Titolo: Ice Cream
Autore: Lilla xD
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di
lucro, altrimenti non sarei qui ma a Londra dove vorrei essere da una vita
<3
Rating: Verde
Pairing/Personaggi: Matthew Bellamy e Dominic Howard
Avvertimenti: Slash
Note: Piccola shot scritta una notte qualunque.
Sinceramente non so che dire di questa storia.
Posso dire che voglio un gran bene al mio conetto allo yogurt che mi ha
ispirato la shottina <3
Chiedo scusa per eventuali
errori di battitura o peggio di grammatica.
Buona lettura!
- Ti posso offrire un gelato? –
Nel bel mezzo della conversazione di una discreta
importanza, Matthew se ne uscì con quella trovata, guardando l’amico con
sguardo sbarazzino e indicando una gelateria dall’altro lato della strada.
Dominic lo fissò interdetto, ancora un po’ scocciato per
essere stato interrotto, ma ben pensandoci non era una brutta idea, e
acconsentì con un sorriso alla richiesta dell’amico.
Attraversarono la strada, stando attenti a non essere
investiti, ed entrarono nella gelateria, scoprendola piena zeppa di famiglie.
Era più che normale; era primavera e il sole era abbastanza caldo da permettere
alle famiglie di fare qualche passeggiata sul lungo lago.
Aspettando il loro turno, i due si misero a discutere sui
gusti da prendere.
- Che ne dici del nocciola? – chiese il moro.
- Non mi piace, preferisco la fragola – rispose il biondo,
continuando ad osservare i tanti gusti esposti.
- Bleah! – fu la risposta schifata di Matthew che aveva
postato lo sguardo dal bancone dei gusti all’amico, il quale cercava di
scegliere il gusto, grattandosi il naso con un dito.
Involontariamente, il giovane cantante si ritrovò a
sorridere. Dominic era solito fare quel gesto quando era indeciso o sotto
pressione, come se quel movimento lo potesse aiutare nella scelta o a
nascondersi dagli occhi di chi lo metteva in soggezione. Per Matthew era un
gesto assai tenero, quasi da bambino, e non poté non tornargli alla memoria il
giorno in cui si conobbero, quando vide quel movimento per la prima volta.
Ormai era quasi il loro turno e ancora non sapevano che
gusti prendere, così Matthew prese in mano la situazione.
- Qual è il tuo gusto preferito? – chiese al batterista.
- Non ne ho uno in particolare… perché? – fu la risposta
che ottenne.
Speranza vana, nessuna soluzione, e il gelataio li fissava
curiosi, in attesa della loro scelta.
- Hai deciso? – fu la richiesta disperata che Matthew fece
a Dominic, il quale scosse la testa sconsolato.
- E tu? – gli chiese l’amico con la stessa supplica nella
voce, ottenendo dal cantante la stessa identica risposta.
Gli altri clienti alle loro spalle cominciarono a
brontolare e alcuni bambini gridavano la loro impazienza ai genitori, i quali
non potevano fare altro che maledire quei due indecisi davanti.
Fu quando ormai si arrese che la soluzione bussò alla
mente di Matthew.
- Ho la soluzione! – esordì, facendo voltare l’amico e
alcuni curiosi, nonostante non avessero compreso una parola di tutto quello che
i due musicisti si erano detti fino a quel momento.
- Cioè? – Dominic conosceva le trovate dell’amico, se non
altro per tutti i casini cher ne uscivano in seguito ed era proprio curioso di
scoprire cosa aveva progettato quella sua testolina.
- Io scelgo un gusto e tu l’altro – continuò contento, voltandosi
verso il gelataio e ordinando un cono per lui e una coppetta per l’amico con il
gusto prescelto.
- Yogurt perché, nonostante quel debole retrogusto
acidulo, è dolce come pochi.. un po’ come te –
Il batterista rimase di sasso a guardare l’amico che,
invece, sorrideva felice come un bimbo. Perfino gli altri clienti si erano
fermati a guardarli curiosi, chi con la speranza che ne fossero arrivati a una,
chi per aver capito qualcosa di quello che il moro aveva detto.
Dominic sorrise a sua volta, andando a colpo sicuro sulla
sua scelta e facendo aggiungere al gelataio l’ultimo gusto.
- Cioccolato perché, per quanto faccia male alla dieta, è
sempre troppo irresistibile per non volerne.. un po’ come te –
Con un ultimo sorriso, i due presero i loro gelati e lasciarono
la gelateria, facendo felici tutti gli altri clienti, alcuni dei quali
guardavano con dubbio i due gusti abbinati assieme.
- Fammi capire – iniziò Dominic, dopo aver assaggiato il
suo gelato – io sarei acidulo? –
Non aspettandosi una domanda del genere, Matthew fece
quasi cadere il suo cono faticosamente conquistato e spostò lo sguardo sul suo
migliore amico, che a sua volta lo guardava in attesa di una risposta.
- Un po’ ma ho anche detto che sei dolce – si giustificò,
tornando al suo gelato.
- E quand’è che sarei dolce? –
La domanda era stata posta per scherzo, giusto per
punzecchiare. Di certo, il biondo non si aspettava una risposta così seria come
quella che, invece, gli diede il moro.
- Sei dolce quando ti preoccupi pensando che non mangi a sufficienza.
Sei dolce quando , con un sorriso e una pacca sulla spalla, mi incoraggi a fare
del mio meglio. Sei dolce quando, nei momenti di tristezza, mi abbracci e mi
dici che tu ci sarai sempre per me. Sei dolce perché sei il mio migliore amico
–
Dominic rimase qualche passo più indietro, fermo a fissare
l’amico che aveva appena detto di quanto lui fosse dolce. Matthew si voltò, non
trovandolo più di fianco a sé, e lo vide fermo in mezzo al marciapiedi, con il
gelato che gli si stava sciogliendo in mano. Sorrise diabolico.
- Ma sei anche tremendamente acido quando fai la prima
donna –
Il moro rise di gusto, riprendendo a camminare, seguito
dal biondo che, offeso, si difendeva da quell’accusa dando la colpa all’altro,
il quale non ascoltava una sola parola, troppo divertito dalla situazione.
Si sedettero su una panchina a guardare il lago e a
gustarsi quel poco che rimaneva dei loro rispettivi gelati, nonostante fossero
uguali. Mentre Matthew gustava il suo cioccolato, una domanda prese forma nella
sua mente e decise di ripagare Dominic con la sua stessa moneta.
- Così farei male alla dieta? – esordì, sgranocchiando il
suo cono per riuscire a recuperare il resto del gelato, finendolo poi in pochi
morsi.
L’altro lo guardò confuso, non capendo a cosa si stesse
riferendo, ma poi si ricordò delle sue stesse parole e sorrise maligno.
- Certo! – esclamò, poggiando la coppetta vuota sulla
panca – sopportarti è un’impresa, bisogna avere uno stomaco di ferro e
un’infinita pazienza, ma più che tutti bisogna essere sicuri di non essere
intolleranti. Inoltre guarda qui – si alzò la maglietta bianca, quel tanto che
bastava a mostrare i fianchi e la pancia, troppo magri agli occhi del moro.
- Guarda dove ti vai a ficcare. Mi hai allargato il giro
vita di almeno un paio di centimetri –
- Ma davvero? – chiese sarcasticamente Matthew.
Senza tante cerimonie, iniziò a dare dei piccoli pizzichi
ai fianchi dell’amico, facendolo saltare sulla panchina per il solletico che
gli provocava.
- A me non sembra sai? Hai ancora la tua silhouette –
scherzò, continuando a punzecchiare l’altro.
- Smettila – fu la richiesta implorante che ricevette dal
batterista, ma non smise fin quando non lo vide seduto per terra.
Matthew sorrise a quella vista e, senza ascoltare la serie
di epiteti poco carini che gli stava rivolgendo, si sedette vicino a Dominic.
Lo strinse per la vita, avvicinandolo a sé e facendogli smettere quella
canzoncina di insulti, e facendo scontrare i suoi occhi azzurri con quelli
verde-grigio dell’altro sussurrò: - Però mi trovi irresistibile –
Tilt!
Il cervello di Dominic era completamente andato. Non
riusciva a dire una parola e men che meno provò a decifrare lo sguardo con cui
il moro lo stava guardando, troppo ambiguo ed enigmatico.
Matthew, invece, si chiedeva se avesse davvero detto
quello che aveva detto e, con paura, si ritrovò a sbattere la faccia contro la
dolorosa quanto tangibile realtà.
“E adesso?” pensarono entrambi, senza distogliere lo
sguardo dall’altro.
Ma cosa c’era da pensare? Nulla!!
E grazie al cielo, i loro cervelli lasciarono posto alle
emozioni. Un po’ titubanti dalla piega che aveva preso la situazione, i due si
avvicinarono ulteriormente e presto si ritrovarono troppo vicini per decidere
di tornare indietro.
Fu Dominic a prendere l’iniziativa, sporgendosi quel poco
che bastava per unire le sue labbra a quelle del moro in un piccolo bacio di
pochi secondi. Peccato che Matthew non fosse d’accordo di quel poco ottenuto e,
afferrandolo decido, riportò il biondo vicino a sé, approfondendo il bacio.
Era qualcosa di unico. Percepivano il gusto di yogurt e
cioccolato, ancora persistente nelle loro bocche, rendendo quel bacio dolce e
irresistibile.
Si staccarono pochi minuti dopo, bisognosi d’aria, e si
guardarono curiosi, come a volersi chiedere come fosse potuto accadere. Ma
entrambi sapevano che non era quella la domanda giusta da porsi perché com’era
accaduto lo sapevano benissimo; quello che non sapevano era perché era piaciuto
loro così tanto.
I respiri erano ancora irregolari e i cuori erano come
impazziti ma Dominic trovò la forza per allontanarsi e alzarsi in piedi.
- Ehm.. ecco io.. – balbettò, cercando di trovare le
parole – io.. è meglio che vada –
Era confuso, estremamente confuso, e sapeva che se fosse
rimasto lì insieme a Matthew la confusione sarebbe aumentata ancora di più,
così, dopo aver salutato l’amico con un cenno della mano, se ne andò.
Matthew, ancora seduto sul marciapiedi tutt’altro che
pulito, lo guardò sparire tra la folla e, voltandosi a fissare il lago,
sorrise.
- Al prossimo cono, dolce Yogurt –