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Autore: Arthemisia    22/10/2011    3 recensioni
L’urlo.
Quell’urlo che ancora sentiva dentro di se, come una campana nel cuore della notte.
Un tuono, per la sua coscienza già martoriata.

Cos’ho fatto?
...
« Ehi, Capo, hai saputo? »
« Cosa? »
« Bell, la cacciatrice di Grifondoro, è quasi morta per una Maledizione! » ridacchiò quello, incurante del sussulto passato per le spalle del biondo purosangue.
...
Era una sola frase, scritta in modo molto elegante ma un po’ tremolante, come se fosse stata scritta di fretta o da qualcuno con problemi di brividi.

Perdonami, la tua vita vale molto più della mia.
-
Draco, che ha capito quanto la sua anima sia ormai irrimediabilmente danneggiata.
Katie, che ha capito cosa può far fare la paura ad una persona.
Non è proprio una Draco/Katie, è un amore.. uhm... platonico, diciamo.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era stato tutto molto veloce

Questa cosa (non so come definirla, double drabble, one-shot...) risale circa al 2006 (WOOO xD), quando avevo appena finito di leggere il Principe Mezzosangue.

No, non avevo finito, ma ero arrivata a poco dopo il ritorno di Katie Bell a scuola (HO SEMPRE SAPUTO CHE ERA STATA OPERA DI MALFOY U_U) e mi era arrivata l’illuminazione.

Per ulteriori spiegazioni e cosucce varie, ci vediamo giù U_U

 

 

Forgive me.

Per Malfy,

ecco il regalino che ti era stato

promesso.

 

Era stato tutto molto veloce. Quasi indolore, a dirla tutta.

Aveva alzato la bacchetta, recitato la maledizione e consegnato il pacchetto.

Nulla di più facile.

L’aveva seguita da lontano, senza farsi notare, stando attento a tutti i particolari.

Era tutto perfetto, tutto stava andando secondo quel piano che per tanto aveva programmato.

Poi, il crollo.

Era stato tutto così veloce, quasi una raffica di vento.

L’aveva vista sollevarsi dal suolo, aggraziata come poche volte era stata.

Sembrava pronta a spiccare il volo. Ma lui sapeva cosa le stava accadendo.

La collana l’aveva maledetta.

Io l’ho maledetta.

L’urlo.

Quell’urlo che ancora sentiva dentro di se, come una campana nel cuore della notte.

Un tuono, per la sua coscienza già martoriata.

Cos’ho fatto?

La osservava contorcersi al suolo, mentre dei ragazzi che non riusciva a vedere le stavano intorno. Pregò che la stessero aiutando.

Fu l’arrivo del mezzo gigante, che lo risvegliò dalla trance.

Solo in quel momento si accorse di star tremando.

Corse via, silenzioso com’era sempre stato, anche se un po’ traballante.

Una sola domanda continuava ad assillarlo.

Cos’ho fatto?

 

 

« Ehi, Capo, hai saputo? »

Draco lanciò un singolo sguardo verso Goyle, pieno di sufficienza. Nessuno aveva notato il pallore fuori dal comune.

« Cosa? »

« Bell, la cacciatrice di Grifondoro, è quasi morta per una Maledizione! » ridacchiò quello, incurante del sussulto passato per le spalle del biondo purosangue.

« Quasi? » si sforzò, Draco, di apparire il più calmo possibile. Le sue mani tremavano, nascoste sotto il tavolo.

« È ancora viva, sfortunatamente. Chissà che diamine ha fatto, quella Grifoncina idiota, per essere ammazzata » spiegò il grosso ragazzone, lasciandosi cadere sul divanetto verde che fronteggiava il tavolo. Afferrò un dolcetto e lo masticò senza alcun garbo, non prestando attenzione al ragazzo che, davanti a lui, aveva sgranato gli occhi.

Non ha fatto nulla, è un’innocente. Come lo ero io.

« Sfortunatamente » si limitò a dire, alzandosi velocemente e scappando verso la sua stanza, ignorando gli sguardi curiosi dei suoi compagni di casa.

Solo, in camera, liberò quel mostro che aveva continuato a tartassare la sua anima. Quel mostro che l’aveva guardato negli occhi, per un solo secondo, e che gli aveva sorriso docilmente, vittima di un incantesimo.

“Cosa ci fai qui Malfoy?”

“Mi salvo la vita, Bell”

Un mostro, solo un mostro.

Un lupo sotto il manto di un agnello.

Lo stesso agnello che lui aveva mangiato per diventare a sua volta un lupo.

E in quel momento lo stava divorando dall’interno.

Boccone dopo boccone, lacrima dopo lacrima, quel che era rimasto della sua innocenza veniva spezzato e calpestato da quel sorriso d’agnello che lui aveva gettato in pasto al lupo.

 

 

Solo due giorni dopo il suo risveglio, Katie era riuscita a scorgere la camera d’ospedale in cui era stata rinchiusa. I suoi occhi, chiusi per tanto tempo, non riuscivano più a cogliere la luce.

Era stata una gioia, poter rivedere i colori che la circondavano, il chiarore di un’alba e la vivacità della vita.

« Hanno mandato questi per te, ieri » fu l’unica cosa che le disse sua madre, quella determinata mattina, passandole un mazzo enorme di giacinti porpora. Erano bellissimi e profumati in modo incredibile. Stregati, sicuramente.

« Chi li ha mandati? » domandò la giovane Cacciatrice, prendendo il mazzo ed annusandolo intensamente, chiudendo gli occhi. Avevano un profumo celestiale.

« Non lo so. Quando ho provato ad aprire il bigliettino mi ha quasi azzannato » borbottò la signora Bell, alzando la mano sinistra, fasciata, come prova. « L’hanno incantato in modo che possa aprirlo solo tu. Dimmi, Katrina, hai qualche ammiratore segreto? »

Katie arrossì furiosamente, negando con il capo così velocemente da farsi venire anche le vertigini. Nessuno si interessava a lei, da quel punto di vista. Non da quando aveva mollato Oliver Baston lanciandogli dietro la mazza da battitore di George.

Con un sentimento misto di eccitazione e timore - non aveva idea di cosa potesse esserci dentro la busta - aprì l’involucro e afferrò il bigliettino bianco che conteneva. Era una sola frase, scritta in modo molto elegante ma un po’ tremolante, come se fosse stata scritta di fretta o da qualcuno con problemi di brividi.

Perdonami, la tua vita vale molto più della mia.

Fu come un flash, nella sua testa. Vide degli occhi chiari, spaventati, una bacchetta puntata proprio sul suo volto.

“Mi salvo la vita, Bell”

E tutto finì, com’era iniziato, lasciandola stordita nel centro di quel maledetto letto d’ospedale, con quel biglietto bianco stretto in pugno.

Allargò la mano che lo stava stringendo, osservandolo con una cura maggiore e sperando di trovare un indizio, uno qualunque, che potesse aiutarla.

Notò che era macchiato.

Piccole chiazze rapprese, come se fosse stato bagnato da gocce di pioggia.

Lacrime.

“Perché stai piangendo? Cosa ci fai qui, Malfoy?”

E, come il subacqueo che ritorna in superficie, Katie prese il respiro che fino a quel momento aveva trattenuto.

 

". . . quella collana . . . adesso ti ricordi chi te l’ha data?"

"No" disse Katie, scuotendo tristemente la testa. "Me lo chiedono tutti, ma non ho idea.

L’ultima cosa che mi ricordo era che stavo entrando nelle toilette del ‘Tre Manici di

Scopa’."

 

 

 

» Arthie’s Corner

 

Quiiindi, vi starete chiedendo perché diamine, dopo la bellezza di cinque anni ho deciso di presentare questa cosa a voialtri.

Vedete, la sottoscritta fa parte di un gioco di ruolo, su Harry Potter, naturalmente, ed impersona nientepopodimeno che Katie Bell.

E Katie, che è la mia sorellina, oramai, è sempre in combutta con il Malfuretto Malfoy.

Assistendo al loro scambio di opinioni (Malfoy, ricordati che ti odio ndKatie), mi sono ricordata di tutto ciò.

E sì, Katie voleva farlo passare per l’emotivo di turno.  (PIAGNOOOOGNEEE NdKatie)

In difesa di Draco, Katie ha deciso di sua spontanea volontà di non dire nulla, anche se aveva capito tutto.

Ah, un ragazzo che piange, cosa non può fare?

Spero vi piaccia :)

A.

 

Ps: Lo so che è stata Rosmerta a fare l’Imperius a Katie, ma, quando l’ho scritta, non ne avevo ancora idea. Non potevo mica cambiare tutto U_U

 

   
 
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