"Non capisco"

"Britt, ne abbiamo già parlato stamane.. cosa c'è da dire ancora?"

"Quando ne abbiamo parlato?"

Non capivo se facesse sul serio o meno. Vedevo il suo sguardo fisso nel mio ed era indecifrabile.

Ma non potevo credere che una discussione avvenuta poco meno di 7 ore prima potesse essere stata completamente dimenticata.

"Britt, allora.. ricordi cosa è successo stamattina?"

"No"

Ok, era seria.

Sospirai e riaprendo gli occhi la trovai lì ad aspettarmi con quell'aria da cucciolo che mi strizzava il cuore come se volesse uccidermi.

"Britt.." respirai ancora, essendo stato già difficile una volta ".. stamattina avevamo stabilito di tornare ad essere amiche, solo amiche, senza alcun.. beneficio.."

Le lasciai il tempo di capire cosa avessi sottinteso, e senza nemmeno cambiare espressione, rispose.

"Perché?" proprio non coglieva il motivo di quella scelta, non voleva capire il significato che stava acquisendo quella sottospecie di relazione che avevamo avuto negli ultimi 2 mesi.

Stessa conversazione della mattina prima: stesse spiegazioni e stesse domande di risposta.

"Perché siamo amiche.."

"Finn e Rachel sono amici"

Era incredibile come rispondesse le medesime cose e come io glielo lasciassi fare evitando di cambiare strada.

"siamo due ragazze.."

"Portia de Rossi è il mio modello"

E così mi portò all'unica spiegazione che l'avrebbe potuta convincere, l'unica, quella falsa, la bugia, che avrebbe messo a tacere le sue domande, che avrebbe ferito entrambe per motivi diversi ma con la stessa forza.

"io non voglio stare con te.."

Ed ecco che la sua bocca si richiudeva su se stessa senza riuscire a replicare, questa volta.

Vidi i suoi occhi inumidirsi, immaginai che anche la sua gola si fosse improvvisamente inaridita come la mia, che il suo naso bruciasse e che avesse dovuto impiegare tutte le sue forze per non piangere.

Vidi una lacrima solcarle il viso. Forse non tutte le sue forze...

Desiderai ardentemente correre ad abbracciarla, confortarla tra le mie braccia.

Non potevo credere di essere io quella a ferirla, a spezzarle il cuore.

Ero io la stessa che avrei dovuto prendere a calci, come avevo fatto con tutti i ragazzi che Britt si era lasciata dietro.

Evitai di abbracciarla, evitai di baciarle via le lacrime dalle guance e la guardai soffrire in silenzio.
Non volevo che fraintendesse... ma mi sentì un mostro.

E lei era abbastanza orgogliosa da volersi nascondere da me, che ero il suo modello, il suo idolo.
Ma, diversamente da me, sapeva quando era il momento di chiedere aiuto, sapeva di non poter essere invincibile, o perfetta, anche se lo era ai miei occhi.

"Puoi abbracciarmi?"

Esitai vistosamente, con il panico negli occhi.

"Non so se è.."

"Sono appena stata scaricata, ho bisogno della mia migliore amica adesso, credi di poterlo fare, almeno questo?"

Senza aggiungere altro, colpita sinceramente dalle sue parole disperate, la avvolsi con il mio corpo, come se così nulla avrebbe potuto ferirla, anche se ero io la causa del suo cuore spezzato.

Avrei dovuto proteggerla meglio, avrei dovuto proteggerla da me stessa, avrei dovuto evitare di innamorarmi di lei.