Chapter
03:
“Non torneranno”
Nel giro
di poche ore si era levato un forte vento nel quale ora la Perla Nera galoppava
come un cavallo imbizzarrito. La scarsità di rifornimenti e l’eccessiva
bonaccia di quel mese, condizioni che stavano per trasformarsi in una situazione
fatale, di colpo non rappresentavano più un problema. Il vento tirava dritto in
direzione di Greenfield Bay, una cittadina di mare ancor più fiorente e fornita
di Port Royal.
- C’è il
rischio di restare incagliati sul basso fondale, - fece notare la scura
Anamaria, facendosi di fronte al timone e al capitano Jack Sparrow. Quest’ultimo,
però, non condivise la sua preoccupazione. Guardava tranquillamente oltre le
spalle della giovane donna, e non dava segno di essere
intenzionato a risponderle. - Capitano,
- riprese lei in tono tremendamente acido, - Se andiamo avanti così la nave si infrangerà sulla barriera corallina come una foglia
nel vento. -
Al che Jack ondeggiò leggermente la testa, inclinandola di lato,
scrutando un punto dello spazio indefinibile con espressione altrettanto
indefinibile.
- Mi fido
perfettamente della Perla Nera, dolcezza, - replicò il Capitano con un ironico
tono di voce svenevole.
- Fidati
pure, - commentò sarcasticamente Anamaria, - Ma non è un buon affare restare incagliati
per giorni con i pochi rifornimenti che abbiamo, su un fondale tanto basso da
non poterci nemmeno calare una scialuppa! -
- Suvvia,
- la rimbeccò amichevolmente Jack, - Non è pensabile che una bassa marea possa
fermare noi rudi pirati le cui anime sono forgiate dal Diavolo, non trovi? -
Anamaria
alzò gli occhi al cielo invocando pazienza, ma non poté trattenersi dal
sorridere. Dopo mesi di vento debole, appena capace di gonfiare le vele scure
della Perla Nera, era bello sperimentare quella specie di piccola tempesta che
scuoteva selvaggiamente le acque azzurre dei Caraibi. Scese le brevi scale di
legno e si unì alla ciurma indaffarata per tenere a bada le vele della Perla.
Le casse sul ponte scivolavano a destra e a sinistra, sbattendo violentemente
contro le murate. Il ruggito del mare negli anfratti della costa rocciosa a occidente si sentiva fin da lì, nonostante il vento forte
estinguesse la maggior parte dei rumori medio - bassi. Il cielo era color del
fumo, e fumo sembravano quelle nuvole che si
addensavano e si attorcigliavano lassù, sospinte dal respiro del cielo stesso.
Gocce d’acqua volavano nell’aria insieme con l’odore e il sapore del salmastro,
impregnando le vele della Perla Nera che sbattevano al vento.
Greenfield
Bay ormai non era più tanto lontana, e così pure neanche i bassi fondali che la
circondavano in gran parte e che, a volte, potevano essere attraversati
soltanto a bordo di una scialuppa o di altre piccole
imbarcazioni. Soltanto il lato opposto a quello verso il quale navigava la
Perla era perfettamente percorribile anche da navi di più maestoso stampo.
Dopo
qualche ora il vento si placò e, in lontananza, cominciarono a vedersi le
sporgenze rocciose a picco sul mare. Una roccia nera, scura,
di cui era composto tutto il litorale intorno a Greenfield Bay. Sopra di
esse crescevano scheletrici arbusti rinsecchiti dal
caldo e dall’asprezza del terreno e si intravedevano le fronde delle palme,
fluttuanti al vento come ampi ventagli.
Jack fece
ormeggiare la Perla Nera in un’insenatura perfettamente riparata da venti, onde
e soprattutto sguardi indiscreti. Era possibile avvistarla soltanto passandovi
davanti. Dal momento che non era pensabile di attraversare le muraglie di
coralli e bassa marea che sorgevano sotto il pelo dell’acqua a bordo di una
nave di quella stazza, vennero calate delle scialuppe
e un paio di uomini furono lasciati sulla Perla.
Il cielo
si era un po’ schiarito e, nonostante vi fossero ancora delle nuvole, era
tornato del suo consueto azzurro limpido. Le scialuppe passarono senza
difficoltà attraverso l’ostacolo naturale a est di
Greenfield Bay. Sarebbe stato molto più semplice, ipotizzò un membro della
ciurma, sparare con i cannoni verso il paesino da lontano e poi entrarvi successivamente, in modo da non trovare ostacoli. Ma Jack era abituato ad agire in condizioni non del tutto
favorevoli, e la ciurma aveva imparato che non era altrettanto avvezzo ai
fallimenti.
Si
trattava soltanto di recuperare alcuni rifornimenti in modo da poter
trascorrere un altro mese errando per i mari, come avevano sempre fatto.
Ma se
pensavano che in questo avrebbero trovato degli ostacoli, si sbagliavano di
grosso. Il grosso del lavoro che sarebbe spettato loro, in condizioni normali, era già stato svolto da qualcun altro.
Perché Greenfield Bay aveva appena incontrato la Coleridge.
*
Il tempo
era ottimo, ma sembrava ugualmente calata la nebbia. O
almeno questo era il riflesso degli sguardi bassi dei cittadini, il riverbero
nelle loro lacrime, nei loro singhiozzi malcelati o semplicemente la visuale
era ostruita dal fumo che si levava dalle macerie delle abitazioni.
La ciurma
della Perla Nera rimase allibita.
La
risacca del mare sussurrava, lontana, contro gli ormeggi delle navi e i loro
scafi semidistrutti e ancora fumanti a causa delle cannonate. La leggera brezza
della terraferma soffiava spazzando via il fumo nero. Alcuni uomini spegnevano
fiaccamente le fiamme che stavano lentamente divorando ogni cosa si trovavano
davanti, flosci come se fossero state loro asportate tutte le ossa. Guardarono
tutti in direzione della ciurma di Jack Sparrow, e dopo averli identificati
come pirati, non si diedero neppure alla fuga. Continuarono come se niente
fosse stato, cupi, tetri come un popolo di becchini. Una donna cadde a terra,
in ginocchio, affondando il viso nelle mani, piangendo disperatamente la
perdita dei suoi bambini. Ovunque giacevano dei cadaveri: ma
da loro non era stata portata via neanche una singola, piccola goccia di sangue.
Erano stati strangolati da particolari corde di materiale plastico che venivano lanciate e, dotate di due uncini taglienti,
incollavano al muro la vittima per il collo, costringendola a morire strozzata.
Altri
civili pendevano dalla forca, e non c’era scritto il medesimo “Pirati, siete avvertiti”, che spesso si
poteva leggere in altre città di mare; c’era scritto “I loro bambini non torneranno indietro” con vernice nera ancora
fresca e gocciolante.
Alcuni
uomini e donne erano stati annegati negli abbeveratoi sudici delle bestie,
altri ancora erano morti sotto le cannonate che
evidentemente erano state sparate dopo la razzia.
Le donne
piangevano e venivano consolate dai mariti, dalle
amiche, o dai figli più grandi, troppo grandi per interessare al capitano della
Coleridge.
Piangevano
perché i loro bambini non c’erano più. E non ci
sarebbero mai più stati.
Mentre la
ciurma ancora stava camminando, sbigottita, attraverso la strada che
attraversando tutto il porto raggiungeva il confine del paesino, una giovane
madre si buttò ai piedi di Jack riversando a terra una quantità veramente
attraente di monete d’oro, farfugliando qualcosa di incomprensibile
e poi correndo via, terrorizzata. I suoi occhi erano gli occhi di qualcuno che implora pietà. E per una volta, la
ciurma della Perla Nera non si appropriò di quel tesoro, per quanto posto su un
piatto d’argento proprio di fronte ai suoi occhi.
- Corpo di un baccalà! - gracchiò il
pappagallo Cotton, - Nemico a poppa! -
Inizialmente
nessuno capì che cosa stesse dicendo Cotton, ma poi
tutti si voltarono indietro, verso il mare. Sembrava che non ci fosse niente,
ma poi là, sulla superficie cristallina dell’acqua, i cannoni fumanti e le vele
ingrossate dal vento, beccheggiava una nave dall’aspetto imponente e decisamente maestoso. Jack chiese un cannocchiale: poi il
putto dal viso infantile e le sue grandi ali scolpite che fungevano da polena
gli fu perfettamente familiare, così come il vessillo
raffigurante un teschio girato al contrario, come se stesse cadendo verso il
baso. All’inferno.
- La
Coleridge, - disse Jack deponendo lentamente il cannocchiale, e confermando
ulteriormente la certezza che tutti avevano avuto dal momento stesso in cui
avevano preso atto di quella carneficina così pulita. Come molte altre persone,
Jack Sparrow aveva visto soltanto una volta la Coleridge, e si era sempre
augurato che l’esperienza non si ripetesse.
- Sapevo
che… a lei non piacciono gli spargimenti di sangue, -
sentenziò Gibbs.
- Ma vedo che la gente, quando uccide, preferisce farla
soffrire. - fece eco un altro.
- Rapire
bambini… -
- Non a
caso la chiamano “la Balia” -.
-
Prendete quello che riuscite e andiamo, - ordinò di
colpo il Capitano, interrompendoli, con un tono di voce troppo serio e
contenuto perché potesse davvero essere il suo.
- Come,
Capitano…? - tentò di obbiettare Anamaria, guardandosi intorno. La popolazione
di Greenfield Bay non aveva più niente, era necessario
depredarla? Ma l’impassibilità di Jack la convinse di una logica che non poteva
ignorare: non era possibile andare avanti senza rifornimenti, e comunque dovevano salpare prima possibile, considerando che
la Coleridge avrebbe anche potuto abbordarli. Andava proprio nella direzione
dell’insenatura in cui avevano ormeggiato la nave, e poi il bottino che avevano
recentemente ripescato dall’Isla de Muerta, per chiunque si sarebbe
rivelato un’occasione particolarmente ghiotta.
Muti come
tombe, aggiungendo silenzio ad altro silenzio, i pirati della Perla Nera fecero
razzia di ciò che era rimasto a Greenfield Bay, senza che la popolazione di quest’ultimo
porticciolo avesse la minima forza o volontà di opporsi.