stava provando spudoratamente, e Jong sembrava apprezzare le sue avance.
La stilista avvicinò il viso a quello del suo hyung per sussurrargli qualcosa all’orecchio e Jonghyun la ascoltò attentamente per poi sogghignare e annuire. Qualsiasi cosa si fossero detti, ora entrambi sembravano avere una sorta di complicità e confidenza.
Quello era troppo.
Distolse lo sguardo e si allontanò dallo specchio.
 
Il fumo del suo cuore in fiamme lo stava letteralmente soffocando.
 
 
***
 
 
Fece scorrere il pollice sul suo i-phon e rimirò un’altra foto di lui e Jonghyun che sorridevano come due idioti verso l’obbiettivo. Quella l’avevano scattata solo qualche tempo prima… quando ancora i sui neuroni funzionava alla grande e non progettavano di rovinargli la vita.
Kibum si morse l’interno delle guance e trattenne un singhiozzo che sembrava essersi incastrato in gola. Si sentiva davvero patetico a starsene lì sotto il piumone, a rimuginare sulla loro amicizia che credeva di aver perso per sempre. Non riusciva a credere a come fossero cambiate le cose…
Un tempo le sue uniche preoccupazioni erano quelle di allenarsi duramente nel ballo e nel canto per non deludere i suoi fan, ora invece,  la sua unica preoccupazione era quella di tenersi il più lontano possibile da Jong. Dall’ultima persona da cui avrebbe voluto allontanarsi.
Kibum era certo che il suo hyung avesse notato quel distacco, ma non aveva detto mai niente a tal proposito. Mai.
Jonghyun aveva lasciato che le cose prendessero il loro corso senza muovere neppure un dito. Senza chiedergli una spiegazione. Senza opporsi.
Key infatti, non sapeva cosa gli facesse più male: la lontananza dal suo hyung, o il fatto che lui non avesse fatto niente per fermarlo. L’aveva semplicemente lasciato andare via…
 
Una lacrima sfuggì al suo controllo e ricadde sul display del suo cellulare. Kibum la scacciò via con stizza. Odiava sentirsi così fragile. E odiava ancora di più sapere che l’unica persona che in quel momento avrebbe potuto consolarlo, era la stessa persona per cui stava soffrendo.
Guardò un’altra foto che li ritraeva insieme: erano nel backstage e Jonghyun lo abbracciava da dietro, tenendo il mento sulla sua spalla. Erano vicini, stretti l’un l’altro. Ed erano felici.
Sospirò pesantemente e spense il cellulare, posandolo poi sul comodino. Si aggiustò fra i cuscini e fissò il soffitto bianco.
Jonghyun gli mancava da morire.
Ma non poteva, non poteva dirgli come fossero cambiati i suoi sentimenti. Non poteva continuare ad essergli amico se una sua sola parola era in grado di farlo sciogliere come un ghiacciolo. Non poteva continuare a scherzare e a far finta di nulla se tutto ciò a cui riusciva a  pensare erano le sue labbra rosee e invitanti e suoi occhi liquidi e profondi. Non poteva continuare a farsi abbracciare come se nulla fosse quando in realtà bramava il suo corpo. Quando la notte sognava di potergli baciare gli addominali e accarezzargli il petto e magari sussurrargli all’orecchio quanto importante fosse per lui.
No.
La loro amicizia era già pericolosamente in bilico, non poteva rischiare di rovinarla del tutto per un su capriccio. Per uno suo desiderio. Per dare pace ai suoi sentimenti.
No.
 
Si tirò il piumone sotto il mento e si girò d’un fianco mordendosi l’unghia del pollice.
E ora c’era anche quella Yong-ji a contribuire alla sua sofferenza. Cosa aveva sussurrato all’orecchio di Jonghyun quella mattina? Cosa si erano detti per tutto quel tempo?
Sospirò stancamente e decise di rimandare tutte quelle domande al giorno dopo. Aveva bisogno di riposare. Sfilò il piercing dall’orecchio destro –dato che la notte gli dava fastidio- e lo poggiò sul comodino, a fianco al cellulare.
Si strinse sotto le coperte e con un altro sospiro melodrammatico chiuse gli occhi, pregando di godersi la compagnia del suo hyung almeno attraverso i sogni.
 
 
La mattina seguente, Kibum si svegliò battendo più volte le palpebre. La prima cosa che notò fu che il suo piercing non era più al suo posto sul comodino.
Era sparito.   
 
 
 
 
*Nome d’arte assolutamente inventato dalla sottoscritta XD

 
  
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