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Autore: ELE106    25/10/2011    13 recensioni
Ordunque: sorvolando sul fatto (scontatisssssimo) che è una Wincest, direi che la trama può sintetizzarsi con una semplice domanda: cosa succederebbe se, durante uno dei loro tanti casi, Dean e Sam si ritrovassero in una disconteca un po' "particolare" come il Babylon? Beh...io l'ho immaginata come una vera e propria puntata, ma di quelle da spanciarsi dalle risate! Vi auguro buona lettura e spero che vi divertiate XD
Attenzione: Wincest (don't like, don't read)
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Autrice: ELE106
Titolo: Notte folle al Babylon
Serie: Supernatural
Contesto:Generale/Vago (ma l’autrice se li immagina giovincelli, tipo prima-seconda stagione ;-D)
Personaggi: Dean e Sam Winchester (e altri a sorpresa…poi spiego)
Rating: Arancione (eh eh eh…risata malefica)
Genere: Commedia, Comico, ecc…
Beta: ancora sprovvista. Approfitto schifosamente per chiedere a chiunque fosse interessato a betare le mie storie di contattarmi. Sono senza vergogna…lo so’!
Disclaimer: Dean e Sam non mi  appartengono (finché non mi firmano la liberatoria…allora sì che ci sarà da divertirsi!); questa è un'opera di fantasia (?); non rispecchia i gusti  sessuali dei personaggi (???); non ha scopo di lucro (idem come sopra! Sono in trattativa con i loro avvocati); Bla Bla Bla…
Musiche: “Growing on Me” (citato all’inizio della fic, è quello che fa SBARRELLARE di brutto la sottoscritta mentre lo ascolta in macchina a palla...bimbo non presente a bordo) e “Love Is Only a Feeling” dall’album “Permission to Land (The Darkness)”; “Without You” di David Guetta (Ft. Usher); quest’ultima è fuori ambientazione, lo so, visto che è un singolo attuale, ma concedetemelo per piacere…non mi viene in mente altro =___=
Premesse: per chi non la conoscesse, sarà meglio spiegare che l’ambientazione della storia è tratta dalla serie TV Queer as Folk (quindi forse è un crossover…non lo so’…BOH…fate voi); il punto è che non mi sono inventata niente (nome del locale, città, tutto).
Note: Slash; WINCEST (visto che sono rimasta la sola a pubblicarle…in pratica me la suono e me la canto da sola per non andare in astinenza); storiella senza pretese, con la quale spero di divertirvi anche solo la metà di quanto mi sono divertita io ad immaginarla e poi scriverla. Come sempre...BUONA LETTURA ;-D

 
                                                                                                                            
 
Notte folle al Babylon
 
 
Appena salito sulla sua piccola, Dean si prepara a metterla in moto e farsi caricare dal suo rombo inconfondibile, simile ad un ruggito.
Inserite le chiavi nel quadro, si volta, come di consueto, verso il lato del passeggero e si accorge che, appoggiato sul sedile, c’è un audio-cassetta con attaccato un post-it giallo.
Certamente un messaggio da parte di Sam, pensa.

Il suo fratellino ce l’aveva ancora con lui per lo scherzo di quella mattina.
Effettivamente non era stato carino far sparire tutta la sua roba e sostituire il suo borsone con uno pieno zeppo di biancheria intima femminile.
Ora che ci pensa, sarebbe curioso di sapere in che stato Sam fosse uscito dal motel, quella mattina.
Soprattutto visto che i suoi vestiti non erano più saltati fuori…per non dire che li aveva “donati” alla locale associazione di volontariato.

Mah…

Prima ancora di leggere il biglietto, Dean mette la cassetta nello stereo e le note aggressive di “Growing on Me” riempiono l’abitacolo, facendogli sgranare gli occhi per la sorpresa.

I can't get rid of you
I don't know what to do
I don't even know who is growing on who
Yeah Ye-ah


“Però!! Da dove arriva questa roba, Sammy?? Forte…”          
Dice, mentre finalmente si degna di leggere il messaggio.

“Sono I Darkness. Vengono dall’Europa. Tanto per cambiare un po’… potrebbero piacerti e mi salveresti dalla solita solfa che mi propini sempre! Ps: fatti un lettore mp3! Sam”

Il maggiore sbuffa accendendo il motore dell’Impala e affondando sull'acceleratore, per raggiungere il locale dove si sono dati appuntamento.

Erano a Pittsburgh (Pennsylvania) da ormai una settimana.

Stavano alle costole di uno schifoso succhia sangue, evidentemente bravissimo a cancellare le sue tracce.
Non ne venivano a capo e nonostante le loro ricerche serrate, non sapevano ancora chi fosse.

Odia i Vampiri! Specie di questi tempi, in cui cinema e televisione non fanno che mostrarli come eteree ed affascinanti creature, dall’animo nobile e tormentato…quando invece, lui lo sa bene, la verità è ben altra.

L’unico collegamento che avevano trovato tra le vittime, oltre al fatto che fossero tutti giovani uomini, era che frequentavano lo stesso club: il Babylon.
Scoprirlo non era stato affatto facile, visto che questo posto sembrava quasi non esistere.
I famigliari e gli amici dei poveracci non ne sapevano nulla, come se i loro congiunti avessero fatto di tutto per nascondere la frequentazione del locale.
Non fosse stato per gli evidenti segni lasciati sui corpi, Dean e Sam avrebbero seriamente iniziato a pensare che ci fosse sotto un qualche traffico di droga e che si sarebbero dovuti sorbire Polizia e/o FBI in mezzo ai piedi per tutto il tempo.
Invece entrambe avevano chiuso le indagini e archiviato i casi, classificando gli omicidi come conseguenze di Rapine o Aggressioni varie.

Non c’era niente sotto.
Ma restava comunque quell’unica costante: il club nascondeva qualcosa.

Ecco perché quella sera, Dean e Sam si sarebbero recati al Babylon per interrogare il proprietario.
Un certo Brian Kinney.
Sam ci aveva parlato al telefono e aveva detto che sembrava molto collaborativo.
Purtroppo non si recava mai al suo locale quand’era chiuso, ma solo all’apertura al pubblico, quindi avevano preso appuntamento per quella stessa sera, alle 23.
Sam era già lì da qualche ora, per un sopralluogo.
 
Dean invece, se l’era presa comoda:

  • film porno d’autore;
  • ripetute, ma soddisfacenti, pratiche di autoerotismo (mancando i fondi per la compagnia femminile);
  • birra, dolciumi e fast-food (anche ingurgitati contemporaneamente);
  • sonnellini alternati tra una delle suddette attività e l’altra.
  • Verso sera aveva deciso che era tempo di muoversi.
    Una volta rimediato, non è dato di sapere come, il solito completo da agente dell’FBI (l’agente White, per la precisione), si sta finalmente recando all’appuntamento con il suo “partner”: l’agente Black…

    Ehi! Cacciare era già un lavoro faticoso…mica potevano scervellarsi anche a trovare nomi meno ridicoli!

    Durante tutto il tragitto, Dean tiene la musica a tutto volume, beandosi di questa meravigliosa novità!

    You're really growing on me
    (Or am I growing on you?)
    You're really growing on me
    (Or am I growing on you?)

    Any fool can see

    Avrebbe dovuto ringraziare Sammy questa volta. Erano proprio il suo genere!
     
    Parcheggiata la piccola al sicuro e arrivato a piedi davanti all’ingresso, Dean non può evitare di pensare che quel club è davvero sospetto: insegna anonima e strada appartata, circondata da vicoli chiusi.

    Vie di fuga: una; quella da cui era arrivato lui.

    Ad attenderlo all’ingresso c’è il tipico omone enorme in completo scuro, meglio noto come butta-fuori, che lo invita a seguirlo sul retro, visto che, a suo dire, il titolare non gradisce la cattiva pubblicità.

    “Devo aspettare il mio collega, prima di incontrarmi con il tuo capo”
    Gli dice Dean fermandosi prima di entrare.

    “Il suo collega è già arrivato”
    Risponde il tizio facendogli segno di seguirlo dentro.

    Passano per un lungo corridoio e salgono una rampa di scale.
    Dal rimbombo di una musica assordante, Dean deduce che si tratta di una discoteca.
    Anche piuttosto IN gli sembra.
    Molto alla moda, per quello che uno come lui può saperne.
    Giungono quindi di fronte a quello che deve essere l’ufficio del Sig. Kinney.
    Il gigante entra, senza bussare e si richiude la porta alle spalle.
    Dean rimane quindi ad aspettare, approfittando per dare un’occhiata in giro.

    La stanza dove si trova è circondata da pareti vetrate, quindi si avvicina per guardarci attraverso, attirato dalle luci che penetrano da fuori.
    Riesce a scorgere l’enorme salone sottostante.
    Le luci intermittenti della discoteca gli consentono di vedere ben poco, al parte il fatto che è gremita di gente.
    Una folla di persone che sembrano muoversi all’unisono, formando come delle onde, con le braccia per aria.     

    “Ma dove cazzo sei, Sam?”
    Si chiede, non accorgendosi di averlo detto ad alta voce.

    Proprio in quel momento il tizio di prima ritorna e richiama la sua attenzione.

    “Agente White!? Il Sig. Kinney si trova di sotto, al bar. La sta aspettando.”


    Dean si accoda quindi dietro di lui per seguirlo di nuovo.

    “Sa per caso dirmi se il mio collega è con lui?”

    “Sono sicuro di si”
    Risponde l’omone, dandogli le spalle.
     
    Una volta raggiunta la sala, il butta-fuori si congeda dopo avergli indicato il Sig. Kinney, di schiena, appoggiato al bancone degli alcolici, riconoscibile per l’altezza non indifferente e per la particolare camicia dai colori…sgargianti.

    “Sig. Kinney?!”
    Urla Dean.
    Ma la musica è troppo forte e non si riesce a sentire nient’altro.

    “SIG. KINNEY???””
    Grida ancora di più, appoggiando una mano sulla sua spalla per invitarlo a voltarsi.

    Gli occhi del tizio si spalancano immediatamente dopo aver inquadrato Dean.
    Sono enormi. Nocciola.
    Le pupille dilatasissime, lasciano intendere che non è particolarmente lucido, anche se l’atteggiamento è sicuro e spavaldo.
    Evidentemente è avvezzo all’utilizzo di stupefacenti e riesce bene a reggerne gli effetti.
    Dopo essersi ripreso dalla sorpresa (anche se Dean non ha ben chiaro cosa lo abbia sorpreso), Kinney gli fa un gran sorriso ruffiano.

    Mai visto uno più diabolico.
    Dean ne resta alquanto inquietato.

    “Lasciami indovinare: l’agente White, giusto?”

    “Piacere mio, Sig. Kinney”
    Gli risponde Dean, cercando di essere il più professionale possibile.

    E’ talmente concentrato sul lavoro da non essersi neanche preso la briga di guardarsi attorno.
    Si danno la mano e il proprietario lo fa quindi accomodare sullo sgabello in parte al suo, continuando a fissarlo come si fissano le prede.

    “Ahh…”
    Sospira.

    “Avrei dovuto arruolarmi nell’FBI anche io…avessi saputo…”

    Inizia quindi a ridere di gusto, facendo cenno al barista di servire qualcosa da bere.

    “Tranquillo Agente! Ordino per me…Tu sei in servizio, giusto?”

    Prima ancora che Dean possa rispondere, un moretto mingherlino che avrà avuto l’età di Sam, si para davanti a loro.
    Lo squadra per un secondo con stizza, poi si gira verso Kinney e gli infila la lingua in bocca, senza tanti complimenti.
    Immediatamente dopo la mano di quest’ultimo sbuca da non si sa dove per afferrargli il culo e premerselo addosso con una certa prepotenza.
    Al ragazzo non sembrava dispiacere.
    Finito di farselo, praticamente sotto il suo naso, Kinney lo saluta con una bella pacca sul sedere e riporta quindi l’attenzione al suo interlocutore.

    “Allora…come posso esserti utile, dolcezza?”
    Gli chiede.

    Nel giro di un secondo, un altro ragazzetto, stavolta castano, li interrompe di nuovo.
    Stesso trattamento del precedente e stessa pacca sul culo per mandarlo via.
    Dean, con la bocca spalancata e gli occhi a palla, non fa in tempo a riprendersi da uno shock per riceverne un altro, ancora peggiore: si accorge infatti solo in quel momento di che razza di posto fosse quello.

    Uomini ovunque.
    La maggior parte dei quali semi nudi e sudati.
    Disco-music, luci al neon, colori sgargianti…
    Era una discoteca per GAY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    “Cristo santo….”
    Dice guardandosi intorno allarmato.

    “Ti vedo strano dolcezza…”
    Lo riprende il proprietario, forse resosi conto dell’improvviso nervosismo dell’agente.

    “N…no è solo che …non credevo…”
    Balbetta Dean, prima di darsi del dilettante da solo e riprendere nuovamente il controllo del proprio cervello.
    Dopotutto era un maledetto professionista!
    Non si sarebbe lasciato intimorire da una discoteca letteralmente zeppa di uomini…nudi…fisicamente atletici…e probabilmente molto…molto interessati alle sue parti basse.
    Effettivamente la situazione scottava eccome!
    Per l’Inferno, ci stava che si sentisse a disagio.
    Eccheccavolo!!
    Era il suo maledetto CULO e ci teneva, cazzo!

    “Sig. Kinney, sono qui per farle alcune domande…”

    “Tesoro, potrei utilizzare i prossimi 10 minuti a dirti le stesse identiche cose che ho detto al tuo partner…”
    Lo interrompe il tizio, avvicinandosi con fare audace e sfiorandogli il mento con le dita di una mano.

    “Oppure potrei spendere i suddetti 10 minuti in maniera più…interessante”

    Prima ancora che possa proferire altro verbo, Dean Winchester lo agguanta per il colletto della stramba camicia e spiaccica il naso al suo, poco preoccupato delle possibile conseguenze di una tale vicinanza.

    “Sentimi bene...DOLCEZZA…”
    Gli sibila ad un centimetro dalle sue labbra.

    “Forse non ci siamo capiti: sei indagato per pluri-omicidio dall’FBI, chiaro? Non vorrei doverti spiegare il perché non devi confondermi con uno dei tuoi amichetti…”

    Invece di spaventarsi, Kinney si apre in un sorriso luminoso e sempre più diabolico.

    “Mmmhhh…sono ancora più eccitato da te, Agente”

    Si scosta comunque con delicatezza da Dean, e si sistema tranquillamente la camicia sgualcita.
    Riporta quindi l’attenzione su di lui, ma stavolta il suo sguardo è serio e concentrato.

    “Agente, non conoscevo quelle persone. Come ho già riferito al tuo collega: hai una vaga idea di quanta gente passi dal mio locale? Sono quasi tutti sposati, con figli e famiglie a carico. La maggior parte di questi uomini non conosce nemmeno il nome di chi si porta a letto. Il bello è proprio questo”

    A Dean viene improvvisamente la nausea, nell’accorgersi di riconoscersi molto bene nello stile di vita descritto da Kinney.
    E non gli piace per niente, anzi…Detto così, gli sembra tutto mostruosamente squallido.

    “Comunque…ho concesso al tuo collega di dare un’occhiata in giro e lo concedo anche a te…dolcezza! Sempre che tu mi prometta di non dare troppo nell’occhio e di non spaventarmi i clienti”

    “Mi farò vivo di nuovo, se dovesse servirmi”
    Gli risponde Dean con un cenno di saluto del capo.

    “Ci conto Agente! Da uno come te sono disposto anche a farmi ammanettare…e credimi: non sarei proprio il tipo…caso mai sono io che …”

    Sicuro al 100% che se lo avesse fatto finire, il discorso sarebbe degenerato su quello che avrebbero potuto fare nei bagni del locale, Dean gira i tacchi, fingendo di non sentirlo.

    Nel voltarsi, però, si scontra con un qualcuno, che evidentemente li stava raggiungendo.
    E’ un ragazzo biondo, non molto alto, di corporatura minuta, con l’aria un po’ timida.
    Gli fa un sorriso dolcissimo e Dean arrossisce subito,  senza capire il perché.
    Forse, solo a sua madre ha mai visto fare un sorriso del genere.

    Era disarmante.

    Il ragazzo lo supera quindi per correre da Kinney.

    “Brian”
    Gli grida, gettatosi letteralmente tra le sue braccia, che subito lo stringono forte.

    Dean nota che Kinney ha qualcosa di diverso.
    Niente più sguardo da predatore feroce.
    Niente più occhi da strafatto arrapato.
    Sembra un’altra persona.
    Un’espressione tenera e felice gli incornicia il volto e Dean non può evitare di sorridere.
    Questo tizio gli somiglia più di quanto gli piaccia ammettere.
    Anche per lui c’è una sola persona al mondo, capace di mandare in frantumi la sua maschera da duro, nella frazione di un secondo: Sam.

    Sorpreso dai suoi stessi pensieri (e dal fatto che li sta fissando come un idiota), Dean scuote energicamente il capo e si incammina verso la folla urlante di fronte a lui.
    Sarà meglio concludere queste maledette indagini, una volta per tutte, e gettarsi alle spalle la parentesi, decisamente INUTILE, appena chiusasi con il proprietario.

    Si fa largo a spintoni, cercando di guardare il meno possibile, perché, sul serio…alcuni erano osceni e non gli va di restare traumatizzato.
    Riesce anche ad evitare (senza mandare nessuno all’ospedale) qualche tentativo alla sua virtù da parte di certi ragazzoni, particolarmente intraprendenti, che non si accorgono del “ALLA LARGA DAL MIO CULO” che ha stampato, a caratteri cubitali, in fronte.

    Cerca quindi di attirare l’attenzione di chi gli sembra meno “indaffarato” degli altri, più riservato, per fargli qualche domanda.
    La musica però è troppo alta e la gente troppo su di giri per accorgersi di lui.
    Si sente tremendamente a disagio e non vede l’ora di andarsene.

    Cazzo qui rischiava grosso!!
     
    Di colpo si ferma e strabuzza gli occhi, quando si rende conto di un piccolissimo dettaglio: Sam era in giro a dare un’occhiata? Da solo?? In mezzo a tutti questi assatanati???
    Una paura fottuta, mai provata prima, gli parte dalle viscere e si irradia per tutto lo stomaco, attorcigliandosi intorno alle budella.

    “Oddio…Sammy…”
    Sussurra con la voce che gli trema.

    Il suo fratellino…alto…bello…dolce…con quegli occhi da cucciolo…alla mercé di tutti questi omoni affamati di sesso occasionale e di giovanotti come lui.
    Un irrefrenabile istinto omicida è pronto a scatenarsi su chiunque abbia osato anche solo sfiorarlo, senza il suo permesso.
    Si aggira nervosamente tra la folla, come un toro inferocito, sbattendo contro tutto quello che si frappone tra lui e il ritrovamento del fratellino / pecorella smarrita.

    “Ehi…bellezza”
    “Sta attento”
    “Ehi…”
    Gli gridano le persone, man mano che le scaraventa per terra al suo passaggio.

    “SAM?”
    Inizia a gridare.

    “SAM!!!”

    Gli sembra di essere impazzito. Ma non riesce a fermarsi. Deve assolutamente trovarlo, prima che…
    Non ci può neanche pensare.

    “Tranquillo Dean”
    Si ripete mentalmente.

    “Sta bene. Dopotutto è un cacciatore…sa cavarsela”
    Ma non c’è nulla da fare: non riesce a calmarsi.

    Ad certo punto la musica cambia.
    La folla resta muta per un attimo, in attesa, per poi scatenarsi nuovamente all’unisono, quando una voce maschile intona l’inizio della canzone successiva.

    I can’t win, I can’t wait
    I will never win this game without you, without you
    I am lost, I am vain,
    I will never be the same without you, without you
    I won’t love, I won’t love
    I will never make it past without you, without you
    I can’t rest, I can’t lie
    All I need is you and I, without you
    Without
    You!
    You! You! You!
    You! You! You! You!


    A questo punto Dean si accorge che, poco distante da lui, un piccolo gruppo di ragazzi si è radunato per formare un cerchio intorno a qualcuno.
    La paura diventa puro terrore.
    Riesce ad aprirsi un varco tra tutte quelle persone che si agitano e urlano come ragazzine isteriche.
    Nella sua mente si affollano mille pensieri, molto poco decorosi, ma niente che fosse lontanamente simile, o avesse  potuto prepararlo, alla scena che gli si para davanti.
    Dean strabuzza gli occhi incredulo e, pur con tutta la forza di cui dispone, non riesce in alcun modo a scollare gli occhi di dosso a…

    “Sammy?”
    Mormora inebetito.

    Suo fratello si muove a ritmo della musica, roteando e strofinando il bacino contro quello di un tizio, addirittura più alto di lui, con lunghi capelli corvini che gli ricadono davanti al viso, impedendogli di vederlo in faccia.
    La schiena di Sam è premuta contro il petto dello sconosciuto.
    Aderiscono completamente uno all’altro e ondeggiano insieme.
    Il tizio in questione, che inizialmente aveva le mani sui suoi fianchi, inizia a farle scorrere sul suo corpo, ovunque.
    Dalle braccia, che Sam tiene alzate a circondargli la nuca, al petto, fino a scendere sulle cosce.
    La testa di suo fratello è mollemente abbandonata sulle spalle di questo tipo, che con la bocca gli solletica il collo.
    Occhi e labbra sono dischiusi, i capelli sono deliziosamente spettinati e sparpagliati sulla fronte leggermente sudata, le guance sono arrossate.

    E’ qualcosa di assolutamente erotico.

    Per non parlare dello stato dei suoi…vestiti?
    Dean lo osserva meglio.
    Ormai i suoi neuroni sono quasi del tutto partiti, non capisce ancora se per la rabbia o per … l’eccitazione, visto che la scena è altamente indecente!
    I pantaloni del sobrio completo da Agente Black gli ricadono, bassi, sulle anche, facendo intravedere l’elastico dei broxer.
    Cravatta e giacca, molto probabilmente, sono ormai diventate il souvenir di qualcuno, visto che non ce n’è traccia da nessuna parte.
    La camicia invece c’è ancora, ma è quasi completamente aperta.

    Concentrato a fissare il petto di suo fratello, imperlato di sudore, Dean si accorge di una terza persona di fronte ai due (Sam e il tizio, per capirci) che sembra proprio intenzionata ad avventarsi sul fratellino per partecipare a questa…cosa oscena che sta accadendo sotto i suoi occhi.
    Questi ultimi infatti, si infiammano immediatamente di una ferocia che nemmeno credeva di poter raggiungere, quando, ormai al di là di ogni raziocinio e completamente succube di una furia cieca, dalla sua gola fuoriesce un grido, più simile ad un ringhio, che paralizza tutti i presenti sul posto, sovrastando persino la musica a tutto volume.

    “GIU’ LE MANI, MALEDETTO PERVERTITO!”

    Sam riapre stancamente gli occhi, ansimante e arrossato, spalancandoli subito alla vista del fratello maggiore.
    Si allontana sensibilmente dal tizio dietro di lui, mantenendo però il contatto con una mano sul suo petto, come a volersi sorreggere e si gli fa un sorriso a 32 denti, indicando Dean con un dito.

    “Ragazzi…quello è il mio fratelloneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”

    E’ completamente sbronzo.

    I due “pervertiti” in questione, si accorgono immediatamente del livello di incazzatura raggiunto da Dean e si staccano bruscamente da Sam, lasciandolo barcollante al centro del cerchio formato dai guardoni circostanti.
    Tutti intenti a godersi la scena.

    “Tu…”
    Inizia il maggiore, incredulo mentre si avvicina lentamente a Sam.

    “Shtavo lavorando…”
    Biascica il più giovane.

    “Rivestiti e sali in macchina…”
    Gli sibila afferrandolo per un polso e strattonandolo, cercando di trattenersi dal riempirlo di cazzotti in mezzo a tutti.

    “OK…”
    Risponde Sam, mettendo il broncio come un moccioso.
    Dean fa per seguirlo, dopo aver lanciato un’occhiata assassina ai due tizi che stavano per farselo, quando sente la voce di qualcuno richiamarlo.

    “Senti bello, tuo fratello mi sembra grande abbastanza per decidere della sua vita da solo”
    A parlare non è il moro, alto che stava dietro a Sam, ma quell’altro.
    Alto anche lui, biondissimo, capelli corti a spazzola, maglietta senza maniche e pantaloni aderentissimi.
    Santo Dio, era una vera Signorina!

    Però ne aveva di coraggio per azzardarsi a sfidarlo! In queste condizioni…avrebbe potuto ucciderlo!

    “Prego?”
    Gli risponde pacato.

    “Hai sentito bene BELLO!”
    Dice, appoggiandosi le mani ai fianchi e guardandolo con il chiaro intento di farlo imbestialire.

    L’encefalogramma di Dean, a questo punto, è quasi piatto.
     
    “Ti conviene sparire, zuccherino…”

    “Ma piantala! Non mi fai paura! E mi chiamo Emmett, per la cronaca, razza di maleducato! Io invece con chi sto parlando?”

    Dean molla la presa sul polso di Sam e si gira di scatto per affrontarlo, ma il minore lo ferma a sua volta.

    “Ha ragione! Dean, sono abbastanza grande ormai…”

    “Ma sta zitto idiota!”
    Gli urla il maggiore.

    “Abbastanza grande per cosa?? Per farti scopare da due sconosciuti in una discoteca?? No…dico…ma tu ti rendi conto di quello che poteva succedere se io…”

    Prima che il suo monologo raggiunga l’apice dell’assurdità, Sam, a sua volta incazzato, inizia a gridargli contro proteste quasi incomprensibili, gesticolando vistosamente.

    “Basta con questi discorsi da moralista! Non sei mica mio padre, cazzo! Io stavo lavorando qui! Perché non ti puoi fidare una buona volta??!!”

    “Per Dio, ma sentiti! Inizia tu a darmi un qualche straccio di motivo per fidarmi, Sam!”

    “Io…io…io…”

    “Io cosa??! Lo vedi come sei ridotto?? Vedi di smaltire la sbornia prima di rispondermi!”

    “Avevo tutto sotto controllo IO! Perché non dici la verità?? Sei solo GELOSO!!”

    Il buon Emmet, mentre infuria la “Guerra dei Roses” versione “fratelli”, si rende evidentemente conto del rapporto, a dir poco contorto, che si cela dietro tali discorsi e decide, molto saggiamente, di abbandonare il “ring” e ritirarsi dalla competizione.
    Dopotutto, chi li conosce? Se la sbrigheranno da soli! Mica può rimetterci le stroppe per uno sconosciuto! Anche se molto carino!!

    Il tizio moro invece, quello che stava per violentare Sam, è sparito immediatamente dopo l’arrivo di Dean.

    Il maggiore, ancora paonazzo dopo l’ultima sparata del fratello, è ormai al culmine della sopportazione.
    Alla rabbia si aggiunge l’imbarazzo, vista la quantità di gente presente, e lo sbraitare quasi incomprensibile di Sammy non fa che peggiorare la situazione.
    Infatti, mentre l’ubriacone sta ancora farfugliando, con un movimento fulmineo Dean allunga il braccio destro e agguanta Sam per la vita.
    Se lo carica in spalla, come fosse un marmocchio capriccioso, tenendolo fermo per le lunghe gambe e, prima di schizzare fuori da quel locale demoniaco, veloce come un fulmine, rivolge al pubblico la consueta battuta d’uscita.

    “Lo spettacolo è finito gente! Tornatevene dalle vostre mogli…”

    Sam sbraita e si agita peggio di prima, rendendogli difficile passare tra la folla che si gira allibita al loro passaggio.
    Qualcuno sembra anche particolarmente divertito e sorride loro con malizia.

    “Mettimi giù, cazzone! METTIMI GIU’ HO DETTO!!”
    Continua a urlare il minore.

    Raggiungono finalmente l’esterno del Babylon, quando Dean lo scaraventa quasi per terra.
    Sammy è ancora rosso in volto e nello strattonarlo, la camicia gli si è aperta completamente.

    Dean si rende conto che fa freddo fuori e che il suo fratellino, dopo tutto, è solo ubriaco e forse ha bisogno di una mano per riprendersi.
    La sua espressione, da furiosa, si intenerisce gradualmente, mentre realizza quello che è appena successo.
    Fa per allungargli una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma Sam gliela schiaffeggia via.
    Con un gesto molto rapido, si sposta il capelli dalla faccia, poi appoggia entrambe le mani a terra e si rialza da solo.
    Una volta in piedi, con la massima calma, si riabbottona la camicia e se la infila nei pantaloni, dandosi una sistemata generale.
    Si volta quindi verso Dean e gli si rivolge come se niente fosse.

    “Allora…dove hai parcheggiato la macchina?”

    Il maggiore è sconcertato!
    Da ubriaco, ad incazzato, a professionista freddo e impassibile nel giro di pochi minuti.
    Non ci capisce più un accidenti.

    “Dove hai parcheggiato la macchina…?”
    Lo scimmiotta.

    “Si…fa freddo qui fuori! Dov’è l’Impala?”

    “MA SEI SCEMO??”
    Sbotta Dean, di nuovo infuriato.

    Sam lo fissa, come se non si capacitasse di una simile reazione.

    “Che ti prende adesso??”

    “Mi vuoi spiegare che cazzo è successo?? Hai idea di quello che mi hai fatto passare???”
    Urla fuori controllo.

    “A te???”
    Gli risponde secco Sam.

    “Ho dovuto improvvisare, ok?? Non arrivavi più, brutto pornofilo che non sei altro!! Se non facevo qualcosa, quel cavolo di Vampiro la passava liscia anche stavolta!!”

    “Il … vampiro…?”
    Domanda Dean.

    Con tutto quel casino si era completamente dimenticato del caso!

    Ops…quindi Sam stava cacciando il vampiro???
    Dean è sempre più nel pallone.

    “Si IDIOTA! Il vampiro!!”

    A questo punto Sam sbuffa, esasperato.
    Consapevole che non doveva essere stato facile per Dean, ignaro del suo piano, assistere a tutta la messa inscena, si decide a spiegargli tutto.
    Il maggiore sta ancora rimettendo insieme i pezzi, visibilmente confuso.

    “Possiamo tornare in macchina ora?? Ho freddo!”
     
    Si incamminano in silenzio verso il parcheggio dove Dean l’aveva lasciata.
    Non si guardano nemmeno.
    Arrivati all’Impala, ognuno si accomoda al proprio posto.
    Dean fa partire l’auto, per accendere il riscaldamento.
    Insieme al motore, anche la cassetta che Sam gli aveva regalato, riprende a suonare.
    Stavolta sono le note melodiche di “Love Is Only a Feeling” a risuonare nell’abitacolo.
    Sam sorride sotto i baffi, felice di sapere che il suo pensiero è stato apprezzato.
    Dean invece, colto di sorpresa, spegne la radio di colpo.

    “Perché?”
    Gli chiede il minore.

    “Mi piaceva questa canzone…”

    “Oh…”
    Dice Dean, in imbarazzo, riaccendendo lo stereo.

    Lascia al fratellino ancora qualche minuto per riscaldarsi, prima di sottoporlo all’interrogatorio.
    Se pensava di passarla liscia così, se lo poteva scordare proprio!

    “Dunque...ti decidi a spiegarmi qualcosa??”

    “Non te lo meriteresti ma…”

    “Vuoi un pugno in faccia?”

    “ok ok…ti dico tutto”
    Ridacchia Sam.

    D’un tratto però si fa serio e si volta nella sua direzione per guardarlo in modo decisamente strano.

    “Prima …”

    Così sussurando, si sporge improvvisamente verso Dean e, portando una mano dietro la sua nuca, lo attira verso di se, baciandolo sulle labbra timidamente.
    Dean, che non avrebbe comunque avuto il tempo di sottrarsi, neanche volendo, si ritrova catatonico a fissare suo fratello.
    Quest’ultimo, rosso in viso, si inumidisce le labbra con la lingua, come per gustarne il sapore, e distoglie subito lo sguardo passandosi una mano nei capelli.
    Di riflesso, il maggiore fa la stessa cosa.

    “Cos…?”

    "Se aspettavo ancora, la sbornia mi sarebbe passata del tutto e non ne avrei più avuto il coraggio!”

    “Che…?”

    “Nient’altro da aggiungere?”

    “Come…??”

    “Devo essere stato bravo…ti ho tolo la parola…il ché è tutto dire…”

    Eccola lì: era una sfida.

    Dean Winchester non può perdere una sfida.
    Nemmeno questa.
    Si getta quindi, famelico, sulle labbra di Sam.
    Una miriade di immagini del minore, avvinghiato a quegli uomini, gli attraversano la mente come fotogrammi erotici e gli provocano un ben noto formicolio al basso ventre.
    Tutt’altro che timidamente, afferra Sam per le spalle per stringerselo addosso più che può, abitacolo permettendo.
    Sam ricambia le effusioni con trasporto, accogliendo la lingua di Dean nel suo palato e ricavandone una piacevole, quanto elettrica sensazione, quando si scambia carezze con la sua.
    Al più giovane sfugge un gemito d’approvazione.
    Seguito da un altro…e un altro ancora…finché ad entrambi serve fiato per respirare.

    Passano alcuni istanti di silenzio.

    “Non…non dobbiamo…parlarne per forza…domani”
    Dice il Sam, conoscendo bene il fratello e sapendo perfettamente che quest’ultimo si tormenterà a vita di sensi di colpa, che non ha.

    “Certo che no…”
    Gli risponde Dean, agguantando nervosamente il volante con entrambe le mani e fissando un punto imprecisato, fuori dal finestrino.

    “Non posso credere che l’abbiamo fatto…”
    Sussurra.

    “Senti…non è successo niente ok? Sono ubriaco! E un po’ fatto anche…credo…domani sarà tutto a posto”

    “E io invece?? Non sono per niente ubriaco!”

    “Ma andiamo! Quante birre ti sei scolato oggi??”

    Dean ci riflette su un attimo. Effettivamente erano tante…ma si gli sembra di essere abbastanza lucido.
    In verità, sa di essere perfettamente lucido, ma decide comunque di mentire a se stesso.

    “Forse hai ragione…”

    “Siamo a posto allora?”

    “A posto…”
    Gli risponde con un sorriso forzato.

    Dean fa quindi per partire, quando un gruppetto di gente, visibilmente terrorizzata, gli si fionda quasi sotto le ruote della macchina, come fuggendo da qualcosa.
    Dean scende immediatamente per chiedere spiegazioni e riesce a fermare una ragazza.

    “Ehi! Ma che succede?”

    “Ommioddio!! Ommioddio!”
    Continua a ripetere la poveretta.

    “Sta calma”

    “Un tizio è morto! Oddio che orrore!! Io l’ho visto!! Era prosciugato!! Ommioddio”
    Scoppia in lacrime e si divincola dalla presa di Dean, scappando via.

    Prosciugato?
    Era il vampiro?
    Come…???

    Dietro di lui, anche Sam è sceso dall’auto.
    Dean si volta per guardarlo e gli vede fare un sorrisetto diabolico.

    “Ha funzionato!”
    Afferma.

    “Che hai fatto Sam?”
     

    Il minore passa l’intero viaggio di ritorno al Motel, raccontando a Dean di come aveva deciso di attirare il Vampiro in una trappola.
    Ci aveva messo poco a capire che al mostro piacevano i bei ragazzi, visto il locale e avendo presenti le giovani vittime, quindi perché no?!
    Aveva buttato giù un paio di cocktail -perché, cavolo, ci volevano! Stava per farsi smanacciare da un orda di omosessuali arrapati- e si era buttato nella mischia.
    Dopo aver fatto qualche domanda sconcia in giro (tipo: ti piace che ti succhino il collo? Ti eccita il sangue? E roba così), aveva inquadrato il soggetto. O meglio, il soggetto aveva notato lui...
    Fortuna ha voluto che, il tizio in questione, fosse particolarmente attratto da Sam, il quale, sfruttando tutta l’abilità seduttiva di cui disponeva, anche se non sapeva nemmeno di averla, lo aveva eccitato fino a fargli perdere il controllo.
    Il vampiro, avvinghiato a lui, si era avventato sul suo collo e aveva iniziato a succhiarglielo con insistenza, pregustando la scorpacciata che lo attendeva.
    Quello che il “poveretto” non sapeva, era che Sam, mentre si alcolizzava, si era praticamente imbrattato la pelle di un particolare dopo barba (da lui stesso ideato), nel quale si era premunito di mischiare qualche goccia di sangue.
    Più precisamente il sangue di uno dei disgraziati morti, uccisi proprio dal bastardo, prelevato dall’obitorio. (nda: sia santificata Anne Rice! Unica e sola scrittrice attendibile sui vampiri. GRAZIE).
    E si sa…l’effetto che il sangue di un morto fa ad un Vampiro.
    Infatti, il mostro era schiattato poco dopo averlo ingerito.

    Dean non può crederci.
    Suo fratello è un Diavolo! Un freddo e perfido calcolatore….
     

    Arrivati al Motel, Sammy si butta immediatamente sul letto, esausto.
    Dean invece gli si avvicina cautamente.
    E’ ancora incredulo al pensiero che il suo fratellino -ma forse non era più il caso di chiamarlo così- fosse capace di concepire un simile piano.
    Lui non avrebbe mai avuto il coraggio di esporsi in quella maniera…non con degli uomini!

    Di nuovo le immagini di Sam dentro quel locale gli si agitano in testa, impedendogli di riflettere con lucidità.

    “Sam…posso farti una domanda?”

    “E' una cosa veloce? Voglio farmi una doccia, Dean! Che c’è?”

    “Se non fossi arrivato? Cioè…quello ci ha messo un po’ a schiattare…avresti…con lui…ci saresti…”

    “Sei pazzo?! Certo che no…contavo che saresti arrivato, fratellone! E contavo anche sulla tua…”

    Sorride prima di continuare.

    “Gelosia…quindi…”

    Sam si rialza piano dal letto e si avvicina lentamente a Dean, fino ad arrivargli di fronte, a pochi centimetri da lui.
    Il maggiore non si muove di un millimetro, come calamitato dai suoi occhi.
    E anche se è tutto assurdo e probabilmente domani Sam non si ricorderà un accidente… il pensiero di baciarlo di nuovo è troppo invitante.

    Improvvisamente Dean realizza che non gli sta per niente bene!
    Sam non ricorderà nulla?
    E sia…
    Se le cose tra loro stanno così, ci avrebbe pensato lui a farglielo ricordare.
    E già che c’era, avrebbe anche chiarito bene al fratellino chi è che comandava…in caso non fosse già ovvio!

    “Mio eroe…la mia virtù è salva grazie a Voi”
    Gli sussurra scherzoso Sam all’orecchio, solleticandolo lievemente con il labbro superiore, prima scoppiare a ridere di gusto e scappare in bagno come una lepre.

    “Vieni qui codardo”
    Grida Dean, inseguendolo in bagno e bloccando la porta con un piede prima che si richiudesse.

    “Non ci penso proprio”
    Risponde Sam, sempre ridendo, facendo sbucare il viso nella fessura tra la porta e l’infisso.
    Dean ne approfitta per catturare di nuovo le sue labbra in un bollente e lungo bacio.
    Abbandonato alla passione del fratello, Sam molla la presa sulla porta, lasciando quindi Dean libero di entrare e di premersi contro il suo corpo, fino a spingerlo contro il lavello.

    Aderiscono completamente.
    Petto contro petto.
    Gambe contro gambe.
    Bacino contro bacino.

    “La Vostra virtù ora mi appartiene, giusto?”
    Gli soffia sulle labbra, staccandosi  da esse per un attimo.

    “Credo di si”
    Gli risponde Sam, arrendevole, cercando di nuovo di baciarlo.
    Dean si ritrae, facendolo mugolare per protesta e, con un colpo di reni, spinge più forte il bacino contro quello del fratello, velocemente, per far strofinare le loro erezioni.

    “Ti piaceva…vero? Quando lo faceva quello stronzo?”
    Gli chiede, solleticandogli il collo con le labbra.

    “Si…”
    Sospira Sam, tremando ed inarcandosi a quel contatto e gemendo un pochino più intensamente.

    “Mi vuoi?”
    Gli chiede ancora, mordendolo delicatamente.

    “Si...”
    Mormora il suo fratellino, con il respiro sempre più corto.
    Perduto nel suo piacere.
    Sam gli afferra le natiche con entrambe le mani e se lo preme contro, per darsi un po’ di sollievo.
    Ma improvvisamente Dean si allontana, non senza difficoltà.
    Indietreggia, mantenendo però gli occhi in quelli di Sam, esterrefatto!

    C’era il fuoco in quegli occhi.

    Il “piccolo” stava per impazzire.

    “Allora fatti una doccia. Domani, quando sarai lucido, ne riparleremo”
    Dice Dean, dandogli le spalle e uscendo dal bagno, richiudendosi la porta dietro.

    Gli è servito un mostruoso sforzo di autocontrollo per non farselo lì, appoggiato al lavello.
    Ma quello che non ha detto a Sam, è che non vuole sentirgli l’odore di un altro addosso.
    Che non vuole somigliare a nessuno di quei pervertiti di cui parlava Kinney.
    Che se quello che sta succedendo tra loro è sbagliato, di certo approfittarsi di lui da ubriaco, lo è ancora di più.

    Se vogliono farlo, lo avrebbero fatto per bene.

    Si dicesse tutto di Dean Winchester, ma non che non fosse un fottuto Gentiluomo!
     
     
    Fine
     
     



     
    Nda: allora, come sempre, un GRAZIE speciale a tutti quelli che mi leggono. Siete fuori di capoccia, come la sottoscritta, ma anche fantastici!!
    Volevo anche dire una cosetta, che non c’entra niente come sempre, ma mi devo sfogare: porgo le mie scuse più sentite al …rullo di tamburi….bimbo di Jared Padalecki!!
    Ebbene sì, ho appreso da qualche giorno che PadaOrso diventerà papà…Ommioddio sono rimasta abbastanza colpita dalla notizia e mi sono sentita subito in dovere di auto-censurarmi…infatti la fine non era proprio quella a cui pensavo…XD
    Avrei tanto voluto abbracciarlo e piangere di gioia, perché credo che sarà un gran PadaPapà! E perché mi sono tornate in mente tutte le meravigliose esperienze che ho vissuto quando aspettavo il mio bimbo.
    Comunque, dicevo, mi voglio scusare con il piccolo (futuro) erede, per tutte le zozzerie che penso e scrivo sul suo papino! Devi perdonarmi!!!! Non posso farci niente!
    Detto tra noi, se sarai una femminuccia, quando sarai abbastanza grande e prenderai una cotta per lo zio Jensen (perché puoi scommetterci che la prenderai), potrai capirmi e mi perdonerai!
    Baci a Jared, Genevievee al piccolo…o piccola ;-D

       
     
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