"forse era così che doveva andare, fatto sta che la mia vita resta sempre uno schifo."

H arry si sedette sul bordo del ponte, il fiume era pieno d'acqua, il vento spazzava via le ultime, gialle, foglie.

Il cappotto, mezzo allacciato e mezzo no, la sciarpa sbilenca, di lana grigia, regalatagli dalla madre, qualche anno prima.

Lasciò cadere la bottiglia d'acqua che teneva in mano, ormai vuota, che rotolò per qualche metro, prima di fermarsi di colpo.

Una mano coperta da un guanto nero senza dita la raccolse, e la buttò nel cestino verde.

Il riccio alzò la testa, e rivolse un debole cenno del capo alla figura, in piedi di fronte a lui.

“Come va?” domandò, la figura, battendo i denti per il freddo, sedendosi si fianco a lui.

Zayn Malik, coperto da un cappello blu e un giubbotto nero, dondolava i piedi nel vuoto, guardando il cielo grigio al di là dell'alta staccionata verde che chiudeva il parco.

Harry alzò le spalle, abbassando lo sguardo, con gli occhi lucidi.

“Harry.” un'altra voce aveva interrotto quel silenzio di ghiaccio.

Il riccio si alzò e guardò la ragazza dall'alto in basso, mordendosi il labbro.

“Harry, dai, aspettami!” urlò la ragazza seguendo l'amico, che si allontanava a grandi passi, sulla stradina di ghiaia.

Il ragazzo si bloccò improvvisamente, e si voltò.

Emma Tomlinson era davanti a lui, i grandi occhi blu sbarrati, i capelli castani, mossi dal vento freddo, la sciarpa blu, il cappotto grigio, i piedi che si muovevano piano, infilati nelle Timberland sporche e slacciate.

“Hazza, dobbiamo parlare.”

“Solo Zayn mi chiama Hazza.” sottolineò la prima parola con una strana cattiveria. Non era da lui.

“Harry, allora.” sospirò la mora. “Per favore, ascoltami.”

“Parla.” si sedette su una panchina scolorita.

“Mi dispiace tantissimo.” sussurrò. “Non ero in me.”
“Me ne sono accorto.” disse, quasi in un bisbiglio.

“Siamo amici, perchè non provi a capirmi?” abbassò la testa.

“Non voglio capirti, Emma. Ci ho provato tutte le volte, e ho sempre avuto delusioni in cambio. Prova a capire tu me.”
“Ma questa volta è diverso, davvero.”

“Niente ma, Emma. Ti ho sempre dato l'anima, e tu te ne sei approfittata.”

“Ti prego.” una lacrima le solcò il viso.

“Ho bisogno di tempo.” le sussurrò, guardando la lacrima.

Una stretta al cuore, il ragazzo abbassò la nuca.

Emma era sicura di aver visto una lacrima anche scendere dal suo occhio destro.

“Harry, ti prego.” sussurrò, come un soffio, cominciando a piangere, piano, in silenzio.

Harry non poteva sopportare di vederla cosi, ma era colpa sua, e lo sapeva.






autor's corner:
bien, bien, cosa abbiamo qui?
vi chiederete perchè harry è incazzato con emma, vero?
è gia', me lo chiedevo anche io, ma poi ho scoperto cosa è successo. uu
ora, io vi amo, lo sapete?
si.
pero', recensite, recensite, recensite.
voglio impegnarmi davvero.
#muchlove, hallie.
(@ehiweasley on twitter.)