Cara Jo,

è successo.

Quello che tu avevi previsto, e che io avevo sempre fortemente negato, è semplicemente successo.

Ieri Sam – tuo figlio, il ragazzino che non condivide nemmeno un cromosoma con me – mi ha chiamato papà.

Certo, ci sono voluti anni perché succedesse – e un po’ di mutismi, e la tua morte –, ma alla fine è capitato.

Ero lì, chino di fronte a lui, nel terminal di un aeroporto, ed è successo: mi ha guardato – e i suoi occhi sono identici ai tuoi, sai? – e lo ha detto. Pa-pà.

Non volevo crederci. Mi stavano tremando le gambe, lo giuro.

È cresciuto, il tuo – il nostro – piccolo Sam. È cresciuto, ed è innamorato di una ragazza.

È per questo motivo che ieri sera siamo finiti all’aeroporto, dopo la recita scolastica. Per inseguire la sua Joanna.

Oh, Jo, avresti dovuto esserci. Avresti dovuto vederlo con i tuoi occhi: su quel palcoscenico, prima, e in quel terminal, dopo.

È più forte di quanto avessi mai immaginato. Pensavo che sarebbe finito a farsi pere di eroina negli occhi, che non si sarebbe mai ripreso dalla tua morte, e invece si è rialzato.

Mi ha guardato negli occhi, e mi ha fatto capire che è pronto a ricominciare.

E ricomincerà da Joanna – la sua Joanna.

Sam è più forte di quanto credessi – ma d’altronde è tuo figlio – e nonostante il dolore continua a camminare verso il futuro.

Non so come andrà a finire tra di loro, ma non posso che sperare che non finisca com’è finita tra noi due.

Ma sentimi, Jo, avresti mai pensato di sentirmi parlare così? Come… come un padre?

Il fatto è che non posso fare a meno di ripensare a noi due, e a com’è cominciata. Non eravamo così giovani, e di certo io non ero il massimo dell’espansività, ma tu… Sam ha il tuo stesso entusiasmo.

Però è timido, e questo potrebbe giocare a suo sfavore.

Di sicuro non sarà lui a baciarla per primo, quando arriverà il momento.

Però saprà essere la colonna alla quale appoggiarsi durante le difficoltà, ne sono certo.

E nonostante tutto, saprà sempre che vale la pena di sputtanarsi per amore.

 

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