Sono in un bar, dove ho appuntamento con Leonardo. Stamattina sono stata a visita da un medico che ha confermato il mio impossibile uso delle gambe: non camminerò mai più.

E tutto perché quella maledettissima sera, dopo aver litigato con lui, correvo con la macchina su una strada bagnata dalla pioggia che scendeva interrottamente fino a diventare grandine. Avevo la mente annebbiata dalla rabbia e gli occhi dalle lacrime. Ero stata tragica, come sempre. Mi ero arrabbiata con lui solo per avermi fatto notare i chili in più che avevo preso, il seno piatto e il fondo schiena basso ed enorme. Avevo pensato di non attrarlo più. Così scesi di corsa da casa sua, senza sapere come mi trovai nella macchina capovolta. Sentivo urla, dolore e il suono di un ambulanza. Mi portarono all'ospedale, Leonardo venne completamente spaventato. Non si sapeva cosa sarebbe successo. Io gli chiesi di andarsene, se non lo attraevo più figuriamoci dopo avermi visto sporca di sangue, intubata e seduta sul letto di una struttura ospedaliera fredda e inquietante.

Quella sciocchezza mi aveva segnata, non sarei stata mai più la Mara di una volta. Sarei stata sicuramente più fragile e più un peso.

Vedo entrare Leonardo. E' la prima volta che lo vedo dopo l'incidente, dopo avergli detto di andarsene dall'ospedale. Appena lo vedo inizio a piangere, lui mi viene vicina mi abbraccia e mi bacia, senza dire una parola. Vedendolo così agile nei movimenti mi sento come una bambola difettata, che nessuno vorrà mai. Neanche Leonardo.

“Scusa per averti elencato i tuoi difetti quella sera. E' tutta colpa mia” mi dice con espressione dispiaciuta e addolorata.

“No, non preoccuparti. Sono stata io ad essere esagerata” ammetto io.

Ora vedo piangere anche lui.

“Leonardo ti prego, accetto tutto ma non pietà”.

“Non è pietà è solo amore” mi confessa lui.

“Se vuoi un'altra ragazza senza i miei difetti e, soprattutto, sana. Vai, capirò”.

“Non dirlo neanche per scherzo”.

“Dico sul serio” insisto io.

All'improvviso lo vedo inginocchiarsi con qualcosa in mano.

“Mara, non potrei mai desiderare altro che averti al mio fianco. Anche se sei paranoica ed esagerata, sei anche dolce, sensibile, romantica e forte, anche se non lo credi. E soprattutto sei bella. Vuoi sposarmi?”

“Si” rispondo con gli occhi pieni di lacrime, questa volta gioiose.

Ed allora ho capito che conta poco come sei fuori, ma ciò che conservi all'interno.

P.S. Non so perché ho scritto questa storia, non so da dove mi sia uscita. Spero che vi piacerà e che sia almeno decente, se considero che l'ho scritta in 20 minuti! Attendo i vostri commenti. Positivi o negativi che siano, perché ho imparato che anche le critiche aiutano a crescere e a migliorare.