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Autore: manubibi    21/10/2011    4 recensioni
"C'è un sottilissimo rivolo di acqua piovana che scorre fra le scarpe scure in cuoio, e se lo si osserva un po' più attentamente se ne può notare la leggera colorazione insolita.
Rosso."
Piccolo esperimento nell'ambito dell'horror, genere che non ho MAI scritto XD più che horror spero faccia almeno un po' di inquietudine, ma insomma, non ne sono convinta. Comunque sarò felicissima di ricevere commenti e critiche costruttive! *attende a braccia aperte*
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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C'è un sottilissimo rivolo di acqua piovana che scorre fra le scarpe scure in cuoio, e se lo si osserva un po' più attentamente se ne può notare la leggera colorazione insolita.
Rosso.
C'è, come tutte le sere, un grande mucchio di sacchi neri, di quelli che traboccano di rifiuti delle famiglie che vivono tranquillamente nel quartiere ora deserto. Ed il silenzio pesa sulla strada, sebbene siano appena le otto o le nove di sera e generalmente l'aria sia sempre piena di rumori consueti: la televisione troppo alta di qualche vecchio inquilino dei condomini ormai fatiscenti; qualche gemito di persone più o meno sincere mentre fanno l'amore; sporadici strilli di madri esasperate che cercano di ficcare il cibo in bocca ai bambini. Cose così. Ma adesso, invece, il nulla sembra essersi sollevato in una polvere sottile che copre ogni suono e pensiero.
La pioggia è leggera, quasi inconsistente, e pare accarezzare la pelle completamente nuda del giovane corpo buttato a braccia e gambe aperte sull'ammasso di borse nere e puzzolenti. Immobile.
Le ciglia fitte d'acqua; gli occhi azzurri o meglio, quasi bianchi per il loro pallore; le labbra secche e rosse come una mela avvelenata; la pelle candida eppure costellata di nei, lentiggini sul viso teso, un paio di ematomi attorno al collo. Un buco all'altezza del cuore.

Era un cuore vuoto, Jude, come la maschera che portavi sul nulla.

L'uomo, in piedi, si avvicina quasi con rispetto, sedendosi sulle caviglie e piegando lentamente la testa, come ad esaminare un'opera d'arte. La sua opera d'arte.
Avevi detto che non avresti voluto diventare vecchio. Brutto. Perdere le tue virtù esteriori. Ti ho fatto un regalo, Jude. Ti ho dato una bellezza che non cambia. La morte ti rende più bello, il tuo mistero ora non può essere svelato.
Tocca lievemente il suo viso, accorgendosi che manca qualcosa, un dettaglio. Batte le palpebre, sospirando insoddisfatto. Manca proprio qualcosa, poi sarà completamente felice del suo lavoro. Abbassa gli occhi sul corpo fermo e freddo dell'amante, ammirandone per l'ultima volta la perfezione per poi illuminarsi. Certo!
Passa le dita sulla sua ferita, guardandole tingersi del suo sangue prima di passarle lentamente sulla sua guancia, sulle sue labbra e sulla fronte, come stesse ungendo un fedele.
Ricorda la loro lite - una delle tante, troppe. Lo sguardo vuoto e cinico del suo Jude mentre lo minacciava. Che non lo avrebbe più amato, che sarebbe andato da lui, dall'altro. Ricorda la consistenza e la ruvidità del manico della vecchia pistola d'ordinanza, e poi quello scoppio, quell'improvviso botto. E poi la visione del corpo ferito e fresco, ancora caldo per la vita che scorreva nelle sue vene, mentre cadeva lentamente sulla moquette rossa. Mentalmente, appunta anche che è una fortuna che fosse di quel colore: meno accuse. E poi ricorda di aver visto, come in un vecchio film, le proprie dita stringersi convulsamente attorno a quel collo così bello. Pulsava sotto le sue mani con una follia e disperazione incredibili. Jude scalpitava per vivere, ma alla fine aveva dovuto cedere sotto le leggi naturali del proprio corpo. Così, mentre i suoi occhi chiari acquisivano una fissità folle, gli arti smettevano gradualmente di tremare.
Si ferma, impassibile, abbassando la mano per osservare il suo viso ora coperto di strisce color porpora, che però scivolano via quasi subito. Poco male.
Sospira, forse avvertendo una morsa in fondo allo stomaco; invece si alza lentamente ed intona con voce flebile e spensierata una melodia che, nel silenzio, suona come una ninna-nanna solitaria.

Say nighty-night and kiss me,
Just hold me tight and tell me you'll miss me.
..

Forse in questo momento vorrebbe davvero stringerlo a sé. Un corpo giovane, come lui non lo è più. Forse lo amava, forse era solo un altro ragazzino da consumare in un letto d'appartamento spoglio. Ma non importa, ora se n'è andato. Rimane ad osservarlo, aprendo le mani e lasciando che la pioggia lavi via la morte dalla sua pelle.
Quando abbassa di nuovo lo sguardo sul suo corpo, però, il tremito del suo cuore cancella subito quel poco di pace che aveva trovato.
I suoi occhi d'acqua erano puntati sul nulla, ora sono su di lui. Compie un passo a lato, quelli lo seguono. Ed ora la pesantezza, la paura schiacciano rudemente il suo petto come se un peso poggiasse su di esso, come se lo stesse schiacciando.
Ed il corpo non si muove ma gli occhi sono aperti e lentamente continuano a cercare i suoi, come un'accusa silenziosa che lo perfora da parte a parte, lo tiene immobile come prigioniero.
Possono essere passati minuti od ore, o forse succede nonostante il passare del tempo, ma con una lentezza quasi poetica il corpo spoglio - ma che non risente del freddo - si muove. Non inciampa, non esita e nel giro di pochi secondi è quasi stabile su piedi precari.
Lo guarda silenzioso e nella mente dell'uomo ora si affollano domande alle quali non sa darsi una risposta, ma indubbiamente il terrore ora è come un medicinale paralizzante. Ed è quando il ragazzo - Jude - compie il primo passo che finalmente la propria voce roca prova a stabilire qualche contatto.
«Jude?».
Dal corpo innaturalmente vivo non giunge alcun tipo di riconoscimento o reazione, ed i passi si fanno lievemente più veloci, ed i suoi occhi sono aperti, ed i suoi occhi lo seguono costantemente. Sembra che i pensieri - se può pensare - siano nell'aria stantia di marcio e di liquami.

Vieni da me, amore mio. Vieni da me.
Ti mangerò. Mangerò il tuo cuore e la tua faccia.
Vieni da me, Amore.


E dopo tanto tempo finalmente il suo corpo si ferma, davanti al proprio. Si ferma nell'immobilità della città, nel respiro tremante del corpo vivo e pulsante dell'uomo più anziano. Le mani fredde gelide del giovane dall'espressione vuota - vuota com'è sempre stato - si sollevano verso le sue guance, e quando toccano la pelle ispida per la barba sembrano finalmente rivelare qualche traccia di emozione. E per un attimo sembra rivedersi quella sfumatura di malizia e passione dei momenti fra loro più intensi.

Stars fading but I linger on dear, still craving your kiss
I'm longing to linger 'till dawn dear, just saying this
...

E baciare le sue labbra secche e fredde non è disgustoso come credeva. Anche se la sua bocca non è calda come la ricordava ed il suo fiato non sa di rum e cioccolato come una volta. Ma il suo corpo è improvvisamente molto più affamato della vita che si deve preservare.
Robert è sempre stato molto stupido, quando si tratta di Jude.
Quel ragazzo vanitoso è sempre stato più affascinante delle proprie esigenze. Sul cibo, sul sonno, sul proprio stesso corpo. E glielo darà tutto.

Il dolore che sente mentre i denti freddi e crudeli del giovane si aggrappano al suo labbro cancella qualsiasi altro tipo di percezione. E gli occhi di nuovo vuoti del ragazzo morto lo fissano in una crudele indifferenza, mentre le proprie urla si perdono nel fondo della strada e nel silenzio, nel nulla che ora sembra aver cancellato tutta la vita in città. O forse si sta unendo ad altre urla, centinaia o migliaia, sparse per case e vie, ovunque senza eccezione.
E lo stesso dolore diventa più acuto ma più flebile quando pelle e muscoli e terminazioni nervose vengono strappate in una sorta di pasto amorevole, in una nuova stretta ferrea che non gli lascerà fuga.
Ma la melodia continua a suonare nella testa, coprendo i suoni della sua stessa bocca.

Sweet dreams till sunbeams find you, sweet dreams that leave all worries far behind you
But in your dreams whatever they be, dream a little dream of me
.

 

NdA: No, non sono pazza. È colpa di mio fratello, davvero. Mi ha cresciuta con Resident Evil, Dylan Dog e ultimamente con film horror/splatter. Ed è anche colpa di Ryan Murphy, perché American Horror Story è la mia serie in corso preferita. È colpa di The Walking Dead e della mia convinzione che gli zombi nei film siano interpretati da attori che si divertono abbuco. Ed infine è colpa di Francesco Dellamorte e Gnaghi. Il titolo è di una famosissima canzone, nella versione dei The Mamas & The Papas. Questa canzone è dolce, ma ha un nonsoché... mi ha sempre inquietata leggermente. Non so perché, sarà che ho letto di come è morta Mama Cass ascoltando questa canzone, e dev'essermi rimasto impresso l'argomento "morte". Comunque, questa shot (orribile, lo so, sono incapace XD) è nata ascoltandola e anche se era da settimane che ce l'avevo in mente, è sempre rimasta così. Spero vi piaccia e che sia almeno un po' inquietante XD no, non farò più una cosa del genere, promesso.
Anche se non sembra, questa shot è un tributo a quella magnifica creatura di Jude Law.

   
 
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