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Autore: Lisy91    28/06/2006    15 recensioni
Eccomi qua con una nuova storia! è la prima che scrivo di questo genere. Ad Harry piace una persona, ma ha paura di dichiararsi, così qualcuno che non si sarebbe mai immaginato decide di aiutarlo. Le coppie principali saranno due, ma ne formerò delle altre man mano che prosegue. Spero vi piaccia, fatemi sapere!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yuri | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Pansy Parkinson
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L’unico rumore che riecheggiava nell’aula di Pozioni era il grattare sul fondo di calderoni.
Harry Potter sospirò guardando la sfilza di calderoni che doveva ancora ripulire. “Devono tornare come nuovi!” aveva detto Piton.
Già Piton.
Anche quel martedì non aveva perso tempo per trattenere Harry tutto il pomeriggio, per una bella punizione.
Se solo Piton non glielo avesse proibito, avrebbe potuto anche usare la magia e smettere di strofinare fino a consumarsi le mani.
Cercava di concentrarsi sul suo lavoro, ma non era solo, quella presenza irritante lo distraeva fin troppo.
Pansy Parkinson dall’altra parte dell’aula si stava dedicando tranquillamente alla pulizia di provette e contenitori.
Era davvero strano che una Serpeverde, per di più una dei pupilli di Piton, fosse stata punita. Ma quella mattina l’insegnante era stato messo con le spalle al muro.
Quando la pozione di Dean Thomas, Grifondoro, in coppia con Pansy, era esplosa procurandogli delle orribili pustole su tutta la faccia e aveva gridato con sofferenza che la ragazza aveva alterato di proposito gli ingredienti, per dispetto.
L’uomo li aveva lasciati soli per qualche minuto, perché aveva una questione urgente da risolvere.
Improvvisamente Pansy si schiarì la voce. Harry alzò lo sguardo e notò che la ragazza lo guardava con uno strano ghigno dipinto in volto.
- Qualche problema?- chiese leggermente infastidito.
- No, niente… Mi stavo solo chiedendo… No. Lascia perdere. –
Harry corrugò a fronte, Pansy continuava a sorridere, sembrava quasi che lo stesse prendendo in giro, e lui non aveva alcuna intenzione di fare la figura dell’idiota.
- Devi continuare ancora per molto? – domandò irritato.
- A fare cosa? – ribattè ingenuamente.
- A ghignare come una cretina! – sbottò, - se c’è qualcosa che ti diverte tanto puoi anche rendermi partecipe! –
- Ok, non ti scaldare. Stavo solo pensando… Ecco…. Me ne sono accorta, sai? –
Harry la fissò stranito, certo che Pansy era proprio una ragazza enigmatica e strana. Di cosa si era accorta?
Lui non stava facendo niente, se ne stava solo lì, a pulire in santa pace dei calderoni…
- Accorta di cosa? Non sto violando alcuna regola! -
Pansy roteò gli occhi per la stupidità del ragazzo. – Non mi riferivo a quello. Mi sono accorta, che ultimamente hai messo gli occhi addosso ad una certa persona…- spiegò tranquillamente.
Harry arrossì violentemente fino alla punta delle orecchie. – Non so di cosa tu stia parlando. – disse cercando di mantenere la calma, anche se il suo colorito lo aveva tradito abbastanza.
- Inutile che fai finta di niente, tanto ho capito tutto. Ti piace.
Il ragazzo era sempre più in imbarazzo. – Sentiamo, se vuoi fare tanto la saccente, dimmi. Chi è la persona che mi piace? –
- Con me questi giochetti non attaccano. Si vede lontano un miglio che ti piace, non fai altro che lanciare occhiatine, arrossisci, balbetti come un deficiente, hai sempre la testa tra le nuvole… tu sei completamente cotto… Anzi, completamente innamorato cotto di Draco Malfoy. – Pansy concluse con un sorriso di vittoria scolpito in faccia.
Per Harry era davvero troppo, stava diventando viola e gli bruciavano gli occhi dalla vergogna, ma non aveva più vie di fuga.
- A-anche se fosse, non sono cazzi tuoi! – sbottò arrabbiato.
Pansy rimase interdetta.
Aveva ragione in fondo, non erano affari suoi, non erano nemmeno amici, e quella era la conversazione più lunga che avevano avuto in quasi sette anni di scuola. Ma non intendeva arrendersi.
Si avvicinò portando alcune ciocche di capelli dietro le orecchie.
- Ok, è vero. Non sono miei problemi, però potresti accettare comunque un consiglio. -
- Sentiamo. – acconsentì Harry scettico.
- Dichiarati. È l’unico modo. –
- Ma sei scema? Mi riderebbe in faccia e diventerei lo zimbello di tutta la scuola! – esclamò orripilato al solo pensiero.
Pansy sbuffò. – Non ci credo, il grande Harry Potter che si arrende così miseramente… Accidenti, hai perfino ucciso Voldemort e non hai il coraggio di aprire il tuo cuoricino da Grifondoro?-
Harry prese a guardare il pavimento.
- Sai, - iniziò a parlare tristemente, -è strano, lui mi piace davvero, è dall’anno scorso che me ne sono reso conto, ma è tutto inutile. Non mi guarda nemmeno, non gliene importa niente di me, in più… Mi odia. – terminò con amarezza.
- Non essere sciocco! Non potrai mai saperlo se non ti butti… - commentò Pansy.
Harry la guardò dritto negli cocchi. – Oddio… Non posso credere di essere qui a confidarmi con Pansy Parkinson, mio Dio… Come sono caduto in basso. –
La Serpeverde sorrise – Io avrei un’idea. Accetti il mio aiuto? –
Il ragazzo rimase qualche secondo a pensare – Che intenzioni hai? –
- Potremo fingere di stare insieme. – rispose.
- Certo! – esclamò Harry – Adesso ne ho la prova! Pansy Parkinson è una drogata! –
Pansy smise di ridere e assunse un’espressione seria –
Sto parlando seriamente. Potrebbe funzionare, se fingiamo di stare insieme potremo vedere le sue reazioni. –
Harry scosse la testa. –è la cosa più assurda che abbia mai sentito. Che senso ha? E se non gliene importa niente… -
- Non giungere a conclusioni affrettate. Pensa positivo. Se ci vede insieme, con un po’ di astuzia, alla fine potremo scoprire se Draco ha qualche interesse nei tuoi confronti. Ricorda che gli opposti si attraggono. Oltre a questo ho sempre avuto la sensazione che tra di voi…-
Ma Harry la interruppe. – Tu sei pazza. –
- Sì, lo so, modestia a parte…- ironizzò esaminandosi le unghie. Poi tornò a fissare il ragazzo, -allora ci stai? Vuoi il mio aiuto? -
Harry si sentiva inquieto –e se non funziona?-
- Non ci pensare, ora concentriamoci solo sul presente. Poi si vedrà.-
Harry sospirò – Non sono tanto sicuro… Devo pensarci. –
- Ok. Ma non metterci troppo, non posso sacrificare troppo a lungo la mia vita sentimentale. Domani a mezzanotte alla Gufiera. Voglio una risposta. -
Harry strabuzzò gli occhi – Mi dai solo un giorno per pensarci?-
- Sì, sono io a dettare le regole, Potter. Prendere o lasciare… Pensaci bene.-
Si udirono dei passi in lontananza, Piton stava tornando. Pansy si voltò per tornare al suo posto.
- Aspetta… Perché lo fai?-
La ragazza si girò appena – Bisogna essere buoni, almeno per una volta. –
Inaspettatamente, Pansy prese la bacchetta e in un attimo tutte le provette furono pulite e scintillanti. Piton entrò subito dopo.
- Molto bene signorina Parkinson, vedo che si è data da fare… A differenza di lei, signor Potter. Parkinson, può andare. -
Pansy sorrise ed elegantemente attraversò l’aula, passando accanto ad Harry.
- Gufiera, mezzanotte. – sussurrò velocemente, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Harry chiuse gli occhi e ripercorse gli ultimi dieci minuti.
Sentì le orecchie infiammarsi di nuovo. Come diavolo aveva fatto quella ragazza a capire tutto?
Respirò profondamente e decise di rimuovere quella conversazione dalla sua memoria.
La sua vita sarebbe continuata nella normalità, come era sempre successo.
Non gliene fregava niente della Parkinson, e poteva vivere alla grande anche senza che Malfoy venisse a conoscenza dei suoi sentimenti.
Ringraziò il cielo di non essere come Pinocchio. Altrimenti il suo naso avrebbe assunto una dimensione spropositata.

  
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