Commenti dell'autrice: della serie: chi non muore si rivede! Quest'idea m'è venuta come un colpo di genio, benchè non sia particolarmente brillante nè originale. Comunque, questa è, ebbene sì, una Raccolta. Il tema portante è lo Slash, i Proverbi, e probabilmente la Demenzialità. Le coppie saranno variabili, e visto che il tutto è ancora in fase di pseudo-progettazione penso aggiungerò le coppie man mano. Ci tengo a dire che non ho mai visto niente di simile in giro, ma che se percaso qualcuno avesse già fatto una cosa simile non avrò problemi a cancellare il tutto. Ergo, per eventuali lamentele rivolgetevi alla regia, che sarei io.
Per ora sorbitevi la prima, ch'è una Triple Drabble, 300 parole precise, Drarry. Ovviamente vi chiedo giusto un piccolo parere, un commento per sapere cosa devo fare, se darmi all'ippica (e di questo passo penso che lo farò davvero) o continuare a nutrire il mio piccolo neuroncino di caffè e spronarlo a sgobbare.
Disclaimer: I personaggi, qualsivoglia desiderio io esprima vedendo una stella cadente, non mi appartengono.



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Non poteva credere a ciò che stava per dire. Usare un proverbio Babbano in una situazione del genere sarebbe stato uno dei suoi eterni scheletri nell’armadio, il genere di cosa per cui l’intera nobile Casata Malfoy avrebbe potuto rigirarsi nella tomba e diseredarlo, tutto in un colpo solo. Comunque, non è che ci fossero molte alternative: certi zucconi capivano la vita solo per proverbi, e vi confidavano ciecamente solo come gli sciocchi creduloni potevano fare. E, sfortunatamente, Draco Lucius Malfoy era andato a scegliersi come pseudo-fidanzato barra amante uno zuccone vissuto per la maggiorparte della sua vita tra i Babbani.

Quindi, come si suol dire, andando con lo zoppo s’impara a zoppicare. Acc-, ecco che lo rifaceva. Draco sollevò aristocraticamente un sopracciglio fino a farlo combaciare con l’attaccatura dei capelli e schiaffeggiò la mano che gli aveva sollevato un lembo della maglietta, e che stava solleticandogli dolcemente quella porzione di pelle scoperta. La mano, robusta e olivastra, finì qualche centimetro più in là, ma come se nulla fosse riprese terreno e gli avvolse il fianco nella sua interezza, palpeggiandolo suadente. Draco tirò un lungo sospiro secco che somigliava più ad un sibilo e piantò le unghie in quella carne abbronzata.

Il possessore della mano sussultò, ed emise un gemito, più che addolorato, dispiaciuto. Draco sollevò lo sguardo dalla pagina del tomo che stava leggendo e lo puntò in quello quasi implorante di Harry Potter, nientepopodimeno. «Potter», sbottò, seccato, «La vuoi piantare di molestarmi? Sono bellissimo e meraviglioso, quindi capisco i tuoi istinti lussuriosi, ma sto leggendo. Leggendo, presente? Questo è un libro, se non l’avessi notato». Agitò il tomo sotto il suo naso, ma non notando reazioni significative lo rimise a posto sbuffando. «Potter, me ne strabatto se è il tuo compleanno e se l'ho promesso. Non tutto è dovuto!»