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Autore: Khaleesi    22/10/2011    6 recensioni
Il povero piccolo Ron voleva solo fare un giro sulla nuova scopa di suo fratello Fred, non voleva mica una terribile fobia!
Leggete come secondo me i fatti sono accaduti :)
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ron, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Premettendo che non ho letto il secondo libro di Harry Potter e quindi non so le esatte parole di Ginny quando ha raccontato l’origine della paura per i ragni del povero Ronald, ma io me la sono immaginata così. Scusatemi se non ho sbagliato qualcosa :)

 

 

 

Aracnofobia.

 

 

Il piccolo Ronald si era alzato presto quella mattina, scese lentamente le scale stropicciandosi gli occhi e cercando con una mano sola di aggiustare i capelli rossicci come meglio poteva per la colazione di Natale, mentre con l’altra mano reggeva per la zampetta il suo orsacchiotto Teddy.

«Buon natale, caro!» gli augurò la madre scoccandogli un bacio sulla guancia e volando subito in cucina per preparare la colazione. Il resto della famiglia era seduta all’enorme tavolo della cucina, chiacchierando sommessamente e passandosi i vari vassoi stracolmi di ottimo cibo, prese posto accanto a Charlie che li rifilò uno scappellotto d’augurio dietro al collo, il bambino rispose con una smorfia sgraziata. Ginevra avanzò con tutta la sicurezza dei suoi 3 anni e mandò al fratello più grande di un anno una bacetto volante mimando con la bocca la parola “regalo”, Ronald sorrise allegramente. Dopo una buona mezz’oretta la famiglia era riunita nel salotto, con tutti i regali ricevuti attorno; Ronald era stato costretto ad infilare il solito maglione regalatogli dalla madre, reggeva tra le mani un libro donatogli da Percy («Ma non so ancora leggere, Pers!» gli aveva rammentato il bambino con una smorfia triste, «Imparerai» fu l’unica risposta del fratello maggiore) e una quantità indistinta di leccornie e scherzi regalatagli dagli altri fratelli.

Quando uscirono in giardino per lasciare alla madre un po’ di tempo per preparare l’abbondante pranzo di Natale, Ron si stupì del fatto che l’unica cosa a cui riusciva a pensare fosse la scopa giocattolo Bimbus1000 che era stata regalata a Fred. Si fece coraggio è avanzò alla sua proposta.

«Poss- …»

«No»

«Ma!»

«N-O!»

«A Natale siamo tutti più buoni!» esclamò il bambino facendo gli occhi dolci.

I gemelli ridacchiarono apertamente; Charlie si unì alla conversazione in quel momento, aveva Ginny in groppa sulle spalle perciò quando pregò Fred di essere generoso le sue parole erano spezzate da sospiri affannosi.

«Fred … dagli quella … fottuta scopa … ora!»

«E’ mia, e non la userà nessuno!» detto questo poggiò la scopa accanto alla porta del retro ed entrò in casa seguito da George che gli ricordava che lui sarebbe stata un eccezione a quella regola, ovviamente. Appena i ragazzini non furono più visibili alla vista di Ron, corse a cavallo della scopa e iniziò a volare a pochi centimetri dal terreno, meritandosi gli applausi ovattati dai guanti della sorellina divertita. «Attento» gli ricordò Charlie con un occhiata carica di tensione.

Il rosso iniziò a prendere quota sempre più lentamente finché non si ritrovò a galleggiare vicino alla finestra del secondo piano, si voltò verso destra e scorse il viso di Fred che lo guardava dapprima sbigottito e poi divenne minaccioso. Ronald perse le concentrazione e in un attimo, non sapendo spiegare la dinamica, si ritrovò tra i rami del grande albero nel giardino e la scopa volante Bimbus1000 giaceva in mille pezzi sulla neve bianca. Si aggrappò saldamente ad un ramo dell’albero, non trovando il coraggio per scendere poiché Fred e George, uno più arrabbiato dell’altro lo aspettavano lì sotto urlandogli le peggiori cose al mondo.

«Ronald Bilius Weasley! Ti era stato ordinato di non toccare la scopa, ora sei diventato il nostro nemico numero uno … ricordatelo Bilius. Ricordatelo!»

«Mammaaa!» urlò Ron terrorizzato dalle parole dette contemporaneamente da entrambe i gemelli, la voce della madre chiara e forte si fece sentire dalla cucina, nonostante non sapesse nulla di quello che stava succedendo proclamò «Fred, George finitela!»

«Ricordatelo» gli sussurrarono facendogli un cenno del capo nella sua direzione.

 

 

Il rosso si rimise in fretta il pigiama, correndo a prendere Teddy che era rimasto per tutta la giornata in salotto, passivo. Una volta ripreso l’orsacchiotto volò tra le calde coperte della camera che divideva con Bill, l’unico fratello che russava più forte di un lupo mannaro.

I minuti scorrevano lentamente, e Ron perdeva sempre più lucidità; stava per chiudere definitivamente le palpebre quando si sentì un puff e Teddy l’orsetto iniziò a prendere vita.

O meglio …

Era sempre Teddy, ma non più un orsetto. Il bambino si ritrovo ad abbracciare al petto un enorme e peloso ragno con otto lunghe e pelose zampe, che aveva tanti e pelosi occhi. Le zanne del ragno s’incastrarono nelle coperte e nonostante il bambino urlasse e cercasse di scacciarlo via, l’animale rimaneva comunque steso nel suo letto, dibattendo le lunghe zampe cercando di rimettersi ritto.

Ronald s’agitò così tanto da cadere, con sua felicità, dal letto battendo la faccia sul legno scuro, corse dall’altro lato della stanza, vicino al suo armadio e con il rivolo di sangue che nasceva dalla fronte iniziò in un pianto dirotto e urlare di parole senza senso quali “ragno” “il mio povero Teddy” “gemelli” “paura” e “la mia fidanzata sarà bellissima, peggio per voi”.

 

 

 

 

 

E cosi fu.

O almeno per quanto riguarda la sua fidanzata.

 

   
 
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