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Autore: EvyWeasley22    24/10/2011    2 recensioni
Nessuno ricorda niente dell'enigmatica Feli Wolf, eppure è esistita. Ha fatto parte dell'Ordine della Fenice, ha protetto Harry Potter, ha rivelato il suo oscuro passato al mondo e ha amato un uomo così tanto da cancellarsi dalla mente altrui pur di non spezzargli il cuore e di salvare la vita alla sua famiglia.
Questa è la vera storia di Wolf, misteriosa tedesca purosangue, e dei suoi ricordi, l'unica cosa che le è rimasta...
Salve a tutti! Seconda fanfiction su Harry Potter! Spero che vi piaccia e che vi incuriosisca! Sono ben accette critiche costruttive e pareri! Recensite in tanti! =)
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Nuovo, personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Che grande potere esercitano i ricordi! Sono il bene più prezioso e più pericoloso di cui disponiamo. Essi sono fonte della nostra gioia e della nostra disperazione, della nostra euforia e della nostra depressione!
Ci basta il ricordo di un piccolo frammento della nostra vita, della vita che avevamo, per distruggerci o rigenerarci. Tramite i ricordi riviviamo, e nei ricordi continuiamo a vivere.
 
Ci basta così poco per vivere nei ricordi o lasciare che gli altri vivano nei nostri.
 
Basta un piccolo particolare, un momento.
 
E diventiamo schiavi di ciò che abbiamo vissuto. Ci perdiamo nel ricordo di qualcuno che, forse, nemmeno rammenta il nostro viso, i nostri gesti, la nostra voce.
 
Io sono un esperta nel ricordare i particolari di una persona. Ricordo perfettamente il modo in cui posava i piedi sulle scale, di come discorresse con le persone che gli stavano intorno, di come la sua voce si inclinasse quando era arrabbiato.
Ricordo ogni cosa di ognuno, anche se loro non lo sapranno mai.
 
Cos’è la morte in confronto al dimenticare? Io, pur essendo in punto di lasciare questa terra, ricordo ancora. E la morte non è mai stata così innocua.
Pensa di portarmi via tutto, ma è arrivata tardi. Qualcuno è già arrivato e mi ha rubato la vita. Ora vivo di ricordi, ma non si può dire lo stesso di me. Io non vivo nei ricordi di nessuno, perché nessuno può più ricordarmi.
 
Non è stata una mia scelta, essere dimenticata. Ossia, lo è stata. L’ho fatto per salvarli. L’ho fatto per la famiglia che mi era rimasta, per la famiglia che ho sempre sognato, e che per una porzione infinitesima di vita sono riuscita ad avere tutta per me. Sono stata dimenticata per salvare lui.
 
Assurdo come un semplice ricordo possa cambiare tutto. Prima lui sapeva ogni cosa di me, la mia storia, quella vera, e la mia voce era familiare alle sue orecchie, e il mio contatto era conosciuto alle sue mani.
 
Poi, adesso, per sempre, non ricorderà mai niente. Ci sarà un enorme punto interrogativo in quelle giornate che passavamo aggrovigliati insieme nel retrobottega. E quando guarderà lei, non saprà che per prima ha avuto me.
 
Ma io continuerò a vivere nei ricordi, ancora per quel poco tempo che mi rimane su questo mondo. Nel suo ricordo, nel ricordo di lui, del suo amore.
E il nostro amore continuerà a vivere insieme a me. Gliel’ho promesso, tanti anni fa, in un campo fiorito circondato dalla devastazione della guerra.
 
La guerra. C’è stata tanta guerra, tanta morte. Sembrava che non potesse più sorgere nemmeno il sole, spezzato sotto la sua dittatura. Io ho combattuto, sono stata torturata, ferita, salvata. E nessuno ricorderà mai. Ma io addosso i segni li porto con onore, anche se nessuno può vederli e medicarli insieme a me.
 
C’è un enorme vuoto. E ci sarà sempre, anche dopo la mia morte. Non si può ricordare ciò che non è successo, e, per quanto mi riguarda, io non sono mai esistita.
 
Sono nata vecchia, per la gente che mi conosce di vista o per sentito dire. Non mi hanno visto arrivare in Inghilterra, non hanno sentito il mio accento marcato, non hanno combattuto insieme a me per la libertà.
 
E quando sparirò, nessuno saprà. Nessuno si accorgerà che quella vecchia pazza che abita di fronte al mare, che ogni giorno, da cinquant’anni, non mette piede fuori di casa, è sparita per sempre.
 
Ma io continuerò a vivere, e lui con me.
E anche se la mia storia non sarà d’ispirazione alle generazioni che verranno, poiché nessuno la conoscerà, a me questo non importa.
 
Dopotutto, io vivo di ricordi, e mai conoscerò la sensazione di vivere nei ricordi.
 
Anche dopo tutto questo tempo, ora che la morte bussa alla mia porta e la vecchiaia è pronta a lasciarle spazio per entrare.
 
Se c’è una cosa di cui sono grata, forse l’unica, è che la mia memoria sia intatta.
 
Che io possa continuare a ricordare le cose come stanno, e non come un incantesimo le ha distorte agli occhi di voi tutti.
Che io possa continuare a ricordare la loro risata soave, che io possa ricordare gli sguardi comprensivi di loro tutti.
Che io continui a ricordare la mia vita. Ed è proprio quello che voglio continuare a fare per sempre. Perché non è mai finita finché non lo decidiamo noi.  
 
Mi chiamo Feli. Non so perché odiassi tanto quel nome, ora mi manca tanto sentirmi chiamare così. Mi manca soprattutto la versione che lui mi aveva dato, Felì, con l’accento sulla i, e che mi faceva tanto arrabbiare.
Preferivo il mio cognome, Wolf. Mi dava un senso di potenza, superiorità. Dimostrava che ero il lupo che sapeva gestire il branco, freddo e distaccato. Sono nata a Berlino, in Germania. Ho frequentato una scuola speciale, istituita su due piedi per tutti i purosangue tedeschi, durante il terribile dominio di Colui – che – non – deve – essere – nominato.
 
Io facevo parte dell’Ordine della Fenice. Albus Silente in persona mi aveva scelta. Mi sento di dire che non ho mai smesso di farne parte.
 
E amavo lui, così tanto da cancellarmi dalla mente della gente, piuttosto che spezzargli il cuore. Mi sento di dire che non ho mai smesso di amarlo.
 
E lui continua ad amarmi, nei miei ricordi. Mi ha promesso che non avrebbe smesso di farlo, e io mi fido totalmente di lui.
 
Perciò, adesso che la clessidra ha quasi esaurito la sua sabbia, voglio abbandonarmi a voi, ricordi! Voglio vedere Feli, voglio sapere se c’è ancora sotto questo strato di pelle secca e grinzosa, quella magra donna tedesca che combatteva per la libertà. E che c’è riuscita, ad avere la sua libertà. Nel momento stesso in cui ha deciso che non era finita.
 
Perché non è finita finché non lo decidiamo noi.
 
E io so che la nostra storia non è mai finita.
 
E non finirà mai, finché tu vivrai nel mio ricordo.
 
E io nel tuo.
 
E non me ne sono mai andata, perché ricorderai sempre quel lupo grigio che si accasciava davanti alla soglia di casa tua per vedere se lo riconoscevi.
 
E io so, per certo, che l’hai fatto.  
 
Forse avrete già udito questa storia. Senza di me. È il momento di riportare i fatti come stanno. Io sono Feli, questa è la mia storia. Questa è la nostra storia. 
  
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