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Autore: _Colours_ of the _Music_    24/10/2011    3 recensioni
Un assassino spietato commette una serie di crimini.
Perché?
Chi indagherà sul caso?
Riuscirà la polizia a scovare il colpevole?
Cos'è l'UTA?
Ma soprattutto, chi è l'assassino??
Scopritelo solo qui, leggendo questa fiiiic ^O^
Tu guarda, ho fatto la rima ^u^
Buona lettura!!!
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Era notte. Tutto buio. E quando dico che era tutto buio, intendo proprio TUTTO.
Silenzio. Nessun rumore. Soltanto la fastidiosa lampadina fulminata di quel lampione in mezzo alla strada, che era incerta sul restare accesa.
Per il resto, tuto silenzio.
All’improvviso, delle urla coprirono quel silenzio.
Urla di ragazza.
C’era un inconveniente. A mezzanotte, nessuno avrebbe potuto sentirla.
Come nessuno avrebbe potuto percepire nemmeno lontanamente il discorso di due ragazzi in lontananza.
-P-Perché l’hai f-fatto..?
-Per vendetta.
-N-Non è s-stata colpa m-m…
Detto questo, la ragazza esalò il suo ultimo respiro.
-Tsk…E’da troppo tempo che sento questa frase…Ora non potrai nemmeno più parlare..!
L’ombra teneva tra le braccia quel corpo diventato ormai biancastro della sua vittima.
Cosa avesse fatto quest’ultima per scatenare un’ira tanto forte? Resta un mistero.
L’ombra sconosciuta lasciò il corpo e prese il coltello che aveva fatto cadere nel lago di sangue appena riconoscibile in mezzo all’erba di quella distesa.
-Rosso…Rosso come il cuore…Il tuo cuore ha smesso di battere…
Chinandosi, l’ombra scura si avvicinò al cadavere e sussurrò al suo orecchio, quasi come quella povera anima potesse ancora sentire la sua voce:
-La sai una cosa..? Non mi interessa per niente cosa ti aspetterà adesso…
Pulendosi le mani con la maglia del corpo e mettendosele nelle tasche del cappotto insieme al coltello che aveva accuratamente pulito, l’ombra si allontanò a passi lenti lasciando quel lago di sangue e quel corpo galleggiante in mezzo alla prateria.
Alzandosi il colletto della giacca e nascondendoci all’interno una parte del viso quasi come cercasse il calore che all’esterno non trovava, quell’anima vagava tranquillamente per le strade, aspettando di arrivare a casa per poi farsi una dormita nel letto così comodo.
Facendo spuntare ogni tanto la bocca per osservare quelle nuvole di fumo uscirgli per poi disperdersi nell’aria, l’ombra, che ormai sembrava un’ombra come tutte le altre, innocua, innocente, spingeva i piedi in avanti per darsi lo slancio.
Non dava segni di turbamento, né di frustrazione. Sembrava assolutamente… tranquilla.
-Uff… Adesso dovrò trovare un alibi… Sicuramente scopriranno il cadavere, e sicuramente mi additeranno come uno dei sospetti principali… Essendo un amico stretto della vittima…
Si portò una mano al mento.
-Ma di che mi preoccupo… Io ho già un alibi…
Infilò la mano nella tasca della felpa e prese il cellulare, tirandolo fuori.
Compose il numero e chiamò:
-Mmh… Avanti, rispondi… Pronto? Oh… Finalmente ti trovo… Hai fatto quella cosa, vero..? Perfetto… Hai ripassato le tue battute..? Mh… Davvero perfetto… Mh? Come dici? Oh, ma ti pare?? Ho già sistemato la cosa…
Facendo un sorrisetto non molto promettente, il ragazzo afferrò il manico del coltello e lo fece girare nella tasca.
-E tu..? Hai fatto il tuo lavoro? … Si, va bene lo stesso… Eheh… Almeno saremo esclusi dalla lista dei sospettati… Va bene… Adesso sto andando a casa… Ma no, certo, non mi faccio mica spiare così facilmente!!! … Ok… Ciao
Attaccò.
-Perfetto, l’alibi me lo sono creato…
E, come se nulla fosse successo, re-infilò il mento nel colletto del cappotto.
“Mmh… Spiato…”
Guardò con la coda dell’occhio sia a destra che a sinistra, poi fece finta di aver perso qualcosa per strada, giusto per avere la scusa per girarsi e dare un’occhiata.
“Non vedo nessuno…”
Constatato ciò, si rialzò e si girò di scatto, per poi continuare a camminare.
“E se davvero fossi spiato..?”
Dopo un attimo di riflessione, si ritrovò davanti a casa sua.
“Se entrassi a casa, probabilmente non sarebbe una cosa sensata… Ma se fossi spiato, dopotutto non potrebbero trovare ancora delle prove… E tra l’altro, non possono sapere tutto… Non adesso”
Così decise di entrare, nonostante le incertezze, e aprì la porta, sentendo il calore pervaderlo.
Si tolse il cappotto appendendolo all’attaccapanni:
-Mamma! Sono a casa…
-Oh, ben tornato! Sei tornato tardi!
-… Beh, si, ero andato al bowling con un mio amico…
-Ah, adesso è tutto chiaro! Su, va’ a lavarti le mani, tra pochi minuti è pronta la cena!
-Ok, mamma…
Salendo le scale, il ragazzo notò che in casa non c’erano soltanto lui e sua madre. C’era anche suo padre, in salotto, seduto alla scrivania, con le mani tra i capelli.
-Ma perché...? Non doveva succedere..!
-Mh…
“Non preoccuparti, papà… Ho sistemato tutto io ormai…”
  
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