«LILY! VIENI GIÙ, PRESTO!» urla la voce di Alice dalla sala comune.
Smetto di scartare il regalo di Natale da parte di Emmeline e mi guardo intorno curiosa.
È la mattina di Natale, sto scartando i miei regali, e, fino a questo momento, è stato tutto molto tranquillo. Ma, come si suol dire, si tratta solo della calma prima della tempesta.
«LILY! PER LE MUTANDE DI MERLINO, MUOVITI!» urla di nuovo Alice.
Mi infilo in fretta la vestaglia, poi corro giù nella sala comune.
La stanza è deserta, a parte Alice, Remus Lupin, un ragazzino del secondo anno, che stava uscendo in quel momento dal buco del ritratto, e un cervo.
Aspetta, aspetta, aspetta… un… un cervo?! Cosa diavolo ci fa un cervo nella sala comune dei Grifondoro?!
«Potter» ringhio tra me e me, mentre Alice mi afferra per una mano e mi trascina accanto al cervide.
«C’è un bigliettino» dice, indicandomelo. «Leggilo ad alta voce!»
Le scocco un’occhiata in tralice e mi concentro sul foglio.
“Buon Natale, mia bellissima principessa. Se provi a baciare questo cervo, si trasformerà nel tuo principe azzurro”
Lo rileggo un paio di volte, giusto per capacitarmi che non siano i miei occhi ad avere un problema.
Questo tizio – e sono pronta a scommettere perfino la testa che si tratti di quel deficiente di Potter – dev’essersi bevuto tutto il cervello, penso tra me e me, guardando accigliata il cervo che sembra sorridermi, complice di chissà quale ignobile scherzo.
Di scatto mi volto verso Remus, che sta per imboccare la porta del Dormitorio Maschile.
«Lupin» ringhio. «Dov’è Potter?»
«È ancora di sopra a dormire» risponde Lupin, con uno dei suoi sorrisi migliori. «Stavo giusto andando a svegliarlo. Immagino già le risate che si faranno lui e Sirius quando vedranno un cervo nella sala comune»
E sparisce al piano di sopra.
Torno a guardare il cervo, che a sua volta mi fissa, in una sorta di attesa.
«Non vuoi che lo faccia al tuo posto, no?» chiede Alice, osservando preoccupata le corna del cervo. «Io non credo che sia una buona idea… insomma è per te…»
Lancio un’occhiataccia ad Alice, giusto per ringraziarla per il suo appoggio morale e, come direbbe Potter, per il suo coraggio cavalleresco. Lei mi sorride di rimando.
Con una smorfia di disappunto torno a guardare il foglietto con la calligrafia fin troppo elegante per appartenere a Potter o qualcuno dei suoi amici.
«Questa non è la scrittura di Potter» dico, cercando di rassicurarmi. «Né quella di Black, né quella di Lupin, né quella di Minus…»
«Già» dice anche Alice, probabilmente senza capire dove io voglia andare a parare.
«E allora cosa facciamo?» chiedo più a me stessa che a lei. «Questo cervo, comunque, non può stare qui. Se dovesse entrare la McGranitt in questo momento…»
«Sarebbe un bel problema» conferma Alice, annuendo.
«E va bene, dai, vediamo un po’ che succede se gli do un bacio»
Mi avvicino al cervo, e, sotto lo sguardo ipnotizzato di Alice, sentendomi terribilmente in imbarazzo, gli lascio un bacio leggero, veloce su una delle corna, quasi per paura che possa scoppiare davanti a me.
Improvvisamente, davanti ai miei occhi, il cervo effettivamente sparisce e assume le sembianze di James Potter, rannicchiato su sé stesso come se si fosse appena Materializzato.
«POTTER?!» ringhio, facendo un passo avanti, minacciosa.
«Principessa, mi hai liberato dall’incantesimo che mi teneva legato…»
«Principessa un corno, Potter, come diavolo hai fatto?»
«Trasfigurazione umana, Evans, è nel programma dei M.A.G.O.!» mi schernisce Potter.
«Lo so che è Trasfigurazione umana, Potter, non sono stupida, sai?» esclamo arrabbiata. «Sbaglio o questa non è la tua scrittura, comunque?»
«Acuta osservazione, Evans» dice Potter, ammiccando nella mia direzione. «In effetti è stato Regulus a farci questo piccolo favore. Sai, era in debito con Sirius, e così…»
Improvvisamente mi è tutto più chiaro.
Come avevo potuto sottovalutare l’ipotesi che chiedessero aiuto all’altro Black? Avrei dovuto pensarci subito, era così ovvio.
Faccio uno dei miei sorrisi migliori.
«Potter?» dico con dolcezza, mentre il sorriso mi si allarga sulla faccia.
«Sì, mia dolce principessa?»
«COMINCIA - A - CORRERE!»