Cosa
ci aspettiamo dalla vita?
La
matita cade a terra con un morbido tintinnio.
Alzo
lo sguardo, sicura di non aver capito bene.
Sicura
che quel nome, quel viso, mi stiano ingannando.
Lo
schermo della televisione continua a mostrare immagini che non riesco a comprendere:
immagini di un volto sorridente.
Morto.
Com’è
possibile?
Che
assurdo scherzo del destino è questo?
Ma
se fino ad un’ora fa sorrideva, come è possibile che morto?
Morto.
Mi
alzo in piedi e lascio la stanza.
Nessuno
deve poter vedere le mie lacrime.
Non si può
piangere per chi non si conosce.
E
invece sento il calore sulle mie guance e, prima che me ne renda conto, sto
singhiozzando come una disperata sul cuscino gelido del mio letto.
Chi
sono io, per piangerlo?
Chi sono io, per paragonare il mio piccolo dolore a quello dei suoi genitori e
dei suoi cari?
Chi
sono io, per considerarlo quasi un amico, pur non avendoci mai neanche parlato?
Nessuno.
Eppure
non posso evitarlo.
Sento
una minuscola parte di me contorcersi per il dolore. Una parte piccolissima,
insignificante rispetto al tutto della mia vita.
La
televisione ne parla, internet lo santifica.
I
fan piangono.
Io,
nel mio piccolo, lo ricordo.
Ricordo
il suo sorriso. Ricordo le sue parole davanti ad un vecchio microfono. Ricordo
le emozioni che mi ha sempre saputo dare. Ricordo come, tra tutti, lui riusciva
a spiccare per la sua voglia di vivere.
Non
era perfetto. Chi lo è, in questo mondo?
Aveva
fatto i suoi errori e li stava pagando tutti. Tutti, uno per uno. Per le
malignità della gente che non riusciva ad accettare che la sua volontà fosse
superiore alla loro.
E
ora, tutti lo idolatrano come fosse un Dio.
Non
lo era.
Era
una persona, come me, come tutti noi.
Una
persona a cui il destino aveva riservato un futuro diverso da quello che ci
saremmo mai aspettati.
E,
mentre tutti ne parlano, mentre la TV fa audience son immagini di repertorio
strappalacrime e le persone danno bella mostra del loro essere buonisti e
ipocriti, io torno nella stanza.
Abbasso
lo sguardo e un sorriso compare sul mio viso.
La
matita è là, solitaria. Mi sta aspettando.
E
io, con quel leggero sorriso, scrivo.
Ciao, mi
mancherai.
Writer’s Corner:
Dedicato
ai nostri eroi. Ai miei eroi.
Non
vuole essere una santificazione, né una critica.
Addio
Marco.
Addio
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SereILU