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Autore: niKwolstenholme    22/10/2011    3 recensioni
Un ultimo gesto prima della fine.
Un efferato gesto.
La storia ha partecipato al contest Drabble and Flash Collection classificandosi 8° e vincendo il premio Filo Di Pensieri.
Genere: Drammatico, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Probabimente condizionata dalla visione di un film questa double viene alla luce. Scritta di getto senza rileggerla ha partecipato al contest Drabble and Flash Collection, classificandosi ottava e vincendo il premio speciale "Filo di pensieri". Ringrazio infinitamente il giudice la cui recensione è postata a fine pagina. Grazie anche a chiunque la legga e la recensisca


Silenzio in giardino.
Solo il rumore del vento sulle fronde degli alberi.
Un sospiro che mi sussurra nell'orecchio.
Non mormora belle parole.
Rinfaccia tristezza e solitudine.
Conficca il rimpianto e il rimorso nella mia carne.
Non c'è più nulla da fare ormai, il percorso è già segnato.
Seduto sull'erba, nel buio, mi coglie.
E' accettazione, o forse rassegnazione.
Non posso fare altrimenti.
Il solo pensiero risucchia il cuore nella cassa toracica.
Tutti i fattori sono contro di me.
Non avrei avuto speranze in ogni caso.
Tutto ciò in fondo si presenta come un modo per sviare la verità.
Partendo la lascerò alle spalle,anche le delusioni.
La luna illumina le foglie verdi dell'albero davanti a me,
Sull'erba bagnata c'è il riflesso delle stelle.
Ripenserò a questo momento con nostalgia in futuro.
Non voglio farlo, ma ormai il tempo è giunto.
Un ultimo gesto prima della fine.
Un efferato gesto.
Calerò il colpo mortale su di loro e dopo partirò, magari più leggero.
Loro che mi bloccano nel giardino, che non vogliono che vada,
I miei sogni.
 
Il sapore della rinuncia è amaro nella mia gola.
Ciò che resta dopo è risentimento, e tristezza.



Ho modificato il testo a seguito dei consigli, e mi scuso nuovamente per quegli erroracci di grammatica.

Leaving di nikwolstenholme
Correttezza grammaticale: 8/10
Stile: 3/5
Originalità: 10/15
Giudizio personale: 8.5/10
Tot.: 29.5/40
 
Il mio parere complessivo sulla tua double-drabble sarebbe, schiettamente parlando, carina, molto piacevole da leggere, conclusa da un bel finale, ma un po' troppo vaga e poetica.
Andiamo con calma, per punti.
Sul punteggio che hai ottenuto nella grammatica ho poco da dire che vada oltre i dati oggettivi; hai fatto tre errori, dei quali due banalissimi di battitura (sussurra con una r sola; un buio con una o di troppo), e uno invece più grave (lascierò invece di lascerò). Naturalmente il peso che ho dato a ciascun errore è proporzionale alla sua gravità, ma anche alla lunghezza della storia (parametro uguale per tutti, dato la lunghezza ridotta di tutte le storie partecipanti).
Devo ammettere che lo stile non mi ha convinta molto; qui purtroppo entra in gioco una componente soggettiva, ma ho avuto la sensazione di una lettura continuamente bloccata, poco fluida, e non tanto coinvolgente, forse anche a causa della narrazione in prima persona che, devo ammettere, non hai gestito al meglio.
Sembra quasi un pezzo di diario, un frammento di una storia più lunga, un miscuglio di parole e sensazioni strappate però dal loro contesto, e proprio per questo svuotate un un po' del loro significato, di quel senso di tristezza e drammaticità - se posso usare il termine - che volevi attribuire loro. Insomma, il lettore fa un po' fatica ad immedesimarsi nello stato d'animo del protagonista, proprio perché le circostanze sono vaghe, la cornice del quadro in cui hai dipinto il tutto è indefinita, e questo è andato anche a discapito dell'originalità. Avrei preferito vedere qualche particolare o accenno alla realtà circostante in più, ecco. Così non mi dai molti elementi per alzarti il punteggio nell'originalità, leggo un piacevole insieme di belle parole, un timbro amaro reso distintamente in ogni frase, le linee di un sentimento doloroso (il tutto però espresso in modo troppo poetico e retorico), ma null'altro di più concreto e corposo.
Tornando un secondo a parlare dello stile, ti volevo far notare una frase in cui hai ricalcato eccessivamente il senso di appartenenza: “Mi rinfaccia la mia tristezza e la mia solitudine.”
Sarebbe stato meglio, dal punto di vista soprattutto della resa musicale della frase, omettere almeno il “Mi” all'inizio, altrimenti la frase risulta leggermente troppo appesantita.
Ma ora tralasciamo i punti dolenti.
La parte che più mi ha affascinata è stato il finale. Per me è stata una grande sorpresa scoprire che, le cose che in realtà limitavano l'io narrante (metaforicamente, lo imprigionavano in quel giardino) erano proprio i suoi sogni. Mi ha colpita molto il fatto che il protagonista si senta più libero e leggero una volta lasciateseli alle spalle, sembra quasi un controsenso, a prima vista, ed invece il lettore si rende conto che in fondo è un'amara verità.
Il protagonista - la voce protagonista - viene inquadrato sull'orlo di un baratro, che può saltare, se lascia dietro sé i pesi che lo trattengono. Brutalmente, i suoi sogni. Hai reso il dolore e il tormento con alcune belle espressioni che ho apprezzato parecchio, facendo uso di verbi eclatanti e altisonanti, come conficcare o risucchiare.
Infine, la valutazione complessiva che ti ho dato, non è data dal fatto che la storia non mi sia piaciuta in sé, anzi... ma mi sarebbe piaciuto trovarmi davanti qualcosa di più “raccontato”, raccontato da una prospettiva diversa e più sentita, soprattutto.
Comunque sia, la tua double-drabble rimane un gradevole e poetico insieme di parole e sentimenti, che plasmano un gusto amaro giustificato e mordace.

  
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