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Autore: Marghe    15/03/2004    0 recensioni
[ "Credetti veramente in quello che mi disse. Credetti davvero che Dio mi avesse punita. E allora io… io abbandonai Dio. E vendetti la mia anima..." ]
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter 03:

Chapter 03:

“Non torneranno”

 

 

 

Nel giro di poche ore si era levato un forte vento nel quale ora la Perla Nera galoppava come un cavallo imbizzarrito. La scarsità di rifornimenti e l’eccessiva bonaccia di quel mese, condizioni che stavano per trasformarsi in una situazione fatale, di colpo non rappresentavano più un problema. Il vento tirava dritto in direzione di Greenfield Bay, una cittadina di mare ancor più fiorente e fornita di Port Royal.

- C’è il rischio di restare incagliati sul basso fondale, - fece notare la scura Anamaria, facendosi di fronte al timone e al capitano Jack Sparrow. Quest’ultimo, però, non condivise la sua preoccupazione. Guardava tranquillamente oltre le spalle della giovane donna, e non dava segno di essere intenzionato a risponderle. - Capitano, - riprese lei in tono tremendamente acido, - Se andiamo avanti così la nave si infrangerà sulla barriera corallina come una foglia nel vento. -

Al che Jack ondeggiò leggermente la testa, inclinandola di lato, scrutando un punto dello spazio indefinibile con espressione altrettanto indefinibile.

- Mi fido perfettamente della Perla Nera, dolcezza, - replicò il Capitano con un ironico tono di voce svenevole.

- Fidati pure, - commentò sarcasticamente Anamaria, - Ma non è un buon affare restare incagliati per giorni con i pochi rifornimenti che abbiamo, su un fondale tanto basso da non poterci nemmeno calare una scialuppa! -

- Suvvia, - la rimbeccò amichevolmente Jack, - Non è pensabile che una bassa marea possa fermare noi rudi pirati le cui anime sono forgiate dal Diavolo, non trovi? -

Anamaria alzò gli occhi al cielo invocando pazienza, ma non poté trattenersi dal sorridere. Dopo mesi di vento debole, appena capace di gonfiare le vele scure della Perla Nera, era bello sperimentare quella specie di piccola tempesta che scuoteva selvaggiamente le acque azzurre dei Caraibi. Scese le brevi scale di legno e si unì alla ciurma indaffarata per tenere a bada le vele della Perla. Le casse sul ponte scivolavano a destra e a sinistra, sbattendo violentemente contro le murate. Il ruggito del mare negli anfratti della costa rocciosa a occidente si sentiva fin da lì, nonostante il vento forte estinguesse la maggior parte dei rumori medio - bassi. Il cielo era color del fumo, e fumo sembravano quelle nuvole che si addensavano e si attorcigliavano lassù, sospinte dal respiro del cielo stesso. Gocce d’acqua volavano nell’aria insieme con l’odore e il sapore del salmastro, impregnando le vele della Perla Nera che sbattevano al vento.

Greenfield Bay ormai non era più tanto lontana, e così pure neanche i bassi fondali che la circondavano in gran parte e che, a volte, potevano essere attraversati soltanto a bordo di una scialuppa o di altre piccole imbarcazioni. Soltanto il lato opposto a quello verso il quale navigava la Perla era perfettamente percorribile anche da navi di più maestoso stampo.

Dopo qualche ora il vento si placò e, in lontananza, cominciarono a vedersi le sporgenze rocciose a picco sul mare. Una roccia nera, scura, di cui era composto tutto il litorale intorno a Greenfield Bay. Sopra di esse crescevano scheletrici arbusti rinsecchiti dal caldo e dall’asprezza del terreno e si intravedevano le fronde delle palme, fluttuanti al vento come ampi ventagli.

Jack fece ormeggiare la Perla Nera in un’insenatura perfettamente riparata da venti, onde e soprattutto sguardi indiscreti. Era possibile avvistarla soltanto passandovi davanti. Dal momento che non era pensabile di attraversare le muraglie di coralli e bassa marea che sorgevano sotto il pelo dell’acqua a bordo di una nave di quella stazza, vennero calate delle scialuppe e un paio di uomini furono lasciati sulla Perla.

Il cielo si era un po’ schiarito e, nonostante vi fossero ancora delle nuvole, era tornato del suo consueto azzurro limpido. Le scialuppe passarono senza difficoltà attraverso l’ostacolo naturale a est di Greenfield Bay. Sarebbe stato molto più semplice, ipotizzò un membro della ciurma, sparare con i cannoni verso il paesino da lontano e poi entrarvi successivamente, in modo da non trovare ostacoli. Ma Jack era abituato ad agire in condizioni non del tutto favorevoli, e la ciurma aveva imparato che non era altrettanto avvezzo ai fallimenti.

Si trattava soltanto di recuperare alcuni rifornimenti in modo da poter trascorrere un altro mese errando per i mari, come avevano sempre fatto.

Ma se pensavano che in questo avrebbero trovato degli ostacoli, si sbagliavano di grosso. Il grosso del lavoro che sarebbe spettato loro, in condizioni normali, era già stato svolto da qualcun altro.

Perché Greenfield Bay aveva appena incontrato la Coleridge.

 

 

*

 

Il tempo era ottimo, ma sembrava ugualmente calata la nebbia. O almeno questo era il riflesso degli sguardi bassi dei cittadini, il riverbero nelle loro lacrime, nei loro singhiozzi malcelati o semplicemente la visuale era ostruita dal fumo che si levava dalle macerie delle abitazioni.

La ciurma della Perla Nera rimase allibita.

La risacca del mare sussurrava, lontana, contro gli ormeggi delle navi e i loro scafi semidistrutti e ancora fumanti a causa delle cannonate. La leggera brezza della terraferma soffiava spazzando via il fumo nero. Alcuni uomini spegnevano fiaccamente le fiamme che stavano lentamente divorando ogni cosa si trovavano davanti, flosci come se fossero state loro asportate tutte le ossa. Guardarono tutti in direzione della ciurma di Jack Sparrow, e dopo averli identificati come pirati, non si diedero neppure alla fuga. Continuarono come se niente fosse stato, cupi, tetri come un popolo di becchini. Una donna cadde a terra, in ginocchio, affondando il viso nelle mani, piangendo disperatamente la perdita dei suoi bambini. Ovunque giacevano dei cadaveri: ma da loro non era stata portata via neanche una singola, piccola goccia di sangue. Erano stati strangolati da particolari corde di materiale plastico che venivano lanciate e, dotate di due uncini taglienti, incollavano al muro la vittima per il collo, costringendola a morire strozzata.

Altri civili pendevano dalla forca, e non c’era scritto il medesimo “Pirati, siete avvertiti”, che spesso si poteva leggere in altre città di mare; c’era scritto “I loro bambini non torneranno indietro” con vernice nera ancora fresca e gocciolante.

Alcuni uomini e donne erano stati annegati negli abbeveratoi sudici delle bestie, altri ancora erano morti sotto le cannonate che evidentemente erano state sparate dopo la razzia.

Le donne piangevano e venivano consolate dai mariti, dalle amiche, o dai figli più grandi, troppo grandi per interessare al capitano della Coleridge.

Piangevano perché i loro bambini non c’erano più. E non ci sarebbero mai più stati.

Mentre la ciurma ancora stava camminando, sbigottita, attraverso la strada che attraversando tutto il porto raggiungeva il confine del paesino, una giovane madre si buttò ai piedi di Jack riversando a terra una quantità veramente attraente di monete d’oro, farfugliando qualcosa di incomprensibile e poi correndo via, terrorizzata. I suoi occhi erano gli occhi di qualcuno che implora pietà. E per una volta, la ciurma della Perla Nera non si appropriò di quel tesoro, per quanto posto su un piatto d’argento proprio di fronte ai suoi occhi.

- Corpo di un baccalà! - gracchiò il pappagallo Cotton, - Nemico a poppa! -

Inizialmente nessuno capì che cosa stesse dicendo Cotton, ma poi tutti si voltarono indietro, verso il mare. Sembrava che non ci fosse niente, ma poi là, sulla superficie cristallina dell’acqua, i cannoni fumanti e le vele ingrossate dal vento, beccheggiava una nave dall’aspetto imponente e decisamente maestoso. Jack chiese un cannocchiale: poi il putto dal viso infantile e le sue grandi ali scolpite che fungevano da polena gli fu perfettamente familiare, così come il vessillo raffigurante un teschio girato al contrario, come se stesse cadendo verso il baso. All’inferno.

- La Coleridge, - disse Jack deponendo lentamente il cannocchiale, e confermando ulteriormente la certezza che tutti avevano avuto dal momento stesso in cui avevano preso atto di quella carneficina così pulita. Come molte altre persone, Jack Sparrow aveva visto soltanto una volta la Coleridge, e si era sempre augurato che l’esperienza non si ripetesse.

- Sapevo che… a lei non piacciono gli spargimenti di sangue, - sentenziò Gibbs.

- Ma vedo che la gente, quando uccide, preferisce farla soffrire. - fece eco un altro.

- Rapire bambini… -

- Non a caso la chiamano “la Balia” -.

- Prendete quello che riuscite e andiamo, - ordinò di colpo il Capitano, interrompendoli, con un tono di voce troppo serio e contenuto perché potesse davvero essere il suo.

- Come, Capitano…? - tentò di obbiettare Anamaria, guardandosi intorno. La popolazione di Greenfield Bay non aveva più niente, era necessario depredarla? Ma l’impassibilità di Jack la convinse di una logica che non poteva ignorare: non era possibile andare avanti senza rifornimenti, e comunque dovevano salpare prima possibile, considerando che la Coleridge avrebbe anche potuto abbordarli. Andava proprio nella direzione dell’insenatura in cui avevano ormeggiato la nave, e poi il bottino che avevano recentemente ripescato dall’Isla de Muerta, per chiunque si sarebbe rivelato un’occasione particolarmente ghiotta.

Muti come tombe, aggiungendo silenzio ad altro silenzio, i pirati della Perla Nera fecero razzia di ciò che era rimasto a Greenfield Bay, senza che la popolazione di quest’ultimo porticciolo avesse la minima forza o volontà di opporsi.

 

 

 

  
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