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Autore: death_princess    24/10/2011    0 recensioni
Alexander Ivanov racconta alla sua nipotina quel che era per lui la Rivoluzione Russa e la sua storia d'amore con un giornalista.
Russia, 1917. Nicola Zarkovskij, un giornalista rivoluzionario, conduce una vita alquanto ostacolata e turbata con il fidanzato Alexander Ivanov. Con la caduta dell'impero zarista e di conseguenza con lo scoppio della rivoluzione sarà impossibile per loro vivere normalmente, non che avessero mai conosciuto il termine "normalità" prima. Sarà l'amore a trionfare o la verità a prendere il sopravvento sulla loro favola?
-E' che ho sempre paura di perderti, so che ormai devo farmi l'abitudine che non saremo mai come le altre coppie che non si preoccupano di niente e vivono normalmente la loro vita. Non ti chiedo questo..ma almeno, mentre dormo la notte - e tu sei fuori da qualche parte a scatenare la rabbia di qualche ufficiale dello zar - voglio sapere che sei ancora intatto, che la mattina seguente tornerai da me dicendomi che mi ami..voglio sapere che ci sarà un domani per noi.
Genere: Angst, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Un soffio di neve

                                                                         Capitolo uno – Pietrogrado, dove tutto ebbe inizio e fine

12/10/1981 - Mosca

Il telefono di casa squillò, Sofia si alzò di scatto e alzò la cornetta prima di suo nonno.

-Pronto!- iniziò- ciao, mamma, è qua...sì, te lo passo”. Sbuffò e passò il telefono al nonno-.

Sofia tornò a sedersi e iniziò a sfogliare il libro di storia, contando le pagine che le mancavano da studiare.

-Nonno Alex, guarda che stasera esco con le amiche al cinema!- disse Sofia, sbattendo le mani sul libro.

-Non prima che avrai studiato, tua mamma mi ha appena detto di non farti uscire!- disse, bevendo un sorso di the caldo.

-Per favore, nonno, è un film bellissimo, sto aspettando questo momento da mesi ormai...- fece con aria innocente, come era solita fare.

-Come si chiama il film?-

-Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino- disse alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al nonno.

-E' noiosa la storia...cosa frega a me di quello che è successo durante la rivoluzione russa? Dai, nonno...ai tuoi tempi non uscivi con gli amici?-

-Ai miei tempi c'era la rivoluzione russa!- rispose sorridendo tristemente.

Sofia spostò dei riccioli dorati dalla propria fronte e guardò coi suoi occhi celesti suo nonno.

-Puoi raccontarmela te la rivoluzione! Ci impiegherei molto di più studiando dal libro.- sorrise felice della sua brillante idea.

-No, non credo sia una buona idea!- si alzò per posare il bicchiere sul tavolo.

-Eddai, nonno! Fallo per me, ti prego- fece coi suoi occhi che convincerebbero chiunque.

-Eh va bene...Avevo ventiquattro anni quando scoppiò la rivoluzione, lo zar aveva abdicato da poco e la gente sembrava impazzita, c'era il caos più totale...c'è chi voleva la repubblica dei soviet, chi voleva continuare la prima guerra mondiale, e chi ancora sognava la rivoluzione! In realtà ho brutti ricordi di quell'epoca, anche se sono i più belli della mia vita, ogni volta che cerco di dimenticarmela, c'è sempre qualcosa che mi rimanda a quegli anni!- fissava il tappetto persiano con un sorriso rasserenato sulla faccia.

-Che cosa? Perché è così triste per te quel periodo?- chiese lei curiosa.

-Un ragazzo, il più bello che avessi mai conosciuto. Vivevo con lui, eravamo pazzamente innamorati l'un dell'altro- rispose con gli occhi che brillavano.

Sofia, pur non avendo mai saputo, o forse neanche mai pensato, l'orientamento sessuale di suo nonno- che non era in realtà il suo nonno biologico, ma aveva adottato sua madre- non sembrava shoccata, anzi sorrideva ed era molto curiosa di sapere la loro storia.

-Lui come si chiamava? Com'era?- iniziò a fare le sue solite infinite domande.

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17 marzo 1917(4 marzo secondo il calendario Giuliano) – Pietrogrado

Sentii gli spari provenire dalle strade, andai a chiudere subito le finestre, diedi un'ultima occhiata alle strade innevate, cercando di intravederlo tra la folla, ma non c'era. Erano passati dieci giorni da quando era partito per Mosca, avevo una brutta sensazione prima ancora che partisse, solo che, conoscendolo, non potevo impedirgli di andarci.

Finii di leggere l'articolo del giornale, che avevo comprato la mattina stessa perché avevo intravisto il nome dell'autore: Nicola Zarkovskij.

Qualcuno bussava frettolosamente alla porta di casa, era evidentemente Nicola, misi il giornale nel cassetto e andai di corsa ad aprire. Entrò e chiuse subito la porta dietro di sé, non fece in tempo ad aprire bocca che lo abbracciai.

-Oddio! Nic, mi sei mancato un sacco! Tutto questo tempo! Mi hai fatto prendere un colpo...soprattutto per il casino che c'è fuori...- dissi tutto d'un fiato.

Lui si staccò leggermente dalla mia presa e mi baciò con foga, spingendomi sul divano.

-Mi sei mancato anche tu!-rispose, dandomi un bacio a stampo.

Guardò per qualche istante il salotto, e poi cominciò.

-Ho una gran fame, ultimamente non mangio quasi niente...che c'è da mangiare?-chiese, alzandosi per andare in cucina.

-Ho cucinato poco fa l'okroska!- gli dissi, allungandomi per prendere il piatto dal tavolo.

Tornò a sedersi vicino a me e bevve la zuppa.

-Ti piace?- feci per rompere il silenzio.

-Mmm, sì, è buona- sorrise.

Finì di mangiare e si avvicinò a me. -Hai...aspetta, faccio io- gli pulii il contorno delle labbra, che era sporco di salsa bianca.

-Allora, mi spieghi che hai fatto questi giorni?- gli chiesi. Sentivo che stesse evitando di raccontarmi qualcosa.

-In realtà non è successo niente di che, abbiamo cercato di occupare il campus dell'università di Mosca, che era praticamente una base militare, avresti dovuto vedere quante truppe dello zar c'erano lì...sono venuto qua non appena ho saputo che lo zar ha abdicato, sapevo il casino che si sarebbe scatenato, allora ho preso le mie valige e sono partito col primo treno..- disse con il suo solito modo di parlare. Spiegava sempre con molto entusiasmo quando si parlava di politica.

-Non sai quanto ero in pensiero per te...- lo girai e cominciai a fargli un massaggio.

-Sì, lo so, non dovresti però...- rispose con gli occhi chiusi, rilassandosi ai miei tocchi.

-E invece dovrei..Quando la smetterai di incasinarti la vita? Eh?- dissi tirando dal cassetto il giornale. -Ahh, l'hai letto! Sapevo che l'avresti fatto!- disse, dando un'occhiata al suo articolo, il cui titolo chiamava alla rivoluzione, incitando rivolte studentesche.

-Certo, dal momento che ho un fidanzato giornalista alla ricerca di guai, leggo sempre i giornali- dissi con tono sarcastico, mentre gli massaggiavo le spalle.

-Seriamente Nic, finirai per farti arrestare...- gli accarezzai i capelli.

-Ormai non c'è più nulla di cui preoccuparsi, l'impero è caduto!- disse con enfasi.

-Beh, in realtà mi preoccupo di più, ora che le rivolte non avranno più controllo..capisci cosa intendo?-

-Alexander Ivanov, quante volte te lo devo ripetere? Non devi preoccuparti per me, me la so cavare...- si volse verso di me e mi diede un bacio a stampo.

-E' che ho sempre paura di perderti, so che ormai devo farmi l'abitudine che non saremo mai come le altre coppie che non si preoccupano di niente e vivono normalmente la loro vita. Non ti chiedo questo...ma almeno, mentre dormo la notte - e tu sei fuori da qualche parte a scatenare la rabbia di qualche ufficiale dello zar - voglio sapere che sei ancora intatto, che la mattina seguente tornerai da me dicendomi che mi ami...voglio sapere che ci sarà un domani per noi..- si girò verso di me e si appoggiò sulla mia spalla.

-Shh, ho bisogno di staccarmi un attimo dalla realtà. Chiedo molto?- chiese, facendosi spazio nella mia giacca. Si addormentò come sempre sulla mia spalla, tenendomi per mano. Dopo qualche minuto a riflettere, mi addormentai anch'io.

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-Com'era, nonno? Alto, magro..come?- chiese Sofia, guardando gli occhi di suo nonno, che quasi lacrimavano.

-Aveva i capelli nerissimi, era poco più alto di me, magro, con gli occhi nocciola con qualche tonalità verde- gli spiegò come se avesse davanti a lui una sua fotografia.

-Che bello! E tu all'epoca com'eri?-

-Io...ero biondo, con gli occhiali grandi...mi ricordo come se fosse ieri...piccola, ma non dovevi andare al cinema, sono già le otto!- disse guardando l'orologio al polso.

-Oh, già me ne ero quasi scordata...quando torno mi continui la storia di te e Nicola?- chiese, mettendosi la giacca per uscire.

-Certamente- le sorrise.

Chiuse la porta e andò a cercare una valigia da sopra l'armadio. L'aprì e vi trovò dentro una infinità di giornali e una foto di lui e Nicola sotto la neve. Baciò la foto e la rimise al suo posto.

 

 

Eccomi qua^.^ E' ancora il prologo quindi ho scritto poco, comunque per ora ho in mente un totale di cinque capitoli, massimo sei. È una storia che mi è venuta in mente venerdì mentre studiavo la prima guerra mondiale, e quindi anche la rivoluzione russa.

Eccovi una foto di Alexander e Nicola, non fate caso ai loro vestiti moderni, scusate, non ho trovato foto dell'epoca^^ Alex è quello con gli occhiali. 

   
 
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