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Autore: Titania    24/10/2011    3 recensioni
(Lasciami Entrare)
Oskar tiene fra le braccia la sua Eli, sta per dirle addio, ma non sa cosa lei ha in serbo.
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La teneva stretta fra le sue braccia, come se non volesse più lasciarla andare.
Era lì, sdraiata, piena di bruciature.
Eli. La sua Eli.
Che non era riuscita ad aspettare il calar del sole ed ora giaceva inerme fra le braccia di Oskar.
L’Oskar di Eli, la Eli di Oskar.
“Ti prego … ti prego resisti”
Il ragazzo biondo diceva queste cose fra le lacrime, mentre quel visino martoriato apriva gli occhi per guardarlo.
Oskar era innamorato di lei.
Innamorato pazzo da quando aveva 12 anni. È scappato di casa pur di stare con lei, per avere anche un poco del suo affetto e per vedere il suo sorriso e i suoi occhi neri ogni giorno.
Sapeva che era un amore impossibile, ma non gli importava. Per Eli aveva rinunciato a tutto.
Non si è mai laureato. Non era mai stato con una donna. Non ha mai avuto amici veri. Si è limitato a prendere un diploma sotto falso nome per avere un lavoro. Ma non gli importava, non gli è mai importato.
Importava solo lei, la sua bellissima Eli, il suo grande amore.
Per dieci anni aveva fatto il lavoro sporco, uccideva persone a caso e prendeva il loro sangue per portarglielo, all’inizio è stata dura ma poi si abituò, era quello il suo destino, servire Eli.
Che ora era irriconoscibile dalle ustioni.
L’aveva vista, Oskar, appena si era svegliato. Era davanti alla finestra, che digrignava i denti per non urlare di dolore. Riuscì a chiudere la tenda, il passaggio di quel maledetto raggio di sole, prima che la sua bellissima bambina immortale potesse prendere fuoco, ed ora lo stava guardando, gli sorrideva. Sorrideva mentre Oskar piangeva
“Perché l’hai fatto?” chiese “Perché?” la bambina dagli occhi neri e profondi, che tradivano il suo giovane aspetto, che mostravano la vecchiaia e l’esperienza della sua anima, riuscì a parlare con voce flebile e debole, quasi un sussurro
“Perché non posso più sopportare … il mondo che cambia … tranne me” cosa? Per questo? Come poteva dire una cosa del genere? Avrebbe dovuto saperlo, Oskar, che sarebbe successo. Per quanto potente e immortale, un vampiro può anche impazzire con la vita eterna, o deprimersi, com’è successo a lei.
“No … non morire, ti prego”
“Sssshh” riuscì a dire lei, mentre alzava una mano per accarezzarlo “io sono morta … molto tempo fa … tu non eri ancora nato … sto solo andando … dov’è il mio posto …”
“E il mio posto?” rispose lui “il mio posto è qui con te! Io non vivo senza di te!”
“Tu … sei libero … ora”
“Non voglio essere libero!” Urlò, quasi come per farsi ascoltare da tutto il palazzo “forse te l’avranno detto tutti i tuoi servitori, ma … io preferisco una vita come tuo schiavo che la libertà senza di te” a quelle parole, Eli fece un altro debole sorriso, come se avesse capito qualcosa di lui che prima non sapeva
“Oskar … grazie … sei stato … il migliore di tutti…”
“Eli, no!” a quel punto, la bambina chiese qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato
“Ti prego … baciami” ebbe lo stupore iniziale, ma poi si sentì sollevato come non mai. Aspettava questa richiesta da anni, era il suo sogno più grande, e si stava avverando mentre si stavano per separare. Il ragazzo biondo alzò la testa di quella bambina dal viso martoriato e posò le labbra contro le sue. Un bacio all’inizio casto, ma poi fu lei a prendere l’iniziativa e avanzare la sua lingua fredda sulla sua bocca, cosa che fece anche lui. Stettero così alcuni secondi, poi lei si staccò ed appoggiò la testa alla spalla di lui, che liberò le lacrime che stavano uscendo … prima di sentire qualcos’altro.
Dolore. Uno strano dolore.
Una fitta gelida e dolorosa al collo.
Che divenne subito piacevole.
Oskar sapeva bene cosa stava facendo, ma non si spaventò.
Chiuse gli occhi e la lasciò fare.
Poteva farlo.
Poteva bere il suo sangue. Ucciderlo.
Fare tutto quello che voleva di lui.
Per un attimo, sperò che era il suo segno per dirle che aveva cambiato idea, che voleva che stessero ancora insieme, ma poi la testa di Eli cadde a peso morto dalla sua spalla, e chiuse gli occhi.
A quel punto, Oskar scoppiò in lacrime. La sua bellissima bambina immortale era morta. Se n’era andata per sempre. E non poteva fare più nulla.
La adagiò sul letto mentre ancora piangeva e si addormentò al suo fianco.
 
Quando si svegliò, Eli era ancora lì, e il giorno era passato.
Il dolore ancora lo attanagliava, ma sentiva anche una strana fame.
Una fame diversa da quello che sentiva quando aveva voglia di mangiare qualcosa, anzi, l’idea di mangiare del cibo gli faceva ribrezzo.
In un attimo capì.
Quello di Eli non era un disperato tentativo di attaccarsi alla vita.
Aveva trasferito la sua maledizione a lui.
Forse non voleva neanche farlo.
O forse in tutti questi anni stava aspettando il successore perfetto ed aveva scelto lui. Non poteva saperlo.
Ma era sicuro di sentirsi benissimo.
Si vestì ed uscì di casa, non prima di aver sepolto Eli in giardino. Non prima di averle baciato un’ultima volta la fronte.
Aveva vissuto abbastanza con lei per capire come cacciare, anche da solo.
Doveva trovare una preda adatta, acquistare la sua fiducia e poi nutrirsi. E poi eliminare i segni del banchetto.
Era un ragazzo piacente, poteva anche andare in un bar per single e vedere se trovava qualcosa lì.
Ne vide uno proprio davanti.
“La libellula” che nome cretino per una stazione di rimorchio.
“Posso entrare?” chiese al buttafuori, e lui con un cenno gli disse “Certo, entri pure”. Era quello che si aspettava.
La musica pompava nella sala, musica elettronica anni ’80.
Oskar si sedette davanti ad un tavolo e si accese una sigaretta.
Non aveva mai fumato prima, voleva cercare di vivere il più a lungo possibile per servire Eli. Ora non doveva più preoccuparsi.
Né di Eli, ne di prendersi malattie.
Adesso era lui quello immortale, invincibile e cacciatore.
Avrebbe avuto 22 anni per sempre.
Mentre pensava a questo, una ragazza si avvicinò a lui.
Castana, occhi neri. Abito viola spaccato.
Voleva un po’ d’amore, voleva scappare dalla routine per una notte.
La preda perfetta. L’avrebbe soddisfatta e poi avrebbe posto fine alle sue sofferenze. Lo vedeva nei suoi occhi che quella ragazza voleva solo quello.
“Hey” disse Oskar “ti va di fumare?” e le porse il pacchetto. Si guardarono negli occhi. E lui sorrise.
   
 
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