Zoro sorrise soddisfatto, era certo
che quello stupido
torciglio sarebbe rimasto a bocca aperta. Entrare in cucina tutto
bagnato di
sudore, dopo ore di estenuanti allenamenti aveva catturato
l’attenzione del
cuocastro. Adorava stuzzicarlo, farlo eccitare per poi arrivare insieme
ad una
divertente conclusione.
Quella però doveva ammetterlo, era stata una delle sue idee
più geniali.
Infilarsi nella cambusa quando tutti facevano la siesta, madido di
sudore e con
indifferenza domandare da bere, avrebbe portato Sanji a capitolare ai
suoi
piedi in pochissimo tempo.
Ghignò felice quando si accorse che il biondo non si era
mosso neppure di un
centimetro e lo stava fissando da alcuni istanti.
Aveva fatto colpo!
Troppo tardi si accorse della venuzza che pulsava sinistramente sulla
tempia di
Sanji, e di certo non si accorse del calcio che subito dopo gli
tirò.
Zoro si accasciò a terra per l’urto mentre
l’altro incazzato nero gli urlava
contro:
“Marimo deficiente ho appena terminato di pulire il pavimento
e tu che fai?
Arrivi tutto sudato e mi goccioli per terra!”
Uno strofinaccio finì proprio in faccia allo spadaccino,
mentre Sanji avviatosi
verso la porta gli intimò:
“Vedi di sistemare zoticone o ti prenderò a calci
talmente forte da farti
saltare via quella zucca che tu chiami testa”
Zoro sospirò, decisamente era il caso che rivedesse le sue
tattiche di
seduzione.