An Unexpected Visit

        Le mattinate di Shinnosuke iniziavano sempre allo stesso modo: sveglia alle cinque e mezza, una colazione frugale di latte, cereali ed una fetta di pane tostato (da tempo aveva insistito con sua madre che non c'era bisogno che si alzasse presto solo per preparare la colazione a lui), per poi afferrare la borsa con i libri ed un cambio di vestiti ed uscire di casa per la corsa mattutina richiesta dal programma del club di kendo dell'università. Una volta alla Mitsuhashi, faceva una doccia veloce e si vestiva normalmente per andare a seguire le lezioni.
        Anche quel giorno era andato tutto come al solito, almeno fino a quando non arrivò l'ora per Shinnosuke di dirigersi verso casa una volta finite le lezioni.
        Ciò che distinse quello specifico giorno fu il ritrovarsi davanti la persona che viveva con Takahashi-kun, lo scrittore con la macchina sportiva rossa. Quando il ragazzo fece presente che l'altro studente era già andato via perché le sue lezioni erano terminate prima, l'uomo dai capelli argentati aveva continuato a fissarlo attraverso gli occhiali azzurri come se non avesse nemmeno aperto bocca.
        "Non sono qui per Misaki," disse lo scrittore, voltandosi e afferrando una borsa dal sedile posteriore dell'auto, "ma per te." continuò poi, porgendo la borsa a Shinnosuke, che la prese senza riflettere e ci guardò dentro per curiosità: volumi su volumi di The Kan (tutte edizioni ultra rare, complete di autografo e action figure del cuoco protagonista talmente dettagliate che sembravano vere) gli restituirono l'occhiata. "Quello è un piccolo ringraziamento da parte mia. Non farne parola con Misaki." l'ultima parte della frase fu detta con un tono piuttosto lugubre e minaccioso.
        "... Ringraziamento...?" chiese Shinnosuke, incerto su come reagire al regalo di indubbio valore, "Per cosa?"
        Non ricevette risposta, però, perché lo scrittore era già risalito in macchina e se n'era andato senza degnarlo di un altro sguardo.
        Shinnosuke fissò l'auto voltare l'angolo, poi scrollò le spalle e con un sorriso si avviò verso casa, la borsa carica di manga stretta al petto.